venerdì 7 ottobre 2016

Intermezzo

Tema
*** Tira fuori il disagio e torna ad essere una Bea ammodo ***


Ci sono dei momenti in cui vado in palla totale, e se fino a poco tempo prima tutto era chiaro e figo e wow, all'improvviso ecco una sorta di pressa che mi spinge proprio al centro dello sterno e mi toglie il respiro, rendendo corto il fiato e formicolanti le mani. Così ogni volta che nella testa arriva un pensiero che potrebbe concretizzarsi in azione questa dannata pressa lo ricaccia giù, e allora dico ok, riprovo poi, ma poi la cosa si ripete e il tempo passa e penso ormai è troppo tardi e in pratica finisce con sono una merda, moriremo tutti. Però io a questo giro non voglio, non voglio proprio, quindi provo a giocarmela in maniera diversa, guardo in faccia la paura e scrivo due righe in questo posto cui voglio tanto ma tanto bene, e che dannazione voglio continuare a popolare di cose belle. Il punto è che quando dico "è troppo tardi" poi ci credo davvero, invece no, non è troppo tardi proprio per niente, non mi devono fare spavento le cose che voglio fare, il cannibalismo non è pratica attuale quindi non vi è pericolo di essere fagocitata dalle genti, posso tornare tranquillamente su facebook, posso scrivere di tutti i libri e raccontare delle fiere e i festival eccetera anche se sono passati mesi, se voglio farlo basta farlo. Però se non me lo dico e non lo esterno è un gran casino, perché bimbi son fatta così, c'è del disagio inside of me che a una certa si comporta tipo da silicone e mi isola da progetti e affetti. Tuttavia a 'sto giro lo voglio combattere, senza pensare di essere cogliona e stupida nonché inetta. Il problema enorme è che non sono settoriale, nel senso che se inizio a bloccarmi mi blocco su tutto, le giornate si spengono, il cervello cortocircuita, mi sento in colpa con tutti in un giro di ansia che levati. Provo fastidio nei confronti di tutto il globo terracqueo e l'unica soluzione virtualmente percepibile è l'estinzione, che poi nemmeno a sedici anni ero così catastrofista, boh. In tutto questo, però, ci sono i librini belli e le genti belle e le novità editoriali che sto intravedendo in questo autunno e, perdincibacco, io voglio esserci! Perciò voglio che dopo questo tempo che mi sono presa per tirar fuori il peggio del peggio, il mio sterno sia di nuovo abbastanza forte da respingere l'incudine che si è posata bellamente lì da un paio di mesi a questa parte, in maniera da poter riaccogliere la vita con leggerezza e il mio consueto entusiasmo ebete. 

Poi, per esempio, tra poco meno di un'ora andrò al Les Bouquinistes, alla presentazione della raccolta di racconti di Alessandro Raveggi, Il grande regno dell'emergenza, che avevo presentato io stessa a luglio apPisa. E lo so che è un pochino tardi, allora facciamo che io prendo appunti e ve lo racconto, ma tipo subito e non tra vent'anni, promesso!  

  RAVEGGI-twitter.jpg

Poi, per esempio, ho finito oggi questo libro qui, e se non ve lo dico subito che mi è piaciuto un sacco e che ve lo consiglio abbestia, che ci sto a fare? Bene. Daje. Sususu!

B. 

martedì 19 luglio 2016

Kerry Hudson mania: Sete, Tutti gli uomini di mia madre e super intervista!

Ciao bimbi. Ci ho messo ottant'anni prima di scrivere questo post, quindi ora la faccio breve, perché in realtà breve non è. Ma a voi piace così, vero? :D
La situa: c'è minimum fax, e fin qui la cosa è pacifica. Una loro autrice, la scozzese Kerry Hudson, è candidata al Premio Strega Europeo, e quindi sarebbe venuta in Italia per la cerimonia di premiazione e già che c'era a fare un piccolo tour in librerie selezionate. L'intrepido ufficio stampa di minimum decide di sfidare la sorte chiedendomi se volevo intervistare la suddetta scrittrice. Io in pratica le dico solo "bomba", quindi mi arrivano i suoi due romanzi, quindi inizio a farmela sotto, perché nel frattempo lei è arrivata in Italia e viene intervistata da genti serie e professionali, e io già me la vedo fuggire terrorizzata alle mie domande. Decido allora di darmi un tono, e in pausa pranzo stilo delle domande che ciao proprio. Va bene. Visto che il tempo a mia disposizione in questo ultimo periodo non è esattamente molto, riesco a leggermi solo il suo secondo romanzo, Sete [minimum fax e Beat edizioni, 2015. Traduzione di Federica Aceto], che poi è quello candidato allo Strega, quindi dai, a posto. Quindi adesso ve lo racconto un pochino. 


lunedì 20 giugno 2016

Prossima fermata, la Kamčatka - Pt. 1

Il mio piano per questa ennesima piovosa domenica era di fermarmi, e stilare una pianificazione totale e strutturata delle mmmmillemila cose da fare. Ieri, sabato 18 giugno, è stata una giornata importante, per The Buzzing Page. E allora ho deciso che sarebbe stata uno spartiacque, e prima di mettermi a riorganizzare tutto ho pensato che forse avevo bisogno di fare anche un po' il punto di quello che è successo dal 15 gennaio, quando il blog è resuscitato Lazzaro Style, al 18 giugno, quando ho presentato Alessandro Raveggi a Pisa e ho fatto live social come se non ci fosse stato un domani a Pistoia per un progetto coordinato da Diana D'Ambrosio. Nel mezzo. Faccio una lista. E dico OMMIODDIO. Poi, come sempre, mi ricordo di avere un blog, e dico ma sì, condividiamo con i miei poveri lettori T U T T O ma proprio T U T T O! Tanto io lo so: è buttando giù le cose che riesco a rifletterci su, a dispiegarle e bloccarle dentro di me. Questa volta ce n'è proprio tanto ma tanto bisogno, visto che ne ho fatte tipo duecento milioni e vedendo tutto l'elenco mi chiedo anche come diamine ci sia riuscita. La risposta è in fondo al post, come al solito potete anche non leggere e guardare solo le foto e scrollare fino in fondo, io vi voglio bene uguale eh!

Gennaio

martedì 14 giugno 2016

Alessandro Raveggi, Il grande regno dell'emergenza

* Preambolo bello ma inutile che potete agilmente saltare per andare diretti alla recensione *

Allora. In pratica è andata così: a Torino, al Salone*, sono ovviamente passata allo stand di LiberAria. Giorgia Antonelli già se ne era partita per assolvere ai suoi doveri da insegnante, e così mi sono intrattenuta allegramente con Federica Altero e Claudio Cisternino. Federica era stata incaricata da Giorgia di lasciarmi in omaggio due loro nuove uscite, che io ho accettato con gli occhi che brillavano e già che c'ero mi sono comprata pure un altro loro libro, perché non c'è due senza tre (e scusate ma mi unisco al coro del "non ci sono più le mezze stagioni": insomma, va bene tutto, ma io vorrei mettermi le mie bellissime scarpe nuove aperte e ancora non ho avuto modo visto che diluvia e diluvia e diluvia e allora mi viene da fare l'albero e come si possono vedere gli Europei ai tavolini fuori del pubbino se continua a piovere?!? Ok basta). Dicevo: uno di questi libri era Il grande regno dell'emergenza di Alessandro Raveggi, Federica mi dice che ne sono entusiasti, benissimo, lo metto tra quelli da leggere as soon as is possible. Poi. Mentre ero a Ivrea, alla Grande Invasione**, mi arriva mentre correvo da un evento all'altro un messaggio della mia amica Francesca, di cui leggo solo proposta indecente, poeta fiorentino, Vanni Santoni, letteratura sudamericana, cosa insieme, Mondiali Rebeldi, The Buzzing Page. Chiaramente non ci capisco una beata minchia, ma rispondo di sì così, sulla fiducia. Ebbene, il tutto si amalgama insieme in un super evento che si terrà sabato 18 giugno (vicinissimo) a Pisa, e insomma io, proprio io, presenterò il caro Raveggi (che ho pure conosciuto al Festival degli Scrittori a Firenze) in una magica combo libresca, sia col suo LiberAria che con Panamericana. Scrittori italiani raccontano scrittori sudamericani [laNuovafrontiera, 2016], che era stato presentato al Festival della Letteratura Sociale, sempre a Firenze. Ecco. Tutto torna. Tutto segue un filo e io mi ci aggroviglio un po' perché non sono buona manco a legarmi le scarpe, poi però è tutto talmente ganzo che ci sto di lusso anche un pochino annodata. 

* Fine dell'inutile ma bel preambolo * 


sabato 11 giugno 2016

I Boreali - Milano, 20 aprile 2016: Paolo Nori e Fredrik Sjöberg

Al Book Pride, come sapete, ho tergiversato a lungo davanti agli stand di molti editori amici. Tra questi, Iperborea ha un posto speciale into my heart, vista la mia antica velleità di imparare il danese e di vivere a CPH. Vabbè. Il Grande Nord mi affascina da anni e anni, e i loro libri mi ci portano, e io allora sono contenta. La cara Anna Oppes, esperta commerciale e spavalda organizzatrice di corsi ed eventi in casa Iperborea, si è lasciata sfuggire un candido "ma tu ci vieni ai Boreali, vero?" ... ...I Boreali. Il Festival di Iperborea. Il Festival nordico abbestia di Iperborea. Sponsorizzato da Ikea a Tiger perché loro hanno capito tutto dalla vita. Non ci sono mai stata. Verrò uccisa dal mio portafoglio, dal mio fisico bistrattato, dal mio ragazzo e pure dal genitore uomo, ma insomma. Almeno un giorno ci devo andare! E così, di ritorno da Milano, mi è sembrato giusto prenotare un altro biglietto per Milano. Non prima di aver chiesto consiglio ad Anna Basile, la web manager boreale, sull'evento che proprio non potevo perdermi assolutamente per nulla al mondo. La sua risposta è stata, giustamente, vieni all'inaugurazione, che c'è Sjöberg! Sjöberg. Ma certo, quello che ha scritto L'arte di collezionare mosche! Quel libro tutto strapazzato che aveva Christian Raimo quando venne a fare lezione alla Scuola del Libro, e di cui ci lesse un brano, così, per farci capire di cosa parliamo quando parliamo di scrittori ammodo. Ok, ce l'ho, l'ho preso al Book Pride, bomba, aspettatemi che arrivo bimbi!

Mercoledì 20 aprile ho così di nuovo fatto la valigia, direzione la mia prediletta Milano. C'è un sole pazzesco, ho prenotato un appartamentino sui Navigli, sono raggiante, e me la vivo abbestia con il grido di "life is now". Megan Gale docet. 



mercoledì 25 maggio 2016

Leggere la Città - #lacittàdeldialogo, Pistoia, 7-10 aprile 2016 - Pt. 2



Sabato 9 aprile


Riprendiamo le mie cronache del meraviglioso Festival pistoiese Leggere la città, perché sabato è stata una giornata densissima di eventi, incontri, importanti cose dette e sognanti riflessioni. 
Ore 12.30
Sala Maggiore Palazzo Comunale 
LA RESPONSABILITÀ DEL PUBBLICO NEI CONFRONTI DELL'ARTE.
INCONTRO CON TOMASO MONTANARI IN DIALOGO CON SAMUELE BERTINELLI
Intanto, l'atmosfera. Il tempo fa le bizze, fuori c'è ancora il mercato settimanale, ma la Sala Maggiore si riempie in un attimo. Io potrei andare già via contenta, nel senso, le genti ci sono! La cittadinanza risponde! Pistoia mi ama! Ok basta. Essimo serie, perché molto seria è stata la conversazione tra Tomaso Montanari e il sindaco Samuele Bertinelli. Intanto applausi per Montanari che esordisce con un "Pistoia è una delle città più belle del mondo", e si capisce immediatamente che non è una sordida captatio benevolentiae nei confronti del pubblico, più che conscio di questo fatto. Si tratta semmai della sponda per parlare di #Pistoia2017, ovvero il capoluogo toscano fino a pochi anni fa più bistrattato (bimbi io e i compagni della Consulta anno scolastico 2005/2006 eravamo presi per il culo anche dai colleghi di Arezzo e Grosseto, fate voi) designato niente meno che Capitale della Cultura per l'anno a venire. Montanari ha sottolineato un fatto molto importante, e cioè che Pistoia non offre né brand né slogan, bensì l'occasione di riflettere collettivamente sul buono che c'è, in modo di dare un senso all'essere Capitale della Cultura. E poi si chiede, e chiede: che cos'è, la Cultura? Tantantan! (Fa molto saggio breve della prova di maturità, ma non tergiversiamo). La Costituzione recita che la Repubblica deve promuovere lo sviluppo della cultura. La carta costituzionale ne propone quindi un'idea dinamica, che passa attraverso la ricerca di qualcosa sempre nuovo. Ad esempio i musei sono l'unico luogo dove venire a contato con la cultura di base, e questo è necessario, poiché le democrazie moderne non possono vivere senza la distribuzione della cultura. Questo è l'unico modo per essere cittadini sovrani, come tra l'altro insegna Luigi Manconi nel suo Corpo e anima [minimum fax, 2016], che verrà presentato nel pomeriggio (e io ovviamente non mancherò!). Quindi l'augurio di Montanari è che Pistoia possa essere capitale della sovranità. Qui si stringe il debole mio cuoricino, e nella testa riparte il mantra "la Bellezza salverà il mondo". Che ci volete fare. Sono una romanticona. 

lunedì 23 maggio 2016

Yasmin Incretolli, Mescolo tutto

Il bello di avere un blog personale è poter fare fondamentalmente un po' quel che mi pare. Poi però devo battagliare con il super-io che la fa da padrone, ovvero l'autismo inside of me che male vede la non successione esattamente cronologica dei post, e un alternarsi sensato degli argomenti trattati. Quindi a 'sto giro ho dovuto combattere con me stessa e non poco, perché vi propongo un libro appena finito di leggere (cosa mai successa dalla nascita di The Buzzing Page) e della medesima casa editrice dell'ultimo libro recensito. Il disagio è in me, lo so. Mi sono giustificata con me stessa nel seguente modo: 
No cioè non puoi capire, fottesega se hai altri mmmmmille libri in lista d'attesa, fottesega se recensisci un Tunué dietro l'altro, devi parlare di questo libro, le genti devono sapere, il mondo deve essere preparato alla sua uscita ufficiale il 9 giugno!
E allora va bene. Pronti? 



Ho acquistato Mescolo tutto, ultimo nato della collana di narrativa di Tunué, al Salone del Libro di Torino, davanti all'autrice. Non sapevo che fosse un'anteprima, non sapevo che la ragazza in questione avesse 21 anni e che avesse ottenuto una menzione speciale al Premio Calvino. Bon. Io al ritorno dal Salone, sul trenino per Firenze, ho iniziato a leggere. E il primo commento che ho annotato alla fine della prima pagina è stato "Boia" (perché la finezza sempre prima di tutto). Sulla trama. Molto semplice? Sì, ma nemmeno poi tanto. In tanti grandi romanzi la trama si riduce al nulla, per me riuscire a rendere meravigliosa la storia di una diciannovenne che si taglia e che mi sta molte volte sulle palle è pura bellezza. Io sono pavida. E fiosa, come si dice qui nel regno di Pietro Leopoldo. Insomma, la lettura di Mescolo tutto non è per deboli di cuore, e credetemi, a volte durante la lettura mi sono trovata a chiudere gli occhi impaurita, per poi riaprili immediatamente, perché le immagini di disagio erano troppo vive e crude. Cosa mi ha spinto a non riuscire quasi a chiudere il libro, e leggerne più della metà tutto d'un fiato? Una scrittura pazzesca. Uno stile che boh. Non riesco a ricondurre a niente in circolazione. Talmente vorticoso, secco e mai sentito che ti viene da parlare come Maria, l'autolesionista eroina del romanzo. Scorci di degrado e poesia, sangue e liquido seminale che scorrono, lame affilate, lucidalabbra profumati, alcol a fiumi, nubi di fumo di sigaretta, autobus affollati di umanità, periferie disagio, madri troie, ragazzetti ricchi e vuoti, tanto bisogno di amore. Così contemporaneo, così graffiante, così splendidamente orribile. Yasmin Incretolli è stata in grado di costruire un paesaggio vorticoso all'interno della vita di una bimba sperduta, le ha dato una voce espressionista, iperrealista, voyeuristica. Mescolando dolcezza e paura, sbruffonaggine e debolezza, estremismi adolescenziali e sogni interrotti. Mescolo tutto è un romanzo che dà fastidio, e allo stesso tempo non ti concede tregua. Mi conoscete, temo il romanzo contemporaneo italiano, finché non leggo non credo e sono pronta a pronunciarmi con sprezzanti giudizi se qualcosa non mi va giù. Qui niente. Tutto scorre. Tutti si regge. Tutto puro e disarmante
Radura incolta in sovranità d'un tetro cullare da fronde glabre, erbacce a spuntare dal terreno e lerci indumenti smessi insolentemente appesi a steccoli di cespugli crollati da brinate tele d'aracnide. Sferraglio di formiche sotto suola in calzature impellaccherate. Calpestiamo cartacce, fazzolettini, stronzi umani, preservativi abusati e merendine in decomposizione.  
La Prima parte è la mia preferita, posso dire questo. Ora voi dovete aspettare con pazienza il 9 giugno e poi correre abbestia in libreria a comprare 'sto capolavoro. Date retta!

B. 

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