tag:blogger.com,1999:blog-78386872025467423542024-03-13T17:42:35.334+01:00The Buzzing PageThe Buzzing Pagehttp://www.blogger.com/profile/13372650519098742709noreply@blogger.comBlogger71125tag:blogger.com,1999:blog-7838687202546742354.post-15630838425015679842016-10-07T17:41:00.000+02:002016-10-07T17:41:12.844+02:00Intermezzo<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>Tema</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">*** Tira fuori il disagio e torna ad essere una Bea ammodo ***</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIUqzVBh8nh-_lWUMmiR75ZnRVa48nh7buwSHxViz76xzof7d5KiM6KMrsgIs3scoWlNSFibrmtd9J7VSaYntvEbZy2m2cDcOp-Ta1W0Jr8l6Uzai8toQxng-7as6m5nmvYptcwiacYZ0/s1600/anxiety.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIUqzVBh8nh-_lWUMmiR75ZnRVa48nh7buwSHxViz76xzof7d5KiM6KMrsgIs3scoWlNSFibrmtd9J7VSaYntvEbZy2m2cDcOp-Ta1W0Jr8l6Uzai8toQxng-7as6m5nmvYptcwiacYZ0/s640/anxiety.jpg" width="640" /></a></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ci sono dei momenti in cui vado in palla totale, e se fino a poco tempo prima tutto era chiaro e figo e wow, all'improvviso ecco una sorta di pressa che mi spinge proprio al centro dello sterno e mi toglie il respiro, rendendo corto il fiato e formicolanti le mani. Così ogni volta che nella testa arriva un pensiero che potrebbe concretizzarsi in azione questa dannata pressa lo ricaccia giù, e allora dico ok, riprovo poi, ma poi la cosa si ripete e il tempo passa e penso ormai è troppo tardi e in pratica finisce con sono una merda, moriremo tutti. Però io a questo giro non voglio, <b>non voglio proprio</b>, quindi provo a giocarmela in maniera diversa, guardo in faccia la paura e scrivo due righe in questo posto cui voglio tanto ma tanto bene, e che dannazione voglio continuare a popolare di cose belle. Il punto è che quando dico "è troppo tardi" poi ci credo davvero, invece no, non è troppo tardi proprio per niente, non mi devono fare spavento le cose che voglio fare, il cannibalismo non è pratica attuale quindi non vi è pericolo di essere fagocitata dalle genti, posso tornare tranquillamente su facebook, posso scrivere di tutti i libri e raccontare delle fiere e i festival eccetera anche se sono passati mesi, se voglio farlo basta farlo. Però se non me lo dico e non lo esterno è un gran casino, perché bimbi son fatta così, c'è del disagio inside of me che a una certa si comporta tipo da silicone e mi isola da progetti e affetti. Tuttavia a 'sto giro lo voglio combattere, senza pensare di essere cogliona e stupida nonché inetta. Il problema enorme è che non sono settoriale, nel senso che se inizio a bloccarmi mi blocco su tutto, le giornate si spengono, il cervello cortocircuita, mi sento in colpa con tutti in un giro di ansia che levati. Provo fastidio nei confronti di tutto il globo terracqueo e l'unica soluzione virtualmente percepibile è l'estinzione, che poi nemmeno a sedici anni ero così catastrofista, boh. In tutto questo, però, ci sono i librini belli e le genti belle e le novità editoriali che sto intravedendo in questo autunno e, perdincibacco, io voglio esserci! Perciò voglio che dopo questo tempo che mi sono presa per tirar fuori il peggio del peggio, il mio sterno sia di nuovo abbastanza forte da respingere l'incudine che si è posata bellamente lì da un paio di mesi a questa parte, in maniera da poter riaccogliere la vita con leggerezza e il mio consueto entusiasmo ebete. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Poi, per esempio, tra poco meno di un'ora andrò al <b>Les Bouquinistes</b>, alla presentazione della raccolta di racconti di Alessandro Raveggi, <i><a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/2016/06/alessandro-raveggi-il-grande-regno.html" target="_blank">Il grande regno dell'emergenza</a></i>, che avevo presentato io stessa a luglio apPisa. E lo so che è un pochino tardi, allora facciamo che io prendo appunti e ve lo racconto, ma tipo subito e non tra vent'anni, promesso! </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> </span><img alt="RAVEGGI-twitter.jpg" height="640" src="https://lesbouquinistes.files.wordpress.com/2016/10/raveggi-twitter.jpg?w=700" width="640" /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: verdana, sans-serif;">Poi, per esempio, ho finito oggi <a href="http://www.kellereditore.it/romanzi-racconti-e-reportage/216-felicita-di-emma-la-claudia-schreiber.html" target="_blank">questo libro qui</a>, e se non ve lo dico subito che mi è piaciuto un sacco e che ve lo consiglio abbestia, che ci sto a fare? Bene. Daje. Sususu!</span><br />
<span style="font-family: verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: verdana, sans-serif;">B. </span><br />
<br /></div>
The Buzzing Pagehttp://www.blogger.com/profile/13372650519098742709noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7838687202546742354.post-29488639641382065272016-07-19T11:37:00.000+02:002016-07-19T11:43:43.506+02:00Kerry Hudson mania: Sete, Tutti gli uomini di mia madre e super intervista!<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ciao bimbi. Ci ho messo ottant'anni prima di scrivere questo post, quindi ora la faccio breve, perché in realtà breve non è. Ma a voi piace così, vero? :D</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La situa: c'è minimum fax, e fin qui la cosa è pacifica. Una loro autrice, la scozzese Kerry Hudson, è candidata al Premio Strega Europeo, e quindi sarebbe venuta in Italia per la cerimonia di premiazione e già che c'era a fare un piccolo tour in librerie selezionate. L'intrepido ufficio stampa di minimum decide di sfidare la sorte chiedendomi se volevo intervistare la suddetta scrittrice. Io in pratica le dico solo "bomba", quindi mi arrivano i suoi due romanzi, quindi inizio a farmela sotto, perché nel frattempo lei è arrivata in Italia e viene intervistata da genti serie e professionali, e io già me la vedo fuggire terrorizzata alle mie domande. Decido allora di darmi un tono, e in pausa pranzo stilo delle domande che ciao proprio. Va bene. Visto che il tempo a mia disposizione in questo ultimo periodo non è esattamente molto, riesco a leggermi solo il suo secondo romanzo, <b><i>Sete </i>[minimum fax e Beat </b></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>edizioni</b></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>, 2015. Traduzione di Federica Aceto]</b>, che poi è quello candidato allo Strega, quindi dai, a posto. Quindi adesso ve lo racconto un pochino. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqJibhkutTjtRWt18oIXyCNFiTSXYwuOAM9lFQsE3t2clIGOvNKwFBiP8zenfgVNWS-2BMkGFj3CzVA6OAcAYQzryS5wpU7zFIE24k-dqg4sqcLiNq8R2Be-6jCMM8UrHNi6BFF_fRWTo/s1600/Kerry+Hudson+-+Sete.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqJibhkutTjtRWt18oIXyCNFiTSXYwuOAM9lFQsE3t2clIGOvNKwFBiP8zenfgVNWS-2BMkGFj3CzVA6OAcAYQzryS5wpU7zFIE24k-dqg4sqcLiNq8R2Be-6jCMM8UrHNi6BFF_fRWTo/s640/Kerry+Hudson+-+Sete.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ci sono un lui e una lei. <b>Lui, Dave</b>, è tipo un bellone orsacchiottone con un'infanzia disagio, <b>lei, Alena</b>, una tipa straniera mega carina ma con un presente un filo problematico e un passato recente coperto di nero. C'è <b>Hackney</b>, quartiere a nord-est di Londra, periferia del centro ma pur sempre centro, con la sua fauna triste e combattiva, disperata e buona. C'è <b>disagio romantico e disagio pesante</b>, schiave del sesso e vecchi russi con le smanie di potere. Ci sono <b>madri </b>che cercano di svoltare la vita ai figli incasinandola ancor di più, c'è una storia d'amore così delicata che sembra poter andare in pezzi girando pagina, due esistenze che hanno la gola arsa dalla sete di essere capite e protette. Ci sarà un viaggio nel cuore della <b>Russia</b>, tentativi di rivalsa, personaggi assurdi e scenari post-comunisti. E te dici no, vabbé ma è un melò trito e ritrito, e invece no, proprio no, c'è uno stile limpido e sferzante, cambi di punto di vista e di persona, talvolta sembra ripetitivo, ma poi capisci che si tratta di una netta scelta dell'autrice. Insomma, è <b>un romanzo dal quale non ti stacchi e che ti vuoi bere tutto d'un fiato</b>, soffri e piangi e dici no, e poi speri, ti incazzi e ti innamori. </span></div>
<blockquote class="tr_bq" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Alena lo vide arrossire leggermente ed ebbe la netta impressione di sentire nel cuore uno scoppio come il filamento di una lampadina surriscaldata, immaginò il proprio cuore vulnerabile che batteva sempre più in fretta e che, nel vedere Dave, le esplodeva nel petto in una pioggia di coriandoli scintillanti. </span></blockquote>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Una figata di cui avrei potuto parlare direttamente con Kerry Hudson in persona, ma vi rendete conto :D??? </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il fatidico 6 luglio arriva davvero, io non smetto di sudare manco proprio per sbaglio, con me c'è <b>la Cate</b> che mi impedisce di darmela a gambe e mi carica abbestia, e quindi sì, ve lo dico proprio onestamente: è stato come intervistare una star, e <b>ora faccio la figa tipo i giornalisti di Vanity Fair</b> durante il preambolo alle loro conversazioni che so, con Jennifer Aniston, o Jude Law. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>Kerry Hudson è vestita con abito blu intenso, che contrasta meravigliosamente con la sua pelle candida e i suoi capelli biondi che le cadono leggeri sulle spalle. Ha viaggiato tutto il giorno, ma sembra appena uscita da una spa. Il suo fidanzato le sta accanto, la osserva tenero e orgoglioso, mentre ci accomodiamo a un tavolino retrò </i></span><i style="font-family: Verdana, sans-serif;">della libreria-negozio dell'antiquariato che ci ospita, e</i><i style="font-family: Verdana, sans-serif;"> il suo fantastico ufficio stampa ci porta delle rinfrescanti birre per affrontare meglio questo caldo pomeriggio di luglio. </i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj63VtYLwr1VzVw4WdiCBXGG3h6K1aqQ3c_3WGk6NVeqOZL5xDyB842MX9yCX7QXrYFPyseD13VAeDhkDrga3t2z1YlqchHtK21N1DE0t6FMvqZIr-wphauDvRIU0xn2otQdP4Kl2Cbn84/s1600/Prima.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj63VtYLwr1VzVw4WdiCBXGG3h6K1aqQ3c_3WGk6NVeqOZL5xDyB842MX9yCX7QXrYFPyseD13VAeDhkDrga3t2z1YlqchHtK21N1DE0t6FMvqZIr-wphauDvRIU0xn2otQdP4Kl2Cbn84/s640/Prima.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-family: Verdana, sans-serif;">BEA: </b><i style="font-family: Verdana, sans-serif;">Quando leggo uno scrittore contemporaneo cerco sempre di sapere meno cose possibili su di lui, perché il mio obiettivo è andare bella dritta <b>all'interno del testo</b>. Quindi, partiamo con il tuo secondo romanzo, </i><b style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sete</b><i style="font-family: Verdana, sans-serif;">. Ovviamente mi sono innamorata abbestia della storia d'amore tra Alena e Dave. Ho notato che la scrittura era sempre focalizzata <b>sui gesti dei due protagonisti</b>, sul loro toccarsi, sui loro sguardi, sui loro movimenti più piccoli, in contrapposizione alle storie di questi due esseri umani. Si tratta di qualcosa che viene dalla mia testa oppure è un'effettiva ricerca in termini di stile e contenuto?</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>KERRY HUDSON:</b> [Ride] No... Non viene dalla tua mente!, anzi grazie per averlo notato. Nel mio primo libro ci sono situazioni che vengono direttamente dalla mia vita, per questo è stato più facile farlo venire fuori. In <i>Sete</i> ho dovuto fare molte più ricerche, e nella prima versione Alena andava subito a letto con Dave. La mia editor mi ha detto no no no, è davvero troppo presto! Quindi <b>ho fatto in modo di concentrarmi sui loro gesti durante il loro agognato avvicinamento</b>, e quando finalmente si baciano il lettore esulta con loro e tira un respiro di sollievo. Ho cercato di concentrarmi sui piccoli dettagli proprio <b>per far capire quanto si desiderassero e quanto allo stesso tempo fossero ancora lontani</b>, perciò ancora grazie per averlo notato... </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>B.:</b> <i>Sì, per me la parte in cui si conoscono piano piano è proprio molto romantica ma allo stesso tempo ansiosa, perché ti dà esattamente l'idea di due persone che vogliono prendersi cura l'una dell'altra ma davvero non sanno come fare [e immaginatevi lei che mi guarda con gli occhi dell'ammmòre mettendosi una mano sul petto e annuendo abbestia...].</i> <b>K.H.:</b> sì, sono così fragili... <b>B.:</b> <i>andiamo avanti che sennò mi metto a piangere [risate].</i> </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBQ9Ghiisypd3tSd535VPvdiXC2rkRZhMGfVxQ6skHCJeuQ118OcKiLMdRNtvOdzchpZVLJZmZ-P-urE_PPrxmkrksL0-t7DZUoigWF7z0Jcb3r9Mq7bSACRi-xTBWuKJmmPzLqI9C0eo/s1600/Star.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBQ9Ghiisypd3tSd535VPvdiXC2rkRZhMGfVxQ6skHCJeuQ118OcKiLMdRNtvOdzchpZVLJZmZ-P-urE_PPrxmkrksL0-t7DZUoigWF7z0Jcb3r9Mq7bSACRi-xTBWuKJmmPzLqI9C0eo/s640/Star.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto di Rossella Innocentini, che ha immortalato uno dei momenti in cui mi sono sentita più in imbarazzo nella mia vita dopo quella volta alle elementari che alla recita mi sono dimenticata la mia poesia e sono fuggita piangendo. </td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<i style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Prossima domanda</b>. La storia va avanti <b>molto lentamente</b>, a volte è quasi snervante. Ti vorresti mangiare le unghie e strappare le pellicine come fanno Alena e Dave; poi, nelle ultime cento pagine c'è una sorta di accelerazione, dal momento in cui Alena è costretta a tornare in Siberia (che poi è una delle mie parti preferite). Mi potresti dire qualcosa a proposito di <b>questo processo</b>, e perché no, del tuo <b>viaggio in Russia</b>?</i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>K.H.:</b> Sì, la ragione per cui ho fatto in modo che la prima parte procedesse così lentamente è stata proprio quella di <b>permettere ai due personaggi di conoscersi bene, e al lettore di conoscere i personaggi</b>, il tutto in maniera dannatamente lenta, le loro abitudini, il contesto da cui provengono, capire perché hanno bisogno l'uno dell'altra. Quando poi Alena deve tornare in Russia, Dave può così prendere una decisione molto coraggiosa, dal momento in cui si conoscono molto e bene e quindi ha senso affrontare un viaggio lunghissimo per tentare di riprendersela. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>B.</b> <i>[ogni tanto <b>mi vengono in mente cose</b> e non riesco a trattenermi dal dirgliele, ma ci metto otto anni perché non mi ero preparata!]: oggi è l'anniversario della morte di <b>William Faulkner</b>, il mio mito assoluto [così anche Kerry ora lo sa]; ho adorato <b>i cambi di punto di vista</b>, e il fatto che talvolta, soprattutto all'inizio, il lettore non si renda bene conto di chi sta parlando e di cosa, ci vuole qualche riga per ripigliarsi, e ho trovato questo espediente narrativo davvero efficace per rendere il disagio dei due protagonisti; inoltre è come se alla fine fossero un'unica entità che pensa e sente [Kerry in tutto questo mi guardava un po' stordita, lo sapevo che sarebbero arrivati questi momenti, poi l'ho abbozzata e siamo andate avanti...]</i> </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>Alena e Dave sono i personaggi principiali, ma anche <b>le loro madri</b> <b>sono molto importanti per la storia</b> e penso che tu le abbia rese in maniera superba. In tal proposito, ti dico che non ho letto </i>Tutti gli uomini di mia madre<i>, ma so che si tratta di un'altra storia d'amore, quella tra madre e figlia. Hai portato qualche tipo di ispirazione dal tuo primo romanzo nel ritrarre le bellissime e difficili relazioni tra i protagonisti e le rispettive madri? </i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>K.H.</b> Di solito <b>scrivo perché sono curiosa a proposito di qualcosa che mi riguarda</b>, per capire insomma qualcosa di me stessa. Quindi il primo libro sì, è più che altro una storia storia d'amore tra mamma e figlia, di come questa relazione sia complessa, di come una figlia debba rompere con il proprio genitore per diventare davvero se stessa. Ho voluto quindi esplorare di nuovo queste situazioni in <i>Sete</i>, dove sì, <b>le madri possono avere comportamenti discutibili</b>, specialmente nel caso della mamma di Dave, <b>ma alla fine emerge sempre un amore puro e incondizionato nonostante le imperfezioni</b>. E così ogni volta che invio un manoscritto alla mia agente, lei mi dice ok... per l'ennesima volta riguarda ancora le mamme [grasse grassissime risate]! <i>[E così io giustamente mi sono sentita di dirle che la mi' mamma mi aveva pregato di non perdere il segno di </i>Sete<i> quando glielo avrei fatto autografare... Kerry se la ride, io sto volando. Quindi la Russia.</i> Non so esattamente perché io abbia scelto <b>la Siberia</b>, a parte il fatto che ero interessata nel traffico del sesso, perché penso che sia una delle cose più orribili che possa capitare a un essere umano. Al tempo in cui ho scritto il libro una mappa indicava che la maggior parte delle ragazze che arrivavano a Londra proveniva dalla Siberia profonda. Quindi ho capito che se volevo parlare della Siberia, <b>ci sarei dovuta andare per davvero... B.:</b> <i>deh no ma infatti quando ho letta la pagina dei ringraziamenti ho detto ahhhhh ma allora ci è stata!</i> <b>K.H.:</b> ahahahha! Beh forse alcuni scrittori hanno una buonissima immaginazione e riescono a descrivere i luoghi pur non essendoci stati, ma non io, io ho bisogno dei piccoli dettagli... <b>B.:</b> ...di respirare lo spirito del posto... ma infatti bada, quando leggevo le parti su Londra, essendoci stata parecchie volte, era facile riconoscere i luoghi descritti, ma anche le parti sulla Russia mi hanno trasportata lì abbestia pur non avendola mai vista con i miei occhi. <i>Kerry dice ohhhhhhhhh e io vorrei proprio in una mossa da Kung Fu Panda stendere il suo fidanzato e portarmela via lontano. Invece continuo con l'intervista.</i> <b>Kerry Hudson è stata in Russia per un mese</b>, compiendo proprio lo stesso viaggio di Dave, in treno da Mosca alla Siberia andata e ritorno. E bimba, mi dice, guarda ho viaggiato tanto, ma questo è stato <b>uno dei viaggi più difficili che io abbia mai fatto</b>! Per questo sono riuscita a rendere Dave così terrorizzato, perché lo son stata anch'io! <i>[LOL]</i>. E anche per creare Alena dovevo vedere con i miei occhi da dove provenisse e perché avesse voluto andarsene. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>Pausa.</b> Perché ora io ho letto pure <b><i>Tutti gli uomini di mia madre </i>[minimum fax, 2016, traduzione di Federica Aceto]</b>, e visto che ne abbiamo parlato non posso, non posso esimermi dal dirvi perché deve essere una delle vostre letture dell'estate!!! </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyv21E1lF9emnY1eGTXbeX08MiqUvf53Ila-SSn6JHZm01Y_v-WS6x0tYbRN9TXDtKVYnillNaSWO0sUAZEQKnQRK1nsNgktN47BOUWekT1K59r_R4Nl4_esmOdAbPDM5WHgDvLDG2KSA/s1600/Kerry+Hudson+-+Tutti+gli+uomini+di+mia+madre.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyv21E1lF9emnY1eGTXbeX08MiqUvf53Ila-SSn6JHZm01Y_v-WS6x0tYbRN9TXDtKVYnillNaSWO0sUAZEQKnQRK1nsNgktN47BOUWekT1K59r_R4Nl4_esmOdAbPDM5WHgDvLDG2KSA/s640/Kerry+Hudson+-+Tutti+gli+uomini+di+mia+madre.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Intanto. Disagio. Ma proprio un sacco di disagio. <b>Però, disagio mischiato con ironia acuta e disarmante dolcezza</b>. Il titolo originale del primo romanzo di Kerry Hudson è (prendete fiato!) <i>Tony Hogan Bought Me an Ice-Cream Float Before He Stole My Ma</i>, e nonostante il <i>Guardian</i> ni abbia detto bimba ma ti sei fumata otto cannoni, <b>io lo trovo perfetto</b>. Anyway. La cosa veramente ganza di questo libro è il mix che si crea tra stile e storia. <b>Un ritmo pazzesco che segue le vicende di figlia e madre</b>, figlia che ci regala il suo punto di vista esattamente dal momento in cui viene messa al mondo. Un crescendo di <b>abissi e risalite, di case popolari, di sudicio, di cibi unti e appiccicosi</b>, di amore incondizionato e rabbioso, di inevitabili scontri con droghe alcol e sesso anche se tu lettore speravi di no, e invece sì, dannazione. Ma anche in questo romanzo, rimane latente la speranza, la purezza, e i sentimenti sono così veri e per niente posticci che a ogni riga ti rimangono sotto pelle e ti innescano pensieri e tuffi al cuore. Ecco. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>B.: </b><i>Bene, parlando dei tuoi viaggi, così passiamo a fare due chiacchiere su dite, ho letto che sei uno spirito vagabondo ed errante, un po' come lo sono io... Ma, <b>ti manca la Scozia</b>? Che rapporto hai con <b>le tue radici</b>? </i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>K.H.: </b>Beh ti devo rispondere di sì, altrimenti non venderei più un libro!!! ...Ho lasciato la Scozia quando avevo quindici anni, più o meno la stessa età che avevo quando ho iniziato a scrivere <i>Tutti gli uomini di mia madre</i>. Per un periodo ne sono stata completamente disconnessa, poi quando il mio primo romanzo è uscito ho iniziato a fare molte interviste, a partecipare alle fiere, e ho ricevuto <b>moltissimo supporto dai miei connazionali</b>. Quando ci tornai per la prima volta mi sono sentita un po' come Alena, poi ho ritrovato un equilibrio e adesso la metà del mio lavoro lo svolgo proprio in Scozia, perciò ecco, <b>mi sento molto scozzese, soprattutto in questo momento particolare</b>... <b>B.:</b> <i>sì sì, è la mia prossima domanda!</i> <b>K.H.:</b> ok allora mi fermo così me la puoi fare... [ormai io e Kerry best friends forever :D :D :D].</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>B.: </b><i>La mia migliore amica vive a Londra, dove insegna italiano, sono stata lì moltissime volte. In più ho studiato a Dublino, a Copenhagen, stringendo amicizia con gente tipo di tutta Europa [della serie i preamboli della Bea]. Insomma, faccio parte di quella che viene chiamata "generazione Erasmus", e sono nauseata dalla <b>Brexit</b>. Ti posso chiedere i tuoi sentimenti a proposito di questo periodo storico, specialmente dopo la grande serata del Premio Strega Europeo a Roma?</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>K.H.: </b>Sì... sì è tipo una delle cose peggiori che abbia visto nella mia vita, ed <b>è spaventoso</b>. Allo stesso tempo pensavo che non potesse mai succedere, in Inghilterra sono usciti dei miei articoli a questo proposito, scrivevo che sarebbe stato terribile, in realtà ero convinta che davvero non sarebbe accaduto. Forse perché ho vissuto in una sorta di bolla, in cui io e le persone che frequento ritenevamo la Brexit qualcosa di surreale, e ora è un disastro. Io poi di mio sono una che auspica l'apertura dei confini, la condivisione delle culture... quindi sì [<i>insomma, disagio a fiumi</i>]. <b>B.: </b>..<i>.eh, poi è un periodo in cui viviamo una frattura netta tra i veci e gggiovani, quindi è così difficile dire cosa potrà succedere, le mie amiche stanno a Londra, mi sentirò una extra-comunitaria quando andrò, nonostante frequenti l'Inghilterra da quando avevo undici anni... Poi mi sento anche di dirle che sono molto amareggiata dal momento in cui avevo puntato tutto sull'Inghilterra per i fanta-Europei con il mio ragazzo, e invece nulla, anche a 'sto giro ho perso miseramente. Vabbè. Sempre professionale, Bea. Ma non mi basta e le dico pure che per penitenza dovrò passare una settimana da vegana, e lei dice oioi, ma bada che disastro! [la settimana vegan è andata bene bimbi, sono viva e lotto insieme a voi].</i> </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>B.:</b> <i>Ho notato che sei <b>molto social</b> [leggi, <b>ti ho impietosamente stalkerata su Facebook, Twitter e Instagram</b>], che posizione hai rispetto a questo "periodo della condivisione abbestia"? Insomma, nel Novecento gli intellettuali se ne stavano al Café a viversela abbestia, ora se la vivono su Facebook e Twitter... te cosa ne pensi?</i> </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>K.H.:</b> Penso che sia <b>un modo per tenersi in contatto</b>. Durante gli ultimi anni ho fatto cose che mai, mai avrei immaginato di fare, come andare in Asia per esempio, e come tengo nota dei miei viaggi su quaderni, così condivido il mio percorso sui <i>social media</i> per tenere aggiornate le persone lontane. Allo stesso tempo però sto molto attenta a ciò che condivido, i ricordi vanno bene ma determinate cose vanno tenute private. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>B.:</b> <i>Benissimo, ultima domanda, così poi ti lascio riposare prima della presentazione... una facile facile: <b>qual è la cosa più bella nell'essere una scrittrice</b>?</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>K.H.</b> Awwwwwww, ohhhhhhhh...! Così tante cose! Adoro il fatto che ci siano <b>persone che si immergano in ciò che scrivo</b>, anche se fosse solo una persona, è per me una gioia indescrivibile, sapere che ho creato una connessione attraverso qualcosa di personale con loro... <i><b>that's amazing</b></i>! Davvero, è la cosa migliore che ci possa essere, pensare che persone di altri Paesi leggano di ciò che ho scritto su Hackney... è meraviglioso. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggU6wBfNUiixsb4eVkyE8Di9UxoO8FYnKYMRmhn4TaQ1VYi-H971KF_xDVjKaMvFURl9Q_zJOrC4PIxCaEslfZjx1wWYTkXQZDCjjEYrescgWdgCC2_AVyxRQB42IOvBj9mq9H-a2TYCQ/s1600/Metafoto.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggU6wBfNUiixsb4eVkyE8Di9UxoO8FYnKYMRmhn4TaQ1VYi-H971KF_xDVjKaMvFURl9Q_zJOrC4PIxCaEslfZjx1wWYTkXQZDCjjEYrescgWdgCC2_AVyxRQB42IOvBj9mq9H-a2TYCQ/s320/Metafoto.jpg" width="320" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiI1FnAbkqMckC-OC-P1zhG7XCWBKIbs696LG5myGVw85r4krWrI6TlkO2oXgEjpHWAM4Lu1PLcu5-qKHRO1CBs1tLF_Tp7nBc84wjiB1Oht12fhgIHLhym-0JG-iWMHOLYS6R9dROjuQw/s1600/IG.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiI1FnAbkqMckC-OC-P1zhG7XCWBKIbs696LG5myGVw85r4krWrI6TlkO2oXgEjpHWAM4Lu1PLcu5-qKHRO1CBs1tLF_Tp7nBc84wjiB1Oht12fhgIHLhym-0JG-iWMHOLYS6R9dROjuQw/s320/IG.jpg" width="180" /></a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ecco. Kerry Hudson mi dice che è stata una bellissima intervista e mi ringrazia per le domande... io le dico cioè ma tu scherzi davvero, sono io che <b>sono in brodo di giuggiole</b> e spero di non averti annoiata, con tutte le interviste che hai fatto in questi giorni! La risposta è <b>un grande abbraccio sudato</b>, le dediche a entrambi i libri (deh bimbi già che c'ero!) e la sua proposta di farci <b>una fotina da mettere su Instagram</b>, prontamente scattata dal suo fidanzato mentre Rossella faceva meta-foto. La presentazione nell'<b>incantato giardino di <i>Nina</i></b> è stata deliziosa, <b>Andrea Geloni</b> si merita un'ovazione anche a distanza di giorni perché è stato un padrone di casa, libraio, traduttore e intervistatore straordinario! </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Non mi resta che consigliarvi di <b>comprare i due romanzi di Kerry sul sito</b> <a href="http://goodbook.it/"><b>goodbook.it</b></a>, voi li ordinate e li andate a ritirare alla vostra libreria di fiducia, così potete anche fare du' chiacchiere bullandovi dei vostri nuovi libri, che male non è :D! </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ringrazio ovviamente minimum fax per questa incredibile occasione, e in particolare Rossella che spacca i culi abbestia, le mie amiche blogger <a href="http://www.lenuvoledinchiostro.it/" target="_blank">Francesca</a> e <a href="http://nonriescoasaziarmidilibri.blogspot.it/2016/07/la-liberta-la-puoi-sempre-conquistare.html" target="_blank">Diana</a> con cui ho condiviso la <b>Hudson mania</b>, Caterina per il supporto fisico emotivo e redazionale, il mio nuovo cappello e Madre.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">A presto!</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">B. </span></div>
The Buzzing Pagehttp://www.blogger.com/profile/13372650519098742709noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7838687202546742354.post-13519134693470673952016-06-20T00:22:00.001+02:002016-06-20T00:22:40.677+02:00Prossima fermata, la Kamčatka - Pt. 1<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il mio piano per questa<b> ennesima piovosa domenica</b> era di <u>fermarmi</u>, e stilare una pianificazione totale e strutturata delle mmmmillemila cose da fare. Ieri, <b>sabato 18 giugno</b>, è stata una giornata importante, per The Buzzing Page. E allora ho deciso che sarebbe stata uno <b>spartiacque</b>, e prima di mettermi a riorganizzare tutto ho pensato che forse avevo bisogno di fare anche un po' <b>il punto di quello che è successo</b> dal 15 gennaio, quando il blog è resuscitato <i>Lazzaro Style</i>, al 18 giugno, quando ho presentato Alessandro Raveggi a Pisa e ho fatto live social come se non ci fosse stato un domani a Pistoia </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">per un progetto coordinato da Diana D'Ambrosio</span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">. Nel mezzo. Faccio una lista. E dico OMMIODDIO. Poi, come sempre, <b>mi ricordo di avere un blog</b>, e dico ma sì, condividiamo con i miei poveri lettori T U T T O ma proprio T U T T O! Tanto io lo so: è buttando giù le cose che riesco a rifletterci su, a dispiegarle e bloccarle dentro di me. Questa volta ce n'è proprio tanto ma tanto bisogno, visto che ne ho fatte tipo duecento milioni e vedendo tutto l'elenco mi chiedo anche come diamine ci sia riuscita. <b>La risposta è in fondo al post</b>, come al solito potete anche non leggere e guardare solo le foto e scrollare fino in fondo, io vi voglio bene uguale eh!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Gennaio</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhixvP16xyZXQAvo2ijizNUy4piZqn5ROyFzgKv3l2GQz3CPHxhucmH9MgfRz4zWS7iclRDU3mhlPG9eKUp1oHc5gl_Hp0PB5UuHV80kcTL0TeTnvObzO2n9TurloFp8QjndRyFRwSjnJ4/s1600/Gennaio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhixvP16xyZXQAvo2ijizNUy4piZqn5ROyFzgKv3l2GQz3CPHxhucmH9MgfRz4zWS7iclRDU3mhlPG9eKUp1oHc5gl_Hp0PB5UuHV80kcTL0TeTnvObzO2n9TurloFp8QjndRyFRwSjnJ4/s640/Gennaio.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<a name='more'></a><br />
<ul>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>15/01</b>: racconto dei <a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/2016/01/di-ritorni-e-di-quattro-libri-belli.html" target="_blank">libri</a> che mi hanno fatta tornare a non avere paura di leggere. Ho festeggiato il ritorno di The Buzzing Page con un cappotto arancione e un té con la Silvia. In questi mesi, poi, ho potuto dire personalmente <i>grazie</i> a Marco Peano e Niccolò Ammaniti, ed è stata una gioia indescrivibile. La Maggica ha letto Jumpa Lahiri e c'è stato un momento epifanico con i suoi studenti londinesi. Books power forever. </span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>20/01</b>: esce la mia recensione di <a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/2016/01/jennifer-egan-la-fortezza.html" target="_blank"><i>La fortezza</i> di Jennifer Egan</a>, con cui ho inaugurato le letture del 2016. Riscopro la bellezza di condividere i libri belli. </span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>21-22/01</b>: sono stata a Roma per il convegno della Compagnia di Assicurazione Crediti per cui lavoro, mi sono divertita un sacco, ho conosciuto e rivisto persone in gamba con cui parlare di ciò che mi occupo in orario di ufficio dal lunedì al venerdì (e vi giuro non è una cosa da sottovalutare) e ho cenato con i piatti dello chef Alessandro Borghese, awwwww! Ma soprattutto ho colto l'occasione per tornare in via della Polveriera. Ho riabbracciato la mia famiglia Sur, parlato all'infinito con Francesca, portato i biscotti della Simona, e ho chiuso il mio cerchio di disagio dell'anno passato. "Everything in its right place". </span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>22/01</b>: su gentilissima richiesta di Gino Iacobelli, una mia foto di Book Pride 2015 diventa l'immagine ufficiale social dell'edizione del 2016. Piccole, ma enormi soddisfazioni.</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>22/01</b>: inizia la mia collaborazione con Elisabetta Bianchi per </span><a href="https://www.facebook.com/cortecciainfo/?fref=ts" style="font-family: Verdana, sans-serif;" target="_blank">CORTECCIA</a><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">. Nove post per ciascuna traccia del disco, con mio testo ispirato alle parole delle canzoni e sue immagini ispirate alle mie parole.</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>24/01</b>: regalo un libro alla Illy, ma lei ce lo ha già! Bene bene e male male :). </span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>25/01</b>: festeggio </span><a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/2016/01/buon-compleanno-virginia.html" style="font-family: Verdana, sans-serif;" target="_blank">il compleanno di Virginia Woolf</a><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> e festeggio l'epic win di Pistoia, che nel 2017 sarà <a href="http://firenze.repubblica.it/cronaca/2016/01/27/news/pistoia_la_quieta_dolcezza_quasi_sconosciuta_di_una_citta_tra_le_piu_belle-132139518/" target="_blank">capitale italiana della cultura</a>.</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>26/01</b>: piango <a href="http://www.panorama.it/cultura/libri/e-morto-michel-tournier-grande-scrittore-francese/" target="_blank">la morte (avvenuta il 19 gennaio) di Michel Tournier</a>, autore del meraviglioso <i>Venerdì o i limbi del pacifico. </i>Ripenso a quanto ho gioito quando trovai nella mia libreria del cuore in montagna una vecchia edizione Einaudi del romanzo, introvabile quando mi serviva per il corso di Teoria della Letteratura, per poi scoprire pochi giorni dopo che Einaudi lo aveva appena ripubblicato nella collana Letture. Lol. </span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>26/01</b>: creo una sezione del blog tutta dedicata agli eventi letterari, <a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/p/the-buzzing-fair.html" target="_blank">The Buzzing Fair</a>. </span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>27/01</b>: dico finalmente, grazie a </span><i style="font-family: Verdana, sans-serif;">Un ebreo come esempio</i><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> di Jaques Chessex, </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">come la penso sulla </span><a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/2016/01/il-giorno-della-memoria-e-un-libro-da.html" style="font-family: Verdana, sans-serif;" target="_blank">Giornata della Memoria</a><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">. </span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>28/01</b>: faccio il mio primo dondolantissimo <a href="https://www.facebook.com/thebuzzingpage/videos" target="_blank">video</a> in cui parlo dei libri che ho comprato :). Mi ero divertita, ne dovrei fare ancora! (Sì? No? Non risponde/non sa? Ditemelo!). </span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>[28/01</b>: io e Luke firmiamo il contratto per la nostra casina pistoiese. Il cuore mi scoppia e il cervello non ce credeeeeeee!<b>]</b></span></li>
</ul>
<br />
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Febbraio</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjOPu3dxN698f7lXVqQI1deKk6LZtNPKuLMxYXxjkdNgmGkwSYOlBXyUO010ONHtCNEsIPCKOMELGagu3yFMARHLnX0RA6Hpilz2hwPoblfl7PmH7iz-lTfjncIMy1CyER8LMAUfkgdsA/s1600/Febbraio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjOPu3dxN698f7lXVqQI1deKk6LZtNPKuLMxYXxjkdNgmGkwSYOlBXyUO010ONHtCNEsIPCKOMELGagu3yFMARHLnX0RA6Hpilz2hwPoblfl7PmH7iz-lTfjncIMy1CyER8LMAUfkgdsA/s640/Febbraio.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<ul>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>06/02</b>: dichiaro al mondo che grazie a mia zia Paola ho fatto pace con la scrittura di Michela Murgia, perché ho adorato tantissimo il suo <i><a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/2016/02/michela-murgia-chiru.html" target="_blank">Chirù</a> </i>(cosa che ho avuto modo di dire a Michela stessa, e lei mi ha detto che aveva letto la mia recensione ed era stata contentissima e io ho tipo pianto tantissimo). Francesca torna a volermi davvero bene, dopo che la nostra amicizia era stata compromessa a causa di <i>Accabbadora</i>!</span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>07/02</b>: io e Luke andiamo a Pisa per la tradizionale Mostra a Palazzo Blu: quest'anno, il genio di Toulouse-Lautrec! "Siamo brutti, ma la vita è bella"</span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>09/02</b>: Padre mi manda al primo appuntamento di lavoro da sola, a Genova. Esco dall'azienda e mi sento come dopo aver dato il primo esame all'Università, quella sbornia che ti fa sorridere e sentire dannatamente fiera di te stessa, che diamine! Così mi premio con una manicure e con la mostra "Dagli Impressionisti a Picasso" al Palazzo Ducale, e respiro la bellezza dei miei artisti del cuore. </span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>11/02</b>: torno al Borgo con una sensazione di raro benessere e il sorriso che non va via e gli occhi a cuore grazie a Sara e Lucia, le proprietarie della mia casina. Le persone meravigliose, la sensazione che facessero già parte della tua vita. </span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>19/02</b>: ci lascia Harper Lee. <a href="http://www.internazionale.it/opinione/goffredo-fofi/2015/12/12/va-metti-una-sentinella-recensione" target="_blank">Qui</a> la recensione dell'Immenso Goffredo di <i>Va', metti una sentinella</i>). </span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>20/02</b>: il mondo perde un monumento del sapere, della libertà, della Cultura: il nostro Umberto Eco. E io perdo un nonno acquisito che mi ha accompagnato nella mia formazione, con la consapevolezza che da lui, certezza inconfutabile, non si smetterà mai di imparare.</span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>21/02</b>: la mimosa è al suo massimo di fioritura. </span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>24/02</b>: Luke per festeggiare il nostro compleanno mi porta a sorpresa a vedere, a Firenze, lo spettacolo <a href="http://www.teatroverdionline.it/cartellone/altro/651-magic_shadows_il_24_02_16.html" target="_blank">Magic Shadows</a>, dove io sarei voluta tanto andare. Solo cuori punto.</span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>26/02</b>: esce la mia recensione di <a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/2016/02/kent-haruf-benedizione.html" target="_blank"><i>Benedizione </i>di Kent Haruf</a>, che continua a essere autore dell'anno. NN editore, grazie abbestia.</span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>26/02</b>: essendo io fondamentalmente matta, combino l'ennesima "beata": dopo il lavoro prendo la BuzzingMobile e sfreccio a Genova per assistere alla presentazione di <i>New York Stories</i> organizzata dall'ineguagliabile et adorabile Francesca di Nuvole d'Inchiostro. Oh, c'erano Cognetti, Peano e Capello tutti insieme appassionatamente, come potevo mancare!? Avventura spettacolare che ho raccontato <a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/2016/03/paolo-cognetti-new-york-stories.html" target="_blank">qui</a>. </span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>27/02</b>: dopo week end e week days di devastante trasloco al terzo piano senza scale, avviene il trasferimento ufficiale nella casina di Pistoia. Festeggiamo la nuova avventura e il compleanno con Carli, Ste, Illy e David con la prima cena pistoiese cucinata dalla sottoscritta. Pollo al Curry come se non ci fosse stato un domani, tanto tantissimo ammòre.</span></li>
</ul>
<b style="font-family: Verdana, sans-serif; text-align: left;"><div style="text-align: center;">
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b>Marzo</b></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjE1zdh27hOl3RqFzjQa3EW1uvIjX9YaxSSj93u1IQVfvvkSjWZRhF0xzGC5U81VjuQf6rGgfeb8UP8urure5bX2wiQbeApQTGg-yVtOY1LFO_a7l9m4ljy8YbXItKcSgg1u8Z1z4jYImw/s1600/Marzo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="512" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjE1zdh27hOl3RqFzjQa3EW1uvIjX9YaxSSj93u1IQVfvvkSjWZRhF0xzGC5U81VjuQf6rGgfeb8UP8urure5bX2wiQbeApQTGg-yVtOY1LFO_a7l9m4ljy8YbXItKcSgg1u8Z1z4jYImw/s640/Marzo.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
</div>
</b></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>01/03</b>: ho inaugurato il nuovo mese addormentandomi sul lettino del dentista mentre mi facevano un'otturazione. Grazie, Bea. Andiamo avanti. </span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>06/03</b>: la mia Barbara viene a trovarmi a Pistoia, e andiamo a vedere <i>Casa di bambola </i>al Teatro Manzoni. Una meraviglia che ho raccontato <a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/2016/03/henrik-ibsen-casa-di-bambola-8marzo.html" target="_blank">qui</a> in occasione della Festa della Donna.</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>08/03</b>: il mondo dei lettori forti è a lutto a causa della scomparsa di Gillis Lundgren, papà della libreria Billy. </span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>11/03</b>: dopo una giornata di feroce mal di testa, la Sarina me la svolta ospitandomi alla serata Master Food Pistoia sulla Sala: ceno con i finalisti di Masterchef e la foodblogger <a href="http://www.acquaefarina-sississima.com/2016/03/pistoia.html" target="_blank">Silvia de Leonardis</a>, e il mio io più nascosto (ma in realtà anche no) è in brodo di giuggiole (e tipo faccio amicizia abbestia con tutti e sono troppo simpatici e ommioddio!). Conosco Armando Alibrandi (purtroppo il giorno dopo scopro che la mia BuzzingMobile è stata rimossa. Prendo la cosa in maniera mooolto zen). </span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>16/03</b>: recensisco uno dei libri più belli di questo 2016, <a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/2016/03/miguel-bonnefoy-il-meraviglioso-viaggio.html" target="_blank"><i>Il meraviglioso viaggio di Octavio </i>di Miguel Bonnefoy</a>. </span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>18/03</b>: <a href="https://www.facebook.com/giorgia.antonelli.5/posts/10153951829609286" target="_blank">cose brutte</a> nel mondo dell'editoria. Forza LiberAria!</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>18-21/03</b>: mollo tutto e vado a Londra a trascorrere un we lungo dalla mia Maggica. "Days of colours": tour per bambini su Roald Dahl alla Royal Festival Hall, Brixton, chiacchiere a fiumi, cibo, shopping, parrucchieri fighi, Daunt Books e un sacco di libri, la Lisetta e la sua Bellezza e il suo gelato, persone nuove, e soprattutto Lei tutta per me, Lei che è la mia metà perfetta e che mi manca ogni secondo.</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>25/03</b>: vado dal fisioterapista per il mio massaggio-che-mi-rimette-al-mondo bisettimanale, e a questo giro c'è Denni: da questo giorno in poi, insieme alla rigenerazione della mia schiena ci sono anche tante chiacchiere sui libri che leggiamo. La perfezione, cioè!</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>26/03</b>: la Claudia B., in visita da Milano, viene a trovarmi a Pistoia, e facciamo uno scambio culturale a tema aperitivo :D. </span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>28/03</b>: prima dell'indoor pic-nic di Pasquetta chez Carli&Ste e della visione del fenomenale <i>Lo chiamavano Jeeg-Robot</i>, recensisco il delicatissimo <a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/2016/03/jean-dominique-bauby-lo-scafandro-e-la.html" target="_blank"><i>Lo scafandro e la farfalla</i> di Jean-Dominique Bauby</a>.</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>31/03</b>: inizia la trasferta milanese per il Book Pride con la presentazione di <i>L'inseguitore</i> di Cort<span class="_58cm">á</span>zar illustrato da Mu</span><span class="_58cm"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">ñoz per edizioni Sur alla Galleria Nuages, e un sushi giustissimo insieme alla mia Eli. </span></span></li>
</ul>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Bene. <b>La domenica è finita</b>, io ho praticamente lavorato all day long a questo post (senza pianificare una mazza, dannazione) e sono a metà. L O L. Però intanto lo spezzo, lo pubblico, e il resto prossimamente! A presto cari :). </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">B. </span></div>
The Buzzing Pagehttp://www.blogger.com/profile/13372650519098742709noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7838687202546742354.post-52024134955173627232016-06-14T17:34:00.000+02:002016-06-14T17:40:11.946+02:00Alessandro Raveggi, Il grande regno dell'emergenza<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">* Preambolo bello ma inutile che potete agilmente saltare per andare diretti alla recensione *</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Allora. In pratica è andata così: a Torino, al Salone*, sono ovviamente passata allo stand di <a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/2016/05/giorgia-antonelli-racconta-la-sua.html" target="_blank"><b>LiberAria</b></a>. Giorgia Antonelli già se ne era partita per assolvere ai suoi doveri da insegnante, e così mi sono intrattenuta allegramente con Federica Altero e Claudio Cisternino. Federica era stata incaricata da Giorgia di lasciarmi in omaggio due loro nuove uscite, che io ho accettato con gli occhi che brillavano e già che c'ero mi sono comprata pure un altro loro libro, perché non c'è due senza tre (e scusate ma mi unisco al coro del "non ci sono più le mezze stagioni": insomma, va bene tutto, ma io vorrei mettermi le mie bellissime scarpe nuove aperte e ancora non ho avuto modo visto che diluvia e diluvia e diluvia e allora mi viene da fare l'albero e come si possono vedere gli Europei ai tavolini fuori del pubbino se continua a piovere?!? Ok basta). Dicevo: uno di questi libri era <i><b>Il grande regno dell'emergenza</b> </i><b>di Alessandro Raveggi</b>, Federica mi dice che ne sono entusiasti, benissimo, lo metto tra quelli da leggere <i>as soon as is possible</i>.<i> </i>Poi. Mentre ero a Ivrea, alla Grande Invasione**, mi arriva mentre correvo da un evento all'altro un messaggio della mia amica <b>Francesca</b>, di cui leggo solo proposta indecente, poeta fiorentino, Vanni Santoni, letteratura sudamericana, cosa insieme, Mondiali Rebeldi, The Buzzing Page. Chiaramente non ci capisco una beata minchia, ma rispondo di sì così, sulla fiducia. Ebbene, il tutto si amalgama insieme in un super evento che si terrà <b>sabato 18 giugno</b> (vicinissimo) <b>a Pisa</b>, e insomma io, proprio io, presenterò il caro Raveggi (che ho pure conosciuto al Festival degli Scrittori a Firenze) in una magica combo libresca, sia col suo LiberAria che con <i><a href="http://www.lanuovafrontiera.it/catalogo/liberamente/item/471-panamericana" target="_blank">Panamericana. Scrittori italiani raccontano scrittori sudamericani</a></i> [<i>la</i>Nuova<i>frontiera</i>, 2016], che era stato presentato al Festival della Letteratura Sociale, sempre a Firenze. Ecco. <b>Tutto torna</b>. Tutto segue un filo e io mi ci aggroviglio un po' perché non sono buona manco a legarmi le scarpe, poi però è tutto talmente ganzo che ci sto di lusso anche un pochino annodata. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">* Fine dell'inutile ma bel preambolo * </span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgP2K8GrtSyHZTzmV3cVcpYZzS7OrYFhxB8MnVt78pcOdwLmKe1MbRE4CSiGQLXHkb4I9RQ0MZyKbUzFe5XfxcrJpe-uIxZ1sxlLO15wtW-FU5l8SlwwRoMkZ5f-kDB4ABqgvZbK3vbKpk/s1600/Raveggi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgP2K8GrtSyHZTzmV3cVcpYZzS7OrYFhxB8MnVt78pcOdwLmKe1MbRE4CSiGQLXHkb4I9RQ0MZyKbUzFe5XfxcrJpe-uIxZ1sxlLO15wtW-FU5l8SlwwRoMkZ5f-kDB4ABqgvZbK3vbKpk/s640/Raveggi.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Come ho avuto modo di dire a un numero già rilevante di persone, a mio avviso nei baretti, al supermercato, durante le pause caffè, sulle spallette dell'Arno e insomma in ogni occasione conviviale non si dovrebbe far altro che parlare della raccolta di racconti <i>Il regno della grande emergenza</i>. Potrei anche finirla così e dirvi semplicemente di andare a comprare e leggere il libro del Raveggi, ma no, sono buona e magnanima e quindi <b>vi spiego anche perché</b>. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Diciamo che, se alla <b>mirabolante introduzione di Luca Ricci</b> dal titolo <i>I tennisti che non hanno paura </i>fossero seguiti racconti normali o mediocri, potevano tutti chiudere baracca e burattini, perché tu lettore che leggi le introduzioni vieni caricato proprio a molla, sfogli le pagine che ti separano dal primo racconto proprio con una smania che non vi dico, e mentalmente inizi a ripeterti tipregofachemigarbinononvoglioesseredeluso!!! Con la tensione alle stelle, mi immergo quindi in <i>I nostri oggetti paterni</i>, e sbam! Bomba. <b>Il tuo cervello indossa immediatamente un gonnellino di paglia e inizia a ballare Waka-Waka dalla felicità</b>. Quando concludi il primo racconto, con i criceti nel cervello che intanto applaudono e lanciano coriandoli, mettere giù il libro è ormai impossibile. Io ci ho passato insieme un'intera domenica di pioggia, e ho goduto tanto, <b>ma proprio tanto</b>. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Non solo perché ti passano davanti <b>situazioni così reali da sembrare paradossali e così surreali dall'apparire addirittura banali</b>, non solo perché certe frasi ti arrivano come un pugno nel costato, non solo perché c'è dell'ironia pungente ma anche dolcissima, ma anche perché la lingua è utilizzata in maniera studiata e sapiente, si vede insomma che Alessandro Raveggi sa scrivere, ed è uno scrittore che proprio ti carica, che <b>ti galvanizza anche se</b> ti sta raccontando di un uomo che ha una relazione con una dodicenne, di studenti ammazzati, di padri orribili, di vite spezzate a caso. Sentite per esempio come inizia <b>il racconto che dà il titolo all'intera raccolta</b>: </span></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Betta per fortuna non la scovava, non doveva salvarla. I bambini erano troppi e incoerenti, non potevi salvarli. Scontrosi come atomi bombardati da quella pletora di stanze piegate, e il mondo attorno che s'incaparbiva, chiudeva il conto con una linea netta, desolata, in fondo al dare e avere: il terremoto, eccolo, che ritornava.</span></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Sbada-boom proprio! Il mio racconto preferito in assoluto è <i><b>Essi scrivono</b></i>, forse perché mi ha fatto un sacco ridere e pensare in riferimento all'editoria e agli scriventi vs scrittori (e io che sto seguendo il corso del buon Santoni, cosa sarò? Tantantan). E poi ho goduto perché ho ritrovato <b><i>Mentre morivo </i>di Faulkner, e <i>Il treno ha fischiato </i>di Pirandello</b><i> </i>(se ho svarionato glielo potrò chiedere direttamente all'autore, ma che bellezza!), poi c'è Pacheco, e ci sono Firenze e dintorni, e casi umani, e cose che non si capiscono, o che non si vogliono capire. Quindi. Voi prendete questo librino (magari potete ordinarlo su <a href="http://goodbook.it/">GoodBook.it</a>, e poi andare a ritirarlo dai vostri librai del cuore!) e immergetevi nel disagio di Raveggi, poi se volete pure sentire come questi racconti si collegano a <i>Panamericana</i> e tante altre amenità, <b>venite abbestia a Pisa</b>, noi vi s'aspetta lì (con i birrini). </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">A presto!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">B. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">* I post sul Salone al più presto. Giuro.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">** Il post su Ivrea anche di più.</span></div>
The Buzzing Pagehttp://www.blogger.com/profile/13372650519098742709noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7838687202546742354.post-91036167827010653222016-06-11T17:14:00.000+02:002016-06-11T17:14:19.156+02:00I Boreali - Milano, 20 aprile 2016: Paolo Nori e Fredrik Sjöberg<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Al Book Pride, come sapete, ho tergiversato a lungo davanti agli stand di molti editori amici. Tra questi, <b>Iperborea</b> ha un posto speciale <i>into my heart</i>, vista la mia antica velleità di imparare il danese e di vivere a CPH. Vabbè. Il Grande Nord mi affascina da anni e anni, e i loro libri mi ci portano, e io allora sono contenta. La cara Anna Oppes, esperta commerciale e spavalda organizzatrice di corsi ed eventi in casa Iperborea, si è lasciata sfuggire un candido <b>"ma tu ci vieni ai Boreali, vero?"</b> ... ...I Boreali. Il Festival di Iperborea. Il Festival nordico abbestia di Iperborea. Sponsorizzato da Ikea a Tiger perché loro hanno capito tutto dalla vita. Non ci sono mai stata. Verrò uccisa dal mio portafoglio, dal mio fisico bistrattato, dal mio ragazzo e pure dal genitore uomo, ma insomma. Almeno un giorno <b>ci devo andare!</b> E così, di ritorno da Milano, mi è sembrato giusto prenotare un altro biglietto per Milano. Non prima di aver chiesto consiglio ad Anna Basile, la web manager boreale, sull'<b>evento che proprio non potevo perdermi assolutamente per nulla al mondo</b>. La sua risposta è stata, giustamente, vieni all'inaugurazione, che c'è <b>Sjöberg!</b> Sjöberg. Ma certo, quello che ha scritto <b><i>L'arte di collezionare mosche</i>!</b> Quel libro tutto strapazzato che aveva Christian Raimo quando venne a fare lezione alla Scuola del Libro, e di cui ci lesse un brano, così, per farci capire di cosa parliamo quando parliamo di scrittori ammodo. Ok, ce l'ho, l'ho preso al Book Pride, bomba, aspettatemi che arrivo bimbi!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Mercoledì 20 aprile ho così di nuovo fatto la valigia, direzione la mia prediletta Milano. C'è un sole pazzesco, ho prenotato un appartamentino sui Navigli, sono raggiante, e me la vivo abbestia con il grido di <b>"life is now"</b>. Megan Gale docet. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlBzz0HLHU5FyZBGhmHN-S4FcOi85y4QpH6kzaYQxZ4xIkbNMh-EBW7gLRdv-pQ-sSGBgAx5yZFdliytYRreSuhsrBLt7fDq3UiWal6IppaXgLt3BowtTIyxyc5ijLeP1MhBZsEy4nYkk/s1600/1.+Off+to+Milano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlBzz0HLHU5FyZBGhmHN-S4FcOi85y4QpH6kzaYQxZ4xIkbNMh-EBW7gLRdv-pQ-sSGBgAx5yZFdliytYRreSuhsrBLt7fDq3UiWal6IppaXgLt3BowtTIyxyc5ijLeP1MhBZsEy4nYkk/s640/1.+Off+to+Milano.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">A casina (no, non mi affeziono subito ai posti, no no) mi raggiunge subito la Fede, ci godiamo il solicino e il glicine, mi intopo per Sj</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">öberg e <b>per la Scandinavia in generale</b> e via che andiamo a piedi (un'idea brillante, davvero) verso il <a href="http://www.teatrofrancoparenti.it/" target="_blank">Teatro Franco Parenti</a>. Nota a margine, questo luogo è strabiliante, la gente è super bella, ed è subito Nord come se non ci fosse un domani. Prendiamo posto per l'inaugurazione, dunque!</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> </span><span style="font-family: verdana, sans-serif; text-align: start;">Chiaramente prima i saluti istituzionali, molti agili e sentiti, da parte di qualcuno che non mi ricordo (la professionalità sempre prima di tutto) e di Pietro Biancardi. </span><span style="font-family: verdana, sans-serif; text-align: start;">Adesso, visto che: </span><br />
<br />
<ul>
<li><span style="font-family: verdana, sans-serif; text-align: start;">sono passati quasi due mesi da quel meraviglioso momento </span></li>
<li><span style="font-family: verdana, sans-serif; text-align: start;">nel frattempo <b>Fulvio Ferrari</b> ha vinto il premio <a href="http://www.premiovonrezzori.org/it/premio/" target="_blank">Gregor Von Rezzori</a> per la miglior traduzione di un'opera narrativa straniera proprio con <i>L'arte di collezionare mosche</i></span></li>
<li style="text-align: start;"><span style="font-family: verdana, sans-serif;">Si è appena conclusa l'edizione veneziana dei Boreali,</span></li>
</ul>
<span style="font-family: verdana, sans-serif;">Voi giustamente vi puppate tutta la conversazione tra il mitico Nori e lo splendido Sjöberg. Oh!</span><span style="font-family: verdana, sans-serif;"> </span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>Nessun uomo è un'isola. Dell'arte di vivere lenti e felici e di collezionare mosche. </i></span><b>Fredrik Sjöberg</b> dialoga con <b>Paolo Nori</b>.<br />A seguire: Cocktail svedese / A cura di <b>Björk Swedish Brasserie</b>. </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Dj set nordico / A cura di </span><b style="font-family: Verdana, sans-serif;">Maurizio Principato</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">.</span></blockquote>
</blockquote>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvl0rT8WrQvJme5KK3nUZUFTbaUpmLbRoImWhwFizCC5T9uTY9wRF3H7vMhuYiYdawWfaAUQlzjvF836rYIo-GTkr6akOZvfcaLaEcaiW04sMRq5OfbpraRbO0fBkCN22-bNXFo145iS8/s1600/2.+Presentazione.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvl0rT8WrQvJme5KK3nUZUFTbaUpmLbRoImWhwFizCC5T9uTY9wRF3H7vMhuYiYdawWfaAUQlzjvF836rYIo-GTkr6akOZvfcaLaEcaiW04sMRq5OfbpraRbO0fBkCN22-bNXFo145iS8/s640/2.+Presentazione.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: verdana, sans-serif;"><b>Nori</b>: Partiamo dal concetto di isola, di una limitazione che ha a che fare con le cose. Ad esempio, dici, quando ci presentiamo invece di "piacere" bisognerebbe dire "quando vai via?"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>Sjöberg</b>: Sì, sono ossessionato dalle isole, ho bisogno di quei limiti che vengono offerti naturalmente vivendo su un'isola. Tante altre persone invece le detestano, le vedono come prigioni; a me piace l'<b>opposizione isola/tempo</b>. La frase che hai citato sarebbe un ottimo modo per stabilire relazione più intensa con le altre persone. Così come conoscere limite della vita sarebbe simpatico. Collezionare qualcosa significa stare <b>entro certi limiti</b>, altrimenti si finisce in una casa di matti, cosa che tra l'altro potrebbe succedere veramente! [Io dopo questo primo scambio di battute sono già innamorata persa del buon Fredrik, cosa evidente anche dai cuori che ho sparso tra le pagine del suo libro. Ok, andiamo avanti]. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>N.</b>: Dovete sapere che lui colleziona mosche solo su quest'isola, e che questo libro è pieno di <b>racconti stupefacenti</b>. Io gli entomologi li venero come scienziati, non come collezionisti. René Malaise è il coprotagonista ["geniale inventore della trappola che ha permesso di scoprire migliaia di nuove specie"], uomo pieno di disagio, personaggio stupefacente, che tra le altre cose recupera un articolo su una rivista di collezionismo svedese riguardante la monografia di 500 pagine sui tafani europei. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>S.</b>: Sì, tra i racconti stupefacenti mi piace citare quello del gabinetto a due posti. La Svezia è un paese non molto densamente popolato, e ci piace la compagnia. Quello che è scritto nel libro è tutto vero! </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>N.</b>: L'epigrafe è la citazione di <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Augusto_Monterroso" target="_blank">Augusto Monterroso</a>, scrittore sudamericano (guatemalteco) stranissimo, che ha scritto tra l'altro <i>Opere complete (e altri racconti) </i>[LOL]. Il tuo quindi è un libro che si nutre anche di letteratura?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>S.</b>: Sì naturalmente amo leggere, soprattutto gli scrittori che non hanno scritto tanto, la cui opera completa si può leggere in un pomeriggio! Ho sempre letto molto e mi ritengo un parassita, uso autori che ho amato molto, come <b>Kundera, Strindberg, Chatwin</b>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>N.</b>: Il fatto di essere appassionato di mosche ti mette in una condizione nei confronti del mondo molto particolare, soprattutto in certi periodi [E qui Nori rammenta <b>l'incipit di <i>Resurrezione</i> di Tolstoj</b>, e io visto che sono dotata della capacità di fare ctrl+c e ctrl+v ve lo riporto]:</span></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
Per quanto gli uomini, riuniti a centinaia di migliaia in un piccolo spazio, cercassero di deturpare la terra su cui si accalcavano, per quanto la soffocassero di pietre, perché nulla vi crescesse, per quanto estirpassero qualsiasi filo d'erba che riusciva a spuntare, per quanto esalassero fiumi di carbon fossile e petrolio, per quanto abbattessero gli alberi e scacciassero tutti gli animali e gli uccelli, – la <span style="color: black;">primavera</span> era primavera anche in città. Il sole scaldava, l'erba, riprendendo vita, cresceva e rinverdiva ovunque non fosse strappata, non solo nelle aiuole dei viali, ma anche fra le lastre di pietra, e betulle, pioppi, ciliegi selvatici schiudevano le loro foglie vischiose e profumate, i tigli gonfiavano i germogli fino a farli scoppiare; le cornacchie, i passeri e i colombi con la festosità della primavera già preparavano nidi, e le mosche ronzavano vicino ai muri, scaldate dal sole.<br />Allegre erano le piante, e gli uccelli, e gli insetti, e i bambini. Ma gli uomini – i grandi, gli adulti – non smettevano di ingannare e tormentare se stessi e gli altri. Gli uomini ritenevano che sacro e importante non fosse quel mattino di primavera, non quella bellezza del mondo di Dio, data per il bene di tutte le creature, la bellezza che dispone alla pace, alla concordia e all'amore, ma sacro e importante fosse quello che loro stessi avevano inventato per dominarsi l'un l'altro.</blockquote>
</span><div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">I sirfidi prediligono stranamente i luoghi dove l'uomo è un po' intervenuto, come descrivi benissimo in un passaggio del libro [pagine 80-81, tra le più belle e divertenti a mio avviso!].</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>S.</b>: C'è una linea che divide la natura dalla cultura. Ci sono libri che hanno a che fare con questo ambiente incontaminato che alla lunga diventa noioso, ma non mi piacciono nemmeno le città senza parchi. Le mosche preferiscono un <b>ambiente intermedio, che è quello di cui mi nutro anche io</b>. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>N.</b>: Mi viene in mente <i>Purity</i> di Jonathan Franzen, romanzo pieno di donne bellissime, dovevano scriverlo sulla copertina, "nocivo", come le sigarette. Qui invece no, lui comincia il libro con un agnello e con delle situazioni imbarazzanti. Ve be racconto una: un giornalista che fa birdwatching va all'isola, e cattura nel viaggio una mosca e gliela porta, e lui la mette nella sua collezione. Sembra di sentire la passione di questo momento, come quando arriva la trappola, ma allora mi chiedo, <b>ma i srifidi italiani, li guardi?</b> Io non esco mai senza carta e penna, perché sennò mi scordo le cose. Allora lui, ce l'ha un kit da cacciatore di mosche da viaggio? [Cuori, cuori, cuori!]</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>S.</b>: Sì le guardo le mosche italiane, ma colleziono solo quelle sull'isola. Però da quando ho dieci anni mi porto sempre con me una lente di ingrandimento. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>N.</b>: La sua collezione è stata esposta alla Biennale di Venezia, aveva mai pensato potesse essere apprezzata come opera d'arte?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>S.</b>: Nel 2009 quando il Padiglione nordico della Biennale decise di inserire un'installazione sul collezionismo voleva che scrivessi una prefazione su ciò, io gli risposi di no, ma che se volevano gli avrei dato la mia collezione. Per me sono solo insetti morti, ma è bellissimo che le mie mosche siano riuscite <b>a trascendere confini tra cultura e natura</b> per trasformarsi in opere d'arte. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>N.</b>: Nel 2004, anno pubblicazione del tuo romanzo, scrivevi che era in atto un <b>boom dell'interesse sui sirfidi</b>, ben cinque persone vi si dedicavano: questo boom è continuato in questi dodici anni??</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>S.</b>: In effetti è tutto ancora molto promettente (si è duplicato il numero di persone) [LOL], non sta andando male, non sono solo persone anziane, sono aumentate le pubblicazioni scientifiche... non siamo al livello di popolarità calcistica ma non ci lamentiamo, no! Ci sono collezionisti che si dividono in fazioni, io faccio parte di un club che richiede per entrarvi l'aver catturato una mosca particolarmente rara. Beh, alle riunioni siamo in due, ci si diverte moltissimo, è un club esclusivo! [Solo applausi] </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>N.</b>: Il tuo libro è stato nominato dal <i>Times</i> "<b>Nature Book of the Year</b>": questa definizione fa capire di cosa si tratta anche il nuovo libro che esce a settembre?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>S.</b>: La natura è sicuramente un elemento autobiografico, e <i>L'arte di collezionare mosche</i> è in effetti il primo libro di una trilogia, anzi di un <b>libro diviso in tre parti</b>. Nel secondo il protagonista sarà un pittore, e il tema l'arte. Nel terzo, ci sarà un personaggio che inizia la sua vita nel 1860 come uno dei maggiori esperti mondiali sui vermi. Muore molto anziano, completamente diverso: sarà esperto di tante cose, soprattutto di argenteria antica, e pare che abbia scoperto il Sacro Graal. Sono tutti libri che riguardano <b>personaggi al confine tra biologia e arte</b>. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Io sarei stata ad ascoltarli tipo per sempre, in questo mondo magico di letteratura e risate e umorismo e intelligenza e spirito nordico. Però poi c'era il buffet e il dj-set, e quindi il caro Fredrik è stato spedito al tavolino (con un bicchiere di eccellente vino bianco gentilmente offerto dall'<a href="https://www.facebook.com/EnotecaWine/" target="_blank">Enoteca Wine</a> di Milano) a firmare autografi, dove io e <a href="http://nonriescoasaziarmidilibri.blogspot.it/" target="_blank">Diana</a> e <a href="https://www.youtube.com/user/AndreaPennywise" target="_blank">Andrea</a> (nel frattempo ritrovati tra la folla) ci siamo chiaramente precipitati. Yo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjerkPb_DNE5oo1hpKD24V8A0slmkwY_MLlakPRRhdqBWu9wPb9EhIRF3KotKT0DK5_CWQxFu1Ze9J33b_Z7V6DHbwBzXFORZE3ox1_m0jxPAEnXhRU0LEO3GQKftmfvv9nvbgnllDqN9w/s1600/3.+Aperitivo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="384" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjerkPb_DNE5oo1hpKD24V8A0slmkwY_MLlakPRRhdqBWu9wPb9EhIRF3KotKT0DK5_CWQxFu1Ze9J33b_Z7V6DHbwBzXFORZE3ox1_m0jxPAEnXhRU0LEO3GQKftmfvv9nvbgnllDqN9w/s640/3.+Aperitivo.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Tanto amore, tartine al salmone, chiacchiere abbestia, musica ammodo, vino frizzante e ancora vino frizzante. La gioia che si riassume così: </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXUimuo8nGYaFCIr96fYXT8KBSoCBPpKy3CespYIw-TNyjam1a_41_cNFNuCp7HcHnc90q6Mu0vKbdvuar3DeT1FmprlTRg0T8CfzJgKbPXKWeUkAOhj8d3r5ltNmexKubrQPLf1jndiA/s1600/Party.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="452" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXUimuo8nGYaFCIr96fYXT8KBSoCBPpKy3CespYIw-TNyjam1a_41_cNFNuCp7HcHnc90q6Mu0vKbdvuar3DeT1FmprlTRg0T8CfzJgKbPXKWeUkAOhj8d3r5ltNmexKubrQPLf1jndiA/s640/Party.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;">Foto di </span><a aria-describedby="js_cn" aria-haspopup="true" aria-owns="js_cm" data-hovercard="/ajax/hovercard/user.php?id=1231675450&extragetparams=%7B%22directed_target_id%22%3A0%7D" href="https://www.facebook.com/bianca.rizzi.7" id="js_co" style="background-color: white; color: #365899; cursor: pointer; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; text-decoration: none;">Bianca Rizzi</a><span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;"> ©.</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Dopo aver fatto praticamente chiusura al Parenti ho raggiunto la mia Eli al MOM, ed è così continuata la bisbo Milano style.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La mattina seguente ho salutato il mio adorabile Airbnb con qualche foto ricordo: </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiL2Jx2E6ThWlvfDTRI9MB48D6xG9GnQfYQhh7BNHXB0ks8tGMJ83XDenpuvK7qZlg0ontg2jpbQwQSOq_WMi83E3LHVrYofYHoajSkuoSytxfVq47fQI2gC5ZKJ8y8ToqDnBuf0ZvrUrw/s1600/4.+Casa+a+ringhiera.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiL2Jx2E6ThWlvfDTRI9MB48D6xG9GnQfYQhh7BNHXB0ks8tGMJ83XDenpuvK7qZlg0ontg2jpbQwQSOq_WMi83E3LHVrYofYHoajSkuoSytxfVq47fQI2gC5ZKJ8y8ToqDnBuf0ZvrUrw/s640/4.+Casa+a+ringhiera.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ho poi percorso il Naviglio alla ricerca di un posto carino dove fare colazione, e ho scoperto tipo il the place to be: il <a href="https://www.facebook.com/Mag-Caf%C3%A8-174984759255152/" target="_blank">Mag Cafè</a> *_*. E allora mi sono accomodata fuori, godendomi il sole che ancora splendeva (dove diamine ti sei nascosto ora che è giugno, dannescion?), il cornetto ai cereali e le pagine del nostro </span><span style="font-family: verdana, sans-serif;">Sjöberg, che hanno continuato a regalarmi solo gioie. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOiGWtRK1Xi5yeMe3F6-jVrfRMctMnDmcRh7T5k-Q8tOlmxoH6yUHaLnMsd2MgrQjQsindAhHrhgsu-WcPIMtt6IB7PS1Fpml4KYG7O_qMKm1ugU3k85TVkCpU1gZsBB2Oc4pPnP0z89U/s1600/5.+Mag.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOiGWtRK1Xi5yeMe3F6-jVrfRMctMnDmcRh7T5k-Q8tOlmxoH6yUHaLnMsd2MgrQjQsindAhHrhgsu-WcPIMtt6IB7PS1Fpml4KYG7O_qMKm1ugU3k85TVkCpU1gZsBB2Oc4pPnP0z89U/s640/5.+Mag.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: verdana, sans-serif;">Questo post vale anche come recensione, perché poco altro c'è da dire, se non <b>fatevi un regalo e leggetevelo</b>. </span></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: verdana, sans-serif;">Molti anni fa, prima dell'isola e del teatro, risalii l'immenso fiume Congo su una chiatta che faceva servizio passeggeri. Ah, che avventura! Che racconto poteva venirne fuori! Sulla libertà! E invece niente: non sono mai riuscito a dire nient'altro che le foreste erano grandi e il fiume largo come lo stretto di Kalamar. Che c'ero stato. <b>E' questo che capita quando si viaggia per avere qualcosa da raccontare. Si perde la capacità di vedere</b>.</span></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Nel senso, capite l'immensità di 'sto svedese? Molto bene. Vi saluto con un ultimo collage di foto dell'adorata Milano, dove ad aprile c'era <a href="https://luoghineilibri.wordpress.com/2016/04/26/da-poesie-scritte-per-pagare-un-caffe-al-poetry-bridge-sui-navigli/" target="_blank">questa cosa</a> molto figa delle poesie attaccate al ponte, e la Silvia me lo ha scritto proprio mentre le stavo guardando. E come dice Julia Roberts, "<b>la vie est belle</b>" :D :D :D. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg16lr6kg9aY6w1oh9dsKAH27gmWkPxHlbrmvmzDZV8WiU_RmEWdsoJnv1ojIxHlMgPoCrHiH02nOrbqxoad569ouon6uzllJn6mxvYREZC2JcvKDe9L76wPElEOs_OnJeDivSU0fT8u0U/s1600/6.+.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg16lr6kg9aY6w1oh9dsKAH27gmWkPxHlbrmvmzDZV8WiU_RmEWdsoJnv1ojIxHlMgPoCrHiH02nOrbqxoad569ouon6uzllJn6mxvYREZC2JcvKDe9L76wPElEOs_OnJeDivSU0fT8u0U/s640/6.+.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">A presto prestissimo!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">B. </span> </div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: verdana, sans-serif;"> </span></blockquote>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
</span>The Buzzing Pagehttp://www.blogger.com/profile/13372650519098742709noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7838687202546742354.post-64832534760993898512016-05-25T13:36:00.000+02:002016-05-25T15:00:20.400+02:00Leggere la Città - #lacittàdeldialogo, Pistoia, 7-10 aprile 2016 - Pt. 2<div style="text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhC8CJwgPFRaMyUw-EIr1VyEjp1UaDgz3q2KGwgZI9wqvBEcUdP75JdmA0jseJRHvGrP0U1tKjys9jrmS4g-wxCMXhyCfGPGemU4Li0FUX1ykMBxAv7q3oGfnYZuwl8t3JqxCw_F_6qmA0/s1600/Montanari.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhC8CJwgPFRaMyUw-EIr1VyEjp1UaDgz3q2KGwgZI9wqvBEcUdP75JdmA0jseJRHvGrP0U1tKjys9jrmS4g-wxCMXhyCfGPGemU4Li0FUX1ykMBxAv7q3oGfnYZuwl8t3JqxCw_F_6qmA0/s640/Montanari.jpg" width="640" /></a><br />
<b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></b>
<b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Sabato 9 aprile</span></b>
<br />
<b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></b>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Riprendiamo le mie cronache del meraviglioso Festival pistoiese <b><a href="http://www.leggerelacitta.it/" target="_blank">Leggere la città</a></b>, perché sabato è stata una giornata densissima di eventi, incontri, importanti cose dette e sognanti riflessioni. </span></div>
</div>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ore 12.30</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Sala Maggiore Palazzo Comunale </span></div>
</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">LA RESPONSABILITÀ DEL PUBBLICO NEI CONFRONTI DELL'ARTE.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">INCONTRO CON <b>TOMASO MONTANARI</b> IN DIALOGO <b>CON SAMUELE BERTINELLI</b></span></div>
</blockquote>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Intanto, <b>l'atmosfera</b>. Il tempo fa le bizze, fuori c'è ancora il mercato settimanale, ma la Sala Maggiore si riempie in un attimo. Io potrei andare già via contenta, nel senso, <b>le genti ci sono</b>! La cittadinanza risponde! Pistoia mi ama! Ok basta. <i>Essimo serie</i>, perché molto seria è stata la conversazione tra Tomaso Montanari e il sindaco Samuele Bertinelli. Intanto <b>applausi per <a href="http://www.leggerelacitta.it/ospite/tomaso-montanari/" target="_blank">Montanari</a></b> che esordisce con un "Pistoia è una delle città più belle del mondo", e si capisce immediatamente che non è una sordida <i>captatio benevolentiae</i> nei confronti del pubblico, più che conscio di questo fatto. Si tratta semmai della sponda per parlare di <b>#Pistoia2017</b>, ovvero il capoluogo toscano fino a pochi anni fa più bistrattato (bimbi io e i compagni della Consulta anno scolastico 2005/2006 eravamo presi per il culo anche dai colleghi di Arezzo e Grosseto, fate voi) designato niente meno che <b>Capitale della Cultura</b> per l'anno a venire. Montanari ha sottolineato un fatto molto importante, e cioè che Pistoia non offre <b>né brand né slogan</b>, bensì l'occasione di riflettere collettivamente sul buono che c'è, in modo di dare un senso all'essere Capitale della Cultura. E poi si chiede, e chiede: che <b>cos'è, la Cultura? Tantantan!</b> (Fa molto saggio breve della prova di maturità, ma non tergiversiamo). La Costituzione recita che la Repubblica deve promuovere <b>lo sviluppo</b> della cultura. La carta costituzionale ne propone quindi un'idea dinamica, che passa attraverso la ricerca di qualcosa sempre nuovo. Ad esempio i musei sono l'unico luogo dove venire a contato con la cultura di base, e questo è necessario, poiché le democrazie moderne non possono vivere senza la distribuzione della cultura. Questo è l'unico modo per essere <b>cittadini sovrani</b>, come tra l'altro insegna Luigi Manconi nel suo <i>Corpo e anima</i> [minimum fax, 2016], che verrà presentato nel pomeriggio (e io ovviamente non mancherò!). Quindi l'augurio di Montanari è che Pistoia possa essere <b>capitale della sovranità</b>. Qui si stringe il debole mio cuoricino, e nella testa riparte il mantra "la Bellezza salverà il mondo". Che ci volete fare. Sono una romanticona. </span><br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilf0RcZ2J6kJSkCTWjGaxlYA75Ur9Q_H3ta1pMrZDpM3mFMesTEOM767tcQ1rEbNmn36Bab1EM0r6EjxT4f9i226dao1hPyJFrRSkISnEOGIFxauio6cCvScOc1iSEgQFhMQjrFHEX9NQ/s1600/Bertinelli.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilf0RcZ2J6kJSkCTWjGaxlYA75Ur9Q_H3ta1pMrZDpM3mFMesTEOM767tcQ1rEbNmn36Bab1EM0r6EjxT4f9i226dao1hPyJFrRSkISnEOGIFxauio6cCvScOc1iSEgQFhMQjrFHEX9NQ/s640/Bertinelli.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Prende così la parola <b>Samuele Bertinelli</b>, che fa un ammonimento importante: l'azione deve tornare a corrispondere alla parola <i>polis</i>, la dimensione della comunità primigenia; questo è il primo punto di riferimento da esplorare. Il dibattito pubblico deve tornare ad essere connotato da principi fondamentali, come quello dell'<b>obbedire all'etica della responsabilità</b>. E su #Pistoia2017 afferma pugnante che <b>non sarà una baracconata come un'altra</b>, ma avrà la trama di una vicenda seria (e io qui inizio a provare amor patrio abbestia). Il progetto si muove, spiega, "in direzione ostinata e contraria" rispetto allo spirito dei tempi, poiché le principali linee d'azione erano già finanziate prima della vittoria. Si è fatto un investimento nella fioritura della democrazia, e le tematiche complesse non vengono trattate con istanze iper-semplificate: <b>la pratica più lungimirante è la verità</b>, continua Bendinelli, chiamare le cose con il proprio nome. Ed ecco che ho le guance che mi fanno male da quanto sorrido, perché a me sembra che ci sia <b>tanta voglia di concretezza</b> oltre che di belle parole, e non preoccupatevi che vi aggiornerò su tuttissimo, sarò la vostra inviata speciale di #Pistoia2017, prima durante e pure dopo, oh!</span></div>
<div>
<div style="text-align: left;">
<b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></b>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Si è dunque fatta una certa, <b>ho fame</b>, e raggiungo Il Mio Lui sulla Sala. Ci meritiamo un pranzetto all'aperto, precisamente alla Sala del Gusto, in compagnia di un'ottima boccia di <b>rosato del contadino</b>. Qui sotto l'impudica testimonianza. </span></div>
<b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></b>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGAQZ4aOlWjKU-H_9rdZUDOtOZsc7HqPeWpM5w28YOfSv0WrNmyGjbl3Mv2MglPT-shNKQ1R8aNmXCWr6YiE833sVyvQ3HUfXX5AAApUbQzA70Y3HP_tw7h9nahnGnmIs0U6UU6TGarpk/s1600/Beatrice+Tomasi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGAQZ4aOlWjKU-H_9rdZUDOtOZsc7HqPeWpM5w28YOfSv0WrNmyGjbl3Mv2MglPT-shNKQ1R8aNmXCWr6YiE833sVyvQ3HUfXX5AAApUbQzA70Y3HP_tw7h9nahnGnmIs0U6UU6TGarpk/s640/Beatrice+Tomasi.jpg" width="640" /></a></div>
<b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">***</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Dopo pranzo il buon Luke si ritira in casina, io invece gironzolo felice contenta e un po' brilla per le strade pistoiesi, faccio foto a caso e pure dell'insano shopping, per controbilanciare il pomeriggio culturale che mi attende. </span></div>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ore 16.00<br />Sale affrescate del Palazzo Comunale<br /> <br /><b>RITRATTO DI</b> <b>ADRIANO OLIVETTI</b> - INCONTRO CON <b>FRANCESCA LEDER</b>Introduce <b>Francesco Erbani</b></span></blockquote>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvquZcedYpbxNT4ik2z16GSKExuTbvEmEg_mnbJtBHeKVjbY2kU2ZxAcJ6eUGmJO9cEX8xmqXwqF2ZPeqQFc3zinvUuy6fD91scebSoX4iiBUZhAnMBzxrq9i5rarqUCewRtpkya3YUx4/s1600/Olivetti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvquZcedYpbxNT4ik2z16GSKExuTbvEmEg_mnbJtBHeKVjbY2kU2ZxAcJ6eUGmJO9cEX8xmqXwqF2ZPeqQFc3zinvUuy6fD91scebSoX4iiBUZhAnMBzxrq9i5rarqUCewRtpkya3YUx4/s640/Olivetti.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Di questo incontro vi posso riportare solo l'energia che si percepiva dalle parole di </span><a href="http://www.leggerelacitta.it/ospite/francesca-leder/" style="font-family: verdana, sans-serif;" target="_blank">Francesca Leder</a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> nel raccontare </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">una vita straordinaria</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> come quella di Adriano Olivetti, che più ne senti parlare più hai voglia di approfondirla, perché composta da infinite sfaccettature. Cosa che mi sono prefissata di fare acquistando </span><i style="font-family: verdana, sans-serif;">Il vento di Adriano. La comunità concreta di Olivetti tra non più e non ancora</i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">, a cura di Aldo Bonomi, Marco Ravelli, Alberto Magnaghi [Derive e Approdi, 2015]. I libri ti aspettano. Wait for me, Adriano!</span><br />
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">***</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVn1MnFesLI_ZfwUa1jBNDtrlH0NuhYH8vRG_fiE20Eld_D-OkfSa7JRzC_nIaPRvL7mHHzq4h8vUpzVTT85MOZWm9NT0KW-GwuSIBGsFfHlkMB2KGOVoj5ULPQXb3Y2B8X2HTuhPABkA/s1600/Intermezzo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVn1MnFesLI_ZfwUa1jBNDtrlH0NuhYH8vRG_fiE20Eld_D-OkfSa7JRzC_nIaPRvL7mHHzq4h8vUpzVTT85MOZWm9NT0KW-GwuSIBGsFfHlkMB2KGOVoj5ULPQXb3Y2B8X2HTuhPABkA/s640/Intermezzo.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un giro veloce e poi di nuovo al mio posto, all'incontro più atteso della giornata:</span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ore 18.00<br />Sale affrescate del Palazzo Comunale</span></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">CORPO E ANIMA. SE VI VIENE VOGLIA DI FARE POLITICA<br /> <b>INCONTRO CON LUIGI MANCONI</b></span></blockquote>
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiShi9HBz5L6q18R_-K_FhIcou1DJZjszDUOzhpewfjbIHADNmOoK7jZI1GnEAyxl76b8snTnXbDtWGb76MzUASWE4nRhyphenhyphenlnJ_gDECzRgB8L22pYu9g_iyWk5KkB3LtbeLKBp33UhFeEmM/s1600/20160409_181740.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiShi9HBz5L6q18R_-K_FhIcou1DJZjszDUOzhpewfjbIHADNmOoK7jZI1GnEAyxl76b8snTnXbDtWGb76MzUASWE4nRhyphenhyphenlnJ_gDECzRgB8L22pYu9g_iyWk5KkB3LtbeLKBp33UhFeEmM/s400/20160409_181740.jpg" width="333" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Anche perché, gioia infinita, a introdurre <a href="http://www.leggerelacitta.it/ospite/luigi-manconi/" target="_blank">Luigi Manconi</a> c'era nuovamente <b>il sublime Goffredo</b> Fofi, ahhh! <b>Christiam Raimo</b> ha curato l'ultimo lavoro di Manconi, appena uscito per minimum fax: <i><a href="http://www.minimumfax.com/libri/scheda_libro/760" target="_blank">Corpo e anima. Se vi viene voglia di fare politica</a></i>. Fofi si esprime, come sempre, per frasi che sarebbero da tatuarsi sulla pelle: <b>"il compromesso non è una parolaccia, ma una necessità"</b>. E cita Amos Oz e invita al dialogo, perché è così che Luigi Manconi pratica la politica. E nel suo libro ci sono pezzi di vita intrecciati all'attività politica, dall'inizio alla fine spiega come la nostra politica parta da nomi e cognomi, forza e speranza, e da aspettative frustrate. E in questo dialogo con Fofi vengono affrontate le tematiche più disparate, e io sono incantata e vorrei che non finissero mai di parlare, e a</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">rriva anche il momento </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">Giulio Regeni</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> e mi vengono i brividi, mi verranno sempre come mi viene da piangere ogni volta che sento il nome di Carlo Giuliani o Stefano Cucchi. Su Regeni Manconi dice che "per la politica questo caso non è politica, mentre invece è ciò che più di politico c'è nel 2016". C'è spazio anche per la questione immigrati e rom: il suo pensiero è molto semplice e molto vero, perché, spiega, "è indispensabile tutelare i diritti di chi non si sopporta per tutelare i diritti dei nostri figli". E allora penso che </span><i style="font-family: verdana, sans-serif;">Corpo e anima </i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">debba essere acquistato e letto da tutti, come </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">ripasso sull'umanità e sul senso di appartenenza a un unico globo terracqueo</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">. C'è anche spazio per un riferimento alla sua attività di senatore (è in carica dal 2013 nelle file del Partito Democratico): da quando è al Parlamento ha lottato e ottenuto l'istituzione della Giornata della Memoria dei Migranti, l'intrattenimento dei CIE (centri identificazione ed espulsione) da 18 a 3 mesi, e l'emendamento che limita il controllo dei lavoratori. Un esilissimo bilancio personale, commenta, che per lui però vale la sua legislatura. Awww. Vi riporto l</span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">a citazione che solo di per sé varrebbe il libro</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">, se non fosse che da quello che è emerso dall'incontro si tratta di un libro </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">veramente ma proprio tanto necessario</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">. </span></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: right;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Mi sembra perfino inconcepibile che qualcuno faccia qualcosa "per gli altri". Quel che faccio lo faccio per me, per essere in pace con la mia coscienza. Se desidero alleviar le sofferenze degli altri, dare agli altri una maggior dignità di vita, è perché le loro sofferenze mi fanno pena, le sento come mie, e la loro abiezione, il loro abbrutimento m'offendono: sento in loro offesa la mia umanità. </span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">[Ernesto Rossi, lettera alla moglie Ada, 15 ottobre 1937]</span></blockquote>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
</span></blockquote>
</div>
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Nel frattempo mi ha anche raggiunto<b> la Silvia</b>, compagna di infinite avventure, compagna di sogni e di quotidiane rivoluzioni. Festeggiamo la carica che ci hanno dato i cari Goffredo e Luigi con un cocktail molto fashion, sempre per fare pari con la botta intellettuale appena ricevuta. Scende la sera, si infittiscono le chiacchiere, sono felice. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-TRWaVR37fQuHLTUJooRkIn-xX-Ec7Mo6vBSGeADdsaNGfCFRaN-9UWZFKWhSK8tE3_WdVM7Kv7vsLoWx4Qh6Zm1yQpm-DM0rgPcqRDpdCIkxMjqmEUk5PUuvbPocgMJWvKkzG_ZoH4k/s1600/Manconi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-TRWaVR37fQuHLTUJooRkIn-xX-Ec7Mo6vBSGeADdsaNGfCFRaN-9UWZFKWhSK8tE3_WdVM7Kv7vsLoWx4Qh6Zm1yQpm-DM0rgPcqRDpdCIkxMjqmEUk5PUuvbPocgMJWvKkzG_ZoH4k/s640/Manconi.jpg" width="640" /></a></div>
</div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">***</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Domenica 10 aprile</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>"La domenica mattina / voglio stare nel mio letto"</b>, cantavano giustamente i Matrioska (che fine hanno fatto? Qualcuno ha loro notizie? Mi mancano, uffa). Indi per cui me la prendo molto ma molto (ma veramente tanto) comoda, trascinandomi felicemente fino al tardo pomeriggio per assistere all'ultimo incontro di Leggere la Città, hastag la città del dialogo, che quindi chiude in bellezza con...</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTxDJYNXdt1fnJTu7Hg0nmLI4tJe5wIWcnPEPSoamvk9Hg-dchukW2alEoiv8TlaAJE-9cVFBoKGa6iSgbhiWXl_agrccnpzKrV1mP7KevMo8zkuZu5i8BaxQFCU1h9ixf0XNOi-ZcDz0/s1600/Nuova+cartella.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTxDJYNXdt1fnJTu7Hg0nmLI4tJe5wIWcnPEPSoamvk9Hg-dchukW2alEoiv8TlaAJE-9cVFBoKGa6iSgbhiWXl_agrccnpzKrV1mP7KevMo8zkuZu5i8BaxQFCU1h9ixf0XNOi-ZcDz0/s640/Nuova+cartella.jpg" width="640" /></a></div>
</div>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ore 18.00</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Sala Maggiore Palazzo Comunale</span></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">SE IL SENSO DEL LIMITE FAVORISCE IL DIALOGOINCONTRO CON <b>REMO BODEI </b></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Introduce <b>Daniela Belliti</b></span></blockquote>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Come per Manconi, innanzitutto applausi per <a href="http://www.leggerelacitta.it/ospite/remo-bodei/" target="_blank">il buon vecchio Remo</a>, che terrà la sua <i>lectio</i> in piedi, perché così si deve fare. Clap, clap, clap! Senza troppi indugi vi riporto meglio che posso ciò di cui ha parlato alla numerosissima e attentissima platea. <i>Statement</i>: <b>il dialogo è fruttuoso</b>. Non quello delle risse da talk show, dove entrano in gioco infime tecniche da interruzione: il dialogo è <b>essere uniti insieme dalla forza stessa degli argomenti</b>. Oggi politica e conversazione sono accomunate da una sorta di protervia, che si riassume nell'<i>arte di avere ragione</i> (a prescindere), by Schopenhauer. Non è che si dicano bugie, ma avviene la sostituzione dei fatti, si entra in una realtà parallela a causa della contemporanea <b>tendenza allo storytelling </b>(avversa <a href="http://www.scuoladellibro.it/project/iniziare-un-libro/" target="_blank">ai pupilli del Santoni</a>, e a lui <i>in primis</i>, come avrei scoperto di lì a poche settimane!). In questo modo <b>i contenuti vengono camuffati</b>, e cambia la percezione del discorso, della vita politica e della stessa democrazia, perché nelle <i>storie</i> spesso i discorsi di fanno sofistici; ciò ha un valore limitato, la persuasione si oppone alla retorica (in senso negativo). I mezzi di oggi sono impostati per fare credere agli altri cose incredibili, ed echeggia una delle massime mussoliniane: "credere, obbedire, combattere". Tutti i regimi totalitari hanno infatti conservato il potere con ministeri della propaganda, hanno plasmato il modo del sentire comune, facendo stretto filtro delle notizie. Certe conquiste però, curiosamente, non sono mai definitive: ci sono varie versioni dell'enciclopedia sovietica. Alla fine degli anni '20 Trotsky era rappresentato come un eroe, poi invece costretto all'esilio e ucciso. Stalin prende suo posto, nel '56 Krusciov denuncia i suoi orrori. Fino al crollo del muro di Berlino la dissoluzione dell'URSS è stata vissuta in maniera traumatica </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">(e qui scatta la storiella ganza)</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">: </span></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Pierino russo viene interrogato dalla maestra. "Chi è Trotsky?"</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"Un traditore!" "Stalin?" "Anche!" "E Krusciov?" "Pure!" "No Pierino!" "Scusi maestra, sono andato troppo avanti nel programma" [LOL]. </span></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Insomma, la politica è una storia di nascondimento della verità. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEir4aLElZtlS8blg7xCeOiaLMPoWLLzAZ_DBB6AGVzAkltdkJFciSNE8OyY3Q1pwigC6z0I-a4T8KE0NWKWvF5544GvQ_ODgtHkxFMPHVgj-2VBj-P_GwMMGZy6Q7E8sWNZP1sT8U-lG0U/s1600/DSCF1662.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEir4aLElZtlS8blg7xCeOiaLMPoWLLzAZ_DBB6AGVzAkltdkJFciSNE8OyY3Q1pwigC6z0I-a4T8KE0NWKWvF5544GvQ_ODgtHkxFMPHVgj-2VBj-P_GwMMGZy6Q7E8sWNZP1sT8U-lG0U/s640/DSCF1662.JPG" width="640" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>La democrazia è un processo lungo</b>: democrazia <b>greca</b> viene da <i>demos</i>, ovvero non tutti i cittadini, ma i più poveri; essendo i poveri più numerosi, la democrazia ha la sua ragione di essere nel numero, un concetto non di qualità ma di quantità, secondo il baldo Aristotele. Da <b>Rousseau</b> in poi il popolo ha bisogno di essere indottrinato, e fu necessario conciliare la qualità con la quantità. Si fece uno sforzo perché tutti i cittadini potessero partecipare alla vita pubblica. <b>Nel '500</b> ci furono le guerre di religione, con la Riforma protestante si arrivò alla rottura della Chiesa d'Occidente: la religione si mischia con la politica e con l'economia, provocando sanguinosissime guerre. Nel 1572, il 23 agosto, la Lega Cattolica ammazza tremila Ugonotti calvinisti. Il re di Francia cerca una politica di mediazione, ma viene ucciso da un frate domenicano che aveva celebrato quaranta messe in cui la sua effige veniva incisa da spilloni... (ah!) Queste guerre durano fino al <b>1648</b>, quando ci fu un congelamento della situazione: viene trovato un accordo. Agli <b>inizi del '700</b> pari inglesi discutono gli affari di stato in pubblico: ciò è rivoluzionario, perché nel '500 la politica equivaleva a un segreto privato, gli affari di stato venivano discussi in circoli molto ristretti. <b>I parlamenti inglesi proto-liberali sono quelli che rivendicano la politica pubblica</b>. La democrazia diventa allora quel luogo in cui ciascuno può affermare il suo credo purché venga esercitato senza violenza, un'area neutra in cui tutti i contendenti hanno un'arena in cui discutere. Nella democrazia quindi non c'è relativismo, ma i valori devono essere compatibili. L'unico valore assoluto è la <b>compresenza di più posizioni che dialogano fra loro</b>, anche in maniera spigolosa, senza atteggiamenti di spartizione della verità; qualcosa che nasce dal dialogo di argomenti controllabili e di fatto inconvertibili. La democrazia dispone di strutture solide. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjJdnqtMgrsT2ugBDyRg6LnSnVaoIKmf19RZ7ZMdkPrf3Dviwz012F3v-EK6j1aPVKMS4nSb5maYJN1xddW9j4i-hnHtuqexmPKSmZefBAf7vgU5QtbDyoAkermVMrB2cIgpduY9TUw2g/s1600/DSCF1664.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjJdnqtMgrsT2ugBDyRg6LnSnVaoIKmf19RZ7ZMdkPrf3Dviwz012F3v-EK6j1aPVKMS4nSb5maYJN1xddW9j4i-hnHtuqexmPKSmZefBAf7vgU5QtbDyoAkermVMrB2cIgpduY9TUw2g/s640/DSCF1664.JPG" width="640" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Adesso che la politica è a uso esterno, cosa è cambiato rispetto al passato, i<b>n che senso dobbiamo porre limiti al discorso?</b> Dobbiamo pensare alla comunicazione di massa, sia materiale (treni, aerei...) che immateriale (radio, televisione, internet...). Senza la radio il fascismo italiano non avrebbe potuto funzionare a dovere: la proclamazione di guerra nel '40 fu di grande impatto. la svolta è stata sicuramente la televisione di mass; in Italia arriva nel 1954 e porta dei cambiamenti nella vita di ciascun individuo. Tutti ci siamo accorti della caduta del Muro, nessuno della caduta delle pareti domestiche che una volta erano limite invalicabile rispetto all'esterno, la casa si opponeva alla <i>polis</i>. L'autorità era il <i>pater familias</i>, con la televisione le pareti diventano porose e la politica entra in casa cambiando il modo di farla. <b>La tv ha addomesticato la politica</b>: la porta in casa e crea il consenso. Come oggi si forzano gli ortaggi a crescere velocemente, allo stesso modo la televisione trasforma la <b>casa in una serra per creare consenso</b>. Cambiano spazi e modi, il politico deve sedurre attraverso un discorso piacevole. Ovviamente il primo è stato Berlusconi: la tv serve a cogliere il consenso di chi è meno attivo in politica, mamme, nonne, zie. Gli slogan sostituiscono un discorso più articolato.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Nel campo della nostra comunicazione politica, siamo in grado di avere dei dialoghi con i cittadini? Homo videns: la vista è sintetica, dà impressione più forte che dura nel tempo. Non si sta demonizzando la tv, che è un elemento domestico. Vi è una sorta di mitologia sulla tv, ma quello che conta sul piano politico e personale è: <b>dobbiamo accontentarci di una sorta di eguaglianza di tutte le opinioni?</b> O l'ideologia è diventata così potente che ognuno rimane delle sue opinioni nonostante ogni evidenza? Qualsiasi ragionamento di tipo soltanto argomentativo è debole: <b>uno invece di ragionare si schiera subito</b>. Che fare, allora? Anche una cosa giusta deve avere un impatto emotivo, non freddo. Come se quando si prova sete, invece di bere si leggesse la composizione h2o. Non basta un ragionamento corretto, bisogna smuovere le convinzioni degli altri. <b>La maggior parte di noi pensa a strati pregressi, come le barriere coralline</b>. Ma l'errore di chi usa la mitologia è che alla lunga i loro discorsi cadono, anche se in periodi di crisi attecchiscono. Il modo più ragionevole di dialogare è quello di rendere la vita più sicura. Spinoza era molto colpito da Masaniello: quando c'è l'incertezza gli uomini giocano al lotto, sperano e tremano. Spinoza dice che <b>solo quando la vita diventa più sicura si possono abbandonare le mitologie</b>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E comunque, "l'interiorità dopo un po' fa la muffa, il dialogo è un modo per ossigenare la mente". <b>Grazie Remo</b>. Ma proprio grazie abbestia. Esco dal comune un po' più ricca, dopo questa tre giorni di dialoghi tra persone... come dire... di pensiero strutturate. <b>Un po' retrò</b>, gente che si fa voler bene, che dice cose belle, allucinante. Raggiungo Luke e ci facciamo un mega hamburger alla Degna Tana, degnissima conclusione di Leggere la Città. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYHhJKUV-xNtacOU5R4daKTfphN2sy3Vi2vdJtqXGfH2hT0X6WhsZzdo-shUMF0YwCQg61Z1BgE0o3-HHegXPhUuxDcplO3aGS_IFkocDcn4B_U0sv0B_AVAyis4DEBpFOCppcs_kbgfI/s1600/Fine.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYHhJKUV-xNtacOU5R4daKTfphN2sy3Vi2vdJtqXGfH2hT0X6WhsZzdo-shUMF0YwCQg61Z1BgE0o3-HHegXPhUuxDcplO3aGS_IFkocDcn4B_U0sv0B_AVAyis4DEBpFOCppcs_kbgfI/s640/Fine.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E ora, non vedo l'ora che arrivi il fine settimana, perché ci sono i <a href="http://www.dialoghisulluomo.it/" target="_blank">Dialoghi sull'uomo</a>! Vai ora!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">B. </span></div>
</div>
</div>
The Buzzing Pagehttp://www.blogger.com/profile/13372650519098742709noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7838687202546742354.post-65456910706126705032016-05-23T11:55:00.002+02:002016-05-23T11:55:42.143+02:00Yasmin Incretolli, Mescolo tutto<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il bello di avere un blog personale è poter fare fondamentalmente <b>un po' quel che mi pare</b>. Poi però devo battagliare con il super-io che la fa da padrone, ovvero <i>l'autismo inside of me</i> che male vede la non successione esattamente cronologica dei post, e un alternarsi sensato degli argomenti trattati. Quindi a 'sto giro ho dovuto combattere con me stessa e non poco, perché vi propongo <b>un libro <i>appena finito di leggere</i></b> (cosa mai successa dalla nascita di The Buzzing Page) e della medesima casa editrice dell'ultimo libro recensito. Il disagio è in me, lo so. Mi sono <b>giustificata con me stessa</b> nel seguente modo: </span></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">No cioè non puoi capire, fottesega se hai altri mmmmmille libri in lista d'attesa, fottesega se recensisci un Tunué dietro l'altro, devi parlare di questo libro, le genti devono sapere, il mondo deve essere preparato alla sua uscita ufficiale <b>il 9 giugno!</b></span></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">E allora va bene. <b>Pronti? </b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjawivHBLbafKJSw2mgxVS7fck0nKProCsmi927pihKWYi-mkAf4nbgOPRfxBFfnG8vUQ3HZBoJIvRxPMOJWkP3pt7SQRXGuuGqGBiFtphwks8lJBKn2pMAMasWYkmwJPj7I-ptgY2b9jA/s1600/Mescolo+Tutto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjawivHBLbafKJSw2mgxVS7fck0nKProCsmi927pihKWYi-mkAf4nbgOPRfxBFfnG8vUQ3HZBoJIvRxPMOJWkP3pt7SQRXGuuGqGBiFtphwks8lJBKn2pMAMasWYkmwJPj7I-ptgY2b9jA/s640/Mescolo+Tutto.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ho acquistato <i>Mescolo tutto</i>, ultimo nato della <a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/2016/05/luciano-funetta-dalle-rovine.html" target="_blank">collana di narrativa di Tunué</a>, al <b>Salone del Libro di Torino</b>, davanti all'autrice. Non sapevo che fosse un'anteprima, non sapevo che la ragazza in questione avesse 21 anni e che avesse ottenuto una <b>menzione speciale al <a href="http://premiocalvino.it/" target="_blank">Premio Calvino</a></b>. Bon. Io al ritorno dal Salone, sul trenino per Firenze, ho iniziato a leggere. E il primo commento che ho annotato alla fine della prima pagina è stato <b>"Boia" </b>(perché la finezza sempre prima di tutto). Sulla trama. Molto semplice? Sì, ma nemmeno poi tanto. In tanti grandi romanzi la trama si riduce al nulla, per me riuscire a rendere <b>meravigliosa la storia di una diciannovenne che si taglia e che mi sta molte volte sulle palle è pura bellezza</b>. Io sono pavida. E fiosa, come si dice qui nel regno di Pietro Leopoldo. Insomma, la lettura di <i>Mescolo tutto</i> non è per deboli di cuore, e credetemi, a volte durante la lettura mi sono trovata a chiudere gli occhi impaurita, per poi riaprili immediatamente, perché le immagini di disagio erano troppo vive e crude. Cosa mi ha spinto a non riuscire quasi a chiudere il libro, e leggerne più della metà tutto d'un fiato? <b>Una scrittura pazzesca</b>. Uno stile che boh. Non riesco a ricondurre a niente in circolazione. Talmente vorticoso, secco e mai sentito che ti viene da parlare come Maria, l'autolesionista eroina del romanzo. Scorci di degrado e poesia, sangue e liquido seminale che scorrono, lame affilate, lucidalabbra profumati, alcol a fiumi, nubi di fumo di sigaretta, autobus affollati di umanità, periferie disagio, madri troie, ragazzetti ricchi e vuoti, tanto bisogno di amore. <b>Così contemporaneo, così graffiante, così splendidamente orribile</b>. Yasmin Incretolli è stata in grado di costruire un paesaggio vorticoso all'interno della vita di una bimba sperduta, le ha dato una voce espressionista, iperrealista, voyeuristica. <b>Mescolando</b> dolcezza e paura, sbruffonaggine e debolezza, estremismi adolescenziali e sogni interrotti. <i>Mescolo tutto</i> è un romanzo che dà fastidio, e allo stesso tempo non ti concede tregua. Mi conoscete, temo il romanzo contemporaneo italiano, finché non leggo non credo e sono pronta a pronunciarmi con sprezzanti giudizi se qualcosa non mi va giù. Qui niente. T<b>utto scorre. Tutti si regge. Tutto puro e disarmante</b>. </span></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Radura incolta in sovranità d'un tetro cullare da fronde glabre, erbacce a spuntare dal terreno e lerci indumenti smessi insolentemente appesi a steccoli di cespugli crollati da brinate tele d'aracnide. Sferraglio di formiche sotto suola in calzature impellaccherate. Calpestiamo cartacce, fazzolettini, stronzi umani, preservativi abusati e merendine in decomposizione. </span></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La Prima parte è la mia preferita, posso dire questo. Ora voi dovete aspettare con pazienza il 9 giugno e poi correre abbestia in libreria a comprare 'sto capolavoro. <b>Date retta!</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">B. </span></div>
The Buzzing Pagehttp://www.blogger.com/profile/13372650519098742709noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7838687202546742354.post-87012718240989420572016-05-22T20:47:00.000+02:002016-05-22T20:58:44.279+02:00Leggere la Città - #lacittàdeldialogo, Pistoia, 7-10 aprile 2016 - Pt. 1<div style="text-align: center;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuNddyvNesDuXigLy6PZtMbgA5ppttSaV6738n8zs-2v6wZsyFL68Xtb6SPQOPH_37mwtB45TDkKPX0RoVqw7UpuffYu6cHuFwB68i3J8QtY2w-sutTrhosvcgKhEFwAcurgGjTYainCo/s1600/1.+Manifesto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuNddyvNesDuXigLy6PZtMbgA5ppttSaV6738n8zs-2v6wZsyFL68Xtb6SPQOPH_37mwtB45TDkKPX0RoVqw7UpuffYu6cHuFwB68i3J8QtY2w-sutTrhosvcgKhEFwAcurgGjTYainCo/s640/1.+Manifesto.jpg" width="640" /></a></div>
<b><br /></b>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Da quando mi sono trasferita a <b>Pistoia</b>, non faccio fatica ad ammettere che la mia vita è cambiata. Questo capoluogo toscano fino a poco tempo fa misconosciuto e bistrattato pure dalla sottoscritta che ci è nata, pullula in realtà di <b>eventi, manifestazioni culturali, iniziative, ristoranti, caffè, librerie, piazze meravigliose e scorci mozzafiato</b>. Non per niente è stata designata Capitale Italiana della Cultura per il 2017, ma di questo parlerò più avanti. Dal 7 al 10 aprile Pistoia è diventata <b>#CittàDelDialogo</b>, ospitando la quarta edizione della rassegna promossa e organizzata dal Comune <b>Leggere La Città</b>. </span></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"Un totale di 60 ospiti e 40 appuntamenti, tra incontri, lezioni, mostre, passeggiate, concerti, spettacoli e laboratori. Il tutto, come sempre, coinvolgendo tantissimi luoghi della città. Quattro giorni, questi, che faranno di Pistoia la casa del pensiero urbano, per riflettere sul tema del dialogo, come fondamentale strumento per lo sviluppo democratico di una comunità"</span><span style="text-align: center;"> </span></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Secondo voi non mi ci sono tuffata di testa abbestia? Ho passato un fine settimana gioioso e festante, ascoltando interventi interessanti, scambi di opinioni, sfogliato libri sotto le logge, stalkerato ai limiti del legale l'Immenso Goffredo, mi sono goduta la primavera e ho fatto foto come se non ci fosse stato un domani. Se vi va, <b>ecco le mie cronache :)</b>. </span></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Venerdì 8 aprile 2016 </span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjP1HWVik06qwTApo4LVtCHre58ITl0-nWL9Bivj-TidxMgr17J3virQvQ2oyqK813fql_gitWThVwhCs0PVd68GFQ9i8m1znxuY7BDZGILHEOsFm6JRr5ZnMxg3jSZ273H1se1hcF5k5s/s1600/8.+Leggere+la+Citt%25C3%25A0.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="384" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjP1HWVik06qwTApo4LVtCHre58ITl0-nWL9Bivj-TidxMgr17J3virQvQ2oyqK813fql_gitWThVwhCs0PVd68GFQ9i8m1znxuY7BDZGILHEOsFm6JRr5ZnMxg3jSZ273H1se1hcF5k5s/s640/8.+Leggere+la+Citt%25C3%25A0.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ho preso il pomeriggio libero dal lavoro, ho fatto una merenda energizzante ed emozionata come quando da bambina si andava al mare, mi sono recata verso il Palazzo Comunale per l'incontro con <b>uno dei miei miti viventi</b> (<b><u>Goffredo Fofi</u></b>, chi altri sennò? L'ispiratore di codesto blog, il faro nel buio della letteratura contemporanea, il portatore sano di critica letteraria fatta a dovere, lo scopritore di nuovi talenti, il nonno di un'intera generazione di scrittori, l'omino col sorriso più dolce che ci sia. Ok basta, abbiate pazienza). </span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<blockquote class="tr_bq">
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ore 17.00</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Sale affrescate del Palazzo Comunale</span> </blockquote>
</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<blockquote class="tr_bq">
<b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">RITRATTO DI ANGELA ZUCCONI </span></b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">INCONTRO CON </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">GOFFREDO FOFI </b><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Introduce </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">Francesco Erbani</b></blockquote>
</blockquote>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Nelle meravigliose Sale Affrescate del Palazzo Comunale sta per iniziare la <b>conversazione tra Francesco Erbani e l'Illuminato Goffredo su Angela Zucconi</b>, ovviamente per me una totale sconosciuta. Presto però il caro Goeffry mi donerà la sua saggezza, e verrò arricchita da una storia formidabile che sento di dover condividere con voi parola dopo parola. <span style="color: #990000;"><b>Se 'un c'avete pazienza, saltate pure all'incontro successivo, ma vi perdete qualcosa (anche perché questo <i>speech</i> contiene un sacco di meravigliosa gente defunta da cui si dovrebbe imparare ancora un monte di cose, diobino)!</b></span></span><br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFML9t-TTkzreeSmXBLzQWJb2GrziAJXixA2pK7HWkvEdC-jmdYqxjbELCzcsDzFpomy2rZaCMG0JZVUWjJbFSfFb8ZrytAA8hRg4EsMys9FqZ2kD6YzrIs8sDrD7WaIVnCe4gVuu9I1A/s1600/Angela+Zucconi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="450" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFML9t-TTkzreeSmXBLzQWJb2GrziAJXixA2pK7HWkvEdC-jmdYqxjbELCzcsDzFpomy2rZaCMG0JZVUWjJbFSfFb8ZrytAA8hRg4EsMys9FqZ2kD6YzrIs8sDrD7WaIVnCe4gVuu9I1A/s640/Angela+Zucconi.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Erbani inizia col raccontarci che <u>Danilo Dolci, Angela Zucconi e Adriano Olivetti</u> sono personaggi accomunati dallo <b>stesso modo di concepire il mondo</b>, un mondo, citando Fofi, </span><i style="font-family: Verdana, sans-serif;">minoritario</i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">. Sono pochissimi però ricordi dedicati ad Angela Zucconi. Castelvecchi ha ripubblicato il suo <i><b>Cinquant'anni</b></i></span><i style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b> nell'utopia, il resto nell'aldilà</b></i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">, uscito per la prima volta nel </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">2000, con una nuova prefazione a cura di Goffredo Fofi. Si tratta di <b>uno</b></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b> dei più bei libri di memorie private e pubbliche del secondo Novecento</b>. La Zucconi è stata una letterata, traduttrice dal danese (!!!) e dal tedesco. Il primo incontro fondamentale della sua straordinaria vita è quello con un sacerdote, <b>Don Giuseppe de Luca</b>, </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">futuro fondatore delle Edizioni di Storia e Letteratura</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">. Con una borsa di studio sovvenzionata dal governo danese passerà un <b>periodo in Danimarca</b>, che rimarrà sempre un luogo centrale nella sua esistenza (e io qui praticamente mi sciolgo, e mi chiedo se anche la signora Angela si sia sbronzata come me con i soldi del governo danese, ma sinceramente lo escludo). N</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">ell'immediato dopoguerra, grazie a Roberto Bazlen entrerà</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> <b>all'Einaudi, a Roma, insieme a Natalia Ginzburg</b>, che è anche sua compagna di stanza. Lascerà poi la casa editrice per la costituzione del <b>Movimento di Collaborazione Civica</b>, seguendo la formazione degli assistenti sociali e mettendo a frutto la sua vocazione a costruire l'educazione civile. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ed ecco che prende la parola l'Adorato Goffredo, che ci offre <b>una lezione sublime sulla storia del sociale in Italia e ovviamente sulla figura di Angela Zucconi</b>. Intanto ci spiega che la s</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">toria delle iniziative sociali non riguarda solo il PC, la DC, le guerre tra classi sociali insomma. Si tratta di una Storia che è rimasta <b>per molto tempo totalmente nell'ombra</b>, poiché ci si concentrava sempre e solo sulla Storia politica. Il sociale era marginale, adesso invece ci sono un sacco di studenti che si laureano su questi argomenti e gli rompono le scatole...! Però è un buon segno: i Movimenti hanno ancora qualcosa da insegnare, adesso che c'è un'enorme piccola borghesia diffusa. Brancati diceva che i politici si devono occupare dei bisognosi e invece si occupano della gestione del potere, mentre gli intellettuali si devono occupare dei cretini per farli crescere intellettualmente. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUdJTAmV_h2R7xzA2uvOIh6z4KEa_gMXqY5h3BHVdpU0Zo53pLpgzAUjISfPl_ZWzlzANNAV3VUpenge5WpD2lDPqbuSPQaO6OjLBSK5iTy4RiAZm1nQQ9-nAzAVtS9TR6UgxATerO56M/s1600/Goffredo+speaks.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUdJTAmV_h2R7xzA2uvOIh6z4KEa_gMXqY5h3BHVdpU0Zo53pLpgzAUjISfPl_ZWzlzANNAV3VUpenge5WpD2lDPqbuSPQaO6OjLBSK5iTy4RiAZm1nQQ9-nAzAVtS9TR6UgxATerO56M/s640/Goffredo+speaks.JPG" width="640" /></a></div>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Quella italiana è una tradizione rimasta molto nell'ombra, che parte dal 1860 con la cosiddetta borghesia illuminata dalla forte <b>componente socialista</b>, che dall'Ottocento in avanti è andata crescendo. Hanno contribuito alla nascita di scuole popolari, e una figura come quella di <b>Sibilla Aleramo</b> è più famosa perché amante di Dino Campana che non per aver fondato con <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Cena" target="_blank">Giovanni Cena</a> le scuole nell'agro romano. Sempre nell'ambiente socialista, u</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">n medico si è battuto perché il chinino diventasse di stato. Poi i <b>cattolici</b>, con Don Bosco: i Salesiani furono una <b>componente fondamentale nella formazione degli operai</b>, li preparavano alla vita urbana, a formare una coscienza alla classe operaia. Quindi:</span><br />
<br />
<ol>
<li><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">borghesia liberale </span></li>
<li><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">borghesia socialista </span></li>
<li><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">borghesia cattolica </span></li>
</ol>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>Angela Zucconi è alla confluenza di tutte e tre le componenti</b>. Nasce come intellettuale, studiosa di Kierkegaard, amica di Don De Luca e di <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Roberto_Bazlen" target="_blank">Bobi Bazlen</a>, vero fondatore di Adelphi. Nel dopoguerra ci fu un grande convegno che durò intere settimane, a cui partecipò anche il ministro della ricostruzione, il comunista Emilio Sereni, in cui si posero le basi per un <b>intervento sociale in Italia</b>. Tra le persone di spicco c'è stata <b>Maria Comandini Calogero</b>: fu lei a lanciare uno slogan fondamentale per gli operatori sociali: <i><u>aiutare gli altri perché si aiutino da soli</u></i>. Un vero e proprio <b>inno all'emancipazione</b>, che fu introiettato molto bene dagli intellettuali del periodo. Poi c'era <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Maria_De_Unterrichter_Jervolino" target="_blank">Maria De Unterrichter Jervolino</a>, democristiana a cui tutti si rivolgevano per procurare denaro. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La Scuola <u>laica</u> CEPAS, fondata tra gli altri <b><a href="http://digilander.libero.it/gossrules/2cennistorici.htm" target="_blank">Guido Calogero</a></b>, aveva un'influenza nettamente segnata non solo da Olivetti, ma anche dagli americani, da quelli che erano intervenuti dopo la crisi del '29. Costruire dighe e ponti era sinonimo di progresso: una spinta fortissima che andava di pari passo con la ricostruzione, periodo d'oro della Repubblica, della democrazia, del voto alle donne e degli interventi sociali che hanno cambiato la società italiana. Qui gli assistenti sociali assumono un nuovo ruolo. C'era un discorso molto forte sul cosiddetto </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">sviluppo di comunità</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">. I ragazzi in situazioni di disagio venivano per esempio aiutati a inserirsi nella società... in quegli anni <b>la parola chiave era</b> </span><u style="font-family: verdana, sans-serif; font-weight: bold;">comunità</u><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">, poi sostituita dalla parola sviluppo, nuovo feticcio che guarda altrove. E nel lavoro di comunità <b>Angela Zucconi era protagonista, così </b>come nel risanamento dei Sassi di Matera, e del progetto Abruzzo </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">e </b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Molise. Importantissimo fu anche il Movimento di collaborazione civica animato da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Augusto_Frassineti" target="_blank">Augusto Frassineti</a>, che organizzava tra le altre cose colonie estive a Villa Borghese per i ragazzini delle periferie. Tutta quest'area si è un po' persa con il miracolo economico, molti personaggi si sono trovati un po' spiazzati: Danilo Dolci, Luciano Bianciardi, <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Lucio_Mastronardi" target="_blank">Lucio Mastronardi</a>, Pierpaolo Pasolini si sono uccisi, ed erano tutti contro lo sviluppo. Pasolini era anche contro il progresso, perché provocava mutazione del Paese. Negli anni '70 è definitivamente morta anche la speranza politica, e questo fu drammatico per il lavoro sul sociale, dove la sponda politica era cruciale: si litigava, ma si facevano delle battaglie, la dialettica sociale era molto forte, <b>ora manca completamente</b>. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhD2lY9YR4t679VjenjXkmR9TDr12owFHEwUYZSLm2jpLL1mQPDlmLMddtnyn4Zlqy3ZHDrqxOH3EJasBE_Uq7cU_1taqmhyFjjzO4iuvuATzum_F1BhsKgaxwoL7-FEj53fwUScG5zCS8/s1600/Leggere+Goffredo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhD2lY9YR4t679VjenjXkmR9TDr12owFHEwUYZSLm2jpLL1mQPDlmLMddtnyn4Zlqy3ZHDrqxOH3EJasBE_Uq7cU_1taqmhyFjjzO4iuvuATzum_F1BhsKgaxwoL7-FEj53fwUScG5zCS8/s640/Leggere+Goffredo.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Angela Zucconi aveva il vantaggio, come altre donne, di essere molto colta.</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>*Momento aneddoto*</b>: </span><br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"Una volta Moravia (uno a caso, tipo!) mi chiese cosa facevo, lavoravo al CEPAS con la Zucconi, risposi. Ah, disse lui, quella sciagurata che poteva diventare una grande scrittrice e invece ha scelto di occuparsi dei morti di fame!" </span></blockquote>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Sicuramente, commenta l'Immenso G., in funzione di un super io molto forte. Paolo Volponi viene dal CEPAS, come <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Ottiero_Ottieri" target="_blank">Ottiero Ottieri</a>. All'epoca l'Italia era molto povera, e non parliamo solo del Sud, ma anche del Veneto! Vi erano zone depresse in tutta Italia: l'alluvione in Romagna nel 1953 rivelò <b>un mondo di miseria</b>. Con Danilo Dolci, nel '58, ci fu un convegno sulle condizioni igieniche della Sicilia, dove vi erano fogne scoperte, un malessere sociale enorme. Questa spinta si è fermata con il boom economico. <b>Il Sessantotto è stato una risposta alle mancate riforme del centro sinistra negli anni Sessanta</b>, quando il capitale umano, la manodopera insomma, era a bassissimo costo, e dove ti muovevi c'era qualcuno a cui potevi fare riferimento. L'idea di tutti era quella di un futuro che potesse essere migliore del presente, ai giorni d'oggi invece l'entusiasmo per il futuro è nebuloso (e mi viene tanta nostalgia, poi penso che come mi disse Giancarlo Ferretti la nostalgia è pericolosa, e allora corrugo le sopracciglia e mi dico daje). </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Gli adulti sono i corresponsabili di questo disastro, mentre i giovani sono frastornati. Goeffry in tal proposito cita <i>Quello che dovreste sapere di me. La parola ai ragazzi</i> [Feltrinelli], lettere commoventi e straordinarie di ragazzi che nell'estate 2014 hanno partecipato a un raduno Agesci, piene di intuito, voglia di fare, che... sarà massacrata dagli adulti (ma Goffredo no!). E questi, continua G., tra dieci anni saranno coglioni come noi. Ecco allora, <b>bisogna ripartire da qui, perché ormai l'ultima generazione intellettuali italiani ce la siamo giocata:</b> artisti, poeti, responsabili nei confronti della civiltà italiana, che intervenivano nel dibattito ed erano ascoltati (come Sciascia sull'affare Moro...). <b>C'era un ascolto, c'era un dialogo tra loro e la società</b>. Fofi aveva una borsa di studio di Olivetti, gli voleva bene come a un babbo! </span><br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>"In Italia non ha vinto Olivetti, ha vinto Agnelli"</b></span></blockquote>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>I soldi c'erano</b>, si potevano fare le grandi riforme di struttura (Togliatti). Invece se li sono tenuti loro, il miracolo economico è stato fatto sulla pelle dei contadini meridionali emigrati al Nord. Una volta il polemico G. ha litigato con Pasolini che diceva che gli operai non gli stavano simpatici. Il Sud era in rovina, la vecchia periferia stavano sparendo, diceva Pierpaolo... I giovani si inventavano cose... e Goffredo ribatté, ok alienazione e città grigia (Torino), ma almeno i bambini di fame non muoiono! Una volta a Gubbio i suoi amici si facevano raccontare le meraviglie mondo contadino da sua madre e lei rispose che avrebbe detto sempre un'orazione a quello che ha inventato i cessi dentro casa. E chiude facendo un'osservazione pungente: "mezza Italia vive di cultura, bisogna studiare questo fenomeno". A questo punto scatta forte l'applauso, e io <b>mi trattengo dal far partire i cori da stadio</b>. Faccio un po' di live stalking come da foto sottostanti, e me ne torno felicerrima e contenta nella mia dimora pistoiese, a riposarmi perché il week-end di Leggere la città è appena cominciato! </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglnoq0Ksng2Kmfabb7xG3fmD9pnCkQI8Jxtt-V9-oSpjoWOnLG9_aBPXQpA013waRVEG4ABamF3YL_FgxfuZ0Hmi7dCPINOTtat8Gq0PhJahv-nmM7FJWJ1ftUbisOBJvT9AQ2TYoJZQk/s1600/Stalking+G.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglnoq0Ksng2Kmfabb7xG3fmD9pnCkQI8Jxtt-V9-oSpjoWOnLG9_aBPXQpA013waRVEG4ABamF3YL_FgxfuZ0Hmi7dCPINOTtat8Gq0PhJahv-nmM7FJWJ1ftUbisOBJvT9AQ2TYoJZQk/s640/Stalking+G.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">B.</span></div>
</div>
The Buzzing Pagehttp://www.blogger.com/profile/13372650519098742709noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7838687202546742354.post-90086344026429505012016-05-14T11:45:00.001+02:002016-05-14T11:45:32.461+02:00Giorgia Antonelli racconta la sua LiberAria<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Vi avevo accennato che i racconti del Book Pride non erano finiti. Nel <b>Magico Mondo di Bea</b> questo post sarebbe dovuto uscire giorni e giorni fa, e avrebbe dovuto essere corredato dalla recensione del libro che ho gentilmente ricevuto in omaggio. Nell'<b>Orrido Mondo Reale</b> continuo a chiedermi come facciano le blogger serie a leggere ottocento miliardi di libri e scrivere altrettanti post. Io bimbi al momento <i>non ce la posso fare</i>, ve lo dico col cuore in mano, mi garba un monte tenere il blog leggere e scrivere, ma a livello di tempistica lascio molto a desiderare. Amatemi lo stesso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Detto questo, vi posso almeno finalmente parlare di <a href="http://www.liberaria.it/" target="_blank"><i><b>LiberAria</b></i></a><b>, una realtà editoriale che vi stupirà e non poco</b>. Così se in questi giorni siete al <b><a href="http://www.salonelibro.it/it/espositori/elenco-espositori-2016.html?id=22&view=elem&cid=10434" target="_blank">Salone del Libro</a></b> (dove io me ne sto andando or ora), avrete un altro stand da visitare abbestia! </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Vi confesso una cosa: l'anno scorso, non mi ricordo in che periodo perché diciamo è tutto un po' confuso, </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">avevo stalkerato questa casa editrice</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">, e scoperto che la ragazza che l'ha fondata, </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">Giorgia Antonelli</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">, aveva frequentato i corsi minimum fax che ho seguito anch'io! Mi ero parecchio incuriosita, poi sono diventata Tristezza di Inside Out e fine dello stalking. Al Book Pride non me la sono fatta scappare, ho conosciuto Giorgia dal vivo a Libri Verso davanti a un buon bicchiere di vino, e il giorno dopo, </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">a un orario improbabile </b><span style="font-family: verdana, sans-serif;">e insieme a un goloso pezzo di torta</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">, l'ho finalmente intervistata. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>Ecco cosa mi ha raccontato!</b></span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Giorgia ha sempre avuto <b>un amore viscerale per i libri</b>: "per me i libri sono sempre stati sinonimo di vita". Per questo il suo percorso di vita e di studi ha sempre seguito la strada che la portasse a stare a contatto con gli adorati volumi: i libri sarebbero dovuti diventare il suo lavoro!, con il presupposto che un lavoro solo se fatto <b>con passione</b> si fa bene (e io sono ovviamente molto d'accordo). La nostra eroina aveva finito il dottorato, e ha trovato in un bando della Regione Puglia (Principi Attivi Start Up) l'occasione per cominciare a concretizzare il suo sogno. La sua idea è stata immediatamente quella di creare una casa editrice, ma di farla <b>prevalentemente on-line</b>, con varie innovazioni sui temi del diritto d'autore e del copy-left. Dopo un anno assurdo il progetto si deve concludere, un anno amatoriale, certo, ma a lei piaceva, non riusciva a farne a meno. Così, prima di chiudere i battenti, ha ben pensato di andare a sbirciare come si fa l'editoria; così ha partecipato <b>ai corsi di </b><i style="font-weight: bold;">minimum fax </i>(adesso <b><a href="http://www.scuoladellibro.it/" target="_blank">Scuola del Libro</a></b>). A quel punto, e la capisco davvero ma davvero bene, si è in realtà sempre più gasata e ha detto "vabbè, io la apro questa casa editrice!" Ha mantenuto il nome (<i>LiberAria</i>) perché le sembrava di buon auspicio (e lì vedi <b>la Bea cascare dal pero</b>: ah oddio perché cioè tipo l'aria corrisponde all'etere perché era tutto on-line... grazie a tutti). Insomma Giorgia è una coi piedi ben piantati per terra, consapevole delle difficoltà della crisi del disagio, ma anche con la testa per aria, altrettanto consapevole che se hai una passione non la puoi fermare. A quel punto era necessario riprendere la credibilità di LiberAria, come in una sorta di romanzo di formazione (love), con l'aiuto di tanti co-protagonisti: Alessandra, vecchia amica vecchia socia; Mattia, che si occupava della collana di straniera; Caterina, l'ufficio stampa. Adesso tutti loro non ci sono più dal momento che lavoravano a distanza, e Giorgia aveva bisogno di gente lì, laggiù, <b>fisicamente in Puglia</b>!</span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEBG4tLWcT4Marna0MqCvdxlS8_gpj2hKILwiZAzmowRXCz6bS5tSYUm6BsxWKgztUxed_tCF46xr-3MYtPh6F_Td9sDyrlfdVWqK1Cx9QOJ_hNYuPuiYcu2B9jVv7OLNY5yGC-HSj7Hk/s1600/LiberAria.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEBG4tLWcT4Marna0MqCvdxlS8_gpj2hKILwiZAzmowRXCz6bS5tSYUm6BsxWKgztUxed_tCF46xr-3MYtPh6F_Td9sDyrlfdVWqK1Cx9QOJ_hNYuPuiYcu2B9jVv7OLNY5yGC-HSj7Hk/s640/LiberAria.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Da novembre 2011, data di fondazione della casa editrice, la prima uscita c'è stata a <b>maggio 2013</b>. All'inizio le collane erano tre, ora sono quattro, presto diventeranno cinque:</span></div>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>5)</b> </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b style="font-style: italic;">C'era due volte</b>, un chiaro </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">omaggio a Gianni Rodari. Sarà una collana rivolta ai ragazzi, ma anche agli adulti. Giorgia è sempre stata un'amante di quegli scrittori che hanno messo al servizio della letteratura la meraviglia e la fantasia.</span> </div>
</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>4) </b><i style="font-weight: bold;">Penne</i>, le penne con cui scrivere, e le penne del pavone. Giorgia ha sentito quest'estate, per la prima volta, il verso del pavone, che è "una cosa agghiacciante!". Il pavone è infatti animale sacro del Montenegro, dove si trovava in vacanza; ed è un animale presente in Carver, in <i>Cattedrale</i>, e in <a href="http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/12/03/pavoni-di-flannery-connor.html" target="_blank">Flannery O'Connor</a>. <i>Penne</i> sarà la collana più sperimentale, con ad esempio i racconti di Alessandro Raveggi, e i romanzi di due donne esordienti.</span> </div>
</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>3) </b><i style="font-weight: bold;"><a href="http://www.liberaria.it/web/collane/phileas-fogg" target="_blank">Filias Fog </a></i>è la collana di narrativa straniera, e contiene fra gli altri uno scrittore della <i>longlist</i> del Menbooker Prize. </span></div>
</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>2) <i><a href="http://www.liberaria.it/web/collane/metronomi" target="_blank">Metronomi</a></i></b>, si occupano di saggistica contemporanea misurando "il ritmo della vita quotidiana". XL contemporanea intercetta le dipendenze/passioni delle genti, mentre tra poco vedrà la vita XL Saggi, meno pop, con dei saggi su Giovanni Pascoli. L'idea è nata grazie a un convegno a Tor Vergata, i cui interventi sono diventati brevi saggi, ciascuno su un aspetto di Pascoli, che viene riabilitato come poeta e prosatore eccezionale.</span></div>
<br /><div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; text-align: justify;"><b>1)</b> <i><b><a href="http://www.liberaria.it/web/collane/meduse" target="_blank">Meduse</a></b>,</i> narrativa italiana (di cui vorrò leggere tantissimo <i>L'età definitiva</i> di Giuseppe Schillaci, tra gli altri!). </span><span style="text-align: justify;"> </span> </div>
</blockquote>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><div style="text-align: justify;">
Una prossima uscita a cui Giorgia tiene moltissimo è <b><i>Il Matrimonio di Chani Kaufman </i>di <a href="http://www.independent.co.uk/arts-entertainment/books/features/eve-harris-tension-of-a-life-without-certainty-8783625.html" target="_blank">Eve Harris</a></b>, la cui introduzione è nientemeno che di <b><a href="https://nadiaterranova.com/" target="_blank">Nadia Terranova</a> </b>(cuori!), un romanzo corale che racconta della comunità ortodossa di Londra. Già mi piace, io lo so.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipCghYv3nZ0VMZPsyEFQaRh7HjoI98veOvq0Duyfw48InoasGTe_5wM_84ctQ0d4gZc8CDwVRy-LkZMuIrcDKUDiWgyPm2Ctk_2VNPe6aTvCxiYyr4Z1HFVvAnHs7ZkPAe0jxtvTMqzAc/s1600/La+Squola.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipCghYv3nZ0VMZPsyEFQaRh7HjoI98veOvq0Duyfw48InoasGTe_5wM_84ctQ0d4gZc8CDwVRy-LkZMuIrcDKUDiWgyPm2Ctk_2VNPe6aTvCxiYyr4Z1HFVvAnHs7ZkPAe0jxtvTMqzAc/s200/La+Squola.jpg" width="187" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQjaujssiGIwctQK6xs5Q6ex2dSOWsAaOlgrqczhTxIi4rSHrI6hih7dSyHO-qmY-ix2c4WXDN69sHozLNBnMYMGf1r-OFtPoAYR1NYwD7hacYZGJ_OQpzHJSDJKV3ym3z9I4e7ZDwhxk/s1600/LiberariaSalTo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="116" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQjaujssiGIwctQK6xs5Q6ex2dSOWsAaOlgrqczhTxIi4rSHrI6hih7dSyHO-qmY-ix2c4WXDN69sHozLNBnMYMGf1r-OFtPoAYR1NYwD7hacYZGJ_OQpzHJSDJKV3ym3z9I4e7ZDwhxk/s320/LiberariaSalTo.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Ed è appena uscito <i><b>La Squola</b></i> <b>di Marilù Oliva</b>, e io domani andrò a sentirne la presentazione al SalTo, evviva! </div>
<div style="text-align: justify;">
Molto bene. Io intanto continuo il mio viaggio verso Torino, non vedo l'ora di riabbracciare Giorgia e soprattutto di potervi raccontare <b><i>Il rifugio della puttane </i>di Katy Darby</b>, perché mi sta garbando assai!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ci si sente presto bimbi :D!</div>
<div style="text-align: justify;">
B. </div>
</span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
The Buzzing Pagehttp://www.blogger.com/profile/13372650519098742709noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7838687202546742354.post-77833981095980077102016-05-03T12:32:00.001+02:002016-05-03T17:34:04.297+02:00Luciano Funetta, Dalle rovine<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Oooohm. Serve una buona dose di <b>zen, o dell'arte di scrivere una recensione</b>, per avventurarmi nei meandri di un romanzo che non ho paura di presentarvi come <b>uno dei più belli che io abbia mai letto</b>. Ecco, l'ho detto! <i>Dalle rovine</i> di Luciano Funetta [Tunué, 2015] è il romanzo d'esordio di un ragazzo classe '86 con origini pugliesi ma residente a Roma, dove lavora in una libreria. Tu lettore apri il suo libro, questo libro che fa parte della collana della casa editrice indipendente <b><a href="http://www.tunue.com/it/" target="_blank">Tunué</a></b>, fino a un paio di anni fa votata solo alle graphic novel e che adesso vanta una <a href="http://www.tunue.com/it/86-narrativa" target="_blank">collana di narrativa italiana</a> semplicemente sorprendente curata da <a href="http://www.satisfiction.me/category/rubriche/i-luoghi-e-il-corpo-della-scrittura/" target="_blank">Vanni Santoni</a>, e <b>ciao proprio</b>, dici addio mondo, addio bimbi, e ti immagini la tua dolce metà, tua madre o il tuo datore di lavoro che provano a strapparti il libro di mano, e tu lo tieni strettissimo a te e <b>non lo molli</b>, perché davvero non ce la puoi fare. Ora. <i>Dalle rovine</i> ha una rassegna stampa di tipo più di 60 recensioni, ne ha parlato <b>anche Irma</b> (ir maiale, per chi non è toscano), ed è nella dozzina del Premio Strega, indi per cui non sarò certo io a dare una svolta epocale alla classifica con questo mio stolto sproloquiare, ma insomma, miei adorati lettori, io vi voglio dire quanto sia bello abbestia bao questo dannato romanzo!!!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfP51zk9alUZlyNSBm6e9gSvfHrypjh9wF1wufluEPLzDfNwsoyk1z7A-wONlEkuPnauUiUgsZcJGSLTFgMMaDVw5_bsmhkLsZ8dxcCV9qtLQD0dAAkcPlHTDMQGxzXcqH9hQBSEtIcQE/s1600/Dalle+rovine.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="638" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfP51zk9alUZlyNSBm6e9gSvfHrypjh9wF1wufluEPLzDfNwsoyk1z7A-wONlEkuPnauUiUgsZcJGSLTFgMMaDVw5_bsmhkLsZ8dxcCV9qtLQD0dAAkcPlHTDMQGxzXcqH9hQBSEtIcQE/s640/Dalle+rovine.JPG" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Siamo a <b>Fortezza</b>: città immaginaria che non so se si collochi in Italia o in Sud America. Penso da entrambe le parti. </span></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">A quell'ora Fortezza iniziava a rintanarsi in se stessa. I portoni inghiottivano le sagome di quelli che tornavano a casa e le finestre si illuminavano per poi tornare buie nel giro di pochi secondi, come se la permanenza di quelle persone nei loro appartamenti fosse limitata a un brevissimo arco di tempo in seguito al quale c'era solo il nulla. Mescolati al rumore del traffico si sentivano i tonfi delle risse, i canti straziati delle sirene, le musichette dondolanti che fuoriuscivano dalla radio e dagli impianti stereo dei bar. In lontananza, in cima a una torre annerita, una campana batteva i suoi rintocchi. </span></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">(no cioè capito???) C'è quest'uomo, grosso, te lo vedi, di cui sappiamo solo il cognome, e delle presenze misteriose dietro di lui (siamo noi lettori? Sono i suoi fantasmi? Sono persone in carne ed ossa? Mah). Siamo in periferia, <b>Rivera</b> abita da solo e <b>colleziona serpenti</b>, ma non è che li colleziona e basta, li alleva, li cura, li ama. Per loro ha rinunciato a moglie e figlio, ora spariti chissà dove. Una sera gli prende il ruzzo, preleva una velenosa creatura dalle teche, se la lascia scivolare sul suo corpaccione e si fa masturbare, godendo e non poco. Così pensa, sai che, io lo rifaccio e mi riprendo con la telecamera. E così porta il suo video amatoriale al proprietario dell'ultimo cinema a luci rosse sopravvissuto in città. Questo tipo ci diventa scemo, e mette in contatto il nostro protagonista con uno dei più grandi registi di cinema erotico, <b>Jack Birmania</b>. Da qui io non vi dico più nulla. <b>Non posso</b>. Perché non voglio rovinarvi <b>il disagio e l'angoscia e la bellezza e la decadenza e il soffocare e l'appiccicume e l'eccitazione e l'orrore che si provano leggendo questo libro</b>. Un romanzo che sembra venuto da chissà dove, dalle rovine forse, sì, le rovine della letteratura italiana che pian piano sta porca miseria risorgendo, uscendo dal marciume del sepolcro dove si era nascosta, e mostrandosi in tutta la sua magnificenza con opere come questa di Funetta. Io boh. Pagina dopo pagina ero sempre più allibita. Una struttura perfetta, mai un cedimento, mai un momento in cui ho pensato che fastidio, mai un'esitazione, mai un senso di repulsione. Chiudi il libro, ti senti provato, sudato anche se non lo sei, perché ti è rimasta addosso l'umidità di Fortezza, ti fanno male gli occhi perché si erano abituati al buio dell'intricato giardino di Birmania, le mani ti tremano perché tenevano in mano il manoscritto di Tapia. Consigliarvi di leggerlo mi sembra a questo punto superfluo. Fatelo perdavvero bimbi, non ve ne pentirete.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">***</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>COMUNICAZIONI DI SERVIZIO</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<ul>
<li><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Siccome l'ho organizzata io, vi posso dare una super anteprima, così voi ve lo segnate già sull'agenda e non avrete scuse: il </span><b style="font-family: Verdana, sans-serif;">5 giugno, a Pistoia, alla <a href="https://www.facebook.com/libreriadelglobopistoia/?fref=ts" target="_blank">Libreria del Globo</a>, Luciano Funetta presenterà <i>Dalle rovine</i> con Francesca Matteoni</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">, altra perla nella scuderia Tunué. Io ve l'ho, poi fate voi! Vivvubbì :). </span></li>
<li><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E poi altra cosa super importante: con questo post inauguro la mia collaborazione con </span><a href="http://goodbook.it/" style="font-family: Verdana, sans-serif;">GoodBook.it</a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">, una piattaforma ganzerrima dove potete acquistare libri e poi andarli a ritirare nella vostra libreria di fiducia. Quindi </span><a href="http://www.goodbook.it/libro.asp?isbn=9788867901579" style="font-family: Verdana, sans-serif;" target="_blank">qui</a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> potete trovare il link per portarvi a casa l'adorato libro recensito, non è una cosa bella abbestia? Evviva!</span></li>
</ul>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">B. </span></div>
The Buzzing Pagehttp://www.blogger.com/profile/13372650519098742709noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-7838687202546742354.post-21528633577095403872016-04-26T10:53:00.002+02:002016-04-26T10:53:54.599+02:00Fabio Genovesi, Chi manda le onde<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ogni tanto io ho bisogno di <b>libri come questo</b>. Romanzi con tante pagine, tanti personaggi, tante storie che si intrecciano e che nel giro di pochi capitoli ti catapultano in un mondo che esiste e non esiste allo stesso tempo. <b><i>Chi manda le onde</i> di Fabio Genovesi [Mondadori, 2015]</b>, oltre ad aver vinto la seconda edizione del Premio Strega Giovani, si è anche conquistato un posto speciale nello spazio del mio cuore riservato ai libri. Un lavoro di scrittura durato quattro anni, e ci credo che in tanti hanno giudicato <b>il finale</b> di questa storia <b>un po' frettoloso</b> (cosa su cui in effetti concordo): è come se Genovesi avesse premura di portare al "vissero felici e contenti" Luna, Serena, Sandro, Zot, Ferro, Rambo e Marino (e poi a me il "mese o anno dopo" garba sempre, eccezion fatta per Harry Potter!). Dopo avergliene fatte passare di ogni, dopo un inizio in cui ho pensato, da neofita dell'autore, no bene scrive bene, ma so già dove andrà a parare. E per una cosa è stato così in effetti, ma si tratta di quella prevedibilità necessaria per poi invece muoversi <b>nel mare </b>(è proprio il caso di dirlo)<b> del meraviglioso e dell'ignoto</b>. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Siamo in Versilia, a <b>Forte dei Marmi</b>, <i>fuori stagione</i>. Da qualche anno ho la fortuna di frequentare Viareggio (che, come mi hanno insegnato, NON è in Versilia, ma insomma via siamo lì, non me ne vogliano!), sia d'estate che d'inverno, quando la spiaggia sembra infinita per l'assenza di ombrelloni e sdraio, quando in Passeggiata non vedi nessuno manco per sbaglio, quando il vento ti riporta l'odore del mare che si mischia al freddo umido e pungente. E insomma ecco, per dire che l'ambientazione mi era <b>familiare abbestia</b>, il che ha contribuito ancora di più a perdermi tra le pagine del romanzo. </span></div>
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh27qOwy3KEwz7Pv27vVnMiHzBB9F2_Eo3ZfwsicSWSDEPBAsFiL-r5lUqnaEnpjUwfTYxU5GbimiSRaopuYAkDnrVCxcEK-p46B3WijXtCzG8sIJ9yARgzAT4UBHvBqlvMYFeB7aRRAz4/s1600/Chi+manda+le+onde.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh27qOwy3KEwz7Pv27vVnMiHzBB9F2_Eo3ZfwsicSWSDEPBAsFiL-r5lUqnaEnpjUwfTYxU5GbimiSRaopuYAkDnrVCxcEK-p46B3WijXtCzG8sIJ9yARgzAT4UBHvBqlvMYFeB7aRRAz4/s640/Chi+manda+le+onde.JPG" width="640" /></a><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il colpo di grazia è stato dato dall'<b>incredibile realismo</b> <b>magico </b>che caratterizza i personaggi di Genovesi, assurdi, geniali, che ti rimangono attaccati addosso e con cui scatta un'immediata empatia. C'è <b>Luna</b> che racconta in prima persona la sua storia, una dolcissima ragazzina albina di tredici anni che deve combattere contro una estrema voglia di normalità, quando invece tutto ciò che la circonda è speciale, a partire da suo fratello <b>Luca</b>, il ragazzo dei sogni, bello, bravo, intelligente, simpatico, dolce. Alla loro mamma, <b>Serena</b>, lo scrittore versiliese si rivolge in seconda persona, con uno sguardo protettivo e incoraggiante, della serie dai che ce la fai, anche se hai cresciuto da sola i tuoi figlioli, fai la parrucchiera e ti vesti come Forrest Gump in Vietnam. Però datti pure una possibilità, Serena, 'gnamo. E una possibilità se la deve dare pure <b>Sandro</b>, quarantenne super sfiggy che nella vita non è che abbia combinato proprio granché, come ci racconta l'autore in terza persona. Vive con i genitori, è un insegnante precario, si inventa catechista nonostante con gli amici bestemmi in allegria. Però poi si dice cose come "[...] se il futuro fa vomitare, allora cazzo, conviene tuffarsi di testa dentro a tutto il presente che troviamo". E che diamine! Insieme a loro ci sono anche <b>Zot</b>, un ragazzetto di Chernobyl che parla un italiano retrò, suona la fisarmonica e si veste come un nonno, compagno di classe di Luna emarginato come lei; vive insieme a suo "nonno" <b>Ferro</b>, ex bagnino che io mi sono immaginata avere le sembianze di Braccio di Ferro vecchio grasso e un po' sbronzo :), che regala perle come quella che segue: </span></div>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"Questo lo dici te, e comunque sei un rompicoglioni, questo è sicuro [si riferisce a Zot]. E poi un russo, cazzo, io sono qui di guardia 24 ore su 24 per tenerli lontani, e loro me ne mandano uno in casa a tradimento. Siete proprio dei diavoli. Per tanti anni ci avete fregato con quella stronzata enorme dell'Unione Sovietica, io ci credevo, ci credevamo tutti, Maremma Cane. Che stavate bene, che eravate felici e tutti uguali, l'operaio insieme al dottore, e i soldi non vi interessavano, i soldi erano una roba che ci faceva andare fuori di testa solo noi perché eravamo drogati di capitalismo. Facevamo le manifestazioni, facevamo le Feste dell'Unità, e cosa abbiamo combinato? Un cazzo, ecco cosa, un cazzo moscio abbiamo combinato. E voi intanto aspettavate il momento giusto, e quando proprio siamo finiti male ma male, ecco che arrivate e di colpo siete pieni di soldi, con le scarpe d'oro e gli elicotteri. Ci avete portato via il paese, e noi teste di cazzo che ve lo vendiamo. Ma io no, con me cascate male, io la mia terra non ve la do, capito, non ve la do!"</span></div>
</blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQj_w-wqvu_Km1bpcoZ6Z4RwtiY-IZbLZes9cMUaLg83icJzH7Z7AnJBp0Fjsk8steZuaj1WXAqPrupJVBMwdSnBpTRGqoOIcGLBjLS_Xh164ikEnrtvyXaBdZO12TvK4bwf38-4Oa-Po/s1600/Chi+manda+le+onde+a+Viareggio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQj_w-wqvu_Km1bpcoZ6Z4RwtiY-IZbLZes9cMUaLg83icJzH7Z7AnJBp0Fjsk8steZuaj1WXAqPrupJVBMwdSnBpTRGqoOIcGLBjLS_Xh164ikEnrtvyXaBdZO12TvK4bwf38-4Oa-Po/s640/Chi+manda+le+onde+a+Viareggio.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Cioè capito. Ed è subito Italia <i>old good times</i>, provincia, tuffo negli anni Novanta, orgoglio toscano, e via così, in un susseguirsi di avventure super avvincenti, di tenerezza, di <b>epifanie</b> in cui si intuisce che le cose nonostante tutto possono aggiustarsi, di crescita, di dolore, amarezza, gioia, risate, voglia di morire e di vivere. E poi c'è <b>il mare</b>, il grande mare che tutto dà e tutto toglie, metafora della vita, archetipo universale, contenitore di cose meravigliose che le onde portano sulla spiaggia. Vi giuro che a sfogliare nuovamente il libro per scrivere la recensione mi è venuta voglia di rileggerlo tutto, perché Genovesi sebbene abbia scritto una storia dalla trama "prevedibile", <b>non scade mai nel banale o nel melodramma</b>, tutt'altro. Ti fa venire voglia di fare un sacco di cose, di <b>respirare</b>, di andare a mettere i piedi sul bagnasciuga e di guardare l'orizzonte. </span></div>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ma la vita sarebbe tutta così, felice e giusta, se si potesse viverla un secondo dopo di quando succede. Solo che un secondo dopo è un'eternità, e gli errori tremendi, le scelte sbagliate e le parole infelici, loro sono <b>bestie infide che vivono nelle pieghe dell'adesso</b>, ci si infilano dentro e lo devastano, e un secondo dopo è troppo tardi, arriva e trova ormai un catorcio di vita da rattoppare. </span></div>
</blockquote>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirQYf6KWC4mVgs-0UvxJkc7WqDI2BhBJNgAtWUW2JdGuwzGoliJWY_qnXKi9VwSjbc2dTFPRFm_1rTk_u2JrKJq-MVDRYXjNucYgzZPHoK7X4hcjaH6pbm1YcLPTWJf857Sm19I1pOKec/s1600/genovesi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="307" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirQYf6KWC4mVgs-0UvxJkc7WqDI2BhBJNgAtWUW2JdGuwzGoliJWY_qnXKi9VwSjbc2dTFPRFm_1rTk_u2JrKJq-MVDRYXjNucYgzZPHoK7X4hcjaH6pbm1YcLPTWJf857Sm19I1pOKec/s320/genovesi.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Fabio Genovesi a <a href="https://www.facebook.com/Dentro-le-storie-463551707129357/?pnref=story" target="_blank">Dentro le Storie</a>.</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Durante la rassegna di Dentro le Storie, in cui c'è ovviamente lo zampino di quella meraviglia di Francesca Marson di <a href="http://nuvoledinchiostro.blogspot.it/" target="_blank">Nuvole d'Inchiostro</a>, Fabio Genovesi ha dichiarato che "<b>la vita è la mia scrittrice preferita"</b>. Francesca lo descrive come "<span style="background-color: white; line-height: 18px;">Uno scrittore empatico e carismatico che vuole bene ai suoi personaggi" </span>E tutto allora ha un senso. Quindi basta, ho detto abbastanza: ve lo leggete anche voi questo libro e mi dite cosa ne pensate :)?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">B. </span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />The Buzzing Pagehttp://www.blogger.com/profile/13372650519098742709noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7838687202546742354.post-91635442184604187522016-04-17T22:02:00.000+02:002016-04-18T11:19:17.763+02:00#BookPride2016, o della rinascita - Giorno 2<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgf0vowpFkjKxIvj_E7YDZvDgnjf6QMFubKPh24eIXzm9AbSsEr-ytGRwAIiup3fq1C3z2Tu3MaRyGRhrZvBQqbrpZeaD6KyfkBNaEGI1Djy1X2UDtMDjZe4crUC7PXwOixuyrNVLPJVl0/s1600/2+aprile.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgf0vowpFkjKxIvj_E7YDZvDgnjf6QMFubKPh24eIXzm9AbSsEr-ytGRwAIiup3fq1C3z2Tu3MaRyGRhrZvBQqbrpZeaD6KyfkBNaEGI1Djy1X2UDtMDjZe4crUC7PXwOixuyrNVLPJVl0/s400/2+aprile.jpg" width="400" /></a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Dopo una bella dormita, mi sveglio sorprendentemente alle 7.30, </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">senza nausea né mal di testa,</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">senza l'aiuto della sveglia. Decido perciò di concedermi ancora un'oretta di sonno, durante la quale mi scrive la mia amica <b>Corinna</b> per dirmi che da Verbania sarebbe venuta a Milano per viversi con me il Book Pride... perfetto, evviva! <b>Ancora cinque minuti</b> e poi mi alzo. Sì. <b>Le ultime parole famose</b>. Mi chiama Cori alle 10.30 dicendomi che il suo treno aveva ritardato mezz'ora, e se fossi già in fiera... come no! ...ooooops! Le indico la strada di Pavé, mi preparo alla velocità della luce e vado incontro alla mia amica (e a una <b>super colazione</b>)!</span><br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E così ha inizio il secondo giorno di Book Pride, l'aria è mite, le facce ancor più sorridenti, e io sono carica abbestia. Mi perdo purtroppo la presentazione del <i>Silenzio del lottatore</i> di Rossella Milone [minimum fax, 2015], la sua raccolta di racconti è lì sullo scaffale dei libri da leggere ad aspettarmi. Decidiamo così di fare un bel giretto tra gli stand, e nell'ordine andiamo da NN, 66thand2nd e add. </span><br />
<a name='more'></a></div>
<br />
<ul>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><a href="http://www.nneditore.it/" target="_blank">NN Editore</a> è stato <b>il caso editoriale del 2015</b>. A un anno dalla creazione della casa editrice, che ha fatto la sua prima uscita ufficiale al SalTo15, le cose per NN stanno andando veramente alla grande. E lo si legge negli occhi di <b>Eugenia Dubini</b>, editora splendente e grintosa, e insieme ci interroghiamo su quali possano essere i motivi di tale successo, perché non basta avere un bel catalogo, non basta essere bravi insomma. E invece è così, hanno pure vinto la prima edizione del <b>Premio Sinbad</b> con <i>Panorama </i>di Tommaso Pincio, e il loro stand mi sembra presente <b>da sempre</b> insieme a quello degli altri editori. Mi godo la chiacchierata con Eugenia e Luca Pantarotto sorrido, e poi faccio allegramente <b>la spesa</b>, mettendo nelle mie borse di tela i seguenti libri: <i>Il paradiso degli animali</i> di David James Poissant, <i>Sembrava una felicità</i> di Jenny Offil, <i>Anche noi l'America</i> di Cristina Henriquez e proprio <i>Panorama</i> di Tommaso Pincio. Inoltre in occasione di Book Pride hanno svelato titolo (<i><b>Crepuscolo</b></i>) e copertina dell'ultimo volume della <i>Trilogia della Pianura</i> <b>di Kent Haruf </b>(la mia recensione di <i>Benedizione</i> la potete leggere <a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/2016/02/kent-haruf-benedizione.html" target="_blank">qui</a>). Gioia, tripudio e gaudio!</span></li>
</ul>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjT7NWx3OAzQvnv2BoPfc-b5_4hr5E6ODxzy321qNUpNfwOykIparA7C6xQU2IzPyUyM2dfzkdlNMy5Khrusp2mEnXJ7OAaZ32e0xz4glNAOM-1fwqirwJ9AR1ptZpE1RPncEtsQJE7fc/s1600/NN+Editore.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="462" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjT7NWx3OAzQvnv2BoPfc-b5_4hr5E6ODxzy321qNUpNfwOykIparA7C6xQU2IzPyUyM2dfzkdlNMy5Khrusp2mEnXJ7OAaZ32e0xz4glNAOM-1fwqirwJ9AR1ptZpE1RPncEtsQJE7fc/s640/NN+Editore.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><a href="http://www.66thand2nd.com/" target="_blank">66thand2nd</a> è una realtà che sto scoprendo piano piano. Il loro primo libro che ho letto è <i><a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/2016/03/miguel-bonnefoy-il-meraviglioso-viaggio.html" target="_blank">Il meraviglioso viaggio di Octavio</a></i>, e ho potuto così apprezzare l'<b>estrema cura</b> e nella proposta editoriale e nella realizzazione dell'oggetto libro vero e proprio. Il costo dei loro testi è infatti un pochino più alto della media, ma totalmente giustificato dalla qualità e dall'amore che ci sono dietro. E insomma! Le loro copertine bianche con disegni quasi stilizzati sono riconoscibilissime, quelle della collana <i><b>Bazar</b></i>, "romanzi e testimonianze di scrittori da ogni parte del mondo, spesso trapiantati lontano dalla propria terra d'origine". Poi c'è <i><b>Attese</b></i>, collana "dedicata a tutti quei libri in cui lo sport, la competizione [...] offrono lo spunto per una narrazione più ampia e costituiscono le scintille che innescano il desiderio e il gioco della scrittura". <i>Il meraviglioso viaggio di Ottavio </i>appartiene invece alla collana <i><b>Bookclub</b></i>, "una collezione di libri dedicati al piacere di leggere". Dopo la bella chiacchierata con la ragazza della redazione e un'attenta disanima delle proposte libresche, ho deciso di prendere: <i>Un irlandese in America </i>di Brendan Behan e <i>Il dolce sollievo della scomparsa</i> di Sarah Braunstein, che sembra proprio essere <b>disagio abbestia</b> come garba a me!</span></li>
</ul>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhueMttFSZTB-jGGFuW12qNr7m7uxeugzPhV7rOtWRqHj1-tEw0hSQYSD3oEGHBDQIRqZQfXh8bF8KJXhuUG7bph_CPpljqFguQQOzwziSf7IfJoBsxVrmFmb5QiB2MDYkZIy2SMgGHChU/s1600/66thand2nd.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhueMttFSZTB-jGGFuW12qNr7m7uxeugzPhV7rOtWRqHj1-tEw0hSQYSD3oEGHBDQIRqZQfXh8bF8KJXhuUG7bph_CPpljqFguQQOzwziSf7IfJoBsxVrmFmb5QiB2MDYkZIy2SMgGHChU/s640/66thand2nd.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<ul>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><a href="http://www.addeditore.it/" target="_blank">add editore</a> è una casa editrice che conosco da quando era compagna di stand di Sur a Più Libri 2014. In realtà, lo ammetto, non mi ci ero mai soffermata del tutto, ma a questo giro i bellissimi <b>vasi di margherite</b> tra i libri hanno fatto la loro parte di marketing e io e Corinna siamo state attirate come delle apine :). In realtà add non si occupa di narrativa, bensì di <b>saggistica divulgativa, pamphlet, biografie</b>. Le loro copertine sono <b>super colorate</b> e in effetti con lo stand di Sur ci stavano proprio di lusso. Hanno pubblicato ad esempio il libro di Thuram, o la biografia di Nedved, hanno una collana ganzissima che si chiama <a href="http://www.addeditore.it/libri/esclamativi/" style="font-style: italic;" target="_blank">Esclamativi</a>, un nuovo progetto dedicato all'Asia, e al Book Pride hanno presentato la versione tascabile di <i>Felicità araba</i> di Shady Hamadi, "un manifesto per il popolo siriano". Purtroppo non sono riuscita a partecipare all'incontro con l'autore e non ho preso manco il libro, ma rimedierò presto! A questo giro ho deciso di fare <b>un salto fuori dalle storie inventate</b>, e di leggere <i>Mar del plata</i> di Claudio Fava e <i>La casa di pietra</i> di Anthony Shadid, perché non ho saputo scegliere tra i due, mi ispiravano entrambi un sacco!</span></li>
</ul>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMGbLwxm4L63gbbGxR7dIxx5w2vjsJvA7FANz8eSp_PzY829v-vXq6gzcGQWXfm3Y-cbRRl2yJOe-I0CCsCZyfyJUF9CjM0NOOHWQ7l0SjOVUMypUj-yUEe-bgvzT6_Pd6b89CFdLiekQ/s1600/add.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMGbLwxm4L63gbbGxR7dIxx5w2vjsJvA7FANz8eSp_PzY829v-vXq6gzcGQWXfm3Y-cbRRl2yJOe-I0CCsCZyfyJUF9CjM0NOOHWQ7l0SjOVUMypUj-yUEe-bgvzT6_Pd6b89CFdLiekQ/s640/add.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Fiera e felice della mia prima parte di acquisti, io e Corinna andiamo a prendere <i><b>un paninetto</b></i> in un posto che straripava di milanesi fighi che facevano il brunch, ma noi non abbiamo tempo da perdere, perché sta per cominciare un incontro imperdibile per celebrare i 400 dalla morte di William Shakespeare. </span></div>
<br />
<span style="font-size: large;"><b><u>LAURIE MAGUIRE, EMMA SMITH, 30 Grandi miti su Shakespeare [ObarraO, 2016]</u> </b>ore 14.00 <br />Sala Aleph</span><span style="font-size: medium;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
<span style="font-size: medium;"><br /></span></div>
</div>
<span style="font-size: medium;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: medium;">Intervengono: <b>Stefano Moretti</b> (attore); <b>Nicoletta Valloriani </b>(anglista); <b>Paolo Caponi</b> (anglista, uno dei fulcri dei laboratori shakesperariani al Piccolo di Milano); <b>Maurizio Gatti</b> (editore di ObarraO). </span></div>
<br />
L'arte e la figura di Shakespeare suscitano da sempre ricorrenti e spinosi quesiti, mai risolti definitivamente: chi si celava realmente dietro la firma di William Shakespeare? E' davvero possibile che abbia scritto tutte le sue opere da solo? Era un teschio umano quello utilizzato nella prima rappresentazione dell'Amleto? La sua preparazione scolastica era scarsa o addirittura inesistente? E ancora, l'accusa di plagio rivolta a molte sue opere era fondata? <br />
Le autrici affrontano con brio e incisività i 30 quesiti e, appoggiandosi a un approfondito lavoro di ricerca storiografica e filologica, gettano una nuova luce su quelli che sono ancora oggi i punti oscuri della carriera e della vita del drammaturgo, mostrando anche quanto il materiale storico - o la sua totale assenza - possa essere interpretato e frainteso, e quanto di "personale" mettiamo nelle storie che raccontiamo.<br />
<div>
<span style="font-size: medium;"></span><br />
LAURIE MAGUIRE Docente di Letteratura Inglese al Magdalen College di Osford, autrice e curatrice di libri. Critico teatrale per The Times Literary Sypplement, tiene conferenze nel Regno Unito e in America.<br />
EMMA SMITH Ricercatrice all'Hertford College di Oxford. E' autrice e curatrice di libri, scrive per The Times Literary Sypplement, tiene conferenze nel Regno Unito e in America. <span style="font-size: medium;">
</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">L'incontro comincia con la splendida introduzione del mio amato <b>Maurizio Gatti</b>, che presenta gli ospiti e la chiacchierata che faranno sul grande drammaturgo inglese. Passa poi la parola a Stefano Moretti, che legge alcuni passi dall'<b><i>Amleto</i></b>, e i brividi arrivano in un attimo. </span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9jzLUkcAtnJHc-ZPiHIPMFIHCgY_Xf8gy6AlY0CTuvEeH36Xqd_A_oCExQkpE27ZoYG9mblBMq8avjo6o3osEqbRHRO_8naVpWOifbfF3GtJ_utCbskOwo4yyUjGHFZvgtEk_dEUEIg8/s1600/Shakespeare.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="434" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9jzLUkcAtnJHc-ZPiHIPMFIHCgY_Xf8gy6AlY0CTuvEeH36Xqd_A_oCExQkpE27ZoYG9mblBMq8avjo6o3osEqbRHRO_8naVpWOifbfF3GtJ_utCbskOwo4yyUjGHFZvgtEk_dEUEIg8/s640/Shakespeare.JPG" width="640" /></a></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
</span>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Nicoletta Valloriani ci spiega in seguito di non essere una studiosa di Shakespeare in senso stretto; lei è una contemporaneista, ma <b>è inevitabile occuparsi del Bardo se ci si occupa di letteratura inglese</b>. La sua riflessione è incentrata sulla parola "mito", una parola che usiamo senza sapere bene cosa significhi. Mito deriva dal greco <b>μῦϑος</b>, favola, leggenda, e <b>si contrappone al λόγος</b>, la ragione, il discorso, il reale. Prende forma nel territorio simbolico di una comunità e parte dal basso, senza costrizioni, prendendo caratteristiche di mistero. Si tratta di un riferimento centrale per dare un senso al nostro reale. Un critico inglese ha detto che <i><b>Shakespeare non significa</b></i>, siamo noi che conferiamo significato alle cose attraverso lui: è quindi un <b>meccanismo di autorizzazione della realtà</b>,<b> </b>porge lo specchio alla natura.</span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
<div style="text-align: justify;">
Paolo Caponi invece ritiene che si debba innanzitutto affrontare il <b>problema dell'autorialità</b>. Egli ricorda come la <b>scrittura teatrale</b> sia un tipo di scrittura molto collaborativo, che non vi sia <b>mai un autore solo</b>, e che quindi Shakespeare vada inteso in questo senso, un maestro che coordina tutte le risorse che ha a disposizione. In questo modo, aggiunge Caponi, è più facile capire perché di un'opera esistano versioni anche molto differenti tra loro.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhINv-9IT9xuR84Q_Dd-vs7ahkrl1iqzKifWWYhC13BoWTZee8_mxdAl_rSEhDnE141g4WykEzNGBJF5SZptXYMfqH7Du8NFYao9cSf5TeCef54lzXHt9yVnIoB_FwDpA2ogNvbVVHNTEA/s1600/ObarraO.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="258" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhINv-9IT9xuR84Q_Dd-vs7ahkrl1iqzKifWWYhC13BoWTZee8_mxdAl_rSEhDnE141g4WykEzNGBJF5SZptXYMfqH7Du8NFYao9cSf5TeCef54lzXHt9yVnIoB_FwDpA2ogNvbVVHNTEA/s400/ObarraO.JPG" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Raggiunge gli altri ospiti anche il traduttore del libro, <b>Pietro Ferrari</b>, che ci racconta delle difficoltà che ha avuto nel trovare la giusta metrica, trovandosi a tradurre anche passi di cui nessuno ha saputo dare la traduzione esatta. La lingua utilizzata dalle autrici, dice sorridendo, è molto bella. Ci fa notare che <b>la lingua inglese di oggi sarebbe molto diversa se Shakespeare non fosse nato</b>, poiché molte parole le ha coniate lui stesso per le sue esigenze metrico-drammatiche, come ad esempio la parola <i>lonely </i>(e come dice Cori, <b>anche nella Lonely Planet c'è Shakespeare!</b>).</div>
<div style="text-align: justify;">
La parola torna a Paolo Caponi, che ci ricorda come le opere di teatro siano fatte per essere recitate; perciò è necessario che tra scrittore e attore si istituisca un ponte che arrivi a coinvolgere il pubblico mediante il linguaggio. Per questo la traduzione è difficilissima, ci sono molte parole gergali, locali, e non si tratta quindi di un'operazione solo linguistica, ma ha a che fare con la <b>comprensione del contesto, della cultura</b>. In <i>House of Cards</i>, in <i>Deadwood</i>, i protagonisti utilizzano interi dialoghi shakespeariani... E poi in realtà non leggiamo mai Shakespeare, ma il traduttore! E quelle limitazioni, quegli attriti, quegli ostacoli, non sono altro che una ricchezza, che permette di incespicare e non avere un eloquio quotidiano. Cuori per sempre. La presentazione si conclude con Moretti che legge il mio passaggio preferito del <b><i>Macbeth</i></b>, <i>Atto 5</i>, <i>Scena</i> <i>5:</i></div>
</span><br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br />Life's but a walking shadow, a poor player<br /> That struts and frets his hour upon the stage<br /> And then is heard no more: it is <b>a tale<br /> Told by an idiot, full of sound and fury,<br /> Signifying nothing</b></span></blockquote>
<div style="text-align: right;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La vita non è che un'ombra che cammina, un povero commediante</span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<div style="text-align: right;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">che si pavoneggia e si agita, sulla scena del mondo, per la sua ora</span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: right;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">e poi non se ne parla più: una favola</span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
</span>
<div style="text-align: right;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">raccontata da un idiota, piena di rumore e di furore</span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
<div style="text-align: right;">
che non significa nulla</div>
</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLVxAqSPhSmbino3GzmeH1lz54aJjKj7z_Zy3AfnAQ67i3XgAn3kOdCdGLPcm1-nCd8lurEyupeEAX-mUmn_xTX4IITf2_E7TRKiiqL7n4rslXAdDB_K8Km9EOwKklI4LrwxNS-fHhMcs/s1600/BeccoGiallo.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLVxAqSPhSmbino3GzmeH1lz54aJjKj7z_Zy3AfnAQ67i3XgAn3kOdCdGLPcm1-nCd8lurEyupeEAX-mUmn_xTX4IITf2_E7TRKiiqL7n4rslXAdDB_K8Km9EOwKklI4LrwxNS-fHhMcs/s320/BeccoGiallo.JPG" width="291" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E vabbé. Io e Cori ci s'ha quasi le lacrime agli occhi, ci spelliamo le ami a suon di applausi, e prese dall'euforia andiamo a fare una velocissima tappa in bagno per poi fiondarci in Sala Flatlandia, dove si tiene l'incontro organizzato da <a href="http://main.beccogiallo.net/" target="_blank">Edizioni BeccoGiallo</a> in collaborazione con l'Istituto Confucio di Milano per la presentazione della graphic novel <i><b><a href="http://www.beccogiallo.org/shop/136-primavere-e-autunni.html" target="_blank">Primavere e autunni</a></b></i>, testi e disegni di Ciaj Rocchi e Matteo Demonte, <b>la storia di un giovane commerciante di cravatte cinese arrivato a Milano nel 1931</b>. Restiamo incantate dalla storia di Wu, e poi ci prendiamo una piccola pausa: è arrivata <b>la Eli!</b> La raggiungiamo nei corridoi degli stand, abbracci e baci, la bimba si sincera sul mio stato di salute (visto che giovedì sera quando ci eravamo viste non ero esattamente in forma) e poi <b>via verso i libri!</b> Andiamo tutte allegramente a fare un nuovo giretto, e sostiamo un bel po' di tempo da Iperborea, tanto per sancire ancora il nostro nordico amore! </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1cT2bAKEOL4Z47F42JKGV61dMT1Tg5p4zP4XeVMYEss_nc_ZIb_z-1QRRa_FxDU_m30YUxz3qlQ196EtM6NJTZEHM2MiKKqCbzhXA4Jx4OlQ12mWUyThsg2Ql8hvydfBvGcqNTV9bfA4/s1600/Iperborea.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1cT2bAKEOL4Z47F42JKGV61dMT1Tg5p4zP4XeVMYEss_nc_ZIb_z-1QRRa_FxDU_m30YUxz3qlQ196EtM6NJTZEHM2MiKKqCbzhXA4Jx4OlQ12mWUyThsg2Ql8hvydfBvGcqNTV9bfA4/s640/Iperborea.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Poi però il sole ci chiama e usciamo a fumare un cicchino (uso il noi per sentirmi meno una brutta persona). Di lì a poco ci raggiunge anche Ilaria, e lì basta, visto che siamo a Milano e ho la macchina fotografica figa scatta <b>il momento fashion blogger</b>, e voi ora ve lo sorbite!</span><br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">*intermezzo idiota*</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQvhDiN5g89CMBiCQAif0fQZawMDuh2vZWajYs-syuu7FfsLQ9b9vIuMeoMedQYYCg-OI7iX0vBqgtk5tS8FkeRwDk3-9p-qHGWnWnHI8EXtaLY83n9hKQSaRT0coXRhQvL7d8OluPTAk/s1600/FashionBimbe.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="384" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQvhDiN5g89CMBiCQAif0fQZawMDuh2vZWajYs-syuu7FfsLQ9b9vIuMeoMedQYYCg-OI7iX0vBqgtk5tS8FkeRwDk3-9p-qHGWnWnHI8EXtaLY83n9hKQSaRT0coXRhQvL7d8OluPTAk/s640/FashionBimbe.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: right;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Bene. Dopo questo memorabile <i>shooting</i> ho salutato le bimbe, e mi sono trovata con <b>Francesca</b>, un'altra mia compagna di corso della Scuola del Libro. Tanta felicità, tanto bene, tante, tantissime chiacchiere! Prima però, un incontro a cui attendere insieme: </span></div>
</div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-size: medium;"><b style="text-decoration: underline;"><br /></b></span>
<br />
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: left;">
<span style="font-size: medium;"><b style="text-decoration: underline;">PRESENTAZIONE PREMIO SINBAD 2016</b> </span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="text-align: justify;">ore 18.00 </span></div>
</div>
<span style="font-size: medium;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
<span style="font-size: medium;">Sala Flatlandia</span></div>
</div>
</div>
<br />
<span style="text-align: justify;">Intervengono: <b>Ginevra Bompiani</b>; <b>Daniele Di Gennaro</b> (<i>minimum fax</i>); </span><b style="text-align: justify;">Isabella Ferretti</b><span style="text-align: justify;"> (66thand2nd); </span><b style="text-align: justify;">Agnese Manni </b><span style="text-align: justify;">(Manni Edizioni); </span><b style="text-align: justify;">Lorenzo Flabbi</b><span style="text-align: justify;"> (L'Orma editore); <b>Marco Zapparoli</b></span><span style="text-align: justify;"> (Marcos y Marcos, ma solo spirutalmente). </span><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il <b><a href="http://www.premiosinbad.it/" target="_blank">Premio Sinbad</a></b>, spiega Daniele Di Gennaro, è un <b>premio indipendente</b> con la giusta promozione dei libri, da un'idea nata due anni fa da una costatazione molto semplice sulla necessità di avere un nuovo premio letterario in Italia, visto che sul principale i giudizi sono sempre più negativi (e qui <a href="https://www.youtube.com/watch?v=8R-WqJtGQ3o" target="_blank">Diana</a> non sarebbe d'accordo^^). L'idea è stata accolta dall'assessore della città di Bari, che si è speso affinché avvenisse un premio con caratteristiche innovative:</span></div>
<br />
<ul>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Giuria trasparente, che nuota</span></li>
<li style="text-align: left;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Solidarietà di editori che si sono messi a lavorare gratis per costruire questo premio</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Strumenti di pulizia</span></li>
<li style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Una roba bella, fatta bene!</span></b></li>
</ul>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgP44-T0i_vjTL_B8yXz6ljL7oz6VylR4iJ3-nnXkoXs8yU4jJaDiD1AdsW7sxPou7vATxMysf4zt1xp_1O5T60-52opQT_M4j3wA8JKkG3HrafCwguQzH2ksnZaDEg4bsjwi__1VGYN3g/s1600/Sinbad2.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgP44-T0i_vjTL_B8yXz6ljL7oz6VylR4iJ3-nnXkoXs8yU4jJaDiD1AdsW7sxPou7vATxMysf4zt1xp_1O5T60-52opQT_M4j3wA8JKkG3HrafCwguQzH2ksnZaDEg4bsjwi__1VGYN3g/s640/Sinbad2.JPG" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ed eccoci quindi arrivati alla <u>seconda edizione</u>, e alla presentazione del nuovo Comitato Tecnico, formato da quattro editori che cambiano di anno in anno e che ovviamente non possono candidare i propri libri. Quest'anno è formato da <b>66thand2nd, Marcos y Marcos, Manni Edizioni e freschi freschi da nomina, L'Orma editore</b>! Evviva!!! Prende così la parola l'elegante e squisita Ginevra Bompiani, che si focalizza sull'atteggiamento degli editori indipendenti, che se riesce ad essere <b>collaborativo e non competitivo</b>, è in grado di creare cose belle come:</span></div>
<br />
<ul>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Una nuova legge per il libro proposta lo scorso anno</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il Book Pride</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il Premio Sinbad, come il marinaio che è andato con la sua nave a vendere i suoi prodotti e ad affrontare le sue avventure.</span></li>
</ul>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Questo è un premio dedicato solamente agli editori indipendenti, nato come diceva Di Gennaro dalle pecche del Premio Strega, non trasparente perché si sa già chi lo vincerà. Invece gli stessi giudici del Sinbad, lo scorso anno, non avevano idea di chi lo avesse vinto, perché non si erano messi d'accordo. La discussione avviene pubblicamente davanti a una platea, perché lo <b>scopo</b> del premio è promuovere l'editoria indipendente e gli scrittori indipendenti, ma anche la <b>critica indipendente</b>. Si compone di <b>due fasi</b>. Il <u>primo Comitato di selezione</u> è formato da:</span></div>
<br />
<ul>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">3 librerie</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">3 biblioteche</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">3 gruppi di lettura</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">3 blog letterari</span></li>
</ul>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Poi c'è il <u>secondo Comitato di selezione</u>, diviso in due gruppi, formato da critici, scrittori e giornalisti. Rispetto agli altri premi ci sono molte differenze, una di queste è <b>economica</b>. L'anno scorso è stato risolto grazie all'entusiasmo dell'Assessore alla Cultura di Bari, e quest'anno la Regione Puglia darà lo stesso sostegno.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqKaapXJnXbmJR0ns_Z-qvJa5EG6R9cngklWC7R8oj24LBe36vnVx0COqL2RovFtgagraocRipUyOeAUCBIDPKqcT32sXjH6tG9lGNa9bTRaa2MG6k6-0llQZztE-BYY_ZY3KUcJgCyF8/s1600/Sinbad1.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqKaapXJnXbmJR0ns_Z-qvJa5EG6R9cngklWC7R8oj24LBe36vnVx0COqL2RovFtgagraocRipUyOeAUCBIDPKqcT32sXjH6tG9lGNa9bTRaa2MG6k6-0llQZztE-BYY_ZY3KUcJgCyF8/s320/Sinbad1.JPG" width="319" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ginevra Bompiani ci racconta che <b>la prima edizione è stata eccezionale </b>(nota mia: hanno vinto <i>Panorama</i> di Tommaso Pincio, NN, per la narrativa italiana, e <i>I miei piccoli dispiaceri</i> di Miriam Toews, Marcos y Marcos, per quella straniera) quindi ora gli editori hanno il compito non da poco di costruire da quello che già esiste, di ribadire altrettanta qualità. Non ci sono filtri d'entrata, non c'è una valutazione preventiva di meritevolezza dell'opera, in modo da <b>poter dare una chance</b> a quell'editore che ha creduto in quello scrittore che altrimenti avrebbe avuto le porte chiuse. </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Prende poi la parola </span><b style="font-family: Verdana, sans-serif;">Chiara Valerio</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">, che ha avuto l'idea iniziale del premio: </span></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">"Quando l'editore ci mette l'amore e il corpo crea cose meravigliose, anche nel clima lugubre".</span></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Dopo questa esternazione non potevo che <b>prendere la parola</b> diventando mega rossa e ringraziando tutti gli editori per il meraviglioso lavoro che fanno, e per rendere noi lettori tanto tanto felici. Sono le sette e mi è venuto un buco gigantesco allo stomaco: <b>tutto questo amore mette proprio fame</b>! Allora mi porto Francesca al baretto, ci facciamo una pizza e ci raccontiamo un anno di arretrati. Awwwww! Poi mi rendo conto dell'ora, saluto Francesca e corro da <b>Giorgia Antonelli</b>, allo stand di <a href="http://www.liberaria.it/" target="_blank">LiberAria</a>, per intervistarla sulla casa editrice che ha fondato, ma questa storia, cari lettori, ve la racconto <b>un'altra volta</b>, è troppo bella e merita uno spazio tutto suo (anche perché vi dovrò raccontare del libro con cui mi hanno omaggiata, <i>Il rifugio delle puttane </i>di Katy Darby, che ha tutte le carte in regola per piacermi un sacco)! Corro anche allo stand di <a href="http://www.gran-via.it/" target="_blank">Gran Via</a>, ma Stefania Marinoni, con cui ero rimasta d'accordo per fare una bella chiacchierata sulla traduzione, se ne era già andata (giustamente anche, il sole era tramontato da mo'!). Mi prendo allora <i>Biografia di un albero</i> di Hernan Ronsino, tradotto proprio da lei, e faccio il mio ultimo giro di saluti e acquisti. Da <b>Keller</b>, dove non trovo Roberto ma una ragazza simpaticissima, e mi prendo <i>La felicità di Emma</i> di Claudia Schreiber, <i>Il nostro riparo </i>di Frances Greenslade e <i>Gli ultimi giorni di Smokey Nelson</i> di Catherine Mavrikakis, che mi ispirano tutti abbestia e di cui ho sentito grandi cose. <b>Dall'Orma</b> abbraccio <b>Lorenzo, Marco, Elena e Chiara</b>, e mi porto via <i>Storie assassine</i> di Bernard Quiriny, perché è un libro bello e non lo dice solo Federica ;). <b>Da <i>minimum fax</i></b>, dalle meravigliose <b>Valentina, Rossella e Maura</b>, veterane e vincitrici assolute della vita da Fiera, e finisco da Sur, saluto <b>Marco e Alessandro</b>, cerco di non piangere come una pulzella qualunque ma di essere una vera book-blogger, e mi dirigo <i>con tipo cinque borse di tela da 30 kg ciascuna</i> verso la mia mansardina, per l'ultima notte milanese. <b>Vesciche, schiena rotta, occhiaie e voce da trans</b> sono ormai una garanzia, così però come le <b>gote</b> che fanno male dai tanti sorrisi fatti, gli <b>occhi pieni di colori</b>, di parole, di belle genti. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0ciOvaA1ZDiuAGjfb8PsUENViEAKNsGG-jFaqTzkqtqGddksNNMsU3PiNiYKqRIvkcbjD3qXNl3QEO9UKC6VW8FB_K_MUwzLrF6Gj8W99lok_xXLB1z0CGGwihd48G3PGqXLKzpxJvSE/s1600/Cartoline.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0ciOvaA1ZDiuAGjfb8PsUENViEAKNsGG-jFaqTzkqtqGddksNNMsU3PiNiYKqRIvkcbjD3qXNl3QEO9UKC6VW8FB_K_MUwzLrF6Gj8W99lok_xXLB1z0CGGwihd48G3PGqXLKzpxJvSE/s640/Cartoline.jpg" width="640" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>Nuove storie da leggere</b>, altre cui ho dato l'arrivederci a presto a Torino, la consapevolezza di quanto sia bello e soprattutto possibile stare bene. Considerando come stavo lo scorso anno, beh, direi che mi sono impegnata abbastanza. E quindi un <b>sintetico ma sincero ringraziamento</b> a tutt<b>e</b> coloro che mi hanno accompagnata in questa mia avventura, per gli abbracci e le occhiate complici e le risate e l'esaltazione massima che solo un amante di libri può provare. Agli organizzatori, Gino Iacobelli e Maurizio Gatti in primis. Ai miei editori del cuore. A Luke che mi ha prestato la fotocamera e mi ha permesso di darmi un tono. A Airbnb. A Pavé. Ai tassisti di Milano che sono gentili educati e guidano ammodo. A chi mi ha portato le borse in stazione. Alla Scuola del Libro 2015. A tutti, anche a chi non c'era. Grazie. Grazie. Grazie. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgafTolsIh_FmZ6SuD0WdkdCNqmqb0x0VWLB5xHJIKORRdIr71KyrNHkH91Xgis1k3useEdLUgkzM4IN41cnBA37NvgObaBi9JmyGYusVP5hebW8MUG9dyxR1weADnz-BkQ992bicm3dzk/s1600/Curva+Sur.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgafTolsIh_FmZ6SuD0WdkdCNqmqb0x0VWLB5xHJIKORRdIr71KyrNHkH91Xgis1k3useEdLUgkzM4IN41cnBA37NvgObaBi9JmyGYusVP5hebW8MUG9dyxR1weADnz-BkQ992bicm3dzk/s640/Curva+Sur.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E ovviamente, ai libri (sì, tipo entità astratte, così!). Alla prossima bimbi!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">B. </span></div>
</div>
The Buzzing Pagehttp://www.blogger.com/profile/13372650519098742709noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7838687202546742354.post-16735543551931666592016-04-08T13:47:00.000+02:002016-04-18T12:19:15.817+02:00#BookPride2016, o della rinascita - Giorno 1, 2^ parte<div style="text-align: justify;">
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Pausa, dicevamo: con la Fede ci dirigiamo un attimo provate <b>verso il baretto</b>, che in realtà è un bar proprio figo, con i prodotti del <a href="http://panificiodavidelongoni.com/public/" target="_blank">Panificio Davide Longoni</a>. Oltre al doveroso caffè, io mi prendo anche un pezzo di <b>pizza bianca</b> (nel senso comune e non romano di pizza bianca!), e mi sento riavere. Osserviamo deliziate <b>la fauna di Brook Pride</b>, rendendoci conto che c'è davvero un monte di gente e siamo felici, ma soprattutto prontissime per il prossimo appuntamento. </span><br />
<span style="font-size: 13.5pt;"><span style="font-size: 13.5pt;"><span style="font-weight: bold;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: small;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></span></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEim8yfCezEZW5Rsz2Aqcz8KEdlnLn7PM_5pE-n5s1wgAynmMxRUfJPHtXyM9uQ3Xw3wjX2w3CLEL1RKqgIygnAoPPWwg1yuifiazxV_vGA9RaiIqzaEhBQ8Oudu0NBGzuSXMshEb0_U33o/s1600/Book+Pride+Cibo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEim8yfCezEZW5Rsz2Aqcz8KEdlnLn7PM_5pE-n5s1wgAynmMxRUfJPHtXyM9uQ3Xw3wjX2w3CLEL1RKqgIygnAoPPWwg1yuifiazxV_vGA9RaiIqzaEhBQ8Oudu0NBGzuSXMshEb0_U33o/s640/Book+Pride+Cibo.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: 13.5pt;"><span style="font-size: 13.5pt;"><span style="font-weight: bold;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: small;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></span></span>
<span style="font-size: 13.5pt;"><b><u><br /></u></b></span>
<span style="font-size: 13.5pt;"><b><u>ILARIA GASPARI, <i>ETICA DELL'ACQUARIO</i> [VOLAND, 2015]</u></b></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">ore 19.00 </span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Sala Mompracen</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Intervengono: <b>l'autrice</b> e <b>Chiara Bardelli Nonino</b></span><br />
<span style="font-size: 13.5pt;"><br /></span>
<span style="font-size: 13.5pt;">Gaia è bella, egocentrica e infelice. Un giorno di novembre torna nella città in cui ha studiato, dopo un'assenza di dieci anni. A Pisa niente sembra cambiato, invece è cambiato tutto. Gaia ritrova gli amici di una volta e il suo amore dei tempi dell'università; ma a dividerli ci sono, ora, gli anni passati lontani e la morte di una compagna di studi, Virginia, avvenuta in circostanza oscure. L'inchiesta sul misterioso suicidio si snoda fra le vie della città e i collegi della Scuola Normale, fra ricordi sepolti e ossessioni che vengono alla luce. </span><br />
<span style="font-size: 13.5pt;"><br /></span>
<span style="font-size: 13.5pt;"><i>ILARIA GASPARI è nata a Milano nel 1986 e si è diplomata in Filosofia alla Scuola Normale di Pisa. Attualmente vive e lavora a Parigi, dove sta scrivendo una tesi di dottorato. </i>Etica dell'acquario <i>è il suo primo romanzo.</i></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0qwpeHFwBxGcQoyO5tT2cfOLx08O2m0uDIuK0KZqoqFz708aGw8BpMDCJnP0nKufcOjJkxVlJFd_W9SUrsumlXPaJZSxFSmPhVT1T9BkKjCsKKKTA2IV_Y5DUTXikBD9PPApK0B6Ysic/s1600/Voland.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="396" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0qwpeHFwBxGcQoyO5tT2cfOLx08O2m0uDIuK0KZqoqFz708aGw8BpMDCJnP0nKufcOjJkxVlJFd_W9SUrsumlXPaJZSxFSmPhVT1T9BkKjCsKKKTA2IV_Y5DUTXikBD9PPApK0B6Ysic/s640/Voland.JPG" width="640" /></a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ovviamente non potevo mancare a questa presentazione: tenevo sott'occhio </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">questo libro da quando è uscito, </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">un noir ambientato aPPisa</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">, maddavvero? E poi Ilaria l'ho proprio già vista, e quando (con il supporto morale di </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">Viola, ufficio-stampa di Voland</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">) vado a chiederle di firmare la mia copia del libro, anche lei dice che non sono una faccia nuova... deh, ci si sarà viste </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">da Fabri! </b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Momento nostalgia portami via. Comunque. </span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Chiara Bardelli Nonino inizia con il chiederle di parlare un po' della <b>voce narrante</b>, quella della protagonista Gaia, che appare sempre molto lamentosa...<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ilaria confessa che durante la stesura del romanzo un'amica le suggerisce di il suo personaggio più cattivo; pensandoci bene,
visto che aveva già iniziato a scrivere un noir in prima persona, decide così di farla pure stronza. Ha dunque creato un personaggio <b>cattivo ma tenero</b>, cosa che ha
ritenuto più interessante, cosicché tutti potessero riuscire a immedesimarsi
nella protagonista.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Chiara cita poi una domanda che era stata rivolta a Vladimir Nabokov: il
personaggio ha preso una vita quasi sua? E lui rispose assolutamente no. Chiede così a Ilaria di parlare del <b>rapporto</b> che ha intrattenuto <b>con i suoi personaggi</b>. La giovane scrittrice ammette di</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> farsi schiavizzare dai personaggi,
Gaia ha fatto un po' quello che voleva: è una voce narrante in prima persona, molto
forte, un <b>personaggio molto narcisista</b>, di modo che gli altri personaggi restano solamente
abbozzati.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La domanda successiva riguarda invece <b>l'ambientazione</b> di <i>Etica dell'acquario</i>, e il modo in cui un ambiente molto chiuso, limitato, abbia o meno condizionato la scrittura. E qui Ilaria esordisce citando uno dei miei gruppi Facebook preferiti: <b><a href="https://www.facebook.com/groups/92784385170/?fref=ts" target="_blank">"</a></b></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b><a href="https://www.facebook.com/groups/92784385170/?fref=ts" target="_blank">Non può piovere per sempre... Ah No?!? MAI STATO A PISA?"</a></b>, per evidenziare come tutto, nel romanzo, sia caratterizzato da una sorta di putrescenza, da una pioggia continua, il tutto in un ambiente molto piccolo, in una </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>Pisa come un grande stagno</b>..</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">. La villa di vetro è inoltre uno specchio
dell'acquario. Ilaria ammette di esserei leggermente claustrofobica, quindi
anche lei era in costante angoscia durante la scrittura. La vera sorpresa è stata vedere che anche la città
diventava un personaggio a sé stante. Quindi sì, l'atmosfera cupa ha rappresentato certamente una sorta di limite stilistico. </span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Per contrasto alla tipica domanda di cosa ci sia di autobiografico nel libro, Chiara Bardelli Nonino chiede a Ilaria Gaspari quali siano gli elementi che lo sono meno. Sicuramente, risponde Ilaria, la p</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">ersonalità della protagonista non coincide con la sua; lo stato di
fissità delle cose, così come le tragedie, sono inventate. Di autobiografico invece c'è
principalmente una cosa, cioè riuscire a <b>portare fuori dalla realtà alcune
dinamiche che aveva osservato come leggi di un ambiente chiuso</b>. Conformismo,
violenza, leggi di prevaricazione: ha cercato di ridurre queste situazioni in forma
privata.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWqgbcZOXJ6fsnrXXX-cWVlOspAGvzKVdt05E7g_JmPNJKR3IvvXqpA6xQz8hYAbSJlqiXmFTqVAwaC3vw9YcgY_Au7qxGBZE23x77L1IJSzSjEo25QjEKQc0A7gP7Wg-Vu_crWSWusQk/s1600/Etica+dell%2527acquario.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWqgbcZOXJ6fsnrXXX-cWVlOspAGvzKVdt05E7g_JmPNJKR3IvvXqpA6xQz8hYAbSJlqiXmFTqVAwaC3vw9YcgY_Au7qxGBZE23x77L1IJSzSjEo25QjEKQc0A7gP7Wg-Vu_crWSWusQk/s640/Etica+dell%2527acquario.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Onestamente non vedo l'ora di leggere <i>Etica dell'acquario</i>, vi farò sapere abbestia (colgo l'occasione per salutare tutti i pisani autoctoni e adottivi in ascolto). </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8rtOhLsfZq3b6A3BdxLiQPKhav2kgEByRf1d3loZF7dC5DM4hIXHviVi6aM8UwfB1Z2d4M1krNBQiZ6bnADqpiYiJmFOoWkoinKZG8eRuDHkcs33_a2QKD3yQ-naz998kHzu-wbefK64/s1600/Orto.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8rtOhLsfZq3b6A3BdxLiQPKhav2kgEByRf1d3loZF7dC5DM4hIXHviVi6aM8UwfB1Z2d4M1krNBQiZ6bnADqpiYiJmFOoWkoinKZG8eRuDHkcs33_a2QKD3yQ-naz998kHzu-wbefK64/s200/Orto.jpg" width="199" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Sono ormai quasi le 20.00, io e la Fede decidiamo che <b>si è fatta pure una certa</b>, ci diamo appuntamento di lì a un'ora al ristorante dove abbiamo saggiamente prenotato, e facciamo rientro nelle nostre dimore. Non credo vi interessi la cronaca dei miei preparativi né delle nostre meravigliose chiacchiere, perciò vi segnalo soltanto il posto fighissimo dove abbiamo cenato, <i><a href="http://www.ortomilano.it/" target="_blank">Orto erbe e cucina</a></i>. Una cosa fenomenale! Finito il cenino, ci dirigiamo belle belle verso le Colonne di San Lorenzo, dove è ubicata niente meno che <a href="http://www.libreriaverso.com/appuntamenti/" style="font-weight: bold;" target="_blank">Verso Libri</a>, dove si terrà il secondo appuntamento di <b>BookPrideOff</b>: <u>Marco Cassini, editore di <a href="http://www.edizionisur.it/" target="_blank">Sur</a>, intervista <b>L'or</b>enzo Flabbi e<b> Ma</b>rco Federici Solari</u>, i formidabili editori dell'<a href="http://www.lormaeditore.it/" target="_blank">Orma</a>. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmGFHLu0Z4nVFGZQj16Z7OOJE-ZXKfO20ja0D-CpLJZiM_tPAObsEnOLxDr7luJZ55HJWZ7-h64bfQz2wE32oi2kk6cB3el1D8nFhz6sryMmvLdbzu9knbjnrS-IjtLWR-h49eFhHKftI/s1600/L%2527Orma.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmGFHLu0Z4nVFGZQj16Z7OOJE-ZXKfO20ja0D-CpLJZiM_tPAObsEnOLxDr7luJZ55HJWZ7-h64bfQz2wE32oi2kk6cB3el1D8nFhz6sryMmvLdbzu9knbjnrS-IjtLWR-h49eFhHKftI/s640/L%2527Orma.JPG" width="640" /></a></div>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Io avevo intervistato Marco in occasione di Più Libri 2014 (leggetene </span><a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/2014/12/piulibri14-il-mercato-del-libro-e.html" style="font-family: verdana, sans-serif;" target="_blank">qui</a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">), e insieme alla Fede, a Federica (che ora lavora con loro!) e Giuliano avevamo intervistato Marco per un progetto per la Scuola del Libro. Quindi ecco, diciamo che in realtà ci siamo </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">spaparanzate sul divano rosso</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> incautamente lasciato libero, abbiamo sorseggiato dell'ottimo vino e ci siamo godute l'atmosfera rilassata e amicale che si respirava al secondo piano di Verso, godendoci in sottofondo le voci dei nostri editori del cuore che raccontavano storie di sodalizi e progetti, esperimenti ed esperienze. Cuori. E se volete leggere ancora più curiosità su questa realtà editoriale, vi consiglio </span><a href="http://www.cultweek.com/l-orma/" style="font-family: verdana, sans-serif;" target="_blank">questo articolo</a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">, dove ops!, avevano messo come immagine di copertina </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">una mia foto</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> senza chiedermelo, ma dopo averglielo fatto notare hanno rimediato immediatamente. L'intervista è proprio bella, la foto ci sta di lusso, </span><i style="font-family: verdana, sans-serif;">no resentments</i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoR3ceJaMGlmakekWF-gJlWcGDx-vVoanXgNaviqAp8beYUP51V0QQ601AfnhnqHSaclxwjg046PNlB4-6vP5QGcbJTqUefR-ofLzKAkkp7qt5csTdpe4u7K9OIMuQAR6y79eXtRm-fkE/s1600/Verso.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoR3ceJaMGlmakekWF-gJlWcGDx-vVoanXgNaviqAp8beYUP51V0QQ601AfnhnqHSaclxwjg046PNlB4-6vP5QGcbJTqUefR-ofLzKAkkp7qt5csTdpe4u7K9OIMuQAR6y79eXtRm-fkE/s640/Verso.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Da Verso faccio una chiacchierata troppo bella con <b>Giorgia Antonelli</b>, fondatrice ed editrice di LiberAria, conoscendola finalmente di persona dopo mille like su Facebook e ripromettendoci di fare l'intervista seria l'indomani. </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Finisce così il primo giorno di Book Pride, la sera è stranamente calda, il sorriso non lascia il mio viso né quello di Federica, e sappiamo che <b>non è solamente il vino</b>. Torno nella mia mansardina distrutta ma consapevole di essere dove voglio essere, come voglio essere. Riposatevi un po', che il racconto del secondo giorno sarà, se possibile, ancora più pieno ed entusiasta e allegro e colorato e sprizzante da tutti i pori un unico inno alla gioia: <b>evviva i libri!</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">B.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: start;">
<br /></div>
</div>
The Buzzing Pagehttp://www.blogger.com/profile/13372650519098742709noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7838687202546742354.post-51904998473600271882016-04-07T16:26:00.001+02:002016-04-08T11:06:02.089+02:00#BookPride2016, o della rinascita - Giorno 1, 1^ parte<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>Aprile is the cruellest month, breeding</i> Aprile è il mese più crudele: genera</span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>Lilacs out of the dead land, mixing</i> Lillà dalla morta terra, mescola</span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>Memory and desire, stitting</i> Ricordo e desiderio, stimola</span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>Dull roots with spring rain</i> </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Le sopite radici con la pioggia di primavera</span></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Questo è quello che ho sempre pensato del <b>mese di Aprile</b>, non ringraziando mai abbastanza T.S. Eliot per averlo detto così dannatamente bene, e molto prima di me. Aprile era <b>il mese più crudele, dunque, fino a quando non hanno inventato il Book Pride</b>. E se mi permettete, adorati lettori di questo mio picciol blog, voglio raccontarvi la seconda edizione dell'evento milanese. <a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/2015/04/fieramente-indipendenti-il-book-pride.html" target="_blank">Qui</a> se volete potete trovare il racconto dell'edizione passata, ma a questo giro, con il cambio di location e una Bea molto più Bea, le cose sono andate meglio abbestia :). </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUb8UeL-piDWf5Cd2r7-U5u4ZUf82HOEy3sMCw2NA-y_T6V8OCtN-cLnEBhaczmp9UmVBf_4oMKxdYyOT30EtzCfpPTDU8lVvcJZfoLGxCT3fvvmr3qJQ2nCMIaRs83Unlhu7kLmhNM9Y/s1600/Book+Pride+header.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="236" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUb8UeL-piDWf5Cd2r7-U5u4ZUf82HOEy3sMCw2NA-y_T6V8OCtN-cLnEBhaczmp9UmVBf_4oMKxdYyOT30EtzCfpPTDU8lVvcJZfoLGxCT3fvvmr3qJQ2nCMIaRs83Unlhu7kLmhNM9Y/s640/Book+Pride+header.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il mio arrivo a Milano non prometteva esattamente bene: un simpaticissimo virus intestinale fulminante mi ha fatto trascorrere un viaggio in treno <b>sereno e rilassato</b>, è riuscito a farmi arrivare <b>in tempo</b> per la presentazione dell'ultimo libro di Sur, <i><a href="http://www.edizionisur.it/catalogo/sur/linseguitore/" target="_blank">L'inseguitore</a> </i>di Cortazar illustrato da <span style="background-color: white; color: #141823; line-height: 19.32px;"><b>José Muñoz</b></span> allo spazio <b><a href="http://www.nuages.net/" target="_blank">Nuages</a></b>, dove lo stesso <span style="background-color: white; color: #141823; line-height: 19.32px;">Muñoz ne avrebbe parlato con il mio adorato Paolo Cognetti e con Tito Faraci, </span>e mi ha fatto godere al massimo della <b>cena con la Eli</b>. <b>Vabbè</b>.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1vt3YOVNaoONcCVbTemd1rTkOhYpyMsV8x0UkPimSS5c-9SglYuguL7cMrTvdcwjFO64e-EB4arh_e5p9wvA_hN9UvjE9KKnijK1kg4Qy4XbhCvuzo3APDgHPoIacjXO7kuAH9ECOtaY/s1600/Bibi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1vt3YOVNaoONcCVbTemd1rTkOhYpyMsV8x0UkPimSS5c-9SglYuguL7cMrTvdcwjFO64e-EB4arh_e5p9wvA_hN9UvjE9KKnijK1kg4Qy4XbhCvuzo3APDgHPoIacjXO7kuAH9ECOtaY/s640/Bibi.jpg" width="640" /></a></div>
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il giorno dopo però, <b>venerdì 1 aprile</b>, lo sapevo, sarei stata pronta scattante e piena di energie. In realtà ho vacillato trascinandomi a fare colazione nel mio posto preferito di Milano (<a href="https://www.pavemilano.com/" target="_blank">Pavè</a>) e sono andata <b>a piangere in farmacia</b> pregando le signore di darmi qualcosa per reggermi in piedi. Ok. Mi sono riposata, rinfrancata con un toast e poi via, sono le due, si esce, cappottino rosa <b>noooon appariscente</b> e di corsa verso <b><a href="http://base.milano.it/" target="_blank">il BASE</a></b> di Milano, che c'è la Fede che mi aspetta. E niente, capisco subito non appena arrivo alle ex Ansaldo che <b>l'aria è cambiata</b>. Intanto siamo alla fine di via Tortona, in una zona super viva e super di moda. E poi si intravedono già i primi volti sorridenti, le prime facce note, nell'aria c'è un che di elettrizzante, e io ciao proprio, il cuore mi batte già a mille e non smetterò di avere gli occhi che brillano per due giorni interi. E poi insomma, mi sono persa sia il Pisa Book che Più Libri Più Liberi, quindi <b>devo assolutamente recuperare</b>!</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Caffè e cicchino d'ordinanza e poi trascino la ritrovata Federica all'inaugurazione di Book Pride, ti pare che me la perdo? Nell'attesa delle "istituzioni" ritrovo il mio amicone di sempre <b>Maurizio Gatti, l'editore di ObarraO</b> che avevo <a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/2014/11/pbf2014-7-novembre-linaugurazione-e.html" target="_blank">intervistato nel 2014</a>, e con il quale si riconferma la stima reciproca e proprio la gioia infinita di vedere compiuto un progetto su cui si è lavorato per mesi e mesi. Bellino!!!</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> </span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 13.5pt;"><b><u>INAUGURAZIONE DI BOOK PRIDE</u></b></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 13.5pt;">ore 15.00 </span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Spazio A</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 13.5pt;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 13.5pt;">Intervengono: <b>Filippo Del Corno</b>, assessore alla Cultura del Comune di Milano (già presente all'inaugurazione dell'anno scorso, devo dire <i>bravo</i>); <b>Gino Iacobelli</b>, presidente Odei (<i>solo cuori</i>); <b>Romano Montroni</b>, presidente Centro per il Libro e la Lettura (<i>l'intramontabile</i>); <b>Marino Sinibaldi</b>, direttore Radio Rai tre (<i>una certezza</i>). </span><br />
<span style="font-size: 13.5pt;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiV3o4KwSNFg51m0o551kMf5aiWNnlpa4hThqP3014W51mtAgV_nu10RBSULnm1U1YWNzfFchyphenhyphenw0_k0axYWkS1yudP6PA0jWyENEuez4avdJbYkqLSt1racqS3XY27rgcV0TjHu4bfs0wk/s1600/Inaugurazione.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiV3o4KwSNFg51m0o551kMf5aiWNnlpa4hThqP3014W51mtAgV_nu10RBSULnm1U1YWNzfFchyphenhyphenw0_k0axYWkS1yudP6PA0jWyENEuez4avdJbYkqLSt1racqS3XY27rgcV0TjHu4bfs0wk/s640/Inaugurazione.jpg" width="640" /></a></div>
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: start;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ad aprire le danze è proprio il buon <b>Gino Iacobelli</b>, che dichiara che essere qui, al BASE, vuol dire creare <b>un nuovo luogo per l'editoria indipendente</b>. Non solo si farà la terza edizione di Book Pride, ma soprattutto l'editoria indipendente sarà radicata al Base, suo nuovo punto di riferimento. Obiettivo del Book Pride è salvaguardare la bibliodiversità: sono presenti 150 editori da tutta Italia, e il</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> clima che si vuole ricreare è quello di una grande
redazione. In programma ci sono <b>1</b><b>20 incontri</b>, mentre l'anno scorso erano 64. Il
tema generale di quest'anno è l'<u style="font-style: italic;">equo-sistema</u>, per un <b>mondo culturale sostenibile</b>. Al centro dei dibattiti, i grandi problemi generali dell'editoria, fino ad arrivare alle grandi concentrazioni. Iacobelli conclude facendo notare che il BASE è un luogo che sembra un po' <b>un
cantiere</b>, un work in progress, "e a noi piace molto". Io sono in brodo di giuggiole!</span></span></div>
</div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: start;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">L'inaugurazione prosegue con quell'entusiasta che non è altro dell'assessore <b>Filippo Del Corno</b>, che ancora una volta nota come Book Pride sia <b>una grande festa di molteplicità di pensieri, linguaggi, proposte</b>.</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> Perché è proprio questo l'obiettivo di chi fa politiche culturali: la stratificazione, un'offerta vivace. La vera frontiera da oltrepassare è lo
stimolo della domanda, andando a coinvolgere tutte le classi sociali, le età, le culture di appartenenza. Ci sono diversi punti
critici, ovviamente, ma anche un enorme punto di vantaggio. Tutta questa diversità richiede infatti la capacità di
elaborare strategie mirate e concrete, per <b>alimentare la
curiosità in modo da garantire elementi di risposta</b>. L'obiettivo è quello di creare una ritualità
sociale, rimettere al centro di tutto la<span class="apple-converted-space" style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;"><u>condivisione</u></b>. A Book Pride è ben presente il <b>tema del patto</b>, un patto che deve essere duraturo, attraverso un'alleanza estremamente trasversale, come per esempio insegna l'esperienza di <a href="http://www.bookcitymilano.it/" target="_blank">Book City</a>, che coinvolge editori, grandi e piccoli. Librerie, grandi e piccole.
Scuole, Università, gruppi di lettura, biblioteche, fino ad arrivare a
meravigliose realtà come le biblioteche di condominio, fantastiche occasioni di scambio di
idee e opinioni. Un ruolo fondamentale in tutto questo lo ha avuto <b>Stefano Parise</b>, direttore del sistema biblioteche di Milano. Insomma, Milano ha istituito un patto per la promozione alla lettura, volto all'esperienza quotidiana, ad azioni concrete e
misurabili che hanno come obiettivo <i><b>la meravigliosa scoperta di un mondo nuovo</b></i>. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ho trovato <b>estremamente sincero</b> il discorso di Del Corno, più che altro perché, anche se da esterna, percepisco Milano come nuovo punto nevralgico e vitale per manifestazioni inerenti la lettura, non solo come sterile ed effimera promozione, ma anche e soprattutto come <b>vera e solida presa di coscienza culturale</b>. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEih96RrFKdWr2Bc9zpHygbF0tk77Ueb3BRKgTlDr9B92jSaJdFzX3VJGcv2MgQOuNhScQtc1Jb-kQmi3QXzNtbO1p0PED90E0334b03LyeYV2Z4qEe95ORjFnizCsODJrFLjXLy1vLDYOc/s1600/Del+Corno.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEih96RrFKdWr2Bc9zpHygbF0tk77Ueb3BRKgTlDr9B92jSaJdFzX3VJGcv2MgQOuNhScQtc1Jb-kQmi3QXzNtbO1p0PED90E0334b03LyeYV2Z4qEe95ORjFnizCsODJrFLjXLy1vLDYOc/s640/Del+Corno.JPG" width="640" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ed ecco che prende la parola <b>Romano Montroni</b>, e a dirla tutta la tiene per un tantino troppo... ho sentito i suoi discorsi praticamente in ogni luogo in ogni modo in ogni lago, e nonostante siano molto profondi e curati, a 'sto giro proprio <b>mi sono persa</b> dopo che ha comparato editoria e discorso sociale, parlando di una logica di sistema che incide in profondità nella nostra libertà quotidiana: bisogna andare contro l'omologazione del pensiero unico, e ce lo ha spiegato <b>partendo dal pleistocene</b> come fa il mi' babbo, cui voglio molto bene eh, ma ogni tanto anche meno :D. Anche perché poi, arrivati al turno di <b>Marino Sinibaldi</b>, io e la Fede eravamo sinceramente provate, e abbiamo accolto con disagio il suo apocalittico discorso sulla necessità di uscire dall'idea che l'ecosistema sia una forma idilliaca: è <b>una forma complessa</b>, come ci insegna il disastro Mondazzoli. La pluralità corre infatti il rischio di essere schiacciata dai fenomeni di concentrazione e dagli enormi processi di trasformazione che sta vivendo il mondo del libro, come in una sorta di <b>tempesta perfetta, tutto sta cambiando</b>. Ma questi processi sono la punta dell'iceberg o una reazione di tutte queste trasformazioni? Tutto ciò è preoccupante e affascinante allo stesso tempo, come ha detto con un sorrisino il buon Sinibaldi, ma a quel punto s'è detto ok basta grazie andiamo <b>a verificare di persona</b> lo stato di salute degli editori indipendenti! </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
</span></div>
</div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: start;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 13.5pt;"><br /></span>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwpsVrsR0WdmwV_7GhtmPyLP91MyAFgbs0GkBThnRa6Alpr0FbjF7XTYILlPgsvTzEpM7HGf16hzDxDFFmLOp0TR5qES0j_aZVVeUA-9Gj6MlN5KXN3qB6FXKoWml7bBUZ3f43J6Fumuw/s1600/Book+Pride+2016.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwpsVrsR0WdmwV_7GhtmPyLP91MyAFgbs0GkBThnRa6Alpr0FbjF7XTYILlPgsvTzEpM7HGf16hzDxDFFmLOp0TR5qES0j_aZVVeUA-9Gj6MlN5KXN3qB6FXKoWml7bBUZ3f43J6Fumuw/s640/Book+Pride+2016.jpg" width="640" /></a></div>
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: start;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Siamo salite dunque al secondo piano, ed ecco che si spiegano davanti a noi i meravigliosi corridoi brulicanti di stand: <b>buttiamoci nella mischia</b>! Nonostante sia venerdì pomeriggio, non mancano le persone. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-6FxeqLCjKOw5c02Hw9RyOICkJqY3MAN8pW-Q97XMcW8XK_RwPj4Wb4iNVlbCld2bM4qVQmSJ7A3BYYMDJj81a3MyjsCkaIfhORR0McbDfzEwVVyMR-x6mGZl3898mrik6azN1gdrBI0/s1600/Book+Pride.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-6FxeqLCjKOw5c02Hw9RyOICkJqY3MAN8pW-Q97XMcW8XK_RwPj4Wb4iNVlbCld2bM4qVQmSJ7A3BYYMDJj81a3MyjsCkaIfhORR0McbDfzEwVVyMR-x6mGZl3898mrik6azN1gdrBI0/s640/Book+Pride.JPG" width="640" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ci avviciniamo al banchino di <b><a href="http://www.playgroundlibri.it/" target="_blank">Playground</a></b>, casa editrice che avevo conosciuto proprio in occasione della prima edizione di Book Pride, vi rimando sempre <a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/2015/04/fieramente-indipendenti-il-book-pride.html" target="_blank">alla cronaca dello scorso</a> anno per gli approfondimenti su questa realtà che si definisce "casa editrice di autori". Mi sono accaparrata con gioia l'ultimo libro di Helen Humphreys, <a href="http://www.playgroundlibri.it/libri.php?lid=81&cid=1" target="_blank"><i>Il</i> ca</a><i><a href="http://www.playgroundlibri.it/libri.php?lid=81&cid=1" target="_blank">nto del crepuscolo</a> </i>[traduzione di Fabio Viola]. Alè! </span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMBI_lmQ4hnt7j1CLxTkkLETfvV5Nx2ZI8wLYKYe3a7GRPvZfjBNMZo60mrsgp9EOw6iJwJMyI6nAxr6lgZJp9tOvRoMnkQCnfgkO1ZutxWlL5XDuJb7Zi_0yopcgEmYz1D-17K81Bkmo/s1600/Playground.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMBI_lmQ4hnt7j1CLxTkkLETfvV5Nx2ZI8wLYKYe3a7GRPvZfjBNMZo60mrsgp9EOw6iJwJMyI6nAxr6lgZJp9tOvRoMnkQCnfgkO1ZutxWlL5XDuJb7Zi_0yopcgEmYz1D-17K81Bkmo/s640/Playground.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E poi, ecco la <b>prima vera strabiliante scoperta</b>: io e la Fede siamo calamitate da uno stand coloratissimo e dell'aria pregiata. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiqepyWtUaykn6A9S7hWF804Bv9C9G2SgIGWDeJzJazZ068CdxfC6tvF66dAWbigeUNqUqIoDUAhyuworGytbJA0s3NL1f2HuqDZ-2Ehdb-Kg91czSjGD-wGyWQR4qWG2N38Yx_JIsxE4/s1600/book-%25C3%25A0-porter.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiqepyWtUaykn6A9S7hWF804Bv9C9G2SgIGWDeJzJazZ068CdxfC6tvF66dAWbigeUNqUqIoDUAhyuworGytbJA0s3NL1f2HuqDZ-2Ehdb-Kg91czSjGD-wGyWQR4qWG2N38Yx_JIsxE4/s640/book-%25C3%25A0-porter.JPG" width="640" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Dietro c'è <b>Marina Buttazzoni</b>, creatrice di <b><a href="http://bookaporter.blogspot.it/" target="_blank">book-à-porter</a></b>. Marina ha concretizzato l'esigenza che hanno tutti i bibliofili, quella di custodire i propri libri quando vengono portati in giro. Ha creato dunque dei contenitori di stoffa meravigliosi, di diversi formati, a partire da scampoli di riciclo delle fabbriche del friulano. Ce ne sono <b>di ogni tipo e per ogni esigenza</b>, sono sgargianti o dalle tonalità più naturali, cuciti a mano da lei in persona, con un amore e una passione che hanno del commovente. Io non aggiungerei molto altro, lasciando parlare <b>le sue creazioni</b>. Il giorno dopo ci ho portato Cori, ed entrambe ci siamo impossessate (dopo una scelta durissima) il nostro stupendo porta libro. Vi prego, <b>inseguite Marina</b>, braccatela, stalkeratea, perché i suoi preziosi contenitori devono diventare <b>un <i>must-have</i> imprescindibile</b> di ogni amante del libro che si rispetti!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizdq75o_WjpAk-UoosV5JEU4HhqVeO033JcLsx_0NyaT-uDQIcyqHPvInqr49NCxSa4WzNcXvxSP54lNNgNewu7M-ct8ZhcQqYNOjoPUUWeEYmXjKwLRzByKnA7y_sohwQC7M3zLS3kPc/s1600/book-%25C3%25A0-porter+collage.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizdq75o_WjpAk-UoosV5JEU4HhqVeO033JcLsx_0NyaT-uDQIcyqHPvInqr49NCxSa4WzNcXvxSP54lNNgNewu7M-ct8ZhcQqYNOjoPUUWeEYmXjKwLRzByKnA7y_sohwQC7M3zLS3kPc/s640/book-%25C3%25A0-porter+collage.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Dopo questa immersione nel colore, Federica mi porta a conoscere una realtà editoriale altrettanto </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">particolare e pregiata</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">. Non mi vengono in mente altri aggettivi per descrivere le edizioni </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;"><a href="http://www.henrybeyle.com/chisiamo.php" target="_blank">Henry Beyle</a></b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">, che avevo adocchiato da Altroquando l'anno scorso, ma dato il costo non era il momento migliore per portarmi a casa un loro manufatto. Proprio così: i loro libri sono vere e proprie </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">opere d'arte artigianali</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">, una gioia per gli amanti dei libri, </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">una forma di resistenza</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">, di quella bibliodiversità di cui Book Pride si fa portabandiera. L'editore Vincenzo Campo è una persona speciale, gelosa dei suoi quaderni e taccuini, di ciò che ha costruito, ma altrettanto generoso nel farti scoprire la sua "minuscola" realtà. I libri sono protetti da una plastica altrettanto pregiata, le loro pagine vanno separate a casa con il taglierino, le sue costole sono cucite a mano. E vogliamo parlare dei </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">titoli</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">? Chicche spettacolari,da </span><i style="font-family: verdana, sans-serif;">Storia della mia matita </i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">di Tullio Pericoli ai </span><i style="font-family: verdana, sans-serif;">Consigli ai bibliofili</i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> di Umberto Saba, passando dalle </span><i style="font-family: verdana, sans-serif;">Brevi note sull'arte e il modo di ordinare i propri libri </i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">di Georges Perec all'</span><i style="font-family: verdana, sans-serif;">America sognata</i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> di Adriano Soffici. </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">Un catalogo vasto e prezioso</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> nel quale il lettore può pescare senza dubbio di sbagliare, per soddisfare qualche sfizio letterario. Per me ho scelto </span><i style="font-family: verdana, sans-serif;">Le polpette al pomodoro </i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">di Umberto Saba e </span><i style="font-family: verdana, sans-serif;">Gli avvocati </i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">di Piero Calamandrei. Il signor Vincenzo ha poi regalato a me a Federica un taccuino preziosissimo, e niente, </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">è nato un altro amore</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyb0Ag8tjLMDsJbe8wqbCSW1RyTJGXpMd6ef_tmI18oE3VZ4Om3D-KXDTIclWaHh47gUYmkNKGmUDCLnuVKzd7wRciV_MJjU-oskeBH_IhT9vmN3jHDU1DPurtlKPw5dojzffdPCprAiE/s1600/Henry+Beyle.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyb0Ag8tjLMDsJbe8wqbCSW1RyTJGXpMd6ef_tmI18oE3VZ4Om3D-KXDTIclWaHh47gUYmkNKGmUDCLnuVKzd7wRciV_MJjU-oskeBH_IhT9vmN3jHDU1DPurtlKPw5dojzffdPCprAiE/s640/Henry+Beyle.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ancora non paghe dei nostri giretti, io e la Fede andiamo a spulciare le novità dei nostri editori del cuore, quei piccoli giganti di <b><a href="http://www.edizionisur.it/" target="_blank">Edizioni Sur</a></b>, <b><a href="http://iperborea.com/" target="_blank">Iperborea</a></b> e <i><b><a href="http://www.minimumfax.com/" target="_blank">minimum fax</a></b></i>. Avrei svaligiato i loro stand l'indomani, ma vi elenco subito quali libri ho preso: <u>da Sur</u>, <i>L'inseguitore </i>di Cortazar e <i>Nessuno scompare davvero </i>di Catherine Lacey (grazie Alessandro!), penultimo nato della collana BigSur (vi ho parlato <a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/2016/04/merritt-tierce-carne-viva.html" target="_blank">qui</a> del primissimo titolo uscito). <u>Da Iperborea</u> Anna&Anna mi hanno consigliato benissimo come al solito, e io avevo già dei titoli che puntavo da tempo; ho preso quindi <i>La politica dell'impossibile</i> di Stig Dagerman, <i>Assassinio di marzo</i> del danese Dan Turèll, <i>L'enigma del lago rosso</i> di Frank Westerman (perché ne avevo ascoltato la presentazione a Fahreneit in uno dei miei momenti più bui di sempre, e comunque mi era rimasto impresso) e <i>L'arte di collezionare mosche </i>di Fredrik Sjoberg, di cui si è parlato moltissimo l'anno scorso. <u>Da minimum fax</u>, per la gioia delle mie adorate Rossella e Valentina, mi sono aggiudicata: <i>The Dark</i> di John McGahern, <i>Tutti gli uomini di mia madre</i> di Kerry Hudson, <i>Io odio John Updike</i> di Giordano Tedoldi e <i>Il cinghiale che uccise Liberty Valance</i> di Giordano Meacci (Grazie Maura!!!). <b>Io - non - vedo - l'ora - di - leggerli - tutti</b>. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkHzd8b-kKkkcKZ1iPqOSXi8lufBOj8JnfPhGUo9QVqeOUyu6hVUU79a_AGm4r0YBdwnmbgc9zeCwmRjmUw2KPcdT7YCombdrKnsWs9U3cZuZ-rvk0wZQLdtnqI_o_W8z9_UEqcnJ7Qks/s1600/Book+Pride+editori.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkHzd8b-kKkkcKZ1iPqOSXi8lufBOj8JnfPhGUo9QVqeOUyu6hVUU79a_AGm4r0YBdwnmbgc9zeCwmRjmUw2KPcdT7YCombdrKnsWs9U3cZuZ-rvk0wZQLdtnqI_o_W8z9_UEqcnJ7Qks/s640/Book+Pride+editori.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Bene. <b>Piccolissima pausa</b>. Non andate via, che la giornata del 1 aprile è ancora lunga. Vi aspetta un interessantissimo pesce d'aprile, stay tuned!</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">B. </span></div>
</div>
</div>
The Buzzing Pagehttp://www.blogger.com/profile/13372650519098742709noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7838687202546742354.post-39001678650049544402016-04-04T13:23:00.001+02:002016-04-04T13:24:20.366+02:00Merritt Tierce, Carne viva<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Questa è la tipica recensione che ti fa stare per minuti con le mani sulla tastiera senza riuscire a scrivere niente, tante sono le cose che ci sarebbero da dire. Perché da una parte in realtà non vorrei dirvi proprio un bel niente, se non <b>leggete assolutamente questo libro, dannazione!</b> Ma dall'altra il mio dovere da bookblogger mi costringe a sbrodolarvi addosso le sensazioni di un romanzo assurdo per quanto è bello, e quindi vado. </span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_MHNeFEwBE5dsuszghajvDpYMFp0dUa1zPa6r0YM0vBWwa7x2yOjPQ78O0mlmG0qXKk-Nf9OwlnZyqn7qFMZbLcvRMou4i3KhTJ7d6ediyuuNt3bMPl7jervbl0WKkms35CdRDzHa3SM/s1600/Carne+viva+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_MHNeFEwBE5dsuszghajvDpYMFp0dUa1zPa6r0YM0vBWwa7x2yOjPQ78O0mlmG0qXKk-Nf9OwlnZyqn7qFMZbLcvRMou4i3KhTJ7d6ediyuuNt3bMPl7jervbl0WKkms35CdRDzHa3SM/s640/Carne+viva+%25281%2529.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b><i></i></b></span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b><i>Carne viva</i> di Merritt Tierce</b> [traduzione di Martina Testa, BigSur, 2015] è il romanzo di esordio di questa trentacinquenne texana. In rete trovate un sacco di sue interviste, che vi consiglio ovviamente, ma come mi ha insegnato il mio professore di Teoria della Letteratura, è meglio concentrarsi solo sul testo, e non sul suo autore. Vi dico soltanto che il titolo originale è <i>Love me back</i>, e che negli Stati Uniti ha avuto un successo pazzesco. Questo titolo <b>inaugura la collana BigSur</b> delle mie amate e idolatrate <b>Edizioni Sur</b>: "con questa collana squaderniamo la nostra mappa avventurandoci nella cultura angloamericana, con uno sguardo alla letteratura di ieri e di oggi, alla narrativa di genere, alle biografie e autobiografie di artisti, musicisti, cineasti". E niente. Che bisogna dirgli? Bravi diobonino!!!</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La trama di <i>Carne viva</i> è molto semplice: <b>Marie</b>, la protagonista, ragazza modello che sta per entrare al college, rimane incinta durante un periodo di volontariato in Messico, a soli 16 anni. Andrà ad abitare con il suo ragazzo e la sua bimba, e inizierà a lavorare nei ristoranti per mantenersi. Ma il disagio è in lei abbestia, perciò a un anno dal matrimonio inizia a scopare in giro come se non ci fosse un domani, a bere e a drogarsi saltuariamente, e a <b><i>spaccarsi la schiena</i> al lavoro</b>, il suo modo per tenersi in vita:</span><br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Non è che all'epoca mi piacesse tanto servire ai tavoli: ma almeno avevo un posto dove stare. Una funzione nella vita. Non capivo come si faceva a essere una moglie o una madre. Ma per essere una cameriera c'erano regole ben precise. La principale era non fare cazzate.</span></blockquote>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Insomma, una trama molto lineare, in cui però si innesca <b>uno stile deciso, minimale ma intenso</b>, tanto semplice da lasciare il lettore spiazzato, turbato, perso. Ho sentito di sgamo allo stand di Sur, al Book Pride, una ragazza che diceva di non essere riuscita a finire il libro, perché le ha fatto male. Sì, è vero, <b><i>Carne viva</i> fa male</b>, ferisce come Marie ferisce se stessa, bruciandosi per concentrare il suo dolore in un unico punto. Ferisce perché ciascuno riesce a immedesimarsi in una storia lontanissima dal nostro mondo, il mondo della ristorazione statunitense, <b>una bolgia infernale</b> in cui convivono persone provenienti da ogni angolo di mondo, e in cui il colore della pelle è ancora segno di diversità e discriminazione. In cui devi essere perfetto in qualunque momento per guadagnarti delle buone mance. Durante il Coast to Coast, nel 2013, io e Luke ci abbiamo messo un sacco di tempo a capire come gestire le mance, nonostante ci fossimo informati prima di partire. Un mondo totalmente a parte in cui però Merritt Tierce ci immerge completamente, in una sorta di <b>iperrealismo spinto</b>, crudo, come la carne che viene presentata ai clienti da Marie, su di un vassoio troppo pesante per il suo esile corpo. Un mondo ancora diviso in classi sociali, in un vortice di chirurghi, avvocati, faccendieri, nuovi ricchi, capi clan. Troppo spesso viscidi e ubriachi. Un mondo in cui Marie si districa apparentemente senza problemi, diventandone protagonista con il suo concedersi senza pudore, facendo sesso con uomini sposati, lavapiatti, colleghi di colore, avventori occasionali. Tenendosi su pippando un po' di coca, facendo carriera e passando dalla catena italiana per famiglie fighe a una delle Steakhouse più rinomate di Dallas, dove il libro è ambientato. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBnaPEzkBnV0xJd3djQ-3YniS2NtFdtXqHaNig49ygQPEhNWUj4lvsuQGUvYCI0wRH32yYwI7RrFqYC1GwrxnlefDxsMF11b_p_uqEJMUKE_3Ci2xCuEsXc8wZ4jf3J8Z9csJrdq43DNc/s1600/Carne+Viva2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBnaPEzkBnV0xJd3djQ-3YniS2NtFdtXqHaNig49ygQPEhNWUj4lvsuQGUvYCI0wRH32yYwI7RrFqYC1GwrxnlefDxsMF11b_p_uqEJMUKE_3Ci2xCuEsXc8wZ4jf3J8Z9csJrdq43DNc/s640/Carne+Viva2.jpg" width="504" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Faccio una piccola parentesi: di solito, come chi mi legge da un po' saprà, per quanto riguarda la letteratura americana prediligo le storie ambientate nel nulla degli Stati Uniti, in quel <i>middle of nowhere </i>raccontato dalla Strout, da Haruf, dal mio adorato Faulkner. Qui invece siamo <b>in piena metropoli</b>, i protagonisti appartengono alle più disparate etnie, lingue, un caleidoscopio di colori, disagio, fatiche, arrivismo, esistenze al limite, grottesche, eccentriche, tristi. Tutti, come Marie, sentono il bisogno di <i><b>essere qualcuno</b></i>, di appartenere a qualcosa, qualsiasi cosa, per non essere schiacciati dalle altre migliaia di vite con cui devono condividere il loro spazio vitale. E <i>Carne viva</i> ci descrive magistralmente tutto questo. Senza mai scadere nel volgare, seppur il linguaggio usato sia molto forte. Ma sinceramente non riesco a pensare a nessun altro modo in cui questo romanzo potesse essere scritto. La vita stanca di Marie, il suo non riuscire a fare da madre, da moglie a un marito perfetto, il suo scegliere continuamente il lato oscuro, affiancando momenti di intimità e infinita dolcezza quando pensa alla figlia, è commovente al punto che alla fine non ci resti nemmeno poi così male nel scoprire che <b>il lieto fine non c'è</b>. </span><i style="font-family: Verdana, sans-serif;">Carne viva è </i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">u</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">n libro che potrebbe continuare all'infinito, e continuerebbe a raccontare <b>sempre la stessa storia d</b>i <b>redenzione inarrivabile, di fatica, di dolore, ma anche di</b> </span><b style="font-family: Verdana, sans-serif;">profonda Bellezza</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">. Io sinceramente sono riuscita a trovarla, nei momenti in cui Marie allatta la bimba, legge un libro in biblioteca, riconosce le musiche suonate dal pianista al Ristorante, o si fa una doccia dopo una nottata di follie. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ok, mi rendo conto di aver scritto senza seguire un filo conduttore, aiuto! Ma niente, quando i libri sono belli e veri e devastanti è così. Non ci si può fare nulla. E quindi basta, riparto dal mio consiglio iniziale: leggete abbestia questo romanzo, non abbiatene paura e vi ripagherà con un'amica in più, e magari con <b>una seduta di auto-coscienza</b> per capire a che punto è la vostra vita. Questi però sono dettagli trascurabili :). </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">B. </span></div>
The Buzzing Pagehttp://www.blogger.com/profile/13372650519098742709noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7838687202546742354.post-73856773012707689162016-03-28T12:12:00.003+02:002016-03-28T12:12:49.179+02:00Jean-Dominique Bauby, Lo scafandro e la farfalla<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un librino </span><b style="font-family: Verdana, sans-serif;">pieno di poesia</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> per questa pasquetta chiaramente uggiosa. Poesia di cui abbiamo </span><b style="font-family: Verdana, sans-serif;">sempre più bisogno</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> in questi tempi che tendono al buio, e dove almeno i libri ci riportano un po' di luce. </span><b style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>Lo scafandro e la farfalla</i> di Jean-Dominique Bauby</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> [traduzione di Benedetta Pagni Frette, Ponte alle Grazie, 2007] è una di quelle storie che leggi </span><b style="font-family: Verdana, sans-serif;">con il sorriso sulle labbra</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">, talvolta amaro, talvolta gioioso, talvolta malinconico, talvolta sognante. Ho voluto leggerlo parecchi anni dopo aver visto </span><b style="font-family: Verdana, sans-serif;"><a href="http://www.mymovies.it/trailer/?id=47297" target="_blank">il film</a></b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> che ne è stato tratto, diretto da Julian Schnabel, del 2007 (il libro è di dieci anni prima), vincitore del premio per la miglior regia al 60° Festival di Cannes.</span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhT6r_EmwOQHFo4St-krAgq6sCxUrkobUYEOJGc8N8kRLDrtN6x1CGC1jTcI7VcbADAo3AA0UwbwWLHEIX2SNuYQekPmwRunvHDVuN1g-OkCEGYjf3FdeW_zEH7ybyIpCqgctxGnpPQ_18/s1600/Lo+scafandro+e+la+farfalla+locandina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhT6r_EmwOQHFo4St-krAgq6sCxUrkobUYEOJGc8N8kRLDrtN6x1CGC1jTcI7VcbADAo3AA0UwbwWLHEIX2SNuYQekPmwRunvHDVuN1g-OkCEGYjf3FdeW_zEH7ybyIpCqgctxGnpPQ_18/s320/Lo+scafandro+e+la+farfalla+locandina.jpg" width="224" /></a></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>La situazione:</b> io la Eli e l'Annina ci troviamo a Nottingham, Nottinghamshire, nel febbraio del 2008, per festeggiare la prima sessione di esami all'Università (ora dire università è una parola grossa, dato che noi abbiamo fatto LEP^^) e per leggere nella pace della campagna inglese l'ultimo libro di Harry Potter, dopo la promessa di non toccarlo durante lo studio per gli esami. Stiamo male lo so ma ci vogliamo bene per questo. Ebbene, a Nottingham conosciamo un baldo giovane russo che lavora nell'ostello dove alloggiamo, e oltre a sbronzarci insieme con del vino sudafricano di dubbio gusto una sera siamo pure andati al cinema tutti insieme allegramente, "no bimbe vi giuro questo film è una figata dobbiamo assolutamente vederlo". E così ci ritroviamo in un minuscolo cinema <b>a piangere copiose lacrime</b> e ad ammirare una storia delicatissima, poetica e appunto commovente. E il libro non è ovviamente da meno, dato che è scritto proprio dal protagonista della storia, Jean-Dominique Bauby, direttore di <i>Elle</i> negli anni Novanta, colpito da un ictus, caduto in coma profondo e risvegliatosi in "quella che la medicina anglosassone ha giustamente battezzato <i><b>locked-in-syndrome</b></i>: paralizzato dalla testa ai piedi, il paziente è bloccato all'interno di se stesso, con la mente intatta e i battiti della palpebra sinistra come unico mezzo di comunicazione". Un uomo che conduceva una vita sfrecciando a mille all'ora, ora si ritrova a Berck, il comune francese sul mare dove è ricoverato e dove trascorre una nuova vita dentro il suo corpo tramutatosi improvvisamente in <b>pesante scafandro</b>, che talvolta "si fa meno opprimente, e il pensiero può vagabondare come <b>una farfalla</b>". </span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
</span>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>Un "viaggio immobile"</b>, quello di Bauby, in cui però </span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
C'è tanto da fare. Si può volare nello spazio e nel tempo, partire per la Terra del Fuoco o per la corte di re Mida. Si può fare visita alla donna amata, scivolarle vicino e accarezzarle il viso ancora addormentato. Si possono costruire castelli in Spagna, conquistare il Vello d'oro, scoprire Atlantide, realizzare i sogni di bambino e le speranze di adulto. </blockquote>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhD4vWfhF1b5es4hqHatsMKhvHSzWlW7wvHXWOOXlgsTvxIAiX1ObCjZ31FSuMMceIgZITNpbVpxZfgmhpsdZVhlH74CcSKdS9fN2NW_RdgyvKNBVoHFkL80c4NzWX5CoYHyAETP4hhD3w/s1600/Lo+scafandro+e+la+farfalla.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhD4vWfhF1b5es4hqHatsMKhvHSzWlW7wvHXWOOXlgsTvxIAiX1ObCjZ31FSuMMceIgZITNpbVpxZfgmhpsdZVhlH74CcSKdS9fN2NW_RdgyvKNBVoHFkL80c4NzWX5CoYHyAETP4hhD3w/s640/Lo+scafandro+e+la+farfalla.JPG" width="640" /></a></div>
<br />
<br /><div style="text-align: justify;">
Bauby, morto poco dopo aver pubblicato il suo libro, è riuscito a mettere a punto <b>un sistema di comunicazione particolare</b>, che si basa sul battito di ciglia dell'unico occhio che riesce a muovere. Una volte per sì, due per no, e grazie all'alfabeto recitato secondo l'ordine di frequenza della lingua francese riesce a comporre frasi compiute, sbloccando momentaneamente la granitica immobilità in cui è costretto. In questo modo, con l'aiuto della sua assistente Claude Mendibil, riuscirà a dettare tutti i paragrafi del suo sorprendete romanzo. Immaginazione, ricordi, angosce, paure, speranza, ma soprattutto Bellezza. Quella Bellezza che nella vita quotidiana ci appare troppo spesso lontana e irraggiungibile, ma che <b>basta pochissimo per riafferrare</b>. </div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
Ho adorato viaggiare. Per fortuna ho abbastanza immagazzinato nel corso degli anni abbastanza immagini, esalazioni, sensazioni per poter partire nei giorni in cui da queste parti un cielo color ardesia impedisce ogni prospettiva d'uscita. Sono degli strani vagabondaggi. L'odore stantio di un bar newyorkese. Il profumo di povertà del mercato di Rangoon. Pezzi di mondo. La notte bianca e ghiacciata di San Pietroburgo o l'incredibile incandescenza del sole a Furnace Greek nel deserto del Nevada.</blockquote>
<span style="text-align: justify;">Un libro importante, <b>delicato come una farfalla e pesante come uno scafandro</b>, che ci ricorda che non è necessario aspettare la fine per renderci conto di approfittare sempre, e abbestia, di qualsiasi meraviglia che il mondo ci riserva. Anche quando si pensa di aver toccato il fondo, il punto di ritorno, l'abisso più buio. No. <b>C'è sempre il modo di risalire</b>. Se ha potuto farlo Jean-Do, lo possiamo fare anche noi.</span><br />
<div style="text-align: justify;">
Buona scampagnata a tutti, che la pioggia non ci fermi!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
B. </div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: left;">
</blockquote>
</span>The Buzzing Pagehttp://www.blogger.com/profile/13372650519098742709noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7838687202546742354.post-10393103735685956092016-03-17T09:00:00.000+01:002016-03-17T09:47:56.245+01:00Miguel Bonnefoy, Il meraviglioso viaggio di Octavio<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Questo 2016 mi sta riservando delle <b>immense gioie letterarie</b>. Avevo adocchiato da tempo questo gioiellino targato <a href="http://www.66thand2nd.com/" target="_blank">66thand2nd</a>, la casa editrice con il nome più impronunciabile dell'intero panorama editoriale italiano :). Avevo poi letto <a href="http://www.internostorie.it/recensioni/il-meraviglioso-viaggio-di-octavio-di-miguel-bonnefoy/" target="_blank">la recensione di Marina</a> (e di lei ci si può fidare abbestia), e alla mia visita alla libreria Gogol di Milano ho pensato bene che il momento di portarmelo a casa fosse giunto. E il mese scorso l'ho finalmente letto. E leggere questo libro vuol dire veramente farsi <b>un regalo grande</b>. Vuol dire ricavarsi un giaciglio sotto la rigogliosa vegetazione tropicale e dire al mondo voi andate avanti, io poi vi raggiungo. Ah ok magari le coordinate! Sto parlando del libro d'esordio di <b>Miguel Bonnefoy, </b><i style="font-weight: bold;">Il meraviglioso viaggio di Octavio</i> [</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">traduzione di Francesca Bonomi, </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">66thand2nd, 2015].</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> Intanto LA COPERTINA. Tutto in maiuscolo, perché se lo merita. Semplicemente perfetta. Preziosa. Che </span><b style="font-family: Verdana, sans-serif;">inizi a leggere e sei già contento</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> proprio. E poi beh, se vogliamo scendere nei dettagli da disagio, adoro pure la font che usano, e la carta (Fedrigoni Old Mill), ma insomma andiamo al sodo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_RZTnomtN41uuGhcU-FMWEhOBy4i8yb5vz1NziCMzsrhuG3sJWpgb2BP2n1mg5h2TNRiPrAyMHHnuGlWR_rPO78fBY1ms43wAz2l6oGQmVuoqplqY6So231tp2iEKAIpmW_zK99KJI9c/s1600/Il+meraviglioso+viaggio+di+Octavio.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_RZTnomtN41uuGhcU-FMWEhOBy4i8yb5vz1NziCMzsrhuG3sJWpgb2BP2n1mg5h2TNRiPrAyMHHnuGlWR_rPO78fBY1ms43wAz2l6oGQmVuoqplqY6So231tp2iEKAIpmW_zK99KJI9c/s640/Il+meraviglioso+viaggio+di+Octavio.JPG" width="638" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Quello di Octavio è un viaggio davvero - <i>davvero</i> meraviglioso. Fatto di <b>realtà e magia,</b> è una favola senza tempo nel ventre di un Paese, il Venezuela, pieno di contraddizioni, bellezze e povertà, guerra e dolci profumi, fierezza e miseria. La storia di un grande omone incapace di leggere e scrivere, di una bidonville, San Paolo del Limone, nata da una leggenda, di una donna che porta lo stesso nome della terra che l'ha generata, che farà da <i>madre-terra </i>ad Octavio insegnandogli a <i><b>leggere il mondo</b></i>. </span></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Quando riuscì a leggere un'intera frase senza tentennare e provò l'emozione travolgente di averla capita, lo invase il desiderio violento di rinominare tutto del mondo, sin dai suoi albori. Provava uno strano legame con una terra nuova, si sentiva unito in una stessa lotta, in una stessa età. La felicità nella sua bocca risuonava come una promessa. </span></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E poi la corruzione, la chiesa del miracolo che si trasforma in magazzino di contrabbandieri, "una distesa di pietre invasa dai rovi". Ladri gentiluomini, delicati, il nostro Octavio coinvolto proprio nel furto della casa della sua amata Venezuela. E allora l'onta, l'esilio, la perdita di tutto e allo stesso tempo l'appropriazione della vita vera attraverso un picaresco viaggio di formazione, che si conclude in un finale di magica riappropriazione della terra e della natura. In sole 100 pagine <b>un romanzo compiuto, poetico, denso. Meraviglioso</b>. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_FAutjklLWTdxH7G8m7HL6F_rkuXbN2epF53jAMejXf1Ab64LMIdoHTexg74GjolCrj6znuwRxB5gyPtgubHOGBTs8cM95fn3_NRSbgVsiFPCO5KIddy5aJuyviVIspepo9h40c9VEAk/s1600/Venzuela.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_FAutjklLWTdxH7G8m7HL6F_rkuXbN2epF53jAMejXf1Ab64LMIdoHTexg74GjolCrj6znuwRxB5gyPtgubHOGBTs8cM95fn3_NRSbgVsiFPCO5KIddy5aJuyviVIspepo9h40c9VEAk/s320/Venzuela.jpg" width="238" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Momento <a href="https://www.youtube.com/watch?v=X23gZB2mkTM" target="_blank">SuperQuark</a> (il seguente testo è da leggersi solo dopo aver aperto il link, grazie): "<b>Il Venezuela è un paese di incredibile bellezza naturale e di profondi contrasti</b>: a ovest si ergono i picchi andini ammantati di neve, a sud si estendono le umide giungle amazzoniche, a est si eleva il tavolato della Gran Sabana con i suoi monti dalla forma particolare e infine 3000 chilometri di spiagge bianche orlate di palme occupano la costa caraibica. Qui si trovano anche il lago di Maracaibo [<i>mareforzanovefuggiresìmadovezanzan</i> - scusate non ho resistito], il più grande del Sud America, l'Orinoco, il terzo fiume per lunghezza del continente e la cascata Salto Angel, la cui altezza non ha pari in tutto il mondo. In Venezuela vivono anche centinaia di specie di piante esotiche e di animali tra cui il giaguaro, l'ocelot, il tapiro, l'armadillo, il formichiere e l'anaconda, il serpente più lungo del mondo" [dal sito della Lonely Planet]. E <b>la sua storia</b>, chiaramente, è molto simile a quella del resto dell'America Latina. Arriva Colombo, dice oioi bada te dove son finito, poi arrivano gli spagnoli, sterminano quasi totalmente le popolazioni indigene e sfruttano ogni risorsa possibile e immaginabile, poi grande disagio a livello di spartizione dei territori, arriva finalmente Sim<span style="line-height: 115%;">ó</span>n Bol<span style="line-height: 115%;">ívar e indipendenza sia, poi però scoprono che hanno il petrolio e bada casa arrivano gli Stati Uniti a fare gli sboroni, e allora golpe militari come se non ci fosse un domani, ma davvero proprio, fino a quando negli anni Novanta arriva Hugo Ch</span><span style="line-height: 115%;">á</span><span style="line-height: 115%;">vez a ridare un po' di speranza al Paese e al mondo intero, pace all'anima sua. E niente. </span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicXDWzg9093u9dxFMDGbuK3Urk1X-1AFM3FZ-BVlHHmITBSmrU3pWc_NfF4O2cq8BW_KWsirEG0zUgKyAOjnNBbTFDkCu93qNFJcW_-e4U6sETXMSJJqXcUUKV9YgKK4ysQgoMXzdH5Zs/s1600/Miguel_Bonnefoy.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicXDWzg9093u9dxFMDGbuK3Urk1X-1AFM3FZ-BVlHHmITBSmrU3pWc_NfF4O2cq8BW_KWsirEG0zUgKyAOjnNBbTFDkCu93qNFJcW_-e4U6sETXMSJJqXcUUKV9YgKK4ysQgoMXzdH5Zs/s320/Miguel_Bonnefoy.jpg" width="234" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="line-height: 115%;">Tutto questo per dire che il figliolo di una venezuelana e di un cileno nato a Parigi nel 1986, che altri non è che l'autore del romanzo, ha evidentemente sentito la necessità di <b>scavare nella tradizione mitica e ancestrale</b> del suo continente d'origine, mostrandone la doppia faccia delle bidonville e della foresta tropicale degli indios, attingendo in maniera perfetta al realismo magico dei suoi nonni letterari, costruendo e la storia di un uomo, e quella di un Paese, e quella della scoperta dell'amore e della letteratura. Cioè capito, questo qui (che è anche parecchio belloccio e mi ricorda il figliolo del mio dentista, ma questo non c'entra molto), a nemmeno trent'anni, ha esordito con <b>un libro poetico e profumato di mango</b>, cercando di dare voce alle <i>vene aperte dell'America Latina</i>, inventando un personaggio che ha già preso un posto speciale in quelli memorabili della letteratura.</span></span></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="line-height: 115%;">La letteratura doveva tenere la penna come si tiene una spada, mescolarsi all'immensa e tumultuosa comunità degli uomini, in una lotta ostinata in difesa del diritto di nominare, impastata nella stessa creta, nello stesso fango, nella stessa assurdità di coloro che la servivano. Doveva essere eroica e piena di ferite, avere i capelli sciolti, un machete alla cintura o uno schioppetto in spalla. La letteratura doveva rappresentare anche chi non la leggeva, per esistere come l'acqua e come l'aria, sempre in modo diverso. </span></span></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="line-height: 115%;">Come si può commentare se non con <b>cuori cuori e cuori</b>??? Quindi ecco, io correrei a comprarmelo e a dire al mondo ok, andate avanti, io arrivo fra un po'. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="line-height: 115%;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="line-height: 115%;">B. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
The Buzzing Pagehttp://www.blogger.com/profile/13372650519098742709noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7838687202546742354.post-91742208484223479932016-03-08T23:57:00.002+01:002016-03-16T17:24:37.789+01:00Henrik Ibsen, Casa di Bambola - #8marzo<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Domenica scorsa sono stata, </span><span style="font-family: verdana, sans-serif;">con quella meraviglia di mia sorella,</span><span style="font-family: verdana, sans-serif;"> al Teatro Manzoni di Pistoia, mia città natale e mia neo-città attuale, a vedere </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;"><i>Casa di Bambola</i> di Ibsen</b><span style="font-family: verdana, sans-serif;">.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhY70xh6Bp85ndW6zGDOY_1zdB-GG530DqyR_krxVQzkam37ZK920_LBmeJ-q30bDvERZZAVIHYVfgd5wv0bBzrpf5rB4eVPtcqIaHTO7jsQSa7GOccRQLkC5I27JmHLcXZll-0ugVwwN4/s1600/Ibsen.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhY70xh6Bp85ndW6zGDOY_1zdB-GG530DqyR_krxVQzkam37ZK920_LBmeJ-q30bDvERZZAVIHYVfgd5wv0bBzrpf5rB4eVPtcqIaHTO7jsQSa7GOccRQLkC5I27JmHLcXZll-0ugVwwN4/s1600/Ibsen.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il buon vecchio Ibsen</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ho conosciuto Ibsen a diciannove anni, durante il corso di <b>Letterature Nordiche</b> tenuto dal professor Clausen, durante il primo anno di Università pisana. E chiaramente mi sono innamorata. Ma abbestia proprio. A quell'omone barbuto che ha rivoluzionato la drammaturgia ottocentesca ho voluto un gran bene sin da subito, così come al suo massimo studioso italiano, il professor <b>Franco Perrelli</b>, che ho avuto il privilegio di ascoltare al Convegno di Studi Scandinavi nel lontano 2009. Lacrimuccia e andiamo avanti. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Così, in questo </span><b style="font-family: Verdana, sans-serif;">dì di festa dedicato alle <i>mulieres</i></b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">, ho pensato bene di tirarvi un </span><b style="font-family: Verdana, sans-serif;">pippone allucinante</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> proprio sulla lungimiranza, l'immensità e la profondità di Henrik Ibsen, e sulla figura di Nora, protagonista di Casa di Bambola, datato, notate bene, </span><b style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: x-large;">1879</span></b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: center;">
<b><i><span style="font-family: inherit; font-size: large;">DOLL'S HOUSE FOR DUMMIES</span></i></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b><i><br /></i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>ATTO PRIMO</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b><i><br /></i></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>Nora</b> è una donna norvegese che vive in una casa con arredamenti tipicamente scandinavi e quindi bellissimi. Ha fatto tre figlioli con <b>Torvald Helmer</b>, un avvocato che lavora in banca e che ha avuto una promozione: diventerà infatti direttore. Borghesia, elevazione sociale, solidi principi. Siamo alla vigilia di Natale, Nora rientra da un giro di shopping dell'ultimo minuto, e la vediamo deliziarsi con dei cioccolatini comprati di sgamo da Torvald. Il buon marito arriva in salotto, si fanno un po' di moine, Nora cerca di sganciarli un po' di pecunia, chiedendola anche come dono natalizio, e poi rimane di nuovo da sola. Sennonché suona il campanello: è, carramba che sorpresa, la signora <b>Kristine Linde</b>, vecchia amica di Nora, che è tornata in città, dopo una vita di sacrifici, per cercare lavoro. Parla che ti parla, Linde chiede a Nora di intercedere per lei con Torvald affinché le trovi un posto in banca; e nel mentre però Kristine la fa anche sentire un po' una merda perché ha tutto ciò che vuole, così Nora le confida di essersi procurata personalmente il denaro necessario per portare Torvald in Italia, quando era gravemente ammalato. L'amica si scandalizza pure, perché Nora ha tenuto tutto nascosto a Torvald: gli aveva detto che il denaro lo aveva ottenuto dal padre. Insomma Kristine non si fa vedere per dieci anni e arriva a rompere le palle abbestia, ma questi sono dettagli. Suona di nuovo il campanello, e disagio totale, è <b>l'avvocato Krogstad</b>, che va subito nello studio di Torvald. Krogstad, lo si può capire già dal nome, è il cattivo di tutta la vicenda: è proprio lo strozzino che ha prestato il denaro a Nora! Dallo studio esce il <b>dottor Rank</b>, l'amicone di famiglia pericolosamente ammalato e segretamente innamorato di Nora. Molto bene. Torna poi in salotto Torvald, che si è liberato del malvagio Krogstad. A quel punto la nostra Nora chiede a Torvald di assumere la signora Linde, e lui le dice bada Nora, mi casca a fagiolo, perché ho proprio intenzione di licenziare Krogstad, che onestamente mi è sempre andato un po' di traverso. Perfetto, dunque! Escono tutti di scena, e Nora accoglie i pargoli che erano fuori con la bambinaia. Ma, dannazione, ecco che riappare Krogstad, affacciato alla porta di casa. Spaventata, Nora gli fa notare che non è ancora la data del saldo della rata del debito, ma lui no, vuole chiederle di esercitare la sua influenza su Torvald affinché lui possa conservare il suo posto in banca: se non lo farà, andrà a dirgli del debito. <b>Disagio a fiumi</b>. Anche perché il perfido Krogstad tira fuori la storia dell'obbligazione firmata dal padre di Nora per ottenere il prestito: ebbene, Nora aveva falsificato la firma del suo povero babbo! E quindi non solo spiffererà tutto a Torvald, ma la porterà anche in tribunale, il maledetto. Nora si difende dicendo che in fondo lei era nel giusto, avendo soltanto voluto preservare padre e marito da inutili pene, agendo insomma per amore. A Krogstad ovviamente importa una sega dell'amore, ripete la sua minaccia e se ne va. Dopo un pochino rincasa Torvald, chiede se ci fosse stato qualcuno in casa, Nora mente ma lui la sgama subito (chiaro). Ha capito benissimo che Krogstad era passato per chiedere a Nora di intercedere per lui, lui, indegno di ogni cosa perché aveva falsificato la firma in certi documenti. Chiaramente a Nora piglia malissimo, e per spezzare un po' la tensione chiede al marito di pensare a un costume per lei, per il ballo in maschera che si terrà dai loro vicini. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>ATTO </b></span><b style="font-family: Verdana, sans-serif;">SECONDO </b></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Siamo sempre nel <b>salotto ante-Ikea</b>, l'albero di Natale però è distrutto, e Nora è in preda all'ansia. La bambinaia le porta la scatole con il costume per il ballo, ma lei niente, non ce la può fare da tanto è agitata dal pensiero che Krogstad possa arrivare. Invece <b>arriva Kristine</b>, che aiuta la povera Nora a sistemare il <b>vestito da pescatrice napoletana</b> (boia al prossimo Carnevale mi voglio vestire così!). Cuci che ti cuci, Kristine insiste con domande insidiose sul segreto di Nora, ma viene interrotta dall'arrivo di Torvald. La caparbia Nora prova così a convincere il marito a non cacciare Krogstad, ma picche, Torvald non ne vuole proprio sapere, e affida alla cameriera la <b>lettera di licenziamento</b> da spedire all'avvocato. Poi se ne va a lavorare nel suo studio, lasciando Nora nella più profonda disperazione. Ecco che però arriva <b>il dottor Rank</b>, che per portare ulteriore allegria confida a Nora che ne avrà per ancora un mese e poi sarà <b>bello e sepolto</b>. Alè! Ma deve aver funzionato, perché i due <b>bisbocciano un pochino</b>, tanto che Nora sta quasi per chiedergli i soldi per saldare il debito... ma taaaaaac, il dottore le confida l'amore che prova che nei suoi confronti! <b>Oioi oimmena signoramia</b>. Nora chiaramente si sfava abbestia e si guarda bene dal fare la sua confessione. Non fa in tempo a ripigliarsi che la cameriera le comunica che c'è <b>il malefico Krogstad</b> ad aspettarla... così spedisce il dottore dal marito e si prepara ad affrontare il bruto. Che, in pratica, vorrebbe confessare tutto a Torvald per tirarsi fuori dall'onta del suo passato, e farsi assumere in banca con la fedina pulita. Nora <b>ne sta uscendo pazza</b>, Krogstad se ne va e imbuca una lettera nella cassetta della posta. In quel momento torna in scenda Kristine con il vestito pronto, si accorge che Nora è leggermente sconvolta, e finalmente capisce che è stato proprio l'avvocato a prestare il denaro all'amica. Nora, disperata ma lucidissima, cerca di farsi promettere da Kristine che qualsiasi cosa succeda, testimonierà che è stata tutta una sua idea. La signora Linde però non capisce, Nora ripete che <b>sta per succedere <i>il meraviglioso</i> ma che non deve succedere</b>, Kristine vuole andare a parlare con Krogstad che, attenzione, un tempo avrebbe fatto di tutto per lei, e Torvald e il dottor Rank vorrebbero entrare in salotto ma la porta è chiusa a chiave... disagio bimbi, <b>sempre più disagio</b>! Kristine esce per andare da Krogstad, Torvald pensa di trovare Nora in costume ma invece no, Nora gli chiede di aiutarla a provare <b>la tarantella</b>, ma prima Torvald vuole andare a vedere se c'è posta. Nora allora si lancia in una danza scatenata e vitale (con Rank al piano), un momento selvaggio e per un attimo libero. Poi però la interrompe dicendole che ha dimenticato tutto ciò che le aveva insegnato, Nora non si tiene un cecio in bocca e continua a fare riferimento alla <b>cassetta della posta</b>, così Torvald che non è nato ieri capisce che c'è una lettera di Krogstald. In un modo o nell'altro però il pericolo viene scampato, Torvald e il dottore escono insieme e rientra Kristine, che però non ha trovato l'avvocato, e gli ha lasciato un biglietto. Nora commenta dicendo che in fondo è bello anche attendere <i>il meraviglioso</i>... </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>ATTO TERZO</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Siamo sempre nel salotto degli Helmer, la sera dopo. Nora e Torvald sono al ballo dei vicini, in salotto c'è <b>Kristine che aspetta Krogstad</b>, cui aveva dato proprio lì appuntamento per parlargli. Per farla breve, <b>i due un tempo stavano insieme</b>, ma poi lei aveva lasciato lui per un partito migliore, spinta dal bisogno. Adesso però gli offre un'ancora di salvezza, e gli propone un'unione per risolvere tutto: "due sopra lo stesso rottame stanno meglio che ciascuno da solo sul proprio". E lui le chiede, ma lo sai quello che ho fatto? Ma proprio tutto? Proprio tutto tutto? E lei sì nini, abbozzala! Però aggiunge anche che Torvald quella lettera la deve proprio leggere, per porre fine ai vari sotterfugi e sciagurati misteri che incombono su quella famiglia. Sì, la signora Linde è <b>una maledetta rompicoglioni</b>. Poi caccia Krogstad perché gli Helmer stanno per tornare; arrivano, giustamente Torvald si stupisce a vederla ancora in casa sua a quell'ora (e che diamine), ma lei trova la scusa dell'ammirare Nora col suo vestito. Mentre Torvald si vanta oltremisura della moglie, Kristine sussurra a Nora di aver parlato con Krogstad, che non ha nulla da temere ma deve confessare tutto al marito. Poi finalmente si leva di culo. Torvald è particolarmente <b>sveglio e pimpante</b>, ma Nora non è proprio in vena di dargliela... menomale bussano alla porta (sì, questa casa è un porto di mare), è il dottor Rank, anche lui tutto allegro perché ha ricevuto dalle ultime analisi la sua sentenza di morte certa. Ma sì! Dopo poco si leva di torno anche lui, e Torvald pensa bene di andare a vuotare la cassetta delle lettere. <b>Tantantan!</b> Va a leggere la posta nello studio, Nora rimane sola in scena manifestando pensieri suicidi, ed ecco che Torvald irrompe in salotto chiedendo spiegazioni a gran voce. E si lancia in accuse orribili, aggredisce Nora spuntandogli addosso la sua morale, la sua pochezza, la sua legge. Nora si addossa tutta la colpa, ma piano piano capisce che quel meraviglioso che sta da lungo aspettando <b>non arriverà</b>. Il marito le chiede un matrimonio di facciata, per salvare le rovine. All'improvviso, arriva una lettera per Nora, di cui si impossessa immediatamente Torvald. Si tratta dell'obbligazione con la firma falsa: Krogstad si è pentito, faccenda finita. Sì. Proprio. Torvald cambia improvvisamente tono, dice lodoletta dimentichiamo tutto, oddio come devi esser stata male, e bla bla. A questo giro però basta. <b>Nora ha detto basta</b>. Fa mettere il marito a sedere, perché c'è ancora molto di cui parlare. E qui raggiungiamo l'acme. La resa dei conti. Adesso dovrei solamente copiare tutta la fine del dramma, perché penso che sia <b>una delle narrazioni più potenti di tutta la letteratura mondiale</b>.</span></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">C'è un altro compito che prima devo assolvere. Devo cercare di educare me stessa e tu non sei uomo da aiutarmi. Devo farlo da me. Perciò ti abbandono. </span></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5rLJ5qH2mdyJm88SfX05jw861e5wWi2nwxHIrsInIR-iIaZOWwreM_EyJ95IpPSoDDV0AZm1d1agDFPKNFl1oBaR-9LyqARCRkt_qYiSYv63yUEIaQT0yRHdWuxf_0hu0rLBsIcBc1xE/s1600/Teatro.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5rLJ5qH2mdyJm88SfX05jw861e5wWi2nwxHIrsInIR-iIaZOWwreM_EyJ95IpPSoDDV0AZm1d1agDFPKNFl1oBaR-9LyqARCRkt_qYiSYv63yUEIaQT0yRHdWuxf_0hu0rLBsIcBc1xE/s640/Teatro.jpg" width="638" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b><i>Il mio mini-pippone</i></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Allora. Mi sembra abbastanza esplicita la <b>potenza rivoluzionaria</b> di questa pièce teatrale, ma io voglio parlarne ancora un po', perché capito, Ibsen nel 1879 ci aveva provato a risvegliare le coscienze, ma noi no, <b>duri come le pigne verdi</b>. Ma prima un piccolo disclaimer: Henrik Ibsen, come ci ricorda il saggio Perrelli, non era mica un femminista nel senso convenzionale del termine. Egli rimase infatti estraneo a ogni categoria politica, seppur manifestando in più occasioni il suo appoggio alla causa femminile. La sua infatti era più una vicinanza alla <i>causa umana</i> in generale (e non ai casi umani, badate bene!): "non mi è chiaro che cosa sia propriamente, questa causa. Per me s'è posta come una <b>causa dell'umanità </b>[...]. Mio fine è stato <i>la descrizione di esseri umani</i>". </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfFUyUx4PWEUUVH-TGqAeeqDGfAaF8cJBRP7IUK5BGyWf5UjPMZtiFAuSl2sCqTDQSO3DITSzSRzZ6ysWASbHMa1PoZMGWJACi9-N7P7U891GdgtZuxJ6DnlFqLIgKEhLr02gYvM1yn9M/s1600/Composizione.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfFUyUx4PWEUUVH-TGqAeeqDGfAaF8cJBRP7IUK5BGyWf5UjPMZtiFAuSl2sCqTDQSO3DITSzSRzZ6ysWASbHMa1PoZMGWJACi9-N7P7U891GdgtZuxJ6DnlFqLIgKEhLr02gYvM1yn9M/s640/Composizione.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">In <i>Casa di bambola</i> il drammaturgo norvegese vuole mettere al centro la questione del <b>perché "una donna non possa essere se stessa nella società attuale"</b>. In pratica la dicotomia tra legge (incarnata da Helmer) e natura (incarnata da Nora), portata all'esasperazione nell'illusione nutrita da Nora che si possa ancora verificare quel "meraviglioso" che invece non comparirà mai. Un vero e proprio "<b>dramma della disillusione umana</b>", come scrive Perrelli. E ciò porterà Nora alla scandalosa e imprevedibile decisione di abbandonare la casa, di lasciare il marito e i figli per andare a scoprire se stessa. </span></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Casa nostra non è stata altro che un luogo di giochi. E qui sono stata la tua consorte bambola come a casa ero la figlia bambola di papà. E i bambini sono stati anche loro le mie bambole. </span></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Non più moglie e madre, ma "<span style="font-size: large;"><b>prima di tutto un essere umano</b></span>", uscendo finalmente dal sistema culturale solo e soltanto maschile in cui aveva vissuto fino a quel momento. Ed ecco che crolla tutta l'impalcatura borghese, rimane soltanto la persona, e la voce di Nora echeggia nella rappresentazione teatrale rivolta a tutte e a tutti, più universale e attuale che mai. <b>Quanto coraggio</b> che hai avuto, cara Nora, nell'affermare di non essere in grado di crescere i suoi figli, senza prima essere cresciuta a sua volta. Me lo sono letto e riletto, <i>Casa di Bambola</i>, e quando l'altro pomeriggio l'ho visto finalmente in scena i <b>brividi</b> mi hanno percorsa durante tutto il tempo della rappresentazione, complice la bravura e la credibilità degli attori e la meraviglia della scenografia. Bene. Direi che come al solito ho scritto troppo. Quindi rincorrente <i>Casa di bambola</i> e godetene tutti! </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b><i>Bibliografia</i></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Henrik Ibsen, <i style="font-weight: bold;">Casa di bambola</i>. Traduzione di Ervino Pocar, Mondadori, 2007 </span></li>
<li><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Perrelli, Franco. <i><b>Introduzione a Ibsen</b></i>, Editori Laterza, Roma-Bari, 1988</span></li>
<li><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><b>Henrik Ibsen</b></i>, in <i>Studi nordici, VII - 2000</i>, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, Pisa-Roma, 2001</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> </span></li>
<li><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i style="font-weight: bold;">Nora</i>, in Lou Andreas-Salomé, <i style="font-weight: bold;">Figure di donne</i>, Iperborea, Milano, 1997.</span></li>
</ul>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">B. </span>The Buzzing Pagehttp://www.blogger.com/profile/13372650519098742709noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7838687202546742354.post-21857088470256840142016-03-04T11:49:00.001+01:002016-03-04T13:14:09.959+01:00Paolo Cognetti, New York Stories: presentazione a L'Amico Ritrovato, Genova.<div style="border-bottom: 1px solid #cfcfcf; border-top: 1px solid #cfcfcf; min-height: 130px; padding: 10px 0 10px 0; width: 100%;">
<a href="http://www.einaudi.it/libri/libro/aa.vv./new-york-stories/978880622801" style="display: block; float: left;" target="_blank" title="Vai alla scheda libro"><img src="http://www.einaudi.it/media/img/978880622801PIC.jpg" style="border: 0;" /></a>
<br />
<div style="color: black; font-family: "arial" , "helvetica" , "verdana" , sans-serif; font-size: 11px; padding-left: 100px;">
<a href="http://www.einaudi.it/libri/libro/aa.vv./new-york-stories/978880622801" style="color: black; display: block; padding-bottom: 20px; text-decoration: none;" target="_blank" title="Vai alla scheda libro">
<b style="color: #c70702;">New York stories</b><br />
<b></b><br /><br />
<b style="color: #8a8a8b;">2015</b><br />
Supercoralli<br />
pp. 400<br />
€ 21,00<br />
ISBN 978880622801
</a>
</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>***AVVERTENZA***</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>Post luuuuuuungo lungo, ma pieno di tante tante cose interessanti </b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>(e soprattutto pieno di ammòre!)</b></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijPF7gm0JWDrs7aQcCPfFGiKfQuNrOLRZzGJwK-fQPpoIIfVPiEPrAun9S9MNFOkn_4VBJobG94l2MkdjuXZgjdzL-RkhTse_0RHlQFnZSTwKf2khNyfMPo7UgEWFc5ML22mzFgVbM0ns/s1600/Copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijPF7gm0JWDrs7aQcCPfFGiKfQuNrOLRZzGJwK-fQPpoIIfVPiEPrAun9S9MNFOkn_4VBJobG94l2MkdjuXZgjdzL-RkhTse_0RHlQFnZSTwKf2khNyfMPo7UgEWFc5ML22mzFgVbM0ns/s320/Copertina.jpg" width="222" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><b>Premessa</b> </i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">In un <b>febbraio molto incasinato</b>, tra malattia, trasloco, lavoro, pioggia, compleanni e Carnevale, ho pensato che fosse giusto aggiungere pure una piccola gita di due ore all'andata e due al ritorno in quel di Genova, scatenando in Madre stupore misto a rassegnazione per avere una figlia fuori di testa. Il motivo di tale incosciente decisione? Semplice: Francesca Marson, la padrona di casa di <b><a href="http://nuvoledinchiostro.blogspot.it/" target="_blank">Nuvole d'Inchiostro</a> </b>(conosciuta per caso al Salone del Libro in un momento non esattamente esaltante della mia esistenza), aveva organizzato per venerdì 26 febbraio <b>un incontro semplicemente imperdibile</b>. Non solo l'adorato <b><a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/2014/11/paolo-cognetti-pesca-nelle-pozze-piu.html" target="_blank">Paolo Cognetti</a></b> avrebbe parlato della sua antologia di racconti <i><b>New York Stories</b></i>, ma il suo interlocutore sarebbe stato <b><a href="http://www.tunue.com/it/home/299-l-appartamento.html#.VtlYh7LhCUk" target="_blank">Mario Capello</a></b>, e <b><a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/2016/01/di-ritorni-e-di-quattro-libri-belli.html" target="_blank">Marco Peano</a></b> si sarebbe occupato di leggere parti della raccolta. E lo scenario di tutto questo, una piccola libreria indipendente. Potevo io mancare? Potevo io farmi sfuggire l'occasione di incontrare nuovamente questi tre scrittori meravigliosi? Potevo io perdermi un pomeriggio dove si parlava di letteratura americana??? <b>Giammai! </b>E così mi sono messa a bordo della mia Fiestina, e bella bella ho raggiunto Genova e <a href="https://www.facebook.com/LAmico-Ritrovato-618508641600225/?fref=ts" target="_blank">L'Amico Ritrovato</a>, ho riabbracciato Francesca, mi sono goduta la libreria che piano piano si riempiva, ho chiacchierato sorriso curiosato tra gli scaffali accarezzato abbestia Lucky (il fido cane di Cognetti) e poi finalmente mi sono data una calmata, mi sono seduta, e mi sono fatta stregare ancora una volta dalla magia della letteratura. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5Iev-a41ani7DilIq9KL-HUnyTWSynuWLk51SRAhHh8ocQrnBiVucEGHtmo2a70XlU_BFZs6hJyLqn6R6Izeb9E7q32mK2cVyPkG3tFxPBabvoLg7o3HewXZR36j5FBfU3V57SKy5u68/s1600/Libri+tutti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="382" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5Iev-a41ani7DilIq9KL-HUnyTWSynuWLk51SRAhHh8ocQrnBiVucEGHtmo2a70XlU_BFZs6hJyLqn6R6Izeb9E7q32mK2cVyPkG3tFxPBabvoLg7o3HewXZR36j5FBfU3V57SKy5u68/s640/Libri+tutti.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Adesso mi sento proprio in dovere di riportarvi interamente la conversazione tra Mario Capello e Paolo Cognetti, perché bimbi, è stata davvero <b>tanta, ma tanta roba</b> (come al solito professionalità e sobrietà!). </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOHpxTQPcWDzUZ8tSQGYsywUusWiTDp4vQiL9OaLkJXJ08kBTujYjfCEQHw2AuSmyjLpwdHU85_hisTEnKSlHFT9170WbKu5cfWVCjmi9Qf8AVIlQ2lkhpZ4bIMqVekYk5iM8NCISV7g0/s1600/Prima+dell%2527inizio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOHpxTQPcWDzUZ8tSQGYsywUusWiTDp4vQiL9OaLkJXJ08kBTujYjfCEQHw2AuSmyjLpwdHU85_hisTEnKSlHFT9170WbKu5cfWVCjmi9Qf8AVIlQ2lkhpZ4bIMqVekYk5iM8NCISV7g0/s640/Prima+dell%2527inizio.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b><i>La presentazione</i></b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Marco Peano ci introduce alla chiacchierata tra Capello e Cognetti leggendo una parte di <i style="font-weight: bold;">Perdersi a New York</i>, prefazione dell'antologia, portandoci così fin da subito nelle atmosfere che Cognetti ha voluto ricreare curando la raccolta. </span><br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Se le città fossero opere d'arte, e i secoli gli artisti che le hanno create, New York sarebbe il capolavoro del Novecento. In nessun'altra quel vecchio matto ha messo così tanto di sé. In nessuna possiamo rileggere altrettanto bene che cosa il Novecento è stato. </span></blockquote>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Mario Capello si è detto innanzitutto lusingato di essere stato chiamato a presentare </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>New York Stories</i>: secondo lui infatti si tratta di </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">più di una semplice antologia, è piuttosto <b>un distillato della miglior letteratura americana del Novecento</b>, frutto di una scelta accurata, di uno sguardo diversificato e ampio. Ci sono nomi molto belli, afferma. New York è un grande racconto corale, una sorta di <b>prisma</b> attraverso cui possiamo vedere voci che hanno deciso di raccontarla. Spaccato d'America, New York se ne discosta ma è anche un concentrato degli Stati Uniti. Tutti sono passati da lì come da un setaccio e questa antologia rispecchia queste due realtà che riecheggiano una nell'altra, la grande immigrazione e la ricchezza di vite che ha ispirato grandi scrittori, o scrittori che erano essi stessi figli di immigrati, come Don DeLillo.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Capello chiede, come prima cosa, quali siano </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">stati <b>i criteri</b> che hanno permesso di scegliere questi autori particolari, dando spazio a <b>voci troppo spesso sconosciute</b>. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Prima di rispondere il sempre più fantastico Paolo Cognetti ci tiene a manifestare la sua felicità nel vedere la libreria straripare: a volte infatti si ritrova davanti a </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">librerie deserte, affermando che di rado si è difronte a <b>una libreria così piena</b> (la per Francesca, cuori per tutti!). </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E poi inizia a raccontare, e tutto si ferma, il mondo sembra esserci concentrato tutto in quella stanza. Racconta di come Einaudi pubblichi da tempo antologie a tema, e come questo progetto sia stato concepito. Lui è un autore appassionato di letteratura americana e di racconti, quindi proprio stava nel suo :). Nel 2004 è andato per la prima volta negli Stati Uniti, e negli ultimi dieci anni è stato lì almeno un anno. Ci va a scrivere e a lavorare. Il primo problema che ha dovuto affrontare è stato nella </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">scelta dei criteri e dei confini</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">: nelle librerie di New York infatti ci sono intere sezioni dedicate alla narrativa locale, perché è la città che fa da sfondo a miriadi di romanzi e di film. Quindi questa è </span><i style="font-family: verdana, sans-serif;"><b>la sua antologia</b></i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">, una delle tante possibili. La prima idea grossa è stata quella di </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">non mettere brani di romanzi</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">, perché non gli piacciono, hanno qualcosa del frammento; poi di scegliere </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">il Novecento come gabbia temporale</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">. La letteratura newyorkese inizia in realtà con Washington Irving, poi Herman Melville, Henry James, ma lui ha coltivato l'idea che il Novecento sia proprio </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">l'epoca d'oro di New York</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">. Nel 1924 sono state emanate le leggi sull'immigrazione, mentre prima era libera e quindi New York è stato per moltissimi anni </span><b style="font-family: verdana, sans-serif;">la Porta dell'America</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">. Dall'Europa sono arrivate 12.000.000 di persone, di cui almeno 3.000.000 si sono fermate a New York. Si tratta quindi di una città popolare, di immigrati, di tensioni. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il primo autore dell'antologia è <b>Francis Scott Fitzgerald</b>: quello che viene riportato è racconto tardivo, che rievoca il suo arrivo a New York; l'ultimo, di <b>Colson Whitehead</b>, tratta invece l'11 settembre. Appena finito il secolo è cambiato qualcosa, la città è stata presa d'assalto dalle stesse persone che l'avevano desiderata tanto. <i>New York Stories</i> contiene sì autori amati, ma anche tanti nomi che in Italia non si conoscono. Molto spazio è stato dato alla <b>letteratura d'immigrazione</b>: quella ebraico-americana è conosciuta, ma c'è anche quella italo-americana, latino-americana, afro-americana, quindi Cognetti ha cercato di mettere un esempio per ognuna di queste. L'ultima idea è invece quella di cercare delle <b>voci italiane</b>. Solo in anni più recenti Cognetti si sta occupando di narrativa italiana. Calvino, Arbasino e altri hanno scritto su viaggi in America e quindi su New York, ma questi racconti non gli piacevano, gli sembravano snob e infarciti di luoghi comuni. Ha trovato invece scrittori che hanno proprio vissuto a New York, come <b>Mario Soldati</b>, che scelse di diventare americano due giorni dopo il crollo della borsa di Wall Street... Ci visse due anni e scrisse uno dei suoi libri più celebri, </span><i style="font-family: verdana, sans-serif;"><a href="http://italians.corriere.it/2013/08/24/america-primo-amore-di-mario-soldati/" target="_blank">America primo amore</a></i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">. Poi c'è <b>Oriana Fallaci</b>, non quella </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">della "demenza senile", dice sorridendo</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> Cognetti (senza nessuna </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">verve polemica!, aggiunge), ma la giornalista che è riuscita ad avere uno sguardo molto particolare su New York, e che fa <b>un ritratto bellissimo su Paolo Pasolini</b>, giunto nella Grande Mela da marxista pieno di pregiudizi e che invece si innamora della città. Infine <b>Mario Maffi</b>, professore di Cultura anglo-americana presso la Statale di Milano. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhS7abKiesNUOX6_Hy6s0Fvlxy1b7ySQTBKzh11McPzrUthbRx_E4NiFKnH6-wES-Sv124pdZlXge6IU2ky0hJCAcGw7l5-EaN1K3Iw31zR-sKR4FCoJr3jGjD-ogPdx4vnqRrleoZ3kVM/s1600/Scrittori+Antologia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="452" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhS7abKiesNUOX6_Hy6s0Fvlxy1b7ySQTBKzh11McPzrUthbRx_E4NiFKnH6-wES-Sv124pdZlXge6IU2ky0hJCAcGw7l5-EaN1K3Iw31zR-sKR4FCoJr3jGjD-ogPdx4vnqRrleoZ3kVM/s640/Scrittori+Antologia.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Concludendo, Cognetti riassume le sue idee chiave, quella dell'<b>immigrazione</b> (della New York del Lower East Side insomma), e quella dell'<b>urbanistica</b>. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Un altro criterio fondamentale, aggiunge Mario Capello, è la volontà precisa di mettere delle <b>autrici</b>: sia per motivo politico che per dare uno sguardo particolare sulla città. Un'altra chiave che ha notato è quella del <b>fallimento esistenziale</b>, e chiede a Cognetti di parlarci di questi due filoni.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il buon Paolo afferma di essere femminista come lettore, e quindi la sua scelta gli è sembrata naturale. Ci sono diverse donne, nella raccolta, perché c'era in loro un talento particolare nel cogliere l'anima della città. <b>Grace Paley</b>, ad esempio, aveva il talento dell'ascolto: aveva capito che New York era <b>una città jazz</b>, una città polifonica. E alcune scrittrici sono state particolarmente brave a catturare questa musica. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Per quanto riguarda l'altra linea narrativa, è risaputo che si va a New York per <b>liberarsi velocemente dalle cose che si lasciano indietro</b>, e per afferrare quelle che si desiderano. L'età media di chi vive a New York è ancora di 35 anni, è una città persone che hanno voglia di costruire, di lavorare, di sacrificarsi. Non sempre il successo è garantito. Poi magari se ne vanno quando vogliono costruire qualcosa di più concreto. Le donne, in particolare, in questa ricerca hanno molto da dire, soprattutto sulla <b>libertà di essere donna</b>. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Oriana Fallaci ha scritto un racconto molto bello, prosegue Capello. Prima è stata una grande scrittrice che faceva una forma di reportage narrativo, molto innovativo, perché anche nel momento in cui racconta Pasolini lei è comunque presente; il racconto è emblematico di tutta l'antologia, perché racconta di una <b>fascinazione</b>. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Cognetti risponde che <b>New York è di tutti</b>, chi ci è andato una settimana ha la sensazione di averla posseduta, così come chi non ci è mai stato. Comunque di solito si ha l'idea di una città molto nordica, pulita, fredda... quando si arriva lì si va subito a Times Square per appropriarsi di questa sensazione. Invece a New York c'è anche <b>tanto rosso</b>, il rosso dei mattoni. Ci sono gli odori della spazzatura, della carne arrostita, del mare (New York è un porto!). Una città meridionale, perché dopotutto sono state la cultura ebraica e quella italiana a formarla. Non c'è solo Manhattan, ma anche Brooklyn, il Queens... Manhattan conta 1.500.000 abitanti, e tutta la città 8.000.000! Manhattan è solo un pezzettino di New York. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhL-Tpq4vMlQqbXOxnwIoE64M9l2vFKhCfRT19sXqVG6pm4kgDRlrZXgjQs5sPmCk5nBq9g_w5s7SX1aAKbq-_L3gj3ycyqexhRXJ3LJy1g8PfnuHphyphenhyphen6mFThIaCD3cJFLCMwrfshvgqM0/s1600/NY.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhL-Tpq4vMlQqbXOxnwIoE64M9l2vFKhCfRT19sXqVG6pm4kgDRlrZXgjQs5sPmCk5nBq9g_w5s7SX1aAKbq-_L3gj3ycyqexhRXJ3LJy1g8PfnuHphyphenhyphen6mFThIaCD3cJFLCMwrfshvgqM0/s640/NY.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">thebuzzingbea a New York, agosto 2013</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Quando Pasolini arrivò, era giunto con dei preconcetti molto forti, ma in un attimo si innamora di una città che scopre essere molto popolare, e si chiede perché non ha più vent'anni. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">...e parte a malincuore e con i vestiti da ragazzo dell'epoca perché sa che lì non lo giudicherà nessuno, ne compra tanti che poi non metterà mai, conclude Capello (immaginatevi <b>i film che mi sono fatta</b> su Pasolini vestito da giovanotto che gira per i bassifondi di New York... meraviglia)</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Piccolo intermezzo: Marco Peano legge il racconto di <b>Thomas Wolfe</b>, contenuto nella raccolta e tradotto proprio da Mario Capello, <i>Solo i morti conoscono Brooklyn</i>. Si tratta di un racconto degli anni '20, ma sembra molto più contemporaneo! Ovviamente, bellissimo. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoyvFlO_4BVZmegGq79hxz16r7VY0IJ9cOuI2EC9fqdUMW3NzFweQvBkVCIUlPk2Pc6fmqExI3NvlZ1BPduCBTfavw4rtkFvgHgqCIsxb-JkJiCxPOln3az3sQmxrYmS1hB_HI7PwAkXw/s1600/CapelloCognettiPeano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoyvFlO_4BVZmegGq79hxz16r7VY0IJ9cOuI2EC9fqdUMW3NzFweQvBkVCIUlPk2Pc6fmqExI3NvlZ1BPduCBTfavw4rtkFvgHgqCIsxb-JkJiCxPOln3az3sQmxrYmS1hB_HI7PwAkXw/s640/CapelloCognettiPeano.jpg" width="532" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Poi, a bruciapelo, Capello chiede: Qual è il racconto senza il quale non ci sarebbe l'antologia?</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E Cognetti inizia a rispondere citando <b>il racconto che manca, è </b><i><b>Bartleby lo scrivano</b> </i>(e a quel punto io mi stavo per alzare in piedi urlando Paolo ti amo!!!, ma mi sono contenuta e ho continuato a scrivere sul mio quaderno). I racconti sono organizzati in ordine cronologico, suddivisibili in quelli degli anni '20-'30 fino alla Guerra, poi quelli degli anni '50-'60, poi la decadenza degli anni '70-'80. Lui è molto legato a quest'ultimo periodo, è nato nel '78 quindi si è nutrito di queste raccolte della New York sporca, pericolosa, dell'abisso, della paura, della decadenza. Nel 1977 c'è stato <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Blackout_di_New_York_del_1977" target="_blank">il famoso black-out</a>, in cui un serial killer si muoveva nella città abbandonata e rivolte si scatenavano ovunque. Le case all'epoca erano occupate da tossicodipendenti e gente di strada, poi questi lotti vennero sgomberati, recintati e distrutti. In questi buchi lasciati dai palazzi il movimento <i>guerrilla gardening</i> creò degli orti autogestiti, che si trovano ancora a Manhattan. Quindi si respira un misto di decadenza e di di appartenenza e militanza. Il racconto che meglio esemplifica tutto questo è <b><i>L'Angelo Esmeralda </i>di DeLillo</b> (io qui posso annuire consapevolmente, perché ho letto l'intera raccolta che si intitola proprio come il racconto presente qui, per il <a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/2014/09/litalia-e-pronta.html" target="_blank">Progetto di Lettura</a> ovviamente, e vabbé, ciao proprio). Cognetti cita poi <i>Quel bacio vada al mondo intero </i>di Colum McCann, che racconta del funambolo che ha attraversato le torri gemelli su una corda tesa a 110 metri d'altezza, facendo trattenere il respiro ai newyorchesi, interrompendo per un po' il disagio abbestia che stavano vivendo (e anche qui mi trattengo dall'urlare come un'ultrà, perché nel lontano 2008 ho visto il film-documentario tratto proprio da questo libro, <i style="font-weight: bold;"><a href="https://www.youtube.com/watch?v=EIawNRm9NWM" target="_blank">Man on Wire</a></i>, in un meraviglioso <a href="http://www.vestervovvov.dk/ProTickets/php/index.php" target="_blank">cinema indipendente di Copenhagen</a>, con l'Annina, in una sera di inizio marzo. Guai a voi se vedete quella porcata che hanno fatto ora!). Ci racconta poi che il suo luogo del cuore è senza dubbio Coney Island, e ci rimanda alla fantastica citazione de <i><a href="https://www.youtube.com/watch?v=tnWHcc0UL5o" target="_blank">I guerrieri della notte</a> </i>(guardate il video perché merita :D) </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Infine Mario Capello nota come ci sia una sorta di <b>filo conduttore nascosto</b> che torna più volte: succede che in una città, forse La Città per antonomasia, quindi prosaica e profana, ci si possa imbattere nel <b>trascendente</b>, e l'esempio che forse lo incarna meglio è il racconto di Cheever, <i>Ballata</i>. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Cognetti risponde citando nuovamente <i>Quel bacio vada al mondo intero</i>, perché in quel funambolo che danza tra le torri gemelle ci vede incarnata l'essenza di quello che diceva Capello. In una delle fasi più buie di New York, ecco apparire un filo teso tra due opposti, a richiamare poi l'<b>opposizione tra alto e basso</b>, tra la grazia di questo angelo e la miseria estrema. Ecco, queste contraddizioni sono una costante di New York. E in ciò vi è anche il riscatto per questo personale tema portante della architettura newyorchese: il tema urbano grattacielo, l' edificio per eccellenza, perché Manhattan è un'isola e si poteva sviluppare solo in verticale, mentre Queens e Brooklyn sono basse, a creare <b>un infinito contrasto</b>. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b><i>Conclusioni</i></b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ecco. L'incontro si conclude con un'altra lettura di Peano, e con la sottoscritta che, come al solito, è l'unica ad alzare la manina al momento del <b>"ci sono domande?"</b>. Ero troppo curiosa di sapere qualcosa in più <b>sulla lingua, sullo stile </b>di questi racconti, e Cognetti mi illustra una parabola che segue la vita della città: dallo sperimentalismo più spinto degli anni '20 e '30 all'appiattimento degli anni '50 e '60, per poi tornare negli anni del disagio a uno stile più complesso. Ah. Che meraviglia. E poi, come dico sempre, le cose belle si possono concludere solo in un modo, ovvero con <b>un bel brindisi e tanti sorrisi davanti alle tartine</b>. Prima ovviamente mi faccio fare dediche a nastro, e insomma, ho fatto mmmmillemila chilometri, me lo merito! ...Vedo <b>Francesca raggiante</b>, entusiasta per quello che è riuscita a creare. E io sono tanto felice per lei, e tanto orgogliosa di ciò che la passione per i libri riesce a muovere. Un giro di saluti, una foto ricordo, e me ne torno verso la macchina, con il cuore che scoppia. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAqdEfw0X8kCxHfC53Pq_XMPQVQa_Uwy5CJgKtiPLy8GZlQ7-L6Sf7hFVR7pXAPLjCtl5RV1FTPOKDjjUvdnukRf657J7eVHQtz8DkRnh_FqG51u9Lc-WgRVzkAWGqhKtf2eL3MRVDdLk/s1600/Foto+di+gruppo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="436" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAqdEfw0X8kCxHfC53Pq_XMPQVQa_Uwy5CJgKtiPLy8GZlQ7-L6Sf7hFVR7pXAPLjCtl5RV1FTPOKDjjUvdnukRf657J7eVHQtz8DkRnh_FqG51u9Lc-WgRVzkAWGqhKtf2eL3MRVDdLk/s640/Foto+di+gruppo.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Marco Peano - Mario Capello - thebuzzingbea - Francesca Marson. Foto di Francesca Antognozzi</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTLK5mZmXTLJnbFeVz1U-0dSoR7YID0J7M7ww_JuXVfyFvOHRAcDeRv0Whft-KSBuFjP1j6VOFWU-HB1ooPUG4wc704TDDvyns802iJe1_yTigOt1V6pEbiB0yYynvm1vCTvHCAbMvunk/s1600/Scopri+NY.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: right;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTLK5mZmXTLJnbFeVz1U-0dSoR7YID0J7M7ww_JuXVfyFvOHRAcDeRv0Whft-KSBuFjP1j6VOFWU-HB1ooPUG4wc704TDDvyns802iJe1_yTigOt1V6pEbiB0yYynvm1vCTvHCAbMvunk/s200/Scopri+NY.jpg" width="133" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E mi imbatto in questa pubblicità e sorrido. E non appena accendo la radio, sento <a href="https://www.youtube.com/watch?v=93qDO1vhusw" target="_blank">questa canzone</a>, e capisco una volta in più che tutto, proprio tutto, ha davvero un senso. Alle prossime Mirabolanti Avventure di Bea!</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">B.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ps. Ovviamente vi farò sapere quando avrò letto i racconti, e se voi lo fate fate un fischio!!!</span><br />
<br /></div>
<br />The Buzzing Pagehttp://www.blogger.com/profile/13372650519098742709noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7838687202546742354.post-2683624103000547632016-02-26T11:21:00.000+01:002016-02-26T11:31:19.988+01:00Kent Haruf, Benedizione<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXJe7BHSNKMXsiUkkZQDRh4xDoAXv-TpAEjErb0dEk_Yp5HfjCXUS5RqEE9rTZUv0ldVpNwgj9OGHFPhNslt_w0v0tS2qr-s8vcfWQN-mYvnPvPmiCoLusqQoi3YRISxUdfUTy-r3ZQY8/s1600/Prateria.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXJe7BHSNKMXsiUkkZQDRh4xDoAXv-TpAEjErb0dEk_Yp5HfjCXUS5RqEE9rTZUv0ldVpNwgj9OGHFPhNslt_w0v0tS2qr-s8vcfWQN-mYvnPvPmiCoLusqQoi3YRISxUdfUTy-r3ZQY8/s640/Prateria.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Coast to Coast 2013</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Prendete una nuova casa editrice fighissima, aggiungete uno scrittore americano apprezzato abbestia ma sconosciuto in Italia, mescolate con una cittadina immaginaria, la storia di una famiglia, una caldissima estate in mezzo alla sconfinata pianura. Unite una scrittura senza fronzoli e l'incanto di piccole esistenze, e otterrete un romanzo a dir poco meraviglioso. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Si tratta di <b><i>Benedizione</i> di Kent Haruf</b> [traduzione di Fabio Cremonesi, NN Editore, 2015], volume facente parte della <i>Trilogia della pianura</i>. In realtà <i>Benedizione</i> è l'ultimo libro della trilogia, ma la casa editrice ha voluto pubblicarlo per primo come segno di un inizio romantico della loro avventura. <a href="http://www.nneditore.it/lettera-aperta-ai-lettori-di-haruf/" target="_blank">Qui</a> potete trovare tutta la storia, e vi straconsiglio di leggerla :). </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhWMDcNCK7MKmpJ6pd_NPbu1IayGQXomehVkNElPVPiyZgRJmtoShdPoY0fTq7JHRKmoRbtowY2QlhnOTF27OIwMNj1ovWfTT6fWSMIbFeifqCnPGHadPkyzcELLJnGkfCzZAw2xh1T6c/s1600/Kent_Haruf_Benedizione.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhWMDcNCK7MKmpJ6pd_NPbu1IayGQXomehVkNElPVPiyZgRJmtoShdPoY0fTq7JHRKmoRbtowY2QlhnOTF27OIwMNj1ovWfTT6fWSMIbFeifqCnPGHadPkyzcELLJnGkfCzZAw2xh1T6c/s640/Kent_Haruf_Benedizione.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Chiaramente la sottoscritta con un libro del genere <b>ci va a nozze</b>. L'avevo adocchiato al Salone del Libro 2015, nel meraviglioso stand NN, purtroppo però in quel periodo non ero esattamente in me, ma ho rimediato a dicembre acquistandolo alla libreria <b>Gogol & Company</b> di Milano (sognavo di andarci da un sacco!), con la benedizione, è proprio il caso di dirlo, del libraio, che mi ha guardata negli occhi dicendomi "Oh. Questo è spettacolare". E io tutta gongolante ho detto siiiiiiiiiiiiii lo so devo leggerlo abbestia!!! ...Ho capito dalla prima pagina che lo avrei amato alla follia. D'altronde è stato <b>uno dei casi editoriali del 2015</b>, e sta continuando ad esserlo, scatenando una vera e propria <a href="http://www.nneditore.it/lettera-aperta-ai-lettori-di-kent-haruf/" target="_blank">#harufever</a>. Il motivo è semplice: Haruf ti prende alla sprovvista catapultandoti nella cittadina di Holt, nella vita di Dad Lews e della moglie Mary, e ti rapisce fino all'ultima pagina. La trama è arricchita dai vari personaggi che gravitano intorno all'uomo che sta vivendo la sua ultima estate, dai ricordi belli e dai rimpianti per le cose che avrebbero potuto andare diversamente. C'è delicatezza, c'è la luce calda di luglio, ci sono sporadici acquazzoni, strade polverose, la tipica immobilità americana, la città di Denver che se ne sta lontano, un figlio perduto, una bambina ritrovata. A me ha ricordato molto Elizabeth Strout, quella provincia di esistenze minime che riescono però a destabilizzarti e a parlarti direttamente. L'emozione che provo a sfogliare di nuovo le pagine di questo romanzo è tangente, mi soffermo sui nomi e sorrido, mi cullo nella consapevolezza di avere già pronto sul comodino <i style="font-weight: bold;">Canto della pianura</i>, il secondo libro della trilogia. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E poi le mie mani si fermano a pagina 178, <b>capitolo 29</b>. Dovrei trascriverlo tutto per farvi capire la rara bellezza che Haruf è riuscito a descrivere in queste pagine. Tre donne e una bambina, il caldo del mezzogiorno, vestiti leggeri, un pranzo in cortile, chiacchiere felici, il torpore pomeridiano, una nuotata nell'abbeveratoio delle mucche. <b>La perfezione</b>. Con lo sguardo sognante, il consiglio che posso darvi è molto molto semplice: <b>leggete Haruf abbestia</b>!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">B. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
The Buzzing Pagehttp://www.blogger.com/profile/13372650519098742709noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7838687202546742354.post-1518028536831698162016-02-06T12:39:00.000+01:002016-02-06T12:39:35.806+01:00Michela Murgia, Chirú<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Natale. Il magico momento in cui, sazi in modo imbarazzante e immorale, si scartano i regali con il resto del parentado. Da lontano scorgo <b>un pacco dalla chiara forma libresca</b> arrivare nella mia direzione. Grande zia! Mi getto festante sul dono, lo scarto brutalmente e... scopro che si tratta dell'<b>ultimo libro di Michela Murgia, <i>Chirú</i></b> [Einaudi, 2015]. Chiaramente non riesco a nascondere il <b>disagio</b> che adombra il mio volto, e la zia preoccupata mi chiede - Non ti piace? Io l'ho divorato, è bellissimo! ...no zia, è che ho avuto dei problemi con <i>Accabbadora</i> [Einaudi, 2009], ma ci hanno già pensato l<a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/2014/11/le-gioie-di-bea-la-biblioteca-la.html" target="_blank">e anziane del gruppo di lettura in biblioteca</a> a tirarmi le orecchie. - Dai, prova a leggerlo, poi fammi sapere che ne pensi. <b>Ok cara</b>. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkvwN0HaNoK0hnUcn-EP1WASjzxDqMrS161uRX11cUVAwYUhVp8pgL5o32ZpeR8PN8R_5sWyvM0ie7PsW6scTOKYNPtitHpQxM8QYz59TEWeTO0bTPSy3VwFKwjfArAhzf54E3tDpHMhw/s1600/Challenge-Accepted-Meme.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkvwN0HaNoK0hnUcn-EP1WASjzxDqMrS161uRX11cUVAwYUhVp8pgL5o32ZpeR8PN8R_5sWyvM0ie7PsW6scTOKYNPtitHpQxM8QYz59TEWeTO0bTPSy3VwFKwjfArAhzf54E3tDpHMhw/s320/Challenge-Accepted-Meme.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E così </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>Chirú </i>diventa la mia seconda lettura del 2016. E niente. Dopo il primo capitolo, anzi la prima lezione, devo già dichiararmi "sconfitta": <b>allucinazione immensa</b>. Folgorazione divina. Pazzesco, chiaramente! Questo romanzo mi garba abbestia. E più vado avanti, più rimango a bocca aperta. Più giro pagina, più mi chiedo come la stessa scrittrice possa al contempo farmi così cagare e possa amarla alla follia. Cosa avevo in quell'estate del 2011? Eppure mi sentivo lucida! Devo assolutamente rileggere il suo primo romanzo, va bene, ho capito. Adesso però concentriamoci su questo perché bimbi, ve lo assicuro, è un <b>Romanzo Bello Davvero</b>. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Siamo chiaramente in Sardegna, ma questo ci può importare come no. C'è <b>Eleonora</b> che ha 38 anni ed è una grande attrice di teatro, che si è costruita una carriera negli anni, che proviene da una famiglia dove non erano tutte rose e fiori, e che si è dilettata a essere la Maestra di tre ragazzi, ragazzi speciali in cui lei aveva riconosciuto il talento, e la necessità di condividere le sue conoscenze per far raggiungere loro i successi desiderati. </span><br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La madre, l'amante e la maestra erano una triade simbolica che non poteva perdere neppure un tassello: le prime due si facevano la guardia a vicenda, e la terza ricordava a entrambe che il privilegio di quella tensione aveva il tempo contato. </span></blockquote>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgniA8fVfYhP3ndJ8IfZNcCr8wIsPNSq5IByDIzrtpEHozqIlTjzj8HS57dAcYfBI9ox_6rLM64PwGNhXmmNzVfHHuFHtdvpgteIBFZ5vbFZSy7UZus-bySlLh01Tn4QOCS7UUBZCD4nNQ/s1600/DSCF0878.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgniA8fVfYhP3ndJ8IfZNcCr8wIsPNSq5IByDIzrtpEHozqIlTjzj8HS57dAcYfBI9ox_6rLM64PwGNhXmmNzVfHHuFHtdvpgteIBFZ5vbFZSy7UZus-bySlLh01Tn4QOCS7UUBZCD4nNQ/s640/DSCF0878.JPG" width="558" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Poi però con l'ultimo non è andata esattamente bene, e aveva deciso di non prendere più allievi. Fino a quando, per caso, non incontra <b>Chir</b></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>ú</b>, diciottenne suonatore di violino, in cui riconosce la medesima marcescenza d'animo che la caratterizza. Nasce così la loro relazione, che si insidia nelle fratture dell'animo umano, che si muove fra il vento di Cagliari, la neve di Stoccolma, la nebbia di Praga e il caldo di Roma. Il romanzo può essere sicuramente inscritto nel filone del <b>romanzo di formazione</b>, ma la cosa particolare a mio parere è che l'apprendimento non è unilaterale: anche Eleonora infatti intraprende un percorso di nuova conoscenza, di crescita, di liberazione. </span><br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Della sua fragilità in quell'istante amai proprio quello che dell'amore si paga di più caro: l'assenza di calcolo e di misura che appartiene solo alle cose nate libere. </span></blockquote>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">In una tensione continua fra presente e passato, volere e dovere, i ruoli si ribaltano continuamente, toccando con meraviglia l'amore puro, le prime scoperte, <b>l'energia vitale a volte troppo sopita</b>. Lo stile di Michela Murgia è impeccabile: ogni parola scelta con cura, una prosa scorrevole e allo stesso tempo raffinata. Davvero sono rimasta colpita dalla bellezza che gli scrittori bravi riescono a creare. Non voglio aggiungere niente alla trama, perché </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Chir</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">ú è un libro da leggere per farsi un regalo, per sentire il profumo della lavanda e delle cose importanti. <b>Consigliato abbestia</b> :). </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">B.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ps. <a href="http://www.wired.it/play/libri/2015/11/12/murgia-libro-pagine-social-network/" target="_blank">Bazzicando per l'internet</a> ho scoperto che l'astuta Michela ha creato <b>un profilo facebook di Chirù</b>, vivificando così il personaggio letterario e facendolo muovere attraverso luoghi, pensieri, parole. Sono un po' combattuta a riguardo, da una parte penso figata!, dall'altra rimango un po' interdetta... però forse la mia anima da stalker ha la meglio! </span><br />
<blockquote class="tr_bq">
</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
</blockquote>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> </span></blockquote>
</div>
The Buzzing Pagehttp://www.blogger.com/profile/13372650519098742709noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7838687202546742354.post-47328108200341722182016-01-27T09:30:00.001+01:002016-01-27T09:30:36.039+01:00Il Giorno della Memoria e un libro da leggere<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgerOG-x1YhKoaOsdp4144qq2yAPGQTfUXw5RBap4uJR_kg1FkZq_1_n-b54v8eCZzQ2lln1MnO-AZcphOIhOtKwStyDsuemKvwwO1ZRxbhK55ytj6aBIn8P2ag0y_dLTJB7J74KT1nhx4/s1600/Memoria.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgerOG-x1YhKoaOsdp4144qq2yAPGQTfUXw5RBap4uJR_kg1FkZq_1_n-b54v8eCZzQ2lln1MnO-AZcphOIhOtKwStyDsuemKvwwO1ZRxbhK55ytj6aBIn8P2ag0y_dLTJB7J74KT1nhx4/s400/Memoria.png" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mario Biani per il Manifesto del 27/01/2016</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Non ho mai amato <b>il Giorno della Memoria</b>. Da quando a scuola, a partire dal 2005, onoravamo il minuto di silenzio, ai giorni nostri, in cui la maggior parte delle genti si riempie la bocca di frasi omologate e banali, per poi tornare il resto dell'anno a perpetrare orrori quotidiani. Mi è sempre sembrato <b>un giorno dell'ipocrisia</b>, piuttosto, vedendo il mondo ancora pieno di genocidi non riconosciuti, di segregazione, di odio nei confronti del diverso, di rabbia cieca e desiderio di sterminio, di popoli resi disumani, di stragi dimenticate. La Shoah, ovviamente, mi ha sempre fatto paura. Tanta paura. Se messa di fronte alla scelta di vedere <i>L'Esorcista</i> o un film su Auschwitz, avrei difficoltà a decidere. Eppure ne ho visti. Ho pianto. Tanto. Ho studiato anche, ho letto libri di storia, in particolare uno che vi consiglio tantissimo, <b><i>La violenza nazista. Una genealogia</i> di Enzo Traverso</b> [Il Mulino, 2010], dove si ricostruiscono le cause di uno degli orrori più grandi dell'età contemporanea. Il problema, ecco, è che sembra che questo Giorno della Memoria non stia servendo proprio a un bel niente. <b>Guardiamoci intorno</b>. Solo questo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwg6Hw1y7Utw9yGkQFFrGaGyxqWOo6exL3jy4R2Kt13qJGCeIMo6d5K635Pau6sticoZHcayQsovtkpulezZq3g5gzEdWiFv8oCRhpBepEUQBCTvP2FtCQa1Y8FtM2LXc52PTQsXSKByU/s1600/Chessex.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwg6Hw1y7Utw9yGkQFFrGaGyxqWOo6exL3jy4R2Kt13qJGCeIMo6d5K635Pau6sticoZHcayQsovtkpulezZq3g5gzEdWiFv8oCRhpBepEUQBCTvP2FtCQa1Y8FtM2LXc52PTQsXSKByU/s320/Chessex.jpg" width="204" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">A giugno del 2014, però, ho letto un libro consigliato dall'Immenso Goffredo, sempre per il Progetto di Lettura (<a href="http://archivio.internazionale.it/cattivi-esempi" target="_blank">qui</a> la sua recensione). Un librino piccolo, nemmeno 80 pagine, di uno scrittore svizzero che solamente Fazi si sta filando, e menomale. Il libro in questione è <i><b>Un ebreo come esempio</b></i> di Jaques Chessex [Fazi, 2011, traduzione di Maurizio Ferrara]. <b>Un racconto che prende la forma compiuta del romanzo che tutti, dannazione, dovrebbero leggere</b>. Siamo in un grosso paese della Svizzera francese, Payerne, nell'aprile del 1942, quando Chessex era un bambino. La storia infatti è vera, e lo scrittore ci serve sotto gli occhi <b>una cronaca fredda e annichilente</b>. Gli abitanti del borgo sono già accecati dal fanatismo antisemita, derivato dal malcontento generale, dalla perdita di ricchezza, dall'ignoranza. Bisogna trovare a chi dare la colpa, e chi meglio dei parassiti ebrei? In particolare un tipo tremendo, Ischi, che lavora in un garage, un tipo volgare, ignorante, violento, fomentato dai discorsi terribili del pastore Lugrin, che inneggia all'odio e alla vendetta. Ichi vorrebbe elevare il suo stato diventando capo della sezione locale del partito nazista. Per fare questo, deve dare <b>il buon esempio</b>: ammazzare un ebreo come se fosse una bestia, per dimostrare all'intero villaggio che tali sono i giudei. Viene così designata la vittima, un padre di famiglia, svizzero da generazioni, buono, retto, il mercante di bestiame Artur Bloch. La descrizione dell'omicidio è raccapricciante, Lugrin scappa in Germania, e Ischi e i suoi complici si fanno incastrare. Uno strazio. Molti anni più tardi, lo scrittore incontrerà per caso il pastore Lugrin in un caffè, che pronuncerà parole incredibili e feroci: </span></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">lei crede, giovanotto, di potermi intimidire con una storia vecchia?... Crede di farmi vergognare con la storia di quell'ebreo? Ho un unico rimpianto, badi bene. E' di non averne indicati altri ai miei amici. Ai miei amici, capito?</span></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">In un'oretta di lettura lo scrittore riesce a comunicare l'orrore, l'abominio e l'assurdità di cui l'Europa si è macchiata, mettendo a nudo <b>quei meccanismi che purtroppo non riescono a lasciare l'essere umano</b>. Da far conoscere e diffondere.</span> </div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">B.</span></div>
The Buzzing Pagehttp://www.blogger.com/profile/13372650519098742709noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7838687202546742354.post-30983923131194283522016-01-25T17:37:00.001+01:002016-01-25T17:59:38.565+01:00Buon compleanno, Virginia!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCETw8zHlOfujSfRhDOexnVJm8q0JvNPSetcRNtUCKO9vXb8HW8IboGKitMebX1n_TDuCmebty1-__BVIEKtqqd2iZ9ybnHnVmwfaAS665xUn-cS9QWXUd73Qhed2kai4j41vrvbIrlFY/s1600/Street+Virginia.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCETw8zHlOfujSfRhDOexnVJm8q0JvNPSetcRNtUCKO9vXb8HW8IboGKitMebX1n_TDuCmebty1-__BVIEKtqqd2iZ9ybnHnVmwfaAS665xUn-cS9QWXUd73Qhed2kai4j41vrvbIrlFY/s400/Street+Virginia.jpg" width="231" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il <b>25 gennaio 1882</b> nasceva, in quel di Londra, non solo una delle scrittrici più rappresentative del XX secolo, ma anche una donna che avrebbe dato vita <b>a una delle mie passioni letterarie più grandi</b>. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Virginia Woolf ha avuto la fortuna di nascere in una famiglia <b>acculturata abbestia</b>, il su babbo era niente meno che Leslie Stephen, editore del dizionario Biografie degli uomini illustri, e sua mamma faceva la modella per i pittori più fighi dell'epoca. Tra fratelli naturali e di primo letto dei genitori, c'era sempre un gran casino in quella casa, che era anche sempre piena di intellettuali, politici, uomini di cultura vari che se ne stavano a discorrere beatamente in casa altrui. Virginia, nonostante <b>il clima mega-yeah</b> in cui cresceva, non poteva frequentare istituti scolastici per le repressive regole dell'epoca vittoriana, ma Madre le insegnava le lingue e Padre <b>le faceva leggere i libri di sgamo</b>. Poi alla nostra adorata piaceva un sacco andare nella casa al mare, ma quando la madre morì, nel 1895, il signor Stephen venderà l'amata dimora estiva, e Virginia inizierà a manifestare le prime crisi depressive. Quando anche il padre morrà, nel 1904, Virginia subirà il primo internamento in una clinica psichiatrica. Dopodiché, insieme al fratello Thoby e alla sorella Vanessa, si trasferirà <b>nel quartiere di Bloomsbury</b>, dove prenderà vita il noto circolo di intellettuali che animeranno per oltre un trentennio la cultura e la letteratura inglesi. Lì sì che si poteva parlare a ruota libera di tutto e di più, senza moralismi, ipocrisie, baggianate vittoriane varie! Lì sì che ci si poteva bullare di far parte di <b>un gruppo ganzo abbestia</b>! E proprio lì Virginia amore nostro incontrò il suo <b>Leonard Woolf</b>, che sposerà nel 1912. Nel 1915, da gggggiovane gggggiovanissima, pubblica il suo primo romanzo, <b><i>The Voyage Out</i></b> [La Crociera], e tra le altre cose ebbe anche una relazione con la poetessa e scrittrice Vita Sackville-West, relazione che la segnò molto profondamente sia a livello artistico che privato. Virginia scrive, appoggia le suffragette, pubblica romanzi e saggi per il pubblico intellettuale e già in vita avrà un successo enorme. Nonostante tutto, però, la Virgi <b>continua a vivere nel disagio</b>, e quel tesorino di Leonard, nel 1917, fonda insieme a lei <b>la Hogarth Press</b> (che, come Wikipedia giustamente ci ricorda, ha pubblicato tra gli altri Katherine Mansfield, Italo Svevo, Sigmund Freud, T.S. Eliot, James Joyce e la stessa Virginia, per dire). Grande femminista e utilizzatrice dello stream of consciusness, non riesce a reggere le violente crisi depressive, e il 28 marzo 1941 si toglierà la vita lasciandosi annegare. </span><br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlClknk-nt21MWOM3ienkSeqM2sCspWiShJPqbOJz7kReRQSQ50zz4B3oOdmNrN_cMAHtT49_5G-ZVMGxs30GMJ5BpM-8pJLPqOVPaKNmKh96gaxPK46-Wo5vnslYuk9dWPBQgXixiU48/s1600/Libri+Virginia.jpg"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlClknk-nt21MWOM3ienkSeqM2sCspWiShJPqbOJz7kReRQSQ50zz4B3oOdmNrN_cMAHtT49_5G-ZVMGxs30GMJ5BpM-8pJLPqOVPaKNmKh96gaxPK46-Wo5vnslYuk9dWPBQgXixiU48/s640/Libri+Virginia.jpg" /></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il mio incontro con Virginia è avvenuto grazie al cineforum di Lettere Rosse dell'UniPi, che in una chiesa sconsacrata proiettò, nel lontano 2007, <b><i>Orlando</i></b> di Sally Potter, tratto dall'omonimo romanzo della scrittrice. Folgorazione. Esattamente due anni dopo, in una bancarella di libri usati davanti alla Statale di Milano, mi sono impossessata del libro, biografia fittizia di un personaggio che attraversa diversi secoli della storia inglese cambiando anche sesso. Meraviglia. Nella primavera del 2011, poi, ho seguito un corso di Letteratura Inglese Contemporanea, che si occupava di Modernismo e Postmodernismo, tenuto dall'indimenticabile Fausto Ciompi, che ci avrebbe fatto leggere proprio <i>Orlando</i>, che ho nuovamente amato e adorato. E poi, la tesi della Magistrale. Il flusso di coscienza, <i><b>Mrs Dalloway</b></i>, <b><i>To the lighthouse</i></b>: capolavori della letteratura mondiale che diventano parte di te, la sensazione di essere trasportata altrove, la modernità, il lirismo, la gioia della scrittura. Nella <i>Signora Dalloway</i> si narra la giornata della ricca borghese Clarissa Dalloway, indaffarata nei preparativi per la festa che si terrà la sera nella sua casa. Sin dalle prime pagine del romanzo siamo immersi direttamente nei pensieri della protagonista, benché permanga la presenza di un narratore-guida che aiuta il lettore a non perdersi nei meandri della mente figurale. Il testo infatti risulta piuttosto scorrevole e la lettura non è faticosa come potrebbe pensare chi per la prima volta si avvicina ad un romanzo del flusso di coscienza: questo è un pregiudizio a mio avviso alimentato dalla confusione creatasi su questa modalità narrativa, che ha fatto sì che i romanzi che ne sono caratterizzati siano stati tacciati di illeggibilità (<b>COMPLOTTO!</b>). Al contrario, per quanto riguarda Mrs Dalloway, per esempio, non siamo molto lontani dalla struttura canonica che caratterizza il romanzo ottocentesco – sia per ambientazione che per temi trattati. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7lzb0H0suhxTFSQUhdiWoKGFIHzxbZU2WMQI1huyA-z-900gw8uidVNDoHJwF_kzeywY5Uj4SOihI2G6LxJiXnV-Qgj-zH49k70kis_tJKfFRGENooNlC0tRDTK44wVJyimsEDmjd_0Y/s1600/Costole+Virginia.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7lzb0H0suhxTFSQUhdiWoKGFIHzxbZU2WMQI1huyA-z-900gw8uidVNDoHJwF_kzeywY5Uj4SOihI2G6LxJiXnV-Qgj-zH49k70kis_tJKfFRGENooNlC0tRDTK44wVJyimsEDmjd_0Y/s400/Costole+Virginia.jpg" width="343" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>La novità è che la trama si svolge principalmente, appunto, all'interno della mente dei vari personaggi</b>. La vicenda narrata si distende nell'arco di una sola giornata, un mercoledì di metà giugno del 1923, e la vera azione si dispiega nella coscienza dei personaggi, nelle loro riflessioni e fantasticherie. Ciò che renderà questo romanzo un capolavoro della letteratura sarà il modo in cui Virginia Woolf deciderà di narrare l’interiorità dei suoi eroi del XX secolo. Come abbiamo detto ci troviamo in un contesto di terza persona, ma se è vero che viene data l’impressione della presenza di un narratore onnisciente capace di tenere le fila del racconto, è altrettanto vero che questo narratore non mancherà di cedere la parola ai personaggi stessi mediante diversi espedienti, i quali non risulteranno mai artificiosi o pesanti, bensì creeranno <b>un discorso fluido che coinvolgerà il lettore pagina dopo pagina, velando quasi le grandi novità ad essi sottese </b>[Sì, questo è un capoverso della mia tesi, dovrà servire pure a qualcosa, o no???].</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">A luglio del 2014, invece, in spiaggia, ho ascoltato la lettura di <b><i>Flush</i></b>, il trentaseiesimo libro del mio <a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/2014/09/litalia-e-pronta.html">Progetto di Lettura</a>. Nel dicembre 2014, a Più Libri Più Liberi, ho scovato tra gli stand la <a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/2014/12/piulibri14-il-mercato-del-libro-e.html">Nuova Editrice Berti</a>, e mi sono accaparrata <b><i>Monday or Tuesday</i></b> [Lunedì o martedì], raccolta di racconti che ancora mi devo leggere e non vedo l'ora. In più, per quest'anno ho programmato anche la lettura della <i>Crociera</i>. Cuori. Menomale che Virginia nostra ci ha lasciato romanzi racconti saggi e biografie a a sfà, prima di lasciarci. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnFbCAdOyzO4WCUD0HmcdmFAo2NL5-Bqj_DdiGc2aaLum4Pk67GhDGAZ3UOrqFpflOxJ0QNcOtRfOk9E36pWZ4EU2AYGwRjWtAyMHSLxU8HWGWwFooNErC8UdBWORBu_XInpNvqsgCgWI/s1600/Virginia+1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="384" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnFbCAdOyzO4WCUD0HmcdmFAo2NL5-Bqj_DdiGc2aaLum4Pk67GhDGAZ3UOrqFpflOxJ0QNcOtRfOk9E36pWZ4EU2AYGwRjWtAyMHSLxU8HWGWwFooNErC8UdBWORBu_XInpNvqsgCgWI/s640/Virginia+1.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Per finire questo lunghissimo post (sono tornata eh!), vi voglio lasciare una piccola recensione di <i>Flush </i>[nottetempo 2012, traduzione di Chiara Valerio], perché si tratta di un piccolo gioiello letterario, che mi ha fatto esclamare che Virginia Woolf si riconferma un genio, <b>un miracolo del Novecento</b>. Intanto, questo libro è <b>divertentissimo</b>, cosa rara, più rara di quanto si possa immaginare. Flush è il cane della poetessa inglese Elizabeth Barrett, </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">che racconterà dal suo punto di vista la storia d'amore tra Elizabeth e Robert Browning</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">:</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> «Il suo pelo era di quella particolare sfumatura di marrone scuro che al sole "tutta s'indora". I suoi occhi erano "imprevedibili occhi d'un soave nocciola". Le sue orecchie "parevano nappine", le sue "zampe sottili e delicate" erano "come frangiate", la cosa era una strascico. Fatte le debite concessioni alla necessità del metro e alle licenze dell'immagine poetica, non c'era nulla in Flush che non avrebbe incontrato l'approvazione incondizionata del Club dello Spaniel, né c'è motivo di dubitare che Flush fosse un cocker spaniel di razza purissima, rosso di pelo, e con tutte le stimmate della sua specie». </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Virginia Woolf si diverte a giocare con <b>la mania inglese delle biografie</b>, e prenderà molto seriamente la descrizione di tutta la vita di Flush, dalla sua infanzia fino alla brutta avventura del rapimento al fine di ottenere un riscatto. La sua storia procede in modo irresistibile ed affascinante, fino quasi alla sovrapposizione tra umano e animale, in <b>un'immersione felice nel mondo delle parole</b>, che non può far altro che venire voglia di tuffarsi ancora, e ancora.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ed è tutto, non ci resta che esclamare a gran voce </span><b><span style="font-family: inherit; font-size: large;">Happy Birthday, Virgy</span></b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">B.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-indent: 17.85pt;">
<span style="font-size: 12.5pt; line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></div>
The Buzzing Pagehttp://www.blogger.com/profile/13372650519098742709noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7838687202546742354.post-31543402296172007992016-01-20T16:46:00.003+01:002016-01-20T16:47:28.196+01:00Jennifer Egan, La fortezza<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La prima lettura del 2016 (vogliamo parlare un attimo del fatto che </span><b style="font-family: Verdana, sans-serif;">è il 2016</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">? Il 2016 nel senso che sono passati vent'anni da quando ne avevo 8, ovvero ero già senziente, in grado di intendere e di volere nonché di leggere? Che vent'anni fa usciva </span><i style="font-family: Verdana, sans-serif;">Mulan</i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> e dieci anni fa stavo per diventare maggiorenne? Ne vogliamo parlare??? Ok scusatemi) è stata quantomai avvincente e intrigante. Ma questi due aggettivi non sono proprio sufficienti a descrivere </span><b style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>La fortezza</i> di Jennifer Egan</b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> [minimum fax, 2014, traduzione di Martina Testa]. Il romanzo, che precede </span><i style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il tempo è un bastardo</i><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">, con cui la Egan ha vinto il Premio Pulitzer per la narrativa nel 2011, è <b>un concentrato di disorientamento ed euforia, di realismo e illusione, di complessità meta-narrativa e di puro piacere di lettura</b>.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2EUJwJ5GCQRsme59OF84MnDg5I6w0PGat_fOpO5NyzB6d0vmJPZdWwunszvUL5-zVdt1TVoG0HwQnkQQjbJGFToynS5-K7wj2fRz9m3qExQmwg26cl5GGKI7wqeQJa4hXQdovLNANmtM/s1600/Egan.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2EUJwJ5GCQRsme59OF84MnDg5I6w0PGat_fOpO5NyzB6d0vmJPZdWwunszvUL5-zVdt1TVoG0HwQnkQQjbJGFToynS5-K7wj2fRz9m3qExQmwg26cl5GGKI7wqeQJa4hXQdovLNANmtM/s640/Egan.JPG" width="620" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il protagonista <b>Danny</b> è un thirty-something che vive di espedienti a New York, un tipo sempre connesso e <b>social abbestia</b>, in grado di mantenere praticamente relazioni solo virtuali o con esseri umani molto molto particolari. Il suo passato da ragazzo modello sembra essere lontano anni luce, e adesso è una specie di non-più-giovane emo che ha un gran bisogno di cambiare aria. Così accetta volentieri l'invito di <b>suo cugino</b> <b>Howard</b>, arrivato all'improvviso da un passato altrettanto lontano: c'è un biglietto di sola andata per lui per raggiungerlo in un luogo non meglio identificato dell'Europa Centrale, per andare ad aiutarlo con la ristrutturazione del <b>castello medievale</b> che ha acquistato con sua moglie Ann. Danny non potrebbe chiedere di meglio, anche se con il cugino ha un grande conto in sospeso, e non sa cosa aspettarsi. La descrizione dell'arrivo al castello è sublime, Jennifer Egan prende tutte le <b>atmosfere del romanzo gotico</b> e ci descrive un luogo immerso nel niente, misterioso e labirintico (io chiaramente me la facevo sotto). Il sogno di Howie è quello di aprire un albergo tecnologie-free, di creare un luogo per ritrovare se stessi, in mezzo alle montagne innevate. Danny subisce ovviamente <b>il disagio e lo spaesamento</b>, per la prima volta dopo anni, di ritrovarsi completamente disconnesso, ed è obbligato a fare i conti con persone vere e situazioni reali. O no...? Nel mastio del castello vive infatti una creatura misteriosa, ragazza bellissima o megera senza scrupoli...? </span><br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Howard: Non dico le cose, gli edifici, le stanze e così via, parlo della <i>sensazione</i> che dà. Tutta questa... storia sepolta che preme per uscire. </span></blockquote>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">In tutto questo, andando avanti nella lettura scopriremo che la storia di Danny è in realtà scritta da <b>un carcerato, Ray</b>, che partecipa ad un corso di scrittura tenuto dall'<b>insegnante Holly</b>. Ray interviene anche nella storia di Danny, con l'espediente classico del narratore onniscente, che crea una sorta di <b>piacevole straniamento</b>. Abbiamo poi una storia nella storia, perché Ray si innamorerà segretamente della sua insegnante, e ne seguiremo le vicende della vita carceraria. La vicenda dei protagonisti è una di quelle che tiene letteralmente col fiato sospeso, e non si riesce a lasciare il libro fino allo scioglimento finale e ai vari colpi di scena che verranno rivelati nella terza e ultima parte del romanzo. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Jennifer Egan usa la meta-narrazione in modo giocoso e mai pedante, e accompagna i suoi personaggi tratteggiandoli magistralmente. Molteplici sono i temi che vengono trattati, come quello dell'identità, della dipendenza dalle tecnologie e del potere dell'immaginazione e della fantasia. Mi è piaciuto tantissimo come tutto si sviluppasse secondo <b>il principio della </b><b>qu</b><span style="color: #141823; line-height: 115%;"><b>ěte </b>(potere della laurea in lettere, vieni a meeeeeeeeee!), ovvero il principio dinamico dell'azione per cui tutti i personaggi sono alla ricerca di qualcuno o qualcosa. <b>Danny cerca un se stesso che non ha mai conosciuto</b> (</span><span style="color: #141823; line-height: 115%;">«Danny non aveva idea di cosa potesse essere la svolta. Sapeva solo di vivere più o meno in un costante stato d'attesa per qualcosa che un giorno o l'altro, da un'ora all'altra, cambiasse tutto quanto, ribaltasse il mondo su se stesso e rimettesse in prospettiva la sua intera vita trasformandola in una storia di assoluto successo</span><span style="color: #141823; line-height: 16.1px;">»)</span><span style="color: #141823; line-height: 115%;">, <b>Howard la chiave di volta del suo progetto</b> (</span><span style="color: #141823; line-height: 115%;">«</span><span style="color: #141823; line-height: 115%;">Vedo tutto questo, Danny, e mi sembra meraviglioso, ma sono ancora all'esterno. C'è una via d'accesso che non riesco a trovare. E non so neanche dove cazzo cercarla</span><span style="color: #141823; line-height: 115%;">»</span><span style="color: #141823; line-height: 115%;">), e il romanzo corre veloce incontrando forze che oppongono e attraggono, sotterranei e torri, telefoni spenti e uova strapazzate. </span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="color: #141823; line-height: 115%;"><br /></span></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="color: #141823; line-height: 115%;">Insomma, <i style="font-weight: bold;">La fortezza</i> <b>è un libro fighissimo</b>, ho reso abbastanza il concetto?</span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="color: #141823; line-height: 115%;"><br /></span></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="color: #141823; line-height: 115%;">A presto!</span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="color: #141823; line-height: 115%;"><br /></span></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="color: #141823; line-height: 115%;">B. </span></span><br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "verdana" , "sans-serif";"><o:p></o:p></span></div>
</div>
The Buzzing Pagehttp://www.blogger.com/profile/13372650519098742709noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7838687202546742354.post-38167113633575865542016-01-15T09:00:00.000+01:002016-01-15T11:46:30.591+01:00Di ritorni e di quattro libri belli<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La sensazione è un po' quella del <i><b>primo post</b></i>: ritrovarsi una pagina bianca davanti, e dover capire come si fa. Solo che di post alle spalle in realtà ce ne sono, e come si faceva lo stavo imparando sempre di più. Soprattutto, amavo farlo. Non tedierò il mondo dilungandomi sui perché e sui come, limitandomi a dire che dopo tanti, troppi mesi sono riuscita a riaprire le pagine di <i>The Buzzing Page</i>, e a realizzare quanto mi mancassero. Perciò senza altri preamboli, e tornando a bomba al <b>consueto spirito demenziale</b> che ancora - fortunatamente - mi contraddistingue, vi vorrei raccontare i quattro libri con cui ho ricominciato a leggere: a leggere avidamente, con il cuore che sussulta di nuovo, con il formicolio alle braccia per la posizione inevitabilmente scomoda, con le farfalle nello stomaco e le mani impazienti di girare pagina. </span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge8WhhK185pUbZK-ywN7i_v3vWwRvDszG1OAzIqtpqwHQp_E2eqa8zOtAmsc0AmgEVz4q-EH4lh7fcjLNrpDE5Y-gcUqyHCfUoK-XJxfXzspC27PHOjpgrxnYmVbMbiLd1Uyjf5eRDeg4/s1600/Libri.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="322" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge8WhhK185pUbZK-ywN7i_v3vWwRvDszG1OAzIqtpqwHQp_E2eqa8zOtAmsc0AmgEVz4q-EH4lh7fcjLNrpDE5Y-gcUqyHCfUoK-XJxfXzspC27PHOjpgrxnYmVbMbiLd1Uyjf5eRDeg4/s640/Libri.JPG" width="640" /></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span><br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i style="font-weight: bold;">In altre parole</i> <b>del Premio Pulitzer</b> <b>Jhumpa Lahiri</b> [Guanda, 2015] è stato il primo libro che ho acquistato dopo quattro mesi di nulla. La prima volta che sono tornata in libreria (ok, era una Giunti al Punto a Careggi, ma insomma non sottilizziamo), che ho scrutato con attenzione i titoli esposti, e che mi sono fatta guidare dalla voglia di storie belle. Era da tanto che sentivo parlare di questa scrittrice (ad esempio da Diana di <i><a href="http://nonriescoasaziarmidilibri.blogspot.it/" target="_blank">Non riesco a saziarmi di libri</a></i>, che al Salone del Libro mi aveva consigliato, con gli occhi che le brillavano, di leggerla assolutamente) e la bellissima copertina di Guanda si è fatta riconoscere tra gli scaffali. Così l'ho preso: mio. E l'ho divorato. <i>In altre parole</i> è il racconto di una particolare <b>storia d'amore</b>, quella che la scrittrice di origini bengalesi vive <b>con la lingua italiana</b>. E come tutte le classiche storie d'amore che si rispettano anche questa è travagliata, ambigua, passionale, viscerale. La voglia di conoscere, di entrare dentro una lingua così lontana dalla propria lingua madre e dalla lingua parlata (Lahiri è cresciuta negli Stati Uniti), con tutte le difficoltà che questo comporta, il senso di straniamento, di inappropriatezza, e anche di sfida nei confronti di se stessa, hanno portato Jhumpa Lahiri a scrivere direttamente in italiano una serie di articoli inizialmente pubblicati su Internazionale, e poi raccolti da Guanda in questo libro. Una scrittura precisissima, meditata, che non si sottrae però dal trasmettere <b>emozione e coinvolgimento</b>, ma che soprattutto ci ricorda cosa significa mettere passione e determinazione in ciò che si fa, e che il valore della scrittura e dello scrittore continua a commuovere per la sua essenzialità. Ooooooook basta :D (ovviamente non vedo l'ora di leggere i suoi romanzi)!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i style="font-weight: bold;">Anna</i> <b>di</b> <b>Niccolò Ammaniti</b> [Einaudi. Stile Libero Big, 2015] mi è stato invece consigliato dalla mia amica Carlotta, che solo dopo trenta pagine me ne parlava già entusiasta. E allora sono tornata in libreria (una vera e bella), l'ho comprato, e <b>il mondo reale è sparito per un po'</b>. Confesso di conoscere poco Ammanniti: da piccola ho letto e amato <i>Io non ho paura</i>, mentre due anni fa avevo provato con <i>Come Dio comanda</i>, che però è risultato per me un po' troppo forte (sono di animo delicato, cosa ci volete fare!). Invece con <i>Anna</i> mi sono fidata ad occhi chiusi, ed è nato l'amore. <b>Uno di quei romanzi totalizzanti</b>, da cui non riesci a staccarti, e che ti continua a sorprendere sia per la trama, che per la modalità narrativa e lo stile. La storia è ambiata in un futuro immaginario in cui un virus ha sterminato quasi l'intera umanità, risparmiando solamente i bambini fino al momento dello sviluppo. Siamo in una <b>Sicilia infuocata e lacerata</b>, dove la protagonista Anna si muove veloce e spedita, proteggendo il fratello Astor e cercando di procurarsi cibo e generi di prima necessità, i pochi ancora rimasti in quel mondo saccheggiato da orde di orfani abbandonati a loro stessi, tra città fantasma, autostrade abbandonate, spiagge e boschi. Vivranno un'avventura commovente e straziante il cui obiettivo finale è uno solo, la sopravvivenza. La scrittura di Ammaniti è praticamente perfetta, vi giuro che non riuscirete a staccarvi dalle sue pagine e la fine del libro vi provocherà un senso di spaesamento e, chiaramente, di <b>disagio</b> <b>:)</b>. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4c3_hUviT-esokxPlcZ3c50hWRtKyixuUIle7zXy6SJX5M3AowmILR02wU1twyqbRq3WmIBzncPqj0e2flQACHtE0-Po7fdh_SxCjOONocruBv2CbNSp3CWIaHnF6DDu-TBFD-1eDNIw/s1600/Quattro+Libri.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4c3_hUviT-esokxPlcZ3c50hWRtKyixuUIle7zXy6SJX5M3AowmILR02wU1twyqbRq3WmIBzncPqj0e2flQACHtE0-Po7fdh_SxCjOONocruBv2CbNSp3CWIaHnF6DDu-TBFD-1eDNIw/s640/Quattro+Libri.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><i>Il re non ha sonno</i> di <i>Cécile Coulon</i> </b>[Keller, 2013, traduzione di Tatiana Moroni]. E ormai che disagio letterario provavo, perché non provarne ancora di più, ma a palate proprio?? Ho così tirato fuori dalla mia libreria, come un asso della manica, questo romanzo edito dalla mia amata <a href="http://thebuzzingpage.blogspot.it/2014/11/pbf2014-9-novembre-ancora-incontri-con.html" target="_blank">Keller</a>, che l'editore mi aveva consigliato al Pisa Book Festival. Non ricordavo praticamente nulla di questo libro, ho solo iniziato a leggerlo. Mi sono trovata in un attimo in quel mondo che adoro, <b>nell'America profonda e sperduta</b>, un villaggio di pochi abitanti, un tempo imprecisato, e <b>la storia di una famiglia</b>. Una proprietà terriera immensa, un padre che si ammazza di lavoro in segheria, una madre che si dedica con amore e devozione al marito e al figlio, e quest'ultimo, Thomas, dapprima bambino tranquillo, diventa un'incognita dopo la morte del padre per cancrena. Cécile Coulon ci racconta <b>il disagio di una vita spezzata</b> prima che potesse veramente sbocciare, mettendone insieme i pezzi con pudore e nitidezza, ricordando la Grande Letteratura Americana e dandomi così tanta ma tanta soddisfazione. E poi finito il libro cosa scopro? Che 'sta Cécile è una bimba <b>del '90</b> (sì, del '90!!!), che in Francia è una scrittrice di culto, che è pure un sacco carina ed anche simpatica... io ovviamente ho già comprato anche il suo secondo libro edito da Keller, <i>La casa delle parole</i>. <b>Leggetela abbestia</b>!</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><i>L'invenzione della madre</i> di Marco Peano</b> [minimumfax, 2015]. Questo libro è stato votato come <a href="http://www.fahrenheit.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-47c8dbfd-0329-4f64-9d09-b64df0f30929.html" target="_blank">Libro dell'anno 2015</a> a Fahrenheit, e in generale se ne è parlato tantissimo. L'ho comprato un giorno di febbraio alla stazione di Firenze, l'ho letto solo a dicembre. Ed è un romanzo che semplicemente <b>ti rimane attaccato addosso</b>. Per come riesce a trattare un tema di portata enorme come la malattia e la morte della propria madre, per l'ironia, per la scrittura pensata, con neanche una parola fuori posto, per la cura estrema, per le emozioni che trasmette. La divisione in tre parti, ogni titolo dei piccoli capitoli che ne compongono ciascuna, l'uso delle parentesi come per sottolineare che tutto quello che c'è da dire quasi non ci sta. Un esordio potentissimo quello di Marco Peano, editor di Einaudi, un ragazzo dallo sguardo buono e profondo. Vi consiglio, oltre ovviamente di leggere il libro, di leggere <a href="http://nuvoledinchiostro.blogspot.it/2015/03/conversando-con-gli-autori-11.html" target="_blank">la bella intervista</a> che Francesca di <i>Nuvole d'Inchiostro</i> ha fatto all'autore. Lei, incontrata per caso a Torino al Salone del Libro, una persona meravigliosa (a cui ancora devo dire <b>grazie</b>^^), che fa le domande giuste, intelligenti, e ne è nata davvero una bella conversazione. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ecco, io per ora ho finito :). Ma non temete, che torno presto: ho un sacco di libri belli che voglio condividere con voi, idiozie varie ed eventuali, molto disagio e tanto amore. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">A presto!</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">B. </span></div>
The Buzzing Pagehttp://www.blogger.com/profile/13372650519098742709noreply@blogger.com4