martedì 24 febbraio 2015

Laura Barile e Antonio Prete alla Libreria Todo Modo, Firenze

Un giorno, pazienti lettori, smetterò di raccontarvi cose o parlarvi di libri che risalgono all'era pleistocenica, ma finché non entrerò davvero nell'età adulta, conseguendo una maturità e una presenza di spirito da fare invidia, dovrete accontentarvi di sentirmi blaterare su eventi accaduti quando ancora avevamo Napolitano come Presidente della Repubblica. E niente. 
Oggi voglio allietare questo martedì di disagio (vivo malissimo il passaggio d'età, abbiate pazienza) con la cronaca dell'incontro avvenuto niente meno che il 9 dicembre 2014 alla Libreria Todo Modo di Firenze, dove Laura Barile e Antonio Prete hanno presentato il volume che raccoglie le lettere tra Giacomo e Paolina Leopardi, uscito per nottetempo, dal titolo Il mondo non è bello se non veduto da lontano



Prima di parlarvi dell'incontro, mi sembra doveroso ragguagliarvi su questa fighissimissima libreria che ha aperto da poco i battenti nel capoluogo toscano, sfidando il disagio, la crisi, gli zombie, gli alieni, i pellai. In quel freddo martedì dicembrino ho trascinato Madre per i vicoli fiorentini, continuando a ripeterle che dovevamo assolutamente arrivare prima della presentazione perché smaniavo di fare merenda al Caffè della libreria, e bramavo di fotografarla dopo aver seguito la sua genesi attraverso Facebook. Passato l'uscio mi sono emozionata come se stessi entrando a Disneyland (sensazione che in realtà immagino soltanto, visto che nessuno mi ci ha mai portata - io lo dico, si sa mai). Colgo anche questa occasione per dare saggio della mia funambolica proprietà di linguaggio, dicendo che la Libreria Todo Modo è bellissima. Cioè è proprio bella bella bella! Sembra di essere in Scandinavia, io ve lo dico. Però allo stesso tempo si percepisce quell'aurea di sincera italianità che tanto mi è mancata quando vivevo al di fuori dello Stivale. 



Come se tutte le cose positive di questo Paese si fossero concentrate in Via dei Fossi, e un senso di profonda serenità, condivisione, partecipazione, bellezza, avesse invaso le varie sale della libreria-teatro. Sì, perché oltre a scaffali pieni di libri belli (oltre 15.000 titoli, libri usati, aree tematiche, un occhio davvero di riguardo per le case editrici indipendenti) e l'Uqbar (che vi sorprenderà per senso estetico e bontà, ricette tradizionali, dolci internazionali, tanta ma tanta gentilezza) c'è pure una zona "che diventa luogo di incontri, rappresentazioni, proiezioni, concerti, laboratori, seminari". Ciao proprio. Praticamente il sogno di una vita di chi ama la cultura e la letteratura, la condivisione, l'apprendimento, il buon cibo, le sedie belle. E Maddalena, Pietro, Marco, Paolo e Tommaso sono partiti proprio in quarta, e organizzano un incontro via l'altro, e da marzo inizia la loro collaborazione con la Scuola del Libro. Tra i vari workshop non posso che segnalarvi Lavorare con i libri con Marco Cassini e Pietro Biancardi, perché ho seguito quello a Roma a settembre, e sinceramente mi ha svoltato abbastanza l'esistenza (ma poi c'è anche un corso di scrittura con Vanni Santoni e un Laboratorio di traduzione letteraria dallo spagnolo con quella donna meravigliosa di Ilide Carmignani, fateci un pensierino!!!).  



Bene, dopo questa consueta fase diabetica (immaginatevi la gioia di Madre che ha dovuto sopportare i miei urletti e i miei occhi a cuore per un pomeriggio intero), ecco l'occasione della mia visita a Todo Modo. Antonio Prete era stato visto proprio anche con Madre al Festivaletteratura 2012, ed eravamo rimaste incantate dalle sue poesie e dalla sua persona, che infonde cultura e passione a profusione. Laura Barile, docente di letteratura italiana presso l'Università di Siena, faceva parte del mio Progetto di Lettura (e ho ricevuto il suo libro, Le Frontiere del Caucaso, in omaggio da nottetempo, e non vedo l'ora di parlarvene perché è assolutamente da leggere), quindi una combinazione davvero perfetta. I due hanno curato insieme l'edizione delle lettere fra Giacomo e Paolina Leopardi, donna che leggeva abbestia, scriveva e traduceva, il tutto senza mai andar via da Recanati. Laura Barile ci tiene a sottolineare che questo epistolario rappresenta uno dei libri più belli della letteratura italiana, per l'affetto che chiede e quello che dà. Si compone da un centinaio di lettere che non erano mai state stampate insieme in maniera organica, ma colmare questa lacuna era essenziale. I rapporti familiari sono infatti molto importanti nel caso di Leopardi, pensiamo al rapporto controverso con il padre Monaldo, a quello col fratello Carlo, e Paolina rappresenta l'unica presenza femminile di una certa continuità e di un certo peso nella vita di Giacomo: ella amava smodatamente il geniale fratello. Giacomo si confronta così con la reclusione della sorella, figlia di un'aristocrazia di provincia; Paolina non si muove mai da Recanati, ma la sua anima è costantemente in fermento: e la ricostruzione del carteggio con il fratello, finalmente, riesce a far conoscere anche ai lettori la sua straordinaria, seppur contraddittoria, personalità. Dal carteggio emerge anche un altro elemento che non era mai stato messo in rilievo, ovvero la dolorosissima rottura fra i due, una rottura di tipo ideologico, politico e religioso, che ne conclude l'intenso scambio. Laura Barile conclude dicendo che il lato affettivo delle lettere l'ha molto toccata, perché Leopardi è un "grandissimo a cui si vuole bene". E qui partono i cuori e la ola! 



Antonio Prete ci ricorda invece che la corrispondenza tra i due fratelli è la storia di due anime. Giacomo avrebbe voluto intitolare proprio "Storia di un'anima" la sua autobiografia, più volte intentata. Nelle lettere ritroviamo implicazioni affettive, intellettuali, meditative, e quello che viene fuori è una sorta di romanzo dell'Ottocento: una storia prismatica, che ha al centro della raggiera Giacomo, uomo a più dimensioni, corrosivo e dolce, meditativo ed inquieto. Tutti registri che ritroviamo all'interno dell'epistolario. Ed infine, i silenzi tra i due fratelli assumono una connotazione ideologica; interessante è anche capire come essi si rapportano al mondo esterno, come gli aspetti delle loro variegate personalità si integrano con i personaggi con cui hanno a che fare quotidianamente. Assaggi di vita che ci restituiscono la possibilità di sbirciare nel loro universo privato, e ne esce la storia di un intellettuale italiano, europeo, in epoca di restaurazione, che cerca di rappresentare la posizione di chi è inquietamente in disarmonia con il mondo che lo circonda.  
Insomma, Leopardi one of us come sempre. E ve lo dimostro riportandovi questa piccola citazione, con la lacrimuccia e il cuoricino pieno di amore nei confronti di uno dei migliori amici che noi italiani abbiamo. Tantantan!


A Paolina Leopardi
Roma, 30 dicembre 1822

Cara Paolina. Mi vergogno di non avere ancora eseguite le vostre commissioni, bench'io non le abbia perciò dimenticate. E se v'è qualche scusa ch'io possa portare della mia tardanza, sarà questa, che nei primi giorni della mia dimora in Roma io sono stato così affollato di distrazioni, anzi così occupato nello stesso distrarmi, che appena ho avuto il tempo di pensare alle cose più necessarie. In seguito sono stato costretto a far grandissimo risparmio di viaggi per l'incomodo de' geloni che mi sono sopravvenuti, e che finalmente son supurati e aperti, sicché mi conviene stare per lo più in casa. 

Cioè sembra l'inizio-disagio di una qualsiasi delle e-mail che scambio con le genti amiche lontane, è bellissimo!!!

B.  

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