Tema
*** Tira fuori il disagio e torna ad essere una Bea ammodo ***
Ci sono dei momenti in cui vado in palla totale, e se fino a poco tempo prima tutto era chiaro e figo e wow, all'improvviso ecco una sorta di pressa che mi spinge proprio al centro dello sterno e mi toglie il respiro, rendendo corto il fiato e formicolanti le mani. Così ogni volta che nella testa arriva un pensiero che potrebbe concretizzarsi in azione questa dannata pressa lo ricaccia giù, e allora dico ok, riprovo poi, ma poi la cosa si ripete e il tempo passa e penso ormai è troppo tardi e in pratica finisce con sono una merda, moriremo tutti. Però io a questo giro non voglio, non voglio proprio, quindi provo a giocarmela in maniera diversa, guardo in faccia la paura e scrivo due righe in questo posto cui voglio tanto ma tanto bene, e che dannazione voglio continuare a popolare di cose belle. Il punto è che quando dico "è troppo tardi" poi ci credo davvero, invece no, non è troppo tardi proprio per niente, non mi devono fare spavento le cose che voglio fare, il cannibalismo non è pratica attuale quindi non vi è pericolo di essere fagocitata dalle genti, posso tornare tranquillamente su facebook, posso scrivere di tutti i libri e raccontare delle fiere e i festival eccetera anche se sono passati mesi, se voglio farlo basta farlo. Però se non me lo dico e non lo esterno è un gran casino, perché bimbi son fatta così, c'è del disagio inside of me che a una certa si comporta tipo da silicone e mi isola da progetti e affetti. Tuttavia a 'sto giro lo voglio combattere, senza pensare di essere cogliona e stupida nonché inetta. Il problema enorme è che non sono settoriale, nel senso che se inizio a bloccarmi mi blocco su tutto, le giornate si spengono, il cervello cortocircuita, mi sento in colpa con tutti in un giro di ansia che levati. Provo fastidio nei confronti di tutto il globo terracqueo e l'unica soluzione virtualmente percepibile è l'estinzione, che poi nemmeno a sedici anni ero così catastrofista, boh. In tutto questo, però, ci sono i librini belli e le genti belle e le novità editoriali che sto intravedendo in questo autunno e, perdincibacco, io voglio esserci! Perciò voglio che dopo questo tempo che mi sono presa per tirar fuori il peggio del peggio, il mio sterno sia di nuovo abbastanza forte da respingere l'incudine che si è posata bellamente lì da un paio di mesi a questa parte, in maniera da poter riaccogliere la vita con leggerezza e il mio consueto entusiasmo ebete.
Poi, per esempio, tra poco meno di un'ora andrò al Les Bouquinistes, alla presentazione della raccolta di racconti di Alessandro Raveggi, Il grande regno dell'emergenza, che avevo presentato io stessa a luglio apPisa. E lo so che è un pochino tardi, allora facciamo che io prendo appunti e ve lo racconto, ma tipo subito e non tra vent'anni, promesso!
Poi, per esempio, ho finito oggi questo libro qui, e se non ve lo dico subito che mi è piaciuto un sacco e che ve lo consiglio abbestia, che ci sto a fare? Bene. Daje. Sususu!
B.