giovedì 12 febbraio 2015

Perché dobbiamo credere abbestia nel progetto di #ioleggoperché

Sono giorni un po' particolari, e il Magico Mondo di Bea si sta scontrando più del solito con l'Orrido Mondo Reale, ma ci stiamo lavorando. Ho iniziato ad abitare una nuova casa in una nuova città, e attendo trepidante Marzo per iniziare il Corso che mi ha portata qui a Roma. Qui nella Tana l'internet ancora non c'era, e la mia sopravvivenza da blogger è stata messa a duro rischio, ma ce l'abbiamo fatta. Sono stata connessa un po' a singhiozzo, questo sì, e l'umore un po' ballerino che mi fa compagnia ad ogni cambiamento ha contribuito a un po' di destabilizzazione generale, ma questi sono dettagli trascurabili. Non cincischiamo e passiamo al sodo! 
In realtà volevo farvi un quadro generale della mia situazione prima di parlarvi di #ioleggoperché, un Grande Progetto di Promozione alla Lettura lanciato il 9 febbraio da AIE, l'Associazione Italiana Editori. Perché quello che segue in realtà sarà un pippone allucinante infarcito di considerazioni esistenziali mica da poco, e quindi niente, io come al solito ho messo le mani avanti, poi non dite che non vi avevo avvisato!


Dunque dunque. Partiamo dall'inizio. Le premesse sono che in Italia si legge poco. Ma proprio poco. E questo lo sappiamo tutti, o forse lo sa solo chi legge, perché se uno non legge di conseguenza non credo che legga nemmeno i rapporti sulla lettura pubblicati dall'Istat. Ma tant'è. A dicembre, a Più Libri, avevo seguito con ansia, agitazione e agonia il rapporto sul mercato del libro, e i dati come al solito erano a dir poco sconfortanti. Insomma, c'è del disagio. A fronte di tutto ciò, l'AIE ha provato a dare una scossa all'italico paese, e ha coinvolto l'Associazione Librai Italiani, l'Associazione Italiana Biblioteche, il Centro per il libro e la lettura, il Comune di Milano, la RAI, il Ministero dei Beni Culturali, le Ferrovie dello Stato (meglio note con un altro nome ma direi che non è il caso). Insomma, ce stanno tutti (entro nel mood locale). E il progetto mi sembra serio e soprattutto ben organizzato (e io che sono una fan dell'organizzazione faccio i salti di gioia): #ioleggoperché sta reclutando un vero e proprio esercito di Messaggeri, che riceveranno gratuitamente un kit con i 24 libri proposti dalle case editrici aderenti ristampati in edizione speciale. Da qui parte la condivisione, che coinvolge librerie, biblioteche, scuole, università, treni, le proprie case dolci case, i luoghi di lavoro, le piazze, fino ad arrivare al Super Evento finale del 23 aprile in Piazza Duomo a Milano, in occasione della Giornata Mondiale del Libro. Ci sono poi i Messaggeri Speciali, come Linus, Lella Costa, Marco Presta, Neri Marcorè, solo per citarne alcuni (cuori a non finire). Una festa itinerante, due e mesi e mezzo di coinvolgimento estremo, che punta tutto sui mezzi di comunicazione dei nuovi anni Dieci.       

L'altro giorno stavo per mettermi a scrivere tutto ciò, quando mi sono imbattuta in questo Manifesto contro #ioleggoperché, e mi stavo per mettere a piangere. Ok, è vero, io sono esagerata e devo imparare a darmi una regolata, però insomma. Il mio entusiasmo ha subito una brusca frenata, e la mia mente ha iniziato a pensare vorticosamente, istinti omicidi hanno fatto capolino, l'amarezza stava per prendere il sopravvento, poi mi sono detta, ma io ho un blog dove far sfociare tutto il mio disagio! Evviva! Ed ecco che parte il super pippone. Ebbene. Da un po' di anni a questa parte il disfattismo gratuito sembra essere il segno predominante del nostro Paese. Così, non appena vengono lanciati progetti di vario genere, spuntano immediatamente fuori i bastian contrari (invece in Francia si plaude all'iniziativa, per dire). E badate bene, sono una fervida sostenitrice del dialogo, delle critiche costruttive, della discussione. Però leggere le parole di quell'articolo mi ha fatto montare un nervoso che non avete idea. Per una volta che le Istituzioni hanno una trovata estremamente carina e coccolosa, non la si può demolire in qualche riga astiosa e sarcastica. Onestamente ho visto cose ben peggiori che avevano a che fare con i libri (tipo questa, per fare un esempio), e soprattutto ho visto poche cose davvero a 360° che cercavano di dare una scossa all'Italia che non legge. Io sono piccola (...), e profondamente capra, e anche pure ignara dei Grandi Meccanismi Editoriali, è vero, però ecco. Da bambina mi vergognavo come una ladra perché mi piaceva leggere, ero quasi l'unica in classe che lo faceva, alle elementari, alle medie. Mi sentivo esclusa dal resto del mondo, e per questo ho sempre visto la lettura come un fatto prettamente intimistico, da coltivare nella mia cameretta senza troppo sbandierarlo al mondo. Vi sembra normale, dico io? Al liceo leggere rappresentava invece la fuga completa dalla realtà, all'università non avevo più tempo per i libri non in programma (e nel senso, ho letto un sacco, ma quasi solo relativamente ai corsi di Letteratura che ho seguito nei cinque anni), e come sapete ho ricominciato a dedicarmi con criterio agli amati libri "contemporanei" solo col Progetto di Lettura. E questo blog, come ogni blog che parla di libri, grida a gran voce #ioleggoperché. Qualsiasi lettore lo fa, regalando un titolo per Natale o per qualche occasione speciale e non, seguendo le pagine sui social che parlano di libri, frequentando le librerie e le biblioteche. Ma siamo ancora troppo pochi, considerando la totalità della popolazione italica. E allora perché dileggiare un'iniziativa che cerca per la prima volta di andare a cercare chi non legge, con metodi divertenti e a mio avviso efficaci? Che vuole far sapere a tutti che leggere è bello, che non bisogna vergognarsi a farlo, che ci sono mondi da scoprire nelle pagine scritte, personaggi di cui innamorarsi, storie in cui ci si può ritrovare, e che al contrario magari di un telefilm, di un talent show (di cui io comunque mi nutro eh, sono un'italiana media inside per certe cose!) rimarranno per sempre nel nostro cuoricino? Non lo trovo affatto giusto. 


Come perdere la propria dignità in quattro semplici mosse

Chi si deve preoccupare del continuo calo di lettori se non l'AIE e il Ministero? Parliamone! Si può discutere sull'estemporaneità di un tale progetto, e qui posso continuare con le mie supercazzole. Sono otto vite che in ogni conversazione che verta anche solo lontanamente sull'argomento mi prodigo in filipicche a sostegno della lettura nelle scuole. Per me nei programmi ministeriali dovrebbero essere inserite come obbligatorie delle visite mensili in biblioteca, ma pure all'asilo tipo! Dai 3 ai 19 anni i bimbetti dovrebbero essere accompagnati in fila per due nella loro biblioteca comunale a prendere un libro a loro scelta, per tutto l'anno scolastico. Spesso queste iniziative vengono fatte, ma sono relegate alla buona volontà e all'ispirazione di pochi insegnanti di lettere. Però vi assicuro che avendo lavorato in biblioteca, e avendo seguito per sei mesi la venuta di alcune classi delle medie, i miei occhi erano sempre lucidi per la felicità nel vedere il disagio pre-adolescenziale trasformarsi in mani che sfogliano libri, richiesta di consigli agli insegnanti e ai bibliotecari, entusiasmo nello scambiarsi i titoli. Ma ora c'è anche il Centro per il libro e la lettura che organizza cose mega belle come il Maggio dei Libri, e poi le librerie indipendenti che ci credono abbestia, e poi c'è Letteratura rinnovabile, e le cose si muovono, e le mie paure che avevo espresso a Marco Zapparoli nell'intervista che gli ho fatto al Pisa Book Festival si sono oltremodo rischiarate. 
Fonte: http://www.ioleggoperche.it/it/ioleggoperche/i-libri/
Si può discutere anche sui libri scelti, perché no. Vi compare un po' di tutto, però mi sembra una lista ben assortita, non certo da Autogrill. Autori noti e meno noti, case editrici grandi, medie, piccole. Credo si sarebbe potuto fare di peggio, molto peggio. E poi penso anche che una volta, negli anni Cinquanta, Sessanta, c'era chi faceva della diffusione della cultura un vessillo politico, un credo irrinunciabile. Penso a ciò che ho letto ne "Il lavoro culturale" di Luciano Bianciardi, in cui già si parlava della crisi del libro e delle iniziative che venivano organizzate per superarla. Se dopo sessant'anni ci troviamo ancora nello stesso punto due domande bisogna farcele, ma dettagli. Oppure penso alla RAI che ha insegnato a leggere e a scrivere all'Italia del dopoguerra. Non si può adesso provare a far innamorare le persone dei libri? 

Io ci voglio credere abbestia in #ioleggoperché. Non voglio pensare alle cose brutte dei perché si regalano i libri quando il mercato editoriale cola a picco, del cosa ci guadagnano gli autori ad aver rinunciato al proprio diritto d'autore, di cosa ne faranno i "non lettori" dei libri ricevuti. Perché i libri ti aspettano. E magari un giorno una persona che avrà ricevuto che ne so, Oceano Mare, e l'avrà appoggiato sulla mensola del soggiorno accanto alla gondola di Venezia e all'orribile vaso regalato dalla suocera, si ritroverà con la connessione internet disattivata, o senza luce e quindi senza tv, o magari si sentirà semplicemente ispirato, e prenderà quella cosa rettangolare che lo fissa da qualche tempo, ci toglierà la polvere che nel frattempo si è accumulata, si siederà sul divano e comincerà a leggere. E magari si innamorerà di quella assurda storia raccontata da Baricco come è successo a me tanti anni fa, quando al liceo i miei amici mi regalarono quel libro. E allora quel lettore vorrà dire a tutti quanto gli è piaciuta quella storia, quanto gli saranno sembrati assurdi quei personaggi, e magari cercherà un altro libro di mare e scoprirà Conrad, o magari Melville, o pure Salgari. 

Perciò, avanti tutta. Ciurma a babordo. Leggiamo, amiamo, diffondiamo. 
Che diamine!

B. 

10 commenti:

  1. Dunque, ti scrivo perchè stavo leggendo del progetto #ioleggoperchè e... devo dire che non è che ci abbia capito proprio molto. Nel senso: lo scopo del messaggero è farsi mandare quella paccata di libri (in cui ci sono dei titoli a mio avviso discutibili, ma non è questo il punto) e cercare di farli leggere a gente che non ha mai letto nemmeno un libretto delle istruzioni.. giusto?
    Ora, mi chiedo, come fa ad essere efficace? Voglio dire, potrei fare la stessa cosa anche con un libro a caso che ho nella mia libreria, giusto?
    La mia domanda è, come facciamo noi comuni mortali a rendere questo progetto efficace?

    xoxo
    Sara

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    1. Sara, innanzitutto grazie per la domanda (scusa lo devo dire ogni volta che ne ho l'occasione, mi fa troppo ridere :D). Sul sito del progetto ci sono tutte le varie iniziative che coinvolgono appunto le biblioteche, le scuole, le librerie eccetera. Di qui al 23 aprile se ne possono organizzare di ogni tipo, oppure la cosa può essere anche "individualista". Con il bookcrossing, regalando i libri agli amici, ai parenti, ai colleghi, e magari pubblicando le foto delle "donazioni" sul social wall presente sul sito. In questo modo si punta a coinvolgere il maggior numero di persone possibili, mostrando che leggere è figo, è normale, è sano. Pure io ho dei dubbi eh, per carità, però tra le tante cose mi sembra un'iniziativa che ognuno può vivere liberamente come crede... che ne pensi? Io ho ordinato il mio kit alla Mondadori di Montecatini, sperando di non essere l'unica a farlo... C'è tempo fino al 9 marzo, accorrete genti! Un bacione

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    2. Ottimo! Dunque le donazioni sono a titolo completamente gratuito e possono anche andare di mano in mano. Io dono il libro a tizio, che poi lo passa a caio, che poi lo mette in terra come fermaporta.. giusto? :D

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  2. Si può sicuramente discutere dei libri scelti, ma è anche vero che non si invoglia a leggere chi non lo fa dandogli in mano Oblomov o In culo al mondo. Trovo che quelli proposti siano titoli più che accettabili.
    Che poi si tratti di un'ennesima trovata editoriale resta sempre il dubbio, ma è anche vero che i libri senza marchio non esistono, quindi regalare qualsiasi libro lo è.
    Sono sempre molto critica, ma questa volta non troverei nemmeno appigli se non il classico clima del terrore e del sospetto.
    Mi sembra tutto sommato una buona iniziativa.

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    1. Scusa la ripetizione del "è anche vero", ma da cellulare perdo di vista l'intera frase...

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    2. Esatto Paola, e onestamente in questo periodo storico non ne abbiamo certo bisogno. Secondo me il passaparola positivo non può che fare bene, le persone si devono coinvolgere, le istituzioni lo devono fare. Anch'io sono iper-critica e piuttosto tendente a non credere a ciò che viene diciamo dall'alto, ma penso che ci fosse davvero bisogno di un'iniziativa del genere. Perché alla fine quello che conta sono appunto le persone, e ti giuro mi stanno venendo un sacco di idee per quando arriverà il kit che ho ordinato :). Un'invasione pacifica di libri, un messaggio semplice e bello, che ognuno può gestire come meglio crede. Grazie mille per il commento! :D

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  3. Per quanto riguarda i dati negativi, penso che gli editori dovrebbero smetterla di rincorrere i non lettori con proposte al limite del ridicolo. La qualità prima di tutto e meno titoli.
    Comunque, al progetto ci crediamo tutti, almeno la maggioranza. Anche se non ho capito molto ma mi fido.

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    1. Marina, concordo ovviamente. Ma infatti è già tanto che non siano stati scritti nuovi libri a caso! Lo sai come la penso su qualità e quantità, provengo nonostante tutto da un mondo accademico ipercritico e diciamo snob. Non credo però che la moralità letteraria di nessuno venga inficiata da un'iniziativa del genere. E poi penso che il bello di certi libri un po' più "semplici", di narrativa, se scritti bene, possano comunque riscaldare cuori, e fare bene. Non sono io a dover giudicare cosa piace o cosa no. E credo che i titoli scelti siano dignitosi (Due di due poi è stato uno di quei libri che mi ha segnata da "piccola", mentre altri non sono riusciti nemmeno a finirlo, per dire!). Io credo che lo scopo principale sia un messaggio positivo legato alla lettura, che esce un po' dai soliti canali e passa attraverso le persone. Se poi sono io a farmi un bel film nel mio mondo di pony e arcobaleni... me ne farò una ragione, come sempre :D :D :D. Comunque poi ovviamente scriverò sul blog i miei esiti personali! Un abbraccio cara.

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  4. Ciao Bea, grazie del bellissimo post che mi ha chiarito un po' le idee su questo progetto! Leggo e ricevo mail su questo #ioleggoperché ma solo oggi (in una pausa da scrittura tesina) mi sono presa un po' di tempo per capirci qualcosa in più. Naturalmente dopo aver letto il tuo post ho cliccato sul link e mi sono iscritta al progetto ordinando il mio kit (anche se alcuni titoli li ho già letti mi fa piacere rileggerli accompagnati da un vestito diverso). Non ho capito una cosa: come faccio a capire quando posso ritirare il mio kit? non ho ricevuto nessuna mail di conferma ordine o simili e la cosa mi ha lascita con un grande gocciolone sul capo.. mi puoi aiutare?? Un abbraccio grande e spero di dedicare una seconda pausa futura alla stesura di una mail per scambiare due chiacchiere!

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    1. Stella, eccomi qua, presente! I kit si possono ritirare in libreria dal 28 marzo. Attendo trepidante il momento! E il 23 aprile tutti a regalarli, in occasione della Giornata Mondiale del Libro. Nel frattempo sulla tua pagina del Messaggero ci sono delle piccole missioni da compiere, così, giusto per la gloria e per divertimento! Sono contenta di aver contribuito a chiarirti le idee :D. Un bacione e ti aspetto quando vuoi!

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