Sono indietro. Sono estremamente indietro. Ma l'influenza mi ha destabilizzata, ha corrotto il mio corpo, ottenebrato la mia mente. Insomma, non ce stavo a capì una mazza in questi gggiorni (per riprendere il clima romano in cui sono stata immersa la scorsa settimana). Però adesso credo di essere nuovamente in grado di intendere e di volere, perciò ecco a voi il racconto di due incontri meravigliosi a cui ho partecipato giovedì 4 dicembre, primo giorno di Fiera.
Alle 17.00, in Sala Rubino, c'era niente meno che Paolo Nori, che avrebbe letto alcuni brani del suo ultimo romanzo, Siamo buoni se siamo buoni (Marcos y Marcos, 2014). Avevo ascoltato la sua presentazione a Fahrenheit il 9 ottobre, e me ne ero innamorata: sono davvero corsa in libreria ad acquistarlo. Poi ho letto anche questa recensione di Little Miss Book, e ancora la voglia di leggerlo è salita alle stelle. Il mio disagio però non mi permette ancora di farlo, devo finire il Progetto di Lettura...! Ma sarà sicuramente uno dei primi libri che divorerò non appena finito il periodo autistico. In ogni caso, non potevo assolutamente perdermi il reading live fatto dall'autore.
Ascoltare Paolo Nori è una vera e propria esperienza mistica, che ti proietta però nel mondo della più semplice quotidianità. In un vero e proprio one man show, l'autore parmigiano ha raccontato al pubblico la storia del suo Ermanno Baistrocchi, editore che ha deciso di vendere la sua casa editrice, con una clausola (e/o postilla): il suo romanzo La banda del formaggio (nella realtà, il libro precedente di Paolo Nori) non avrebbe dovuto essere pubblicato se non post mortem (una pratica, come ci ricorda Nori, già espletata dal buon vecchio Mark Twain). Poi però succede che Ermanno ha un incidente e finisce in coma; tutti lo credono morto. Lui però alla fine si sveglia, e si ritrova davanti la figlia che legge il suo libro. Morire è davvero una grandissima operazione di marketing, e non riesce a biasimare chi ha pubblicato il suo romanzo.
Una delle caratteristiche di questo straordinario personaggio è l'essere del tutto anacronistico, un socialista pre-craxiano, che si sconvolge per avvenimenti di cui non riesce a capacitarsi, come le bandiere tricolori alla Festa de l'Unità di Reggio Emilia... Il suo anacronismo, quando era editore, gli provocava malessere, adesso che non lo è più, lo fa invece stare bene. Tutto sta nel riuscire a cambiare punto di vista: dopo il risveglio dal coma, per Ermanno tutto è nuovo, tutto sembra rinato.
Fonte: pagina Facebook di Più Libri. |
Il pubblico è incantato dalla voce di Paolo Nori: le bocche mezze aperte, gli occhi che brillano, le risate che non si riescono a contenere. Seduto accanto a me c'è l'editore, Marco Zapparoli (potete leggere l'intervista che gli ho fatto al Pisa Book Festival qui!), e vederlo ridere di gusto e applaudire soddisfatto è veramente straordinario. Perché l'autore che riesce a vivificare le parole che ha scritto è un evento non comune, un'operazione difficile, rischiosa, ma Paolo Nori ci riesce in maniera completa e totalizzante.
Esco dalla Sala Rubino con il cuoricino colmo di gioia, e una voglia ancora più matta di leggere le avventure di Ermanno Baistrocchi!
Fonte: pagina Facebook di Più Libri. |
Ultima cosa mega bella degna di nota: il 3 dicembre Zerocalcare ha realizzato un murales proprio fuori dalla stazione della metropolitana di Rebibbia (ho serie difficoltà a non scrivere Rebbbbibbbbia). Qui e qui ci sono i video che riassumono le dodici ore di lavoro dell'artista (guardateli perché sono fighissimi, e io ho assistito al loro montaggio in diretta, buahah!), e questo è il risultato:
Fonte: pagina Facebook di Più Libri. |
Siccome sono una brutta persona, orribile direi, mi sono lasciata scappare l'intervista a Zerocalcare che Michele Foschini mi aveva gentilmente concesso. Dovevo parlare con lui sabato, ma niente, non ce l'ho fatta. E non ho nemmeno un disegno. Fila interminabile, veri fan scatenati, too much situation. Ad ogni modo, felicità assoluta.
B.
Sai che Nori non mi aveva incantata ai tempi de La banda del formaggio? Sono andata alla presentazione del libro, ma non mi aveva colpita. Sulle sue doti di scrittore non posso dir nulla, anzi. Siamo buoni se siamo buoni è un bel libro.
RispondiEliminaMi piace troppo la foto con il libro di Nori e della macchina per scrivere.
Grazie mille, ne avevo scattate una decina, ma alla fine ovviamente ha vinto la prima fatta!
EliminaIo sono rimasta ammaliata da Nori, è vero che sono facile agli entusiasmi, però mi ha proprio affascinata, mi piace il suo modo teatrale di leggere ciò che scrive e la passione che ci mette :). Ti farò sapere quando ho letto il libro!
Nori l'ho visto a Che tempo che fa e mi è sembrato un po'... strano?
RispondiEliminaNon saprei spiegarlo meglio, non sono riuscita a seguire quello che diceva...
Anch'io me lo sono andata a rivedere, e devo ammettere che può sembrare un po' destabilizzante, ma credo sia per il poco tempo che ha avuto a disposizione in trasmissione... l'incontro a Roma è durato un'ora, e lui da solo è riuscito a rapire l'intera sala e portarla con sé nel mondo di Ermanno Baistrocchi :). Spero davvero che non mi deluda al momento della lettura!
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