giovedì 18 settembre 2014

Vorrei ma non posso: pordenonelegge 2014

La prima cosa a cui penserò sempre quando sento nominare Pordenone, è ovviamente questa canzone
Durante la mia tardo adolescenza rappresentava in modo quasi perfetto il fastidio della non appartenenza, lo scazzo ossessivo compulsivo, la volontà di evasione come unica ragione di vita. Mi facevo trip immensi su questo luogo assunto a simbolo assoluto di provincia nebbiosa, giovani introversi e pomeriggi grigi ed infiniti. L'aura di mistero sulla sua precisa collocazione geografica contribuiva notevolmente ad elevare Pordenone a Capitale del Disagio

Capirete quindi quanta ilarità suscita in me l'idea che a Pordenone esista un festival letterario proprio proprio figo, che incarna tutti i miei ideali di promozione e condivisione della cultura: centralità del territorio, respiro internazionale, attenzione agli scrittori emergenti, volontà di mettere in contatto l'Autore con il Lettore. 

Nel Magico Mondo di Bea in questo momento io sarei nel mezzo della mischia, con un programma ultra nerd in mano, un quaderno esteticamente adeguato e un sorriso da ebete stampato in faccia. Nell'Orrido Mondo Reale sono invece davanti ad un monitor a sbavare sul sito internet, maledire lo spazio-tempo, imprecare contro gli dèi. Ma sull'onda della Mia Nuova Era, ecco la svolta. Vi propongo quali eventi sono a mio avviso imperdibili, cosicché se voi avrete la possibilità di farci un salto, potrete farmi sbavare con i vostri commenti. 



Pordenonelegge è in realtà cominciato ieri 17 settembre, e io sarei andata a Raccontinclasse, perché ho un debole per la creatività dei bimbetti e sono sempre curiosa di scoprire cosa elaborano le loro menti; mi piace l'idea che in classe si dedichi del tempo a progetti extra-scolastici, di qualsiasi natura, ma quando si tratta di scrittura mi piace ancora di più. Nel pomeriggio mi sarei spostata all'incontro sull'editoria veneziana tra XV e XVI secolo: adoro quando vi è la possibilità di sentire parlare in modo approfondito di quegli eventi storici un po' dimenticati, che hanno cambiato in realtà il corso della nostra esistenza. Infine avrei camminato in maniera trafelata e scomposta verso l'incontro inaugurale del Festival, perché l'evento con l'ospite internazionale di cui non si è mai letto niente ci sta sempre di lusso. 

Oggi 18 settembre avrei cominciato la mia giornata con Il Premio Campiello Giovani, anche per avere la possibilità di ascoltare Stefano Valenti, neo-vincitore del Premio Campiello Opera Prima. Alle 16.00 mi sarei lasciata incuriosire da La mia patria è il mondo intero, dove vengono presentate storie di donne friulane che ci stanno dentro di brutto. Il girl power ci piace sempre, ma fuggirei per fare in tempo ad assistere a Lo storytelling dell'enogastronomia. Vi assicuro che avremo modo di approfondire anche questa mia passione. La sera prenoterei una poltrona per assistere allo spettacolo teatrale La Paura, perché è giusto dedicare del tempo al ricordo della Grande Guerra, e perché il racconto di De Roberto è sulla lista dei Libri da Leggere dopo aver letto questa recensione.

Venerdì 19 settembre mi farei subito del male partecipando a L'italiano in gioco. Fa sempre piacere constatare la propria ignoranza. Durante il pomeriggio vorrei partecipare ad un incontro con autore emergente, nello specifico Maja Haderlap, che presenta il suo Angeli dell'oblio, edito da Keller, che è sempre una sicurezza. Se però avessi anche il dono dell'ubiquità non mi perderei nemmeno l'incontro con Petra Soukupova: quando si tratta di disagio familiare, sono sempre in prima linea. Credo che poi mi prenderei una bella pausa, magari con un lungo aperitivo per fare il punto della situazione. La sera il mio must see sarebbe Il racconto. Eccellenza formale e indifferenza editoriale?, perché è un tema che mi interessa tantissimo, alla luce soprattutto dell'amore che ho recentemente scoperto di provare nei confronti di questa forma narrativa. 

Sabato 20 coglierei la possibilità di scoprire Che cosa leggono i poeti. Pordenonelegge ha un occhio di riguardo nei confronti della poesia, e il dibattito sul suo stato è sempre molto attuale (e poi la mia tesina della maturità si intitolava Essere o non essere poeta, perciò <3). A mezzogiorno lo so che c'è Massimo Recalcati, ma io credo che non riuscirei a perdermi l'incontro con Giulio Scarpati: lui + storie di famiglie a ritroso è un binomio per me irresistibile. Ed ecco che il sabato pomeriggio l'offerta del Festival si fa ancor più ghiotta e intrigante. Tra tutti gli eventi spicca senz'altro quello che ospita la scrittrice canadese Margaret Atwood, e credo proprio che farei di tutto per esserci. Per non farmi mancare niente vorrei anche conoscere il mondo visionario di Gabriel Pacheco, anche se c'è pure Concita De Gregorio... Argh! E poi, i dilemmi più grandi: sentire finalmente una lectio magistralis di Umberto Eco, assecondare gli echi universitari ascoltando cosa hanno da dire Fabio Stassi e Francesco Pecoraro a proposito di letteratura e vita, o approfondire la conoscenza del vincitore del Premio Campiello 2014, Giorgio Fontana? Dopodiché penso che crollerei, sfinita ma contenta, per ricaricare le pile in vista dell'ultima giornata. 

La mia domenica 21 settembre comincerebbe con un bel Viaggio nella letteratura di immaginazione. Nel primo pomeriggio mi farei trasportare tra le vie dell'affascinante città di Praga, raccontata da Caleb Crain. E poi bisogna andare per forza a sentire Marino Sinibaldi, direttore di Radio3 Rai, perché gli si vuole proprio bene. Per concludere in bellezza, l'incontro con Walter Siti, che mi sono già persa una volta a Pisa. Poi credo che sarei da raccogliere col cucchiaino, quindi anche basta così!

Rileggendo il tutto mi rendo conto di aver scelto gli eventi solo sulla base dei miei interessi, dannazione! Però alla fine io ci volevo andare e se foste venuti con me, sono sicura che vi sareste divertiti. 

(dopo questo post vado a ripassare la consecutio temporum, non temete). 

Viva i Festival Letterari, viva chi ci va! Battete un colpo e fatemi invidia. 

B.        

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