sabato 15 novembre 2014

#Pbf2014 - 9 novembre: l'omaggio a Franco Ferrucci dei librai indipendenti e intervista a Marco Zapparoli

Ed eccoci arrivati all'ultima cronaca del mio Pisa Book Festival: l'omaggio a Franco Ferrucci, libraio (La Gaia Scienza) ed editore (Erasmo edizioni) livornese, tra i fondatori del Premio Montescudaio per i librai indipendenti, scomparso prematuramente nel luglio di quest'anno. In Sala Fermi si ritrovano Monica Bellomini Genovesi, la libraia più amata di Pisa, della libreria Fogola in Corso Italia; Tamara Guazzini, una delle undici libraie della Rinascita di Empoli; Andrea Geloni, della libreria Nina di Pietrasanta; uno scoppiettante Marco Zapparoli, editore di Marcos y Marcos, e Lucia Della Porta, direttrice del Festival, in un appuntamento rinnovabile, un incontro del cuore, legato alle esperienze di undici librerie italiane che sono un esempio concreto di come si fa libreria oggi. Queste storie sono raccontate ne La voce dei libri (Marcos y Marcos, 2014), volume a cura di Matteo Eremo. Qui al Festival ciò che si vuole fare è ricordare Franco Ferrucci, che Zapparoli definisce un nuotatore: una persona che andava avanti, senza dare nell'occhio, ma con la grande capacità di coinvolgere le persone. Ferrucci ha dato una mano, un orecchio, un occhio a mezza Livorno, era un punto di riferimento per tutto ciò che riguardasse il libro. Le librerie infatti non sono soltanto dei luoghi dove stanno i libri; sono soprattutto luoghi dove ci sono persone. In libreria si ha la possibilità di sfogliare il mondo, aprire i libri ed aprirsi alle persone: è un diritto anche quello di chiedere le coccole al libraio. Non è possibile rinunciare a tutto ciò, continua Zapparoli, perché la libreria è l'unico luogo laico dove si possa stare senza comprare assolutamente niente, ma da cui si esce sempre con qualcosa in più. Franco Ferrucci era un maestro nel sostenere gli altri, e i librai de La voce dei libri hanno accolto la sua lezione.

Matteo Eremo (che quel giorno stava presentando il libro a Pescara) ha fatto una ricognizione in undici librerie, magari non le migliori, le più grandi o le più organizzate d'Italia, ma dove ci sono voci molto diverse del grande coro dei librai, e quindi possibilità diverse di presentare i librai stessi agli occhi delle persone che entrano nelle loro librerie. 
Marco Zapparoli si chiede dunque cosa leghi i tre librai qui presenti, e la risposta è molto semplice: è l'esclamazione che tutti i lettori non possono fare a meno di pronunciare una volta usciti dalle loro librerie: "porca miseria, sono proprio contento di essere stato qui!". Perché tutti e tre sanno trovare dei modi diversissimi per tessere accostamenti al lettore: 
  1. Monica della Fogola lo fa con il racconto. Lei sa trovare la storia a te più adatta, e di conseguenza quella che proprio non fa per te: come dice Marco Zapparoli, lo zen o l'arte di sconsigliare un libro. Monica è una libraria che dà dei no che aiutano a crescere. 
  2. Nella libreria Nina di Pietrasanta, invece, si gioca l'arma dell'ambiente soft, e questo è il morbido metodo alla Geloni, che ti accoglie in una specie di salotto dove ci si rilassa, si guardano i libri e si sta molto tranquilli, e nessuno ti racconterà una storia se non la si desidera espressamente. 
  3. Ad Empoli invece si trovano undici libraie tostissime, ognuna specializzata in settori diversi ed ognuna con un atteggiamento diverso nei confronti del lettore; una squadra solidissima, che offre una scelta molto ampia, e addirittura due punti vendita, uno in centro città e uno all'interno di un centro commerciale. 


Tre strategie diverse, con l'unico obiettivo di accerchiare il lettore, che sia un lettore forte o un lettore debole. Marco Zapparoli ha preparato delle domande ad hoc per i suoi librai. Chiede innanzitutto a Tamara Guazzini cosa significhi, dopo tanti anni di attività, dopo tutti i conti (a cui lei è molto attenta), essere una libraia indipendente. Tamara Guazzini, prima di rispondere, vuole ricordare in prima persona Franco Ferrucci, che definisce un compagno nel senso più nobile del termine, ed assicura che il suo percorso viene e verrà portato avanti. E poi la riflessione sul cosa voglia dire essere indipendenti: per lei significa riconoscersi. Anche se tutti diversi, ogni libraio che percorre questi binari si riconosce nel non dover vendere a tutti i costi. E qui chiama in causa l'algoritmo di Amazon, che minaccia di seppellire tutti. Tamara Guazzini crede invece che sarà l'algoritmo umano a permettere di resistere, anche e soprattutto grazie all'errore. 

Marco Zapparoli si rivolge ora ad Andrea Geloni, chiedendogli quale sia il suo segreto per far avvicinare alla sua libreria un lettore un po' spaurito, che ama i libri ma che non è un lettore forte. Andrea Geloni risponde che le sue armi sono da sempre state la curiosità e l'umiltà, e lo sforzo di non dimenticarsi mai che dietro la scelta di leggere i libri c'è sempre la volontà di imparare. E allora ecco il suo punto di partenza, il far percepire la sua esperienza di libraio e lettore come un grande privilegio, ciò che in effetti è. Le coincidenze letterarie arriveranno poi anche per istinto, dando vita al mutuo scambio tra lettori: parecchi libri che ama gli sono stati infatti consigliati anche dai clienti. Non bisogna mettersi nell'atteggiamento di insegnare, bensì essere pronti ad imparare, perché a volte le sorprese vengono da dove meno te lo aspetti. Le persone hanno bisogno di un ambiente in cui ci si racconta (cuoricuoricuori!!!).
Arriva il momento di Monica Bellomini Genovesi, alla quale Marco Zapparoli chiede di raccontare come sia cominciata la sua storia, se per vocazione, o per missione... La libraia della Fogola spiega che tutte le cose belle nascono per passione, e la sua libreria è nata proprio così. Tutto è incentrato sul continuo scambio con i lettori, uno scambio senza sosta, in una complementarietà totale con tutta la filiera del libro. Io onestamente a questo punto mi perdo un po' nelle parole di Monica, smetto di scrivere e mi abbandono alle sue meravigliose storie. 
Infine Marco Zapparoli gira un compito ai librai: immaginarsi di scrivere una letterina agli editori, nella quale muovere una richiesta. Caro editore...
  1. Leggi i manoscritti! Perché, dice Monica Bellomini Genovesi, spesso i libri pubblicati non vengono letti, incentivando così l'inflazione della brutta letteratura. Quando leggi qualcosa di veramente brutto, ti chiedi infatti se prima di essere stampato il libro sia stato anche letto... non è possibile frodare il lettore dandogli la convinzione che quello che ha in mano sia un buon libro. I librai che leggono sono quelli che alla fine fanno la differenza, per questo se anche gli editori leggessero le cose andrebbero un pochino meglio. 
  2. Non fare sconti sui libri, perché sono assurdi! Se un libro ha vale il 25% meno del prezzo di copertina, caro editore, devi farlo uscire subito a quel prezzo, dice Tamara Guazzini. Il libro non è una merce, è un'altra storia, e questi sconti stanno mettendo in crisi i librai tutti. E quindi ecco il suo messaggio: attenzione editori, non si risponde ad un momento di crisi andando avanti a forza di sconti!
  3. Pubblica meno! Così puoi curare maggiormente i tuoi prodotti (è un suggerimento che vale anche per gli scrittori...). Andrea Geloni ama infatti gli editori di proposta, ma anche il rompere le righe ogni tanto, la proposta di qualità ma inaspettata insomma.

Si conclude così questo spassoso ed illuminante incontro. Io lascio andare a pranzo l'editore (quanta umanità, Bea), e poi me ne approprio per l'ultima intervista al baretto. Chiedo subito a Marco Zapparoli di parlarmi dei progetti che sono nati da Marcos y Marcos, casa editrice di Milano fondata nel lontano 1981 da due Marcos, di cui ora però rimane solo il meraviglioso Zapparoli. 
Letteratura rinnovabile è un'idea nata nel 2009 dall'esperienza con i ragazzi dei licei, per coinvolgerli nella lettura attraverso il rinnovamento creativo di alcuni testi classici, in collaborazione con Cartepillar. Se opportunamente stimolati, i ragazzi sono in grado infatti di creare cose meravigliose, come le cover letterarie di testi della portata de I miserabili, o dei libri di Kafka. La letteratura classica può essere rinnovata, ed ecco che nel 2011 arriva l'atto fondativo di questo progetto. Il grande successo di Se ti abbraccio non aver paura ha dato a Marcos y Marcos la possibilità di investire in Letteratura rinnovabile e in Letti di notte, una "notte bianca delle librerie" che alla nascita contava quaranta librerie coinvolte, e nel 2014 è arrivata a coinvolgerne ben duecentocinquanta, e sessanta case editrici, in uno scambio reciproco di creatività. Chiedo allora a Marco Zapparoli quale sia la sua posizione nei confronti di tutti i progetti che nascono per promuovere la lettura, se la direzione presa potrà essere comune a tutti. Lui è moderatamente ottimista in proposito, crede davvero che finalmente si stiano percorrendo i binari giusti, e le sue parole mi trasmettono un entusiasmo pazzesco. Ritorno un attimo al caso Ervas, chiedendogli come la sua casa editrice abbia reagito ad un tale successo mediatico. Mi confida che Marcos y Marcos era pronta a credere che il libro di Fulvio Ervas sarebbe riuscito ad entrare nel cuore delle persone, ma mai avrebbe effettivamente pensato ad una reazione di tale portata. La loro vita editoriale però non è cambiata, hanno avuto semplicemente la possibilità di assumere le persone che lavoravano con loro in maniera stabile, e di fondare l'associazione di Letteratura Rinnovabile. Un altro capo saldo del loro catalogo è Paolo Nori, un alfiere della voce. 
Marco Zapparoli mi comunica infine la vitale importanza di fare rete, perché le relazioni sono vitali: al primo posto vanno messi i librai e i bibliotecari, perché dialogare con loro è fondamentale. Necessario è uscire dall'aspetto vagamente scolastico delle biblioteche, perché il futuro vede i giovani coinvolti in modo creativo in ambienti più attraenti. Questo è un tema che mi tocca particolarmente, ed avrò modo di approfondirlo nei prossimi post. Ringrazio tantissimo Simone Sacco per aver favorito l'incontro, e ovviamente Marco Zapparoli per questa conversazione così stimolante, magnifica conclusione del Mio Pisa Book. 

La mia testa scoppia, e il mio fisico chiede pietà. Abbandono ogni altra velleitaria mira espansionistica, e mi godo in uno stato di semi-trans la fine del Festival. Rimando al prossimo post il momento Winnie The Pooh (ovvero del miele, ovvero del diabete delle Conclusioni e Ringraziamenti)!

B.                 

2 commenti:

  1. Ah, le copertine della Marcos y Marcos! Mi piacciono così tanto che mi verrebbe voglia di comprare tutti i loro libri, indipendentemente dall'autore! ;-D Hai fatto un gran lavoro Bea, tra interviste, appunti e trascrizioni varie sei riuscita a trasmettere molte informazioni utili e interessanti. Per me è stata un'occasione non solo per conoscere nuovi autori ma anche per capire meglio la realtà editoriale italiana, se non tutta almeno una parte. Grazie!

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    1. Ahahhaah davvero cavolo, il loro stand era un attentato!!! Ho appena finito il post dei ringraziamenti, ma il tuo te lo faccio qui: grazie Ale, grazie di cuore, perché la tua opinione è importantissima e sapere che sono riuscita a fare ciò che dici mi fa fare un sorriso a otto milioni di denti :-))))). E soprattutto mi spinge a fare ancora di più a Roma... coming soon ;-)! (ma nel frattempo sarà bene leggere un po', che qui sennò i libri sul comodino gridano vendetta!).

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