La scorsa settimana era primavera. Poi chiaramente c'è stato il fine settimana di Pasqua, e il freddo e il gelo sono tornati a flagellare le genti e le gite fuori porta. Io ne ho approfittato per un po' di letargo tardivo, per meditare sul senso dell'esistenza e per accumulare riserve di grasso per la bella stagione (ah dovrebbe essere il contrario? Fa niente). In tutto questo, non scrivo da un mese e mezzo. Aiuto.
mercoledì 8 aprile 2015
martedì 24 febbraio 2015
Laura Barile e Antonio Prete alla Libreria Todo Modo, Firenze
Un giorno, pazienti lettori, smetterò di raccontarvi cose o parlarvi di libri che risalgono all'era pleistocenica, ma finché non entrerò davvero nell'età adulta, conseguendo una maturità e una presenza di spirito da fare invidia, dovrete accontentarvi di sentirmi blaterare su eventi accaduti quando ancora avevamo Napolitano come Presidente della Repubblica. E niente.
Oggi voglio allietare questo martedì di disagio (vivo malissimo il passaggio d'età, abbiate pazienza) con la cronaca dell'incontro avvenuto niente meno che il 9 dicembre 2014 alla Libreria Todo Modo di Firenze, dove Laura Barile e Antonio Prete hanno presentato il volume che raccoglie le lettere tra Giacomo e Paolina Leopardi, uscito per nottetempo, dal titolo Il mondo non è bello se non veduto da lontano.
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venerdì 20 febbraio 2015
11. Christopher Isherwood, Un uomo solo
Quando ho letto la recensione di Fofi, lo dico in tutta onestà anche perché ieri il Mondo Cina ha festeggiato l'Anno della Capra, il buon Christopher Isherwood era per la sottoscritta un emerito sconosciuto. Mi interrogo spesso su queste mancanze, e le vivo pure un po' male. Certo, avrò letto da qualche parte il suo nome, ma non lo avevo mai incontrato nelle mie letture né tanto meno nei miei studi, cosa reputo a dir poco riprovevole. Così invece de La violetta del Prater dall'Immenso Goffredo recensita, ho voluto leggere quello che viene considerato il capolavoro di questo scrittore inglese, ovvero Un uomo solo, pubblicato da Adelphi. I miei spavaldi criceti nel cervello si sono allora messi in moto, e ho ricollegato il titolo al film di Tom Ford A single man, con quel gran pezzo di gnocco di Colin Firth, basato proprio sul romanzo di Isherwood. Film che ancora non ho visto, nonostante me lo fossi ripromessa più di un anno fa. Complimentoni. Dopo questo preambolo sullo stile mi pento e mi dolgo dei miei peccati, ne approfitto per conferire a questa recensione un tono più serio del solito, perché ho amato tantissimo Un uomo solo, e in maniera del tutto arbitraria mi sento di inserirlo nel filone dei romanzi dello stream of consciousness, che è il mio cavallo di battaglia. Rullo di tamburi, si comincia!
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giovedì 12 febbraio 2015
Perché dobbiamo credere abbestia nel progetto di #ioleggoperché
Sono giorni un po' particolari, e il Magico Mondo di Bea si sta scontrando più del solito con l'Orrido Mondo Reale, ma ci stiamo lavorando. Ho iniziato ad abitare una nuova casa in una nuova città, e attendo trepidante Marzo per iniziare il Corso che mi ha portata qui a Roma. Qui nella Tana l'internet ancora non c'era, e la mia sopravvivenza da blogger è stata messa a duro rischio, ma ce l'abbiamo fatta. Sono stata connessa un po' a singhiozzo, questo sì, e l'umore un po' ballerino che mi fa compagnia ad ogni cambiamento ha contribuito a un po' di destabilizzazione generale, ma questi sono dettagli trascurabili. Non cincischiamo e passiamo al sodo!
In realtà volevo farvi un quadro generale della mia situazione prima di parlarvi di #ioleggoperché, un Grande Progetto di Promozione alla Lettura lanciato il 9 febbraio da AIE, l'Associazione Italiana Editori. Perché quello che segue in realtà sarà un pippone allucinante infarcito di considerazioni esistenziali mica da poco, e quindi niente, io come al solito ho messo le mani avanti, poi non dite che non vi avevo avvisato!
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Marco Zapparoli
mercoledì 4 febbraio 2015
10. William Trevor, Notizie dall'Irlanda
Mi rendo conto che all'inizio del Progetto, soprattutto, ho
spesso cambiato i titoli proposti da Fofi a seconda del mio estro del momento e
della disponibilità della biblioteca in cui lavoravo. Questo non vi sconvolge
più di tanto, vero, vero? Ad esempio, in questo caso, l’Illuminato Goffredo ci
proponeva, dello scrittore irlandese William Trevor, Leggendo Turgenev. All'inizio della suarecensione lo definiva però “Maestro del racconto”, e citava la sua raccolta Notizie dall'Irlanda. E allora, visto
che ero ormai lanciatissima su quel fronte e che in biblio la raccolta era
presente (su su in cima allo scaffale), ho inforcato la scala, sprezzante del
pericolo, mi ci sono arrampicata e ho afferrato il polveroso volume edito da
Guanda.
mercoledì 28 gennaio 2015
Cose belle, bellissime: la Biblioteca dell'Ipercoop!
Come ormai avrete capito, il disagio profondo è in me, e uno dei tasselli che lo costituiscono è il mio amore viscerale per l'Ipercoop di Montecatini. Ebbene sì. Quando il vecchio, piccolo, rassicurante e tanto anni Novanta Centro Commerciale di Via Biscolla è stato ampliato e rinnovato, il mio piccolo e debole cuoricino ci ha messo un bel po' di tempo per elaborare il lutto e il cambiamento, ma alla fine sono riuscita ad affezionarmici di nuovo. E a farlo diventare niente meno che uno dei miei (pochi, ahimè) luoghi del cuore della Valdinievole, meglio conosciuta come La Conca Natia o La Conca della Morte. Non ho mai avuto un bel rapporto con la Valle che mi ha dato i natali, le miei origini sono altre, qui non ho parenti e le genti sono un po' difficili da digerire, ma tutto sommato, alla fine, qui sto e qui sono sempre tornata. L'Ipercoop è un po' la vera piazza del grande paesone che è la Valdinievole: all'Ipercoop incontri sempre qualcuno che conosci, i vecchini sostano al barre, i perdigiorno fanno su e in giù per il lungo corridoio, c'è la fila alla posta, c'è il ferramenta, c'è il parrucchiere. In realtà ho sempre avuto un rapporto molto conflittuale con questo tipo di mondo, le luci al neon mi infastidiscono, stare ore senza vedere la luce del sole anche, i periodi di maggiore affluenza mi fanno venire l'ansia, ma c'è da dire che è abbestia comodo avere a disposizione tutto ciò che ti serve, e insomma vabbè, discorsi lunghi con cui non voglio tediarvi. Però ecco, se questa è la direzione che il mondo deve prendere, che sia almeno la più umana possibile. E da un po' di tempo avevo adocchiato una bella novità, ma non avevo ancora avuto modo di approfondirla, fino ad oggi pomeriggio. Dopo una soddisfacente spesa pro-trasloco, mi sono diretta trionfante verso... la biblioteca.
martedì 27 gennaio 2015
9. Amos Oz, Tra amici
Ci
sono casi in cui queste mie ri-recensioni mi sembrano del tutto inutili e
soprattutto ridondanti, perché la recensione del Saggissimo Goffredo è già di per sé un capolavoro dell'arte della narrazione,
tanto risulta esplicativa, evocativa, efficace. Ormai però mi ci sono buttata,
non mi tiro indietro, e vi beccate anche il mio pensiero su questa meravigliosa
raccolta di racconti del pluripremiato scrittore israeliano. Ovviamente di Amos Oz non avevo letto alcuna opera; avrei
potuto iniziare da qualche suo lavoro precedente, giusto per coglierlo negli
anni migliori poiché scrive dagli anni Sessanta, ma la recensione di Tra amici mi aveva talmente colpito, e il fatto che ci fosse in
biblioteca mi aveva talmente entusiasmato, che in tre giorni mi sono divorata i
suoi racconti. E poi Fofi continua a scrivere, giusto un paio di settimane fa,
che «Oz non è soltanto il miglior scrittore
israeliano di oggi (Yehoshua si è infiacchito, Grossman non li ha mai
raggiunti), è anche uno dei migliori in assoluto nel mondo». E allora bomba!
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