lunedì 6 ottobre 2014

Quando i libri vengono strumentalizzati: il caso delle sentinelle in piedi.

Ok, adesso mi calmo, mi tranquillizzo e scrivo con calma questo post. Devo confessare che era da molto tempo che non mi infervoravo così tanto per una questione mediatica, ed onestamente ne avrei fatto volentieri a meno. Ma è da ieri che le mie mani tremano e ho bisogno di esternare tutto il disagio, il vero disagio, che è scaturito dalle manifestazioni delle sentinelle in piedi (non si meritano nemmeno la lettera maiuscola) in 100 piazze italiane, ieri, 5 ottobre, tra cui la mia adorata Pisa. Stamattina ho comprato il giornale per vedere come se ne parlava, ma ovviamente la cronaca racconta solo degli scontri avvenuti a Bologna. Io però vorrei concentrarmi sul punto fondamentale di questo non-movimento (perché a quanto dicono loro, non sono un'associazione, ma un metodo): la loro contraddizione intrinseca che li rende quanto mai ridicoli ma soprattutto ignobili

Foto (leggermente modificata) di Mariangela Clemente. Fonte: Facebook.


Andiamo per gradi. Vado sul loro sito che, ad amor del vero, è anche fatto molto bene, e mi guardo il loro meraviglioso video di presentazione: 
Ciao tv e giornali stanno distruggendo la tua idea di famiglia? Vorresti far sentir la tua voce ma non sai come? C'è una soluzione semplice basta un libro e un'ora del tuo tempo. Scendi in piazza a leggere in piedi in silenzio per difendere la tua libertà di espressione. Leggere non è mai stato così urgente necessario potente vitale.
Innanzitutto. Se sono i giornali e la televisione a distruggere il vostro ideale di famiglia, beh, son problemi grossi. Anche io vedo ogni giorno crollare le mie certezze ogni qual volta guardo la pubblicità di uno shampoo con modelle dai capelli che io non avrò mai, ma non per questo vado a rompere i cabasisi in piazza contro la fragilità delle mie chiome. Quando sui giornali vedo dei super figoni biondi, non mi metto a piangere pensando che la mia libertà di espressione sia stata violata perché io preferisco il maschio latino. Me ne faccio una ragione. Quindi, avvicinandosi per la prima volta alle sentinelle del vattelappesca, fanno passare il messaggio di una lotta ai media che corrompono la loro famiglia del mulino bianco. Appunto. Ed io fin qui potrei dire anche vabbè, poveri scemi, gli ennesimi bigotti. Invece no. 
Visto che al peggio non c'è mai veramente fine, questi nuovi difensori della famiglia tradizionale, paladini del XXI secolo, che si schierano tra l'altro contro la proposta di introduzione al reato di omofobia presentata da Ivan Scalfarotto, usano i libri come loro arma principale. E qui, senza mezzi termini, mi incazzo ma forte. Bimbi, non ci siamo. Per niente proprio. Guardando un altro video, dove scorrono felici le immagini delle loro statuarie manifestazioni, si sentono scorrere frasi propagandistiche, tra le quali emerge la seguente: 
«Il libro è simbolo di libertà d'espressione, durante i totalitarismi i libri li bruciavano, noi invece crediamo che la formazione costante sia necessaria per avere una conoscenza sempre critica rispetto al mondo che ci circonda, per non addormentarci».
(segue musica apocalittica e lista, tipo trailer cinematografico, delle città dove si svolgeranno i loro raduni. Paura). Risulta palese che vi sia qualcosa che non torna. Perché, quando hanno deciso di fondare questo nefasto teatrino, nessuno li ha presi a schiaffi esclamando Oh, ma vi ripigliate??? Il caso ha voluto che proprio stamattina, durante il mio studio della Storia dell'Editoria Italiana, affrontassi gli anni del fascismo. Il partito fascista ha condizionato notevolmente il sistema editoriale italiano, tramite finanziamenti e sovvenzioni alle aziende di cultura, vitali per la sopravvivenza delle stesse. L'obiettivo era ovviamente quello di ottenere il più vasto consenso popolare possibile, e ricordo un allegro motto che recitava «Libro e moschetto, fascista perfetto». Quindi è vero che i libri venivano bruciati e censurati, ma sono anche stati utilizzati come uno dei principali strumenti di propaganda. Ciò che si chiama strumentalizzazione. Gli italiani si sa, hanno la memoria corta, ma le sentinelle ne sembrano addirittura prive. 

Ancora una volta i libri vengono presi e usati impropriamente, portati a vessillo di formazione e conoscenza critica, da chi evidentemente si è un attimo perso gli ultimi tre secoli di Storia della Letteratura. Dove che ne so, uno a caso proprio, un certo Oscar Wilde, si è fatto un bel soggiorno di due anni in una prigione inglese a causa della sua omosessualità; Cristopher Isherwood, uno dei pilastri della letteratura del Novecento, era, ommioddio, dell'altra sponda pure lui. Ed anche un tale Marcel Proust, che insomma non ha nemmeno scritto Il Capolavoro Per Antonomasia, era diversamente etero. Solo per citarne alcuni, ovviamente. Non serve una laurea, basta saper googlare

Bene. Mi fermo qui, perché ho già dato a questi poverini troppo spazio. Di certo hanno centrato il loro obiettivo. Si sono organizzati bene, hanno vestito i panni degli intellettuali e hanno fatto parlare di loro a destra e a manca. Bon per voi bimbi, che la domenica non avete di meglio da fare che starvene come le belle statuine nelle piazze italiane. Io, preferisco stare al mare a leggere un buon libro, ma per davvero. Concludo con l'auspicio che il libraio di Tra le Righe, a Pisa, ha manifestato attraverso la sua vetrina:


Con tanto ma tanto amore, 

B. 

13 commenti:

  1. Un enorme dispendio di energie per tentare di risolvere un problema che semplicemente non esiste...è confortante tuttavia leggere post come questi perché per "quelli come me" sono boccate di aria fresca, la speranza in un futuro migliore e la certezza che la diversità non può che essere un vantaggio. Questo blog è nato da poco ma promette già grandi cose...continua così Bea che vai alla grande!

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    1. Della serie, il vecchio slogan "fate l'amore non fate la guerra" sarà pure antiquato, ma quante verità vi sono sottese. Io continuo a pensare che prima o poi queste genti si mettano l'animo in pace, nel frattempo è bene ricordargli come stanno davvero le cose. Grazie a te Carlo, cercherò di mantenere fede alle premesse!

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  2. Non posso essere più d'accordo di così!

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  3. Cara Beatrice, la seguo fedelmente da anni per tutto ciò che riguarda libri&affini(e non); ma da quando ha aperto il blog la osanno. Con stima, dalla Germania

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    1. Caro Anonimo dalla Germania, lei mi lusinga; attendo in gloria il suo ritorno, e le impressioni Sul Libro!

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  4. devo avere sbagliato qualcosa, ieri ti avevo scritto un commento ma non me l'ha pubblicato.
    mi trovi d'accordissimo con te. perché la gente ha bisogno di definire cosa è giusto e cosa è sbagliato in un campo in cui l'amore è e deve essere assolutamente sovrano? che bisogno c'è di proteggersi da chi ama diversamente da noi? perché spaventa le persone sapere che ci sono altri che amano in modo diverso.. tutti amiamo a modo nostro, nessuno in maniera identica ad un altro!

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    1. Sono concetti talmente lapalissiani che sorprende, ogni volta, doverli ribadire a gran voce. Disagio everywhere!

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  5. Mi piace un sacco Oscar Wilde, a tutte le veglie cui ho partecipato finora (tre, ma la prossima la organizzerò qui)ho letto i suoi "Aforismi". Si prestano molto anche perché si riprende bene la lettura.
    Mi spiace che non siamo su Facebook se non ti posterei la foto.
    E l'ultima volta ne avevo due, di sentinelle vicino a me, che leggevano Proust. (fenomenale ma meno adatto per chi viene spesso interrotto).
    Grazie anche per la foto, cercavo qualcosa da montare insieme con alcune scritte sugli ebrei all'epoca delle leggi razziali per fare un post sulla perfetta identità tra la vostra intolleranza e la loro, e quel cartello rosso cade proprio a fagiuolo, come diceva Totò, per fare il paralllelo...

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    1. Gentile Luigi, ho letto già da altre parti l'accostamento forzato tra il suddetto cartello e le insegne anti ebrei: quella di Leonardo, il libraio in questione (che conosco solo in quanto libraio, appunto) era la semplice speranza che per manifestare contro i diritti altrui in maniera pseudo-pacifica non fossero stati utilizzati libri della sua libreria, libreria espressamente militante, ma dove nessuno si troverà mai a disagio. Se voi potete dire che esiste un solo tipo di famiglia, lui può sperare ciò che ha scritto, e io ancora mi unisco fermamente a questo augurio. Sono contenta che le piaccia Wilde e che lo trovi agile e pratico per le vostre letture in piedi, Proust beh no lui è decisamente più scomodo. Che ci vogliamo fare.

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  6. Io non condivido le opinioni delle Sentinelle, ma rispetto la loro protesta perché é condotta in maniera totalmente pacifica e a sua volta nel rispetto delle altre persone. Sono convinto che tutti abbiano il diritto di manifestare pe proprie opinioni pacificamente, anche quando queste ci sembrano assurde. Spero che le Sentinelle non otterranno mai nulla di concreto dalla loro protesta, ma spero anche che siate d'accordo con me che il loro diritto di protestare pacificamente è imprendiscibile.
    E' vero che ci sono stati episodi di sentinelle che hanno superato la soglia della "protesta pacifica" e che sono passate all'attacco verbale e violento, ma sono le poche mele marce che non ci permettono di giudicare la maggioranza pacifica.
    Strumentalizzare è una parola forte, da una parte Beatrice Tomasi lei stessa strumentalizza Oscar Wilde, citando che è stato in carcere per omosessualità per dare sostegno alle sue argomentazioni, d'altra parte le sentinelle talvolta lo leggono e vedono riflessi nei suoi scritti i propri pensieri. Onestamente è impossibile dire a chi avrebbe dato ragione Oscar Wilde, non è qui per poterglielo chiedere, ma tutti hanno il diritto di interpretare ciò che ha scritto e, perché no, utilizzarlo per veicolare le proprie idee.
    Poi sta a ciascuno decidere liberamente a chi dare il proprio sostegno.
    E per favore, basta paragonarsi gli uni agli altri ai fascisti! (critica rivolta ad entrambe le parti)

    Paolo

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    1. Gentile Paolo, innanzitutto grazie per il suo commento, vitale per poter instaurare una discussione costruttiva ed aperta. Mi permetta però dissentire su un paio di punti: io credo che manifestare per le proprie opinioni sia sacrosanto, ma non quando si tratta di protestare contro i diritti altrui, che è esattamente ciò che fanno le sentinelle. Proprio questo aspetto ha fatto scaturire in me il disagio che ho voluto descrivere con il mio post.
      Inoltre mi appoggio alla definizione che la Treccani dà della parola strumentalizzare: "servirsi di qualcuno o di qualcosa, o anche di un evento, di un fatto, di una situazione, esclusivamente come mezzo per conseguire un proprio particolare fine, non dichiarato ed estraneo al carattere intrinseco di ciò di cui ci si serve". Come vede, esattamente ciò che ho cercato di spiegare, anche in maniera ironica: l'estraneità dei libri alla missione delle sentinelle. Invece io ho menzionato Wilde e gli altri scrittori fornendo solamente dei dati di fatto storici, senza dire ciò che avrebbero pensato, ma ricordando, appunto, alcuni elementi che a mio avviso costituiscono la contraddittorietà delle sentinelle. Infine lei non ha colto ciò che ho scritto sul fascismo, perché non ho fatto paragoni, bensì ho fatto un esempio di strumentalizzazione dei libri, ricordando alle sentinelle che è vero che i regimi totalitari bruciavano i libri, ma li utilizzavano anche come strumento di propaganda (ma questo lo ho già scritto e mi dispiace che non sia risultato abbastanza chiaro come da mie intenzioni).
      B.

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    2. Se devo dire onestamente la mia, non mi sembra che le "sentinelle", per esecrabili che possano essere le loro motivazioni, stiano protestando "contro i diritti di qualcuno": questa può essere una conseguenza (beninteso, tutto dipende da come uno vede la questione, oltre che dalla quantità di onestà intellettuale, di libertà dal non farsi guidare da interessi "di parte", che uno/-a adopera nel valutare la questione), ma a me sembra che, primariamente, le sentinelle abbiano organizzato questa iniziativa per poter esprimere le proprie idee e ragioni, proponendole a chi vuole ascoltarle. Sic et simpliciter. E mi dispiace dover notare come non siano state certo le "sentinelle" (almeno, non certo nella stessa misura) ad andare a disturbare l'avversario, vuoi con un dito medio, con insulti, o quant'altro. O dobbiamo pensare che tutti quei bei concetti di cui ci riempiamo la bocca quando servono ai nostri scopi ("democrazia", "libertà", "pluralismo ideologico", e via dicendo) possano essere impiegati secondo il principio dei "due pesi e due misure", oggi tanto di moda? Per me, la "sentinella" ha il diritto di dire la sua esattamente come l'omosessuale, e di fronte a questo non c'è speculazione, né "no, bimbi, non ci siamo", che tenga.

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